Grazie, ragazzi, condivido appieno tutte le vostre considerazioni...
CITAZIONE (IunoMoneta @ 29/3/2011, 21:09)
...Oppure se il loro intento, non dichiarato, fosse la creazione di un vero e proprio albo, senza chiamarlo con il suo nome...
Quindi tu dici che sia stato fatto un tentativo di creare un albo 'di fatto'... ma sarebbe stata una mossa deliberata o una 'ingenuità'?: è chiaro in partenza sia che l'istituzione di un albo è prerogativa esclusiva del ministero della giustizia, sia che il voler imporre o quantomeno segnalare ad imprese private nominativi di soggetti a cui affidare incarichi o consulenze è illegale (addirittura si potrebbe trattare di turbativa?)... Forse il fatto che sia stata introdotta la specificazione di cui parliamo è stato un atto teso a sottolineare queste cose anche per mettersi al riparo da eventuali contenziosi.
CITAZIONE
sono decisamente scettico sul fatto che per una ditta commerciale specializzata in Archeologia questi incarichi possano essere di per se stessi economicamente interessanti (voglio dire che una azienda si regge su fatturati lordi che ben difficilmente possono essere fatti o anche solo significativamente "arrotondati" con prestazioni professionali di questo genere)
Infatti. Secondo me la VIArch potrebbe essere una attività interessante per singoli archeologi, che non potrebbero invece sostenere l'onere (sia economico che organizzativo) della gestione di attività sul terreno. Ma il mio timore è che, sulla base di prassi applicate in moltissime occasioni in molte regioni già da tempo e indipendentemente dall'Archeologia Preventiva, anche per i lavori sul terreno si potrebbe benissimo trovare il modo di far lavorare singoli archeologi (magari più di uno) in maniera non consorziata: basta obbligare a far aprire la partita iva ed il gioco è fatto.
Infine sul ruolo delle università: io sono molto perplessa, perchè i dipartimenti non si porrebbero sul mercato, dal punto di vista dei costi, e quindi della concorrenza, alla pari di altri soggetti (che siano ditte, cooperative, professionisti singoli): hanno già a disposizione personale stipendiato, strumentazione e fondi finanziati (seppur poco) con fondi pubblici; e soprattutto hanno gli studenti, a cui potrebbero tranquillamente affidare la redazione e l'esecuzione di parti sia degli elaborati della VIArch sia dei lavori sul terreno... Non so se il paragone sia perfettamente attinente, anche perchè non so quanto il fenomeno sia diffuso, ma anni fa ho conosciuto un ragazzo, laureando in ingegneria, al quale il relatore, che era contemporaneamente il titolare di un grosso studio di ingegneria, ha affidato come tesi uno studio che poi è stato direttamente integrato nella Valutazione di Impatto Ambientale per un'opera pubblica colossale...
Potrebbe essere uno scenario anche nel campo dell'archeologia preventiva? Io temo di si...