Ciao Fgc,
A
CITAZIONE
analogamente le Isole dei Beati, in genere identificate nella Canarie (ma se ne è discusso un po' su AI ed ovviamente per Plinio, Giuba II, Seboso, etc.) si trovano per Esiodo (Opere e Giorni) appunto nell'estremo Occidente e sono la sede degli Eroi e dei Semidei (in particolare per il clima eccezionalmente felice). La notizia che sia abitata da Tirreni è desunta da una tradizione parallela, ma secondaria e sempre ritenuta non affidabile, che (tramite lo stesso Strabone e passi vari di Dionigi d'Alicarnasso, Licofrone, Apollonio Rodio, Igino, etc. sulla relazione di Eugamone di Cirene, autore nel VI sec. a.C. della Telegonia: il seguito dell'Odissea) individua nel Tirreno l'isola di Circe (che venne sposata da Telegono dopo l'uccisione di Ulisse) ed in sostanza Ogigia nella Sardegna.
Perchè la notizia sui Tirreni dovrebbe essere "tradizione parallela" e passare da Strabone a Licofrone e gli altri, se essa è già contentuta direttamente nella Teogonia?
E' una informazione direttamente esiodea. Spero di non averti tratto in inganno io, dato che nel post dell'altro giorno, non potendo ripassare
ho confuso isole dei beati e isole sacre. meglio distinguere: potrebbero essere la stessa cosa o qualcosa di diverso, oppure, (ed è la mia ipotesi) uno sdoppiamento.
Non condivido quindi la tua considerazione sulla
tradizione poco affidabile e secondaria- non è un passo "inaffidabile",impreciso, perchè in Teo. 1016 si citano esplicitamente Agrio, Latino, Telegono; la collocazione è inconfondibilmente Tirrenica e, direi io, affidabile.
- non è notizia secondaria affatto. Anzitutto tale dimensione tirrenica è concordante (oltre che nelle opere posteriori come quelle di Diodoro Siculo) con l'Odissea, dove , nuovamente, a molte avventure dell'eroe di Itaca viene data ambientazione tirrenica. Penso per esempio, ai Ciclopi da sempre collocati in Sicilia; non dimentichiamo la questione del "riso sardonico", un hapax omerico e in quanto tale altamente significativo: può datare la stessa Odissea. In questo quadro, lo stesso Esiodo ed Omero (più che un rimaneggiamento inaffidabile di Strabone) sono le fonti degli autori più tardi, tant'è che lo stesso, Licofrone da te citato, menziona la spina sardesca con cui Odisseo fu ucciso.
Potrà anche stridere la presenza di luoghi ed esseri fantastici in un mediterraneo occidentale ormai frequentatissimo e "civilizzato". Ma dobbiamo pensare alle
tecniche di navigazione del tempo, basate su di una didattica mnemonica tendente a trasfigurare i luoghi e i personaggi per fissare pericoli e orientamento.
Io concordo con coloro che pongono alla base della narrazione esiodea sull'Occidente le notizie dei naviganti euboici. Quindi dovremmo parlare cartina alla mano, dei maggior punti di insediamenti di eubei e fenici prima e focei, dopo.
Esiodo era fortemente imbevuto di tali notizie; così come, non vanno sottovalutate le persistenze della tradizione orale (e mnemonica) micenea; e qui veniamo all'altro tuo punto sottolineato (così rispondo anche a Perseo)
CITAZIONE (FGC @ 15/10/2010, 16:49)
Per definire (molto sommariamente) l'orizzonte delle conoscenze geografiche omeriche considererei per prima cosa (niente paura: è solo un piccolissimo excursus) l'epoca micenea con la figura di Minosse (il discendente del mitico primo personaggio così definito), Re di Cnosso due generazioni prima della guerra di Troia e considerato il primo signore dei mari (Erodoto), tradizionalmente morto nel tentativo di conquistare la Sicilia; il periodo da considerare è grossomodo a cavallo dei secc. XIV-XIII a.C. (le varie acquisizioni archeologiche nel bacino mediterraneo hanno evidenziato resti della presenza minoica dall'Asia Minore alla Spagna
La presenza micenea in Spagna è inesistente, che io sappia sono stati rinvenuti, solo 2 frammenti di vasi, che infatti sono ritenuti frutto d'intermediazione. Probabilmente ti riferisci alle perline di vetro egee o egiziane in contesti El Argar. Faccio presente che probabilmente le stesse perline (non ci sono ancora raffronti) sono state trovate in una delle rarissime Tombe dei Giganti trovate integre in Sardegna, isola nella quale, però, la presenza micenea è ben più forte. Tratte le somme se quei due frammenti di vasi furono oggetto d'intermedizione non è remota la possbilità, che anche le perline siano state scambiate entro i rapporti iberico-sardi. Dobbiamo considerare tutti i possibili vettori e attori, io credo.
In altri termini non credo che siano i micenei ad aver fissato le colonne d'ercole a Gibilterra, se è un po quello che intendi; non essendosi spinti al di là della Sardegna, ritengo più priobabile che i micenei o chi per loro, vedevano tale isola cole limes e magari ricevettero informazioni dai sardi sulle terre più lontane. Successivamente, durante l'età buia, queste nozioni in parte furon perse, in parte salvate dalla tradizione orale andando a costituire il fondale mitico geografico occidentale delle narazioni omeriche ed esiodee. quest'ultimo aggiornò, se così si può dire, lo sfondo miceneo con le tinte e i colori, della navigazione euboica.
...spero che il discorso, almeno in parte, funga...