CITAZIONE (leda77 @ 28/10/2010, 22:48)
In effetti devo dire cha anche io sono un po' sconcertata dal fatto che si possa affermare con tanta sicurezza che i Sardi non fossero navigatori.
Invece e’ un concetto molto ben radicato tra gli storici e la maggior parte degli archeologi che si sono occupati della Sardegna.Non sono d'accordo con il punto di vista di Pollo Mannaro. In passato questa affermazione e' stata fatta eccome, anche dagli studiosi.
Quest’idea deriva, a mio avviso, dal fatto che oggettivamente, in nessuna epoca storica la Sardegna ha mai avuto un’attivita’ marinara. I porti storici della Sardegna sono pochissimi, e notoriamente, dall’epoca romana in poi, le coste della Sardegna erano deserte, a causa dell’impervia natura delle coste sarde ed anche per le continue aggressioni dei pirati. La parte settentrionale della Sardegna, la Gallura, pur essendo stata abitata intensamente in epoca nuragica, come dimostrato dall’archeologia, e’ rimasta deserta per secoli, fino a tre secoli fa circa, quando e’ stata colonizzata da pastori corsi (gli attuali abitanti della Gallura infatti costituiscono una popolazione totalmente diversa da quella sarda, sia da un punto di vista linguistico che genetico).
Perfino in quelle aree legate al mare, come Cagliari e Oristano, i pescatori sono sempre stati tradizionalmente pescatori lagunari o di piccolo cabotaggio, mai d’altura. Da un punto di vista storico, quindi, la Sardegna, al contrario delle altre isole del Mediterraneo, non ha mai avuto una sua tradizione marinara, nonostante i suoi continui contatti con popoli di grandi tradizioni marinare, che l’hanno dominata per lunghi periodi.
Ovviamente questo non significa che gli antichi Sardi dell’Eta’ del Bronzo non avessero una loro tradizione marinara poi perdutasi, ma e’ legittimo pensare che, se la Sardegna, pur essendo la seconda isola maggiore del Mediterraneo, e’ anche l’unica a non aver mai avuto una tradizione marinara storicamente documentata, neppure i suoi antenati dovessero averla.
E’ vero che non abbiamo tanti reperti materiali della marineria degli altri popoli del Mediterraneo, ma di questi esistono tantissime informazioni storiche e artistiche che ce lo dimostrano: vasi, pitture, l’Iliade, l’Odissea, Erodoto etc. mentre sui Sardi non c’e’ assolutamente nulla.
Qui si apre un punto interessante che varrebbe la pena di discutere seriamente (in questa o magari in una discussione dedicata): come mai nessuno parla di una civilta’ del bronzo cosi’ peculiare, che abitava un’isola creduta la piu’ grande del mondo, ricca di rame e d’argento, popolosissima per gli standard di allora (si calcola che all’apice della civilta’ nuragica la Sardegna avesse una popolazione di centomila-trecentomila abitanti), letteralmente ricoperta di imponenti monumenti megalitici, quasi uno per Km quadrato?
(Qui mi riferisco a fonti antiche coeve della civilta’ nuragica, non alle fonti successive d’epoca romana)
CITAZIONE (leda77 @ 28/10/2010, 22:48)
Anzi, per me sarebbe assolutamente normale pensare il contrario. Questo per vari motivi: uno perché la Sardegna non è che sia una terra poi così fertile e non credo che lo sia stata neanche all'epoca dei nuragici.
Qui, Leda non posso condividere il tuo punto di vista, che rispecchia la visione attuale della Sardegna, in epoca di agricoltura intensiva, ma non era cosi’ in passato. Tecnicamente non e’ affatto vero che la Sardegna sia una terra poco fertile. La Sardegna ha infatti la terza pianura piu’grande d’Italia dopo la pianura Padana ed il Tavoliere delle Puglie: il Campidano che e’ tuttora fertilissima e puo’ produrre quasi tutto, incluso il riso. Durante l'Impero Romano la Sardegna era una grande produttrice di grano che veniva esportato in gran parte a Roma. La Sardegna produce inoltre molte varieta’ di frutta: sulle montagne crescono mele che hanno poco da invidiare a quelle trentine e nella costa sud-orientale si producono arance squisite e limoni che non hanno nulla da invidiare a quelli siciliani, per non parlare della grande varieta’ di uve tipiche. Purtroppo, a parte il vino, si tratta di produzioni limitate dovute ad insipienti scelte economiche e politiche e non ad una bassa fertilita’.
Fino all’annessione al Piemonte, la Sardegna non era vista cosi’ da quei pochi viaggiatori colti che la visitavano. Ho letto un’antologia di scritti lasciati da viaggiatori stranieri che hanno visitato la Sardegna tra il primo Settecento (quando era ancora spagnola) fino all’Ottocento, e pur vedendola come una terra strana, e selvaggia, erano tutti ammirati per la sua fertilita’, la ricchezza dei suoi boschi e la sua varieta’ di frutta. Un nobile francese, che aveva visitato la Sardegna durante l’epoca spagnola era rimasto particolarmente stupito per l’alta qualita’ del pane, visto che a suo parere, il resto dell’Italia di allora aveva un pane alquanto scadente mentre al contrario il pane sardo era ottimo, dice, quasi come quello francese (davvero un bel complimento da parte di un nobile francese del Settecento). Una curiosita’ poco nota anche ai Sardi, che ho appreso da queste fonti: fino a quell’epoca la pasta era sconosciuta in Sardegna, i primi piatti erano zuppe di verdure ed il riso, quindi i famosi gnocchi sardi, i malloreddus hanno origini recenti.
Fino ad un passato recente la Sardegna era coperta da boschi, come la Corsica. Purtroppo la Sardegna ha cambiato completamente volto dall’Ottocento in poi in seguito ai devastanti disboscamenti in epoca sabauda (veniva chiamata la miniera di legno). Essendo un’isola granitica e’ ricchissima di acque minerali. Lunghi periodi di siccita’ in epoche recenti, ed un uso scriteriato dell’acqua per l’agricoltura intensiva nel Campidano sul modello di quello padano hanno causato problemi idrici, tuttavia da un punto di vista storico non si puo’ dire che l’acqua in Sardegna sia mai stata un problema (dal 2000 in poi, in seguito ad un aumento della piovosita’ i problemi idrici non si sono piu’ presentati).
Premesso questo, quindi, direi che, al contrario, la civilta’ nuragica abitava un’isola ricca e fertile, fatto questo anche dimostrato dalla popolosita’ dell’antica Sardegna, di cui ho precedentemente parlato, veramente notevole per l’Eta’ del Bronzo. Conseguentemente , la Sardegna era assolutamente in grado di mantenere in ottima forma una popolazione isolata. Ovviamente, gli scambi con altri popoli del Mediterraneo sono provati dall’archeologia, ma non sappiamo nulla su di chi fossero le navi che arrivavano e partivano dalla Sardegna nuragica. Certamente una civilta’ che non naviga non produce modellini di navi, tuttavia questi modellini non ci dicono molto sulle dimensioni e sulle capacita’ di quelle imbarcazioni.