CITAZIONE (pollo mannaro @ 3/11/2010, 16:34)
1) all'ammontare del decremento (che deve essere valutato in una situazione reale in cui i carichi sul prolungamento sono il derivato di una struttura spesso complessa)
Anche io credo che la realtà non sempre sia identica alla teoria.
Chiaramente quanto ho detto in precedenza vale nell'ipotesi che la sezione sia costante o comunque che la linea sia caricata in maniera uniforme, altrimenti il decremento varia...
CITAZIONE (pollo mannaro @ 3/11/2010, 16:34)
2) al fatto che sia stato fatto volutamente (soprattutto nelle foto delle tombe)
In sintesi, ma è solo la mia opinione, dubito che ci sia stato un rendersi conto che far "sporgere" l'architrave fornisse un beneficio in termini di resistenza della struttura (mentre potrebbe darsi che sia stato fatto per ancorare il trilite al paramento murario).
Per questo punto ho ragionato sui tuoi riferimenti alla progettazione a freccia.
Credo che la comprensione totale del beneficio non ci fosse. Ritengo, caso mai, possibile che si fossero accorti (magari impiegando materiali più deformabili come il legno) che, con questa configurazione, la deformazione risulta più contenuta.
CITAZIONE (pollo mannaro @ 3/11/2010, 16:34)
Per l'incastro non siamo d'accordo, ma non mi pare che sia il cuore del topic. Ricordo la foto di una struttura dell'età del ferro che aveva una mensola incastrata e un tipo di rottura che mi piacerebbe farti vedere
Peccato, se ritrovassi quella foto mi interesserebbe molto vederla.
Mi rendo conto che la questione possa sembrare, come dire, poco pratica. Diventa però di interesse al momento ad esempio di intervenire su una struttura esistente per prevenire i problemi tipici di uno schema piuttosto che di un altro.
Detto questo, per come la vedo io, nella realtà, il limite tra una configurazione e l'altra, in certi casi, è piuttosto sottile.
CITAZIONE (pollo mannaro @ 3/11/2010, 16:34)
Per le tombe etrusche, dissento da Tampone e, se effettivamente rappresentano strutture reali, sono convinto che l'ipotesi du un contributo (voluto o meno) alla resistenza a rottura dell'architrave sia improponibile. Propendo, piuttosto, per un fatto ornamentale.
Considerato il realismo nella resa di certi dettagli architettonici e di arredamento, riscontrabile nell'architettura tombale etrusca, io credo che si possa parlare effettivamente di una rappresentazione di qualcosa che c'era nella realtà.
Fermo restando che io ritengo che un beneficio in realtà c'è, posso capire il tuo dubbio, anche perchè con una luce molto ridotta è possibile pure che questo beneficio (se parliamo in termini di deformazione massima) non sia percepibile, nè che (se parliamo di resistenza del materiale) architravi di sezioni analoghe si comportino in maniera estremamente diversa in presenza o meno di questo prolungamento.
Riguardando alcuni casi reali mi è venuto in mente un esempio di muratura portante con un'apertura con architrave in legno su due appoggi che, inflettendosi troppo, ha provocato delle lesioni nella muratura sovrastante. Possibile che esistesse una certa esperienza di questi fenomeni e del diverso comportamento nei due casi (con o senza questo "ancoraggio")?
CITAZIONE (pollo mannaro @ 3/11/2010, 16:34)
Contributo OT: ma se sei così interessato all'architettura antica, come mai non ti sei ancora lanciato sulle torri nuragiche?
Ti ringrazio per il suggerimento. Per la poca esperienza che ho in campo di storia e archeologia della Sardegna mi sono fatto l'idea che addentrarsi in certe discussioni sia più sconsigliabile che avventurarsi nudo in un alveare.
Certo l'argomento è interessante non lo nego, però ho l'impressione che in certi "climi" diventi difficile mantenere un atteggiamento obiettivo.
Se la cosa si potesse fare mantenendola al "freddo" livello della tecnica più oggettiva non nego che mi piacerebbe
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