Ostraka - Forum di archeologia

Piramidi in Europa

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§Karl§
view post Posted on 7/6/2011, 18:44




Mi chiedevo una cosa. A memoria, ma potrei sbagliarmi (nel senso che magari è capitato ma non me lo ricordo), non mi pare di aver letto nulla di più recente da parte dell'"accademia" a proposito di Visoko. Mi chiedevo appunto se l'opinione corrente è rimasta quella riportata dalla Pruitt - si tratta solo di formazioni geologiche - oppure se è cambiato qualcosa.
 
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view post Posted on 7/6/2011, 19:34
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Pablito50 @ 6/6/2011, 03:27) 
Ora ritornando a noi ed all’effetto delle vibrazioni, prima di gettare via le nostre culture di batteri contaminate vediamo di accertare se esiste realmente questo effetto e se si tratta realmente di un effetto indotto dalle vibrazioni, oppure no. Poco più in su ho scritto “Magari possiamo anche concludere che non vi è alcun effetto di questo genere e che gli operai euforici avevano bevuto solo qualche bicchiere di troppo. Ma prima di dirlo bisogna studiarlo seriamente”. Allora vediamo allora di farlo e sperimentiamo. Abbiamo uno stimolo (le vibrazioni ultrasoniche) ed un possibile effetto (l’euforia), esiste un nesso di causalità? Accertiamolo con rigore e poi parliamo. Prima si tratta solo di supposizioni.

L’unica cosa sicura è l’esistenza di vibrazioni costanti ed in questo non c’è nessun mistero o archeologia alternativa o dottrina New Age, ma puro fenomeno fisico. Se c’è un fenomeno bisogna poterlo misurare, e se non si può misurare allora non esiste. Ed il fenomeno deve essere ripetibile, come la sua misurazione.
È così che va avanti il metodo scientifico. Quindi nessuna magia, spiritualità o follie varie, ma piedi ben saldi a terra e concretezza. I misteri magici non mi interessano, io cerco soluzioni concrete ai dubbi.

Mi scuso innanzitutto per il ritardo con cui le rispondo.

Che dirle? Personalmente, ero abbastanza scettico sulla faccenda, e fondamentalmente lo resto ancora. Mi pare difficile pensare che, in epoche così antiche, qualcuno sia riuscito a costruire un groviglio di tunnel all'interno di una montagna, con proporzioni e andamento tali da creare (e mantenere inalterate per tutto il percorso) vibrazioni sonore terapeutiche per il corpo umano. Il dato fisico è un dato fisico, e non lo metto in dubbio; ma dimostrare che tutto questo è stato voluto e realizzato in piena consapevolezza degli effetti che avrebbe sortito, temo che non sarà affatto cosa facile...

In ogni caso, ci tengo a farle sapere che ho apprezzato la bontà del suo commento e il ragionamento che gli sta alla base (e da cui le si muove). Per il momento vi saluto, e le auguro una buona ricerca.
 
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Pablito50
view post Posted on 8/6/2011, 05:11




CITAZIONE (§Karl§ @ 7/6/2011, 19:44) 
Mi chiedevo una cosa. A memoria, ma potrei sbagliarmi (nel senso che magari è capitato ma non me lo ricordo), non mi pare di aver letto nulla di più recente da parte dell'"accademia" a proposito di Visoko. Mi chiedevo appunto se l'opinione corrente è rimasta quella riportata dalla Pruitt - si tratta solo di formazioni geologiche - oppure se è cambiato qualcosa.

Per dire la verità credo che, a parte certi scalmanati, attualmente il mondo accademico sia in una fase attendista. Perlomeno è l’impressione diretta che ho avuto parlando con i colleghi. Da un lato mi incoraggiano ad andare avanti, dall’altro non si vogliono sbilanciare (a parte il mio Direttore che mi sostiene in pieno).

Per questo stiamo lavorando per avere delle prove certe.

Una di queste potrebbe essere questa analisi al C14 effettuata dalla Prof.ssa Anna Pazdur della Silesian University of Technology (Politechnika Slaska) di Gliwice in Polonia.

Il prelievo, proveniente dallo scavo n.20 della Piramide della Luna, è stato effettuato da quel che restava delle assi in legno poste per stabilizzare le pietre in fase di posa in opera della foto che ho postato poco sopra (Karl ti farò avere il disegno con la prossima settimana…) direttamente da una squadra della Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole.

Loro avevano fatto due prelievi e li hanno inviati in Polonia. Il risultato (credo del prelievo n.2) che mi hanno inviato è qui: www.sbresearchgroup.eu/prova/Documenti/Gliwice.pdf

Conosco l’archeologo che è italiano (ha la triennale per ora) e che ha fatto il prelievo, e non ho proprio motivi di credere che abbia alterato qualcosa, anzi.

Anch’io ho fatto lo stesso prelievo (ma uno solo) più tardi dalla stessa posizione e l’ho inviato in Ungheria a Debrecen, ma erano già iniziate le piogge. Così dopo aver perso quasi un mese a cercare di separare il legno dalla terra la quantità di materiale è risultata insufficiente per le loro attrezzature (ma a fine estate le cambieranno).

In seguito non è stato possibile ripetere il prelievo perché c’era la neve e lo scavo era coperto per difenderlo dall’inverno. Ora, quando ritornerò lì, farò un nuovo prelievo e lo rinvierò in Ungheria per l’analisi al C14, ma con l’utilizzo delle nuove attrezzature.

Credo che pian piano, procedendo con prudenza, ma anche con rigorosità, l’opinione cambierà, seppellendo chi per motivi politici sta ostacolando il progetto.

Tanto lì ci sarà da scavare per i prossimi 30 anni!

In ogni caso saluto tutti perché oggi parto per un congresso in cui illustrerò un’altra linea di ricerca in Bosnia. Sarò di nuovo qui la prossima settimana.

Grazie anche a Perseo per gli auguri!
 
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irna
view post Posted on 8/6/2011, 14:12




QUOTE (Pablito50 @ 7/6/2011, 13:49) 
Allora queste che abbiamo trovato a qualche decina di chilometri e che stiamo studiando cosa sono? Le pietre che un contadino ha messo per delimitare il suo orto? Ed il fatto che siano orientate con i punti cardinali è solo un caso? Fatemi indovinare… Sono pietre medievali naturalmente, magari degli stećak!!.

Have you actually seen someone claim that these standing stones in Bosanski Petrovac are 'stecci'???

Irna
 
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irna
view post Posted on 8/6/2011, 14:34




Hi Karl, thank you for the review of Ms. Pruitt's thesis.

QUOTE (§Karl§ @ 7/6/2011, 19:44) 
Mi chiedevo una cosa. A memoria, ma potrei sbagliarmi (nel senso che magari è capitato ma non me lo ricordo), non mi pare di aver letto nulla di più recente da parte dell'"accademia" a proposito di Visoko. Mi chiedevo appunto se l'opinione corrente è rimasta quella riportata dalla Pruitt - si tratta solo di formazioni geologiche - oppure se è cambiato qualcosa.

As far as I know, the academic view about Visoko hasn't changed at all. There is nothing new from the 'academy', because I think the case is closed for the geologists as well as for the archaeologists. There hasn't been a single paper, except the ones like Pruitt's discussing the sociological aspects, published in a scientific journal. The few serious archaeologists who have worked, for some days or weeks, in Visoko, have left and made clear that they didn't believed in the reality of the 'pyramids'; and there is no geologist any more in the Foundation team since the departure of Nadija Nukic at the end of 2006.

In fact, I think that Osmanagic never even tried to publish in a scientific journal. He doesn't wish to have real science conducted at Visoko: all he needs is the appearance of science: apparently scientific reports, apparently scientific analyses... That's enough for him: I think his aim is not to convince the academy, but to pretend he is leading a scientific project in the eyes of the laymen.

As for Tera Pruitt, I think she's still working on the 'pyramids' case for her doctoral Thesis, we should know more about it in a few months.

Cordially, Irna
 
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§Karl§
view post Posted on 8/6/2011, 16:13




Thanks Irna. Yes, the "Osmanagic's method" seems (to me) quite clear. Meanwhile, during the excavations I tought (I hoped) it was came out something of more substantial to discuss.
 
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irna
view post Posted on 8/6/2011, 19:13




QUOTE (§Karl§ @ 8/6/2011, 17:13) 
Thanks Irna. Yes, the "Osmanagic's method" seems (to me) quite clear. Meanwhile, during the excavations I tought (I hoped) it was came out something of more substantial to discuss.

Prof. Debertolis mentioned in his previous post a C14 datation on Pljesevica (the pyramid of the Moon). But I think there are some methodological problems with this datation and the use made of it: http://irna.lautre.net/Carbone-14-le-retour.html (sorry the text is in French, the English version should be available soon); as was already the case with the previous one, of a piece of wood inside the tunnel.

Cordially, Irna
 
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§Karl§
view post Posted on 8/6/2011, 21:25




Ok, I've read. Of course, beyond the validity of the sample, only one is not enough. Usually more samples are required to work within a reasonable range, and the extreme queues are normally not included. Moreover, the sample out of context, outside the stratigraphy, usually is of little value. It's also obvious that the sample itself doesn't necessarily prove the age of a building. This is why the C14 must to be considered along with other data, which represent exactly the context.
 
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Pablito50
view post Posted on 11/6/2011, 02:33




Un saluto a tutti quanti.
Sono ancora impegnato al congresso che avevo segnalato sopra, per cui non dispongo del mio archivio di foto degli scavi per rispondere adeguatamente, ma sono riuscito lo stesso a raggiungere una postazione Internet e non posso che convenire su quanto dice Karl. Ossia che un unico campione non può provare necessariamente l’età dell’edificio.

Il periodo di scavo possibile in Bosnia sia sulla Piramide del Sole che della Luna va solo da giugno a settembre. Considerata la forza lavoro di 650 volontari che si alternano ogni 15 giorni, tra i quali una ventina di archeologi (ai quali viene solitamente affidata la responsabilità di uno scavo), credo che per ottenere risultati certi ci vorranno almeno due stagioni, quindi, io credo, solo alla fine del 2013 potremmo intravedere un quadro parzialmente completo. Durante questo periodo il prelievo di campioni sarà ripetuto (anche da parte mia) e contestualizzato in base alla stratigrafia.

Non dimentichiamo, però, che il valore della stratigrafia è anche basata sul giudizio dell’archeologo responsabile che dirige globalmente i lavori di scavo, ossia la dott.ssa Acconci che, oltre ad appartenere al nostro gruppo, gode della mia massima stima e totale fiducia per quanto riguarda la sua professionalità.

Quindi in definitiva, questo ultimo prelievo è da considerare più un punto di partenza che di arrivo. Un fattore che ci stimola ad indagare ulteriormente.

D’altra parte nel mio precedente intervento non mi pare di averlo enfatizzato così particolarmente. Anzi mi pare di aver detto “pian piano, procedendo con prudenza, ma anche con rigorosità, l’opinione cambierà”.

Desta un po’ di perplessità, al contrario, l’articolo scritto con estrema tempestività sul “Le site d’Irna” per quanto riguarda il campione raccolto.

Ad esempio il dott. Brett, che ha eseguito il prelievo, nonostante la sua Laurea Triennale in Archeologia (a settembre 2010 era il responsabile dello scavo n.20) viene classificato come “l’ancien étudiant en archéologie”, ossia come ex studente di archeologia, per sminuirne le capacità

Anch’io credo di essere un ex studente di medicina, ma non credo che questo diminuisca la mia professionalità, come questo non diminuisce la professionalità del dott. Brett.

Viene poi posta in dubbio la competenza della prof.ssa Anna Pazdur dell’ Università di Gliwice in Polonia nella sua datazione al C14 perché ha partecipato alla "Conferenza Internazionale" organizzata a Sarajevo nel 2008 dalla Fondazione, come se il fatto che uno partecipi ad una conferenza possa in qualche modo alterare le sue capacità tecniche di giudizio nel suo lavoro.

Vorrei ricordare che utilizzando la tecnica di datazione al C14, sia con lo spettrometro di massa che con il contatore proporzionale, è la macchina che da i risultati e non può essere addomesticata, e solo nel momento della preparazione del campione all’analisi interviene l’operatore.

Si dice anche che il campione era compreso in un pezzo di arenaria, mentre ricordo benissimo che i frammenti di legno erano compresi in uno strato argilloso, duro quanto si vuole, ma argilloso. E da questo si parte per sperticarsi in teorie di contaminazione, sicuramente interessanti, ma che lasciano il tempo che trovano essendo partite da un presupposto sbagliato.

Sorvolando su altri piccoli particolari del testo, alla fine si conclude con giudizi che sanno più di talk-show televisivo che di critica scientifica.

Non vedo come non potrei restare perplesso per una relazione del genere. Che dire… se fosse stata la discussione di una tesina l’avrei sicuramente rispedita a casa.

Saluto ancora tutti e riprendo a riordinarmi le diapositive congressuali.

Ne approfitto per segnalarvi il video di presentazione del territorio posto a corredo della nostra (purtroppo lunga) relazione in collaborazione con il Museo di Visoko che illustriamo questi giorni al congresso “SAVE Heritage”, organizzato dalla Facoltà di Architettura di Napoli. Il video è stato montato dalla mia collega del Politecnico di Milano, Prof.ssa Krasovec Lucas, e fa capire quanto straordinario è questo paese che si chiama Bosnia-Erzegovina, nonostante i suoi importanti contrasti, e quanta storia è presente nella Valle di Visoko.

Lo trovate qui: www.youtube.com/watch?v=d1Z4izEJpLU
 
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§Karl§
view post Posted on 11/6/2011, 14:43




Al di là dell'età dell'edificio, intendevo proprio anche che per la datazione di un sito sarebbero necessari più campioni, possibilmente in contesto stratigrafico, e che in genere le code estreme vengono tagliate. Ad esempio, per alcuni aspetti della discussione si può dare uno sguardo a questo numero di Paléorient: http://www.persee.fr/web/revues/home/presc...5_2007_num_33_1

In particolare l'articolo di Stuart Campbell, che è scaricabile anche qui: http://www.arts.manchester.ac.uk/research/...stuartcampbell/
 
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irna
view post Posted on 11/6/2011, 23:10




Just for the record, because I do not intend to argue with Prof. Debertolis on this forum:
- calling Mr. Brett a "former archaeology student" is not undermining his capacity, it's reality: he is not an archaeologist, as his everyday job has nothing to do with archaeology; and in every country except Italy he would not be called a 'Doctor' with a Bachelor's degree. Whatever his capacities, calling him 'Dr. Brett, archaeologist' is, in my opinion, quite misleading.
- How can the mention of Prof. Pazdur attending the Sarajevo conference "cast a doubt" on her competence? Does Prof. Debertolis consider that every participant to this conference is ipso facto questionable? I do not.
- As for the nature of the stone where the sample was taken, the mention of sandstone comes from the Foundation site: http://www.piramidasunca.ba/ba/index.php?o...=3380&Itemid=26. The word 'pješćar' means 'sandstone', not clay. If they have it wrong, Prof. Debertolis should correct them. By the way, the fact that there haven't been any real geologist among the Foundation team for years tells a lot!

The English version of my article about the C14 dating is here: http://irna.lautre.net/Carbon-14-dating-th...xt-episode.html

Irna
 
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§Karl§
view post Posted on 12/6/2011, 04:44




Anche se si tratta solo di cenni, onde evitare che la cosa degeneri e per il bene del futuro della discussione, vi pregherei di restare al merito, o anche al metodo, e di evitare strascichi polemici nati altrove.
 
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Pablito50
view post Posted on 12/6/2011, 05:33




CITAZIONE (§Karl§ @ 11/6/2011, 15:43) 
Al di là dell'età dell'edificio, intendevo proprio anche che per la datazione di un sito sarebbero necessari più campioni, possibilmente in contesto stratigrafico, e che in genere le code estreme vengono tagliate. Ad esempio, per alcuni aspetti della discussione si può dare uno sguardo a questo numero di Paléorient: www.persee.fr/web/revues/home/presc...5_2007_num_33_1

In particolare l'articolo di Stuart Campbell, che è scaricabile anche qui: www.arts.manchester.ac.uk/research/...stuartcampbell/

Estremamente interessanti questi riferimenti! In particolare mi ha colpito il modello di Stuart Campbell. Nei prossimi giorni, quando rientro in sede, cercherò di elaborare una sintesi che possa essere applicabile anche al sito bosniaco. Grazie Karl! Credo che la funzione dei forum sia proprio questa: diffondere la conoscenza. E con la conoscenza si possono correggere gli errori e produrre progetti di ricerca credibili.

Le immagini presenti nel testo di Campbell sono poi estremamente esplicative e mi trovo d'accordo praticamente su tutto. Inoltre questo modello permette l'applicazione della metodologia su più gruppi di ricerca che operino contemporaneamente come nel nostro caso.

Per quanto riguarda la possibilità di innescare polemiche non è sicuramente mia intenzione. Come detto in precedenza, non intendo rispondere né ad Harmonia né ad Irna. Il mio obiettivo è piuttosto cercare un aiuto a risolvere le difficoltà che via via incontra in mio gruppo di ricerca attraverso l'esperienza e la conoscenza degli altri utenti.

Un saluto a tutti ed ancora grazie.

 
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§Karl§
view post Posted on 12/6/2011, 12:21




Prego. Ho segnalato quello perché relativamente recente, e perché di fatto poi è l'unico ambito per il quale posso andare oltre le conoscenze da manuale. Però di discussioni su C14, metodi di calibrazione, utilizzo ecc., troppe ce ne sono (sulle cronologie poi non ne parliamo). Ci sono anche riviste dedicate. Tuttavia credo che magari l'applicazione al caso o al problema specifico possa risultare più esplicativo.
 
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Pablito50
view post Posted on 26/6/2011, 22:00




Volendo fare una cosa gradita a tutti gli utenti di questo sito, questo fine settimana all’ombra delle Dolomiti ho cercato di riassumere e sintetizzare almeno parzialmente alcuni concetti esposti dall’articolo di S. Campbel “RETHINKING HALAF CHRONOLOGIES” e segnalato poco sopra con cura da Karl che ringrazio ancora. L’articolo in inglese lo trovate qui: http://www.arts.manchester.ac.uk/research/...stuartcampbell/

L’articolo è estremamente interessante perché usando come esempio le datazioni riscontrate negli scavi della Mesopotamia Settentrionale (periodo 7°-5° millennio a.C.) propone un “ripensamento” su tutte le datazioni.

Chiedo scusa per alcune traduzioni libere che farò in questa occasione per rendere più comprensibile il testo di Campbell.

Giustamente Campbell dice: “Gli archeologi lavorano costantemente con le cronologie, sia che esse siano il punto centrale dello studio o meno. Le cronologie vengono utilizzate per riordinare gli eventi del passato e per fornire uno schema entro il quale il cambiamento sociale può essere discusso. È evidente la necessità di rivedere e perfezionare la cronologia delle strutture via via che sono disponibili nuove informazioni”. Ritengo questo un concetto fondamentale, ossia laddove le datazioni precedenti non sono coerenti con delle datazioni successive, magari utilizzando tecniche più evolute, è necessario un ripensamento delle stesse. Dunque non bisogna fossilizzarsi sulle ricerche precedenti, anche se blasonate, dandole dogmaticamente come assodate.

In particolare è interessante il capitolo dal titolo “LO SCHELETRO CRONOLOGICO” dove Campbell enumera diversi problemi nella datazione dei resti, soprattutto con il C14.

Primo suggerimento: le datazioni al C14 devono essere per forza multiple.
Su questo non si può non essere d’accordo: gli errori e le contaminazioni sono sempre possibili, più si aumenta il numero dei campioni più si affina la loro affidabilità, eliminando i risultati posti troppo al limite. Un unico campione è assolutamente insufficiente; può essere un punto di partenza, ma non di arrivo, aggiungo io.

Ma lui stesso anche esclude, per la comprensione e la datazione di una civiltà, i siti posti troppo alla periferia, perché, pur essendo importanti, possono avere una deviazione standard troppo elevata rispetto ai siti più centrali. Questo è un altro concetto importante.

In particolare lui dice ”La selezione molto ristretta di siti chiave limita drasticamente l'intervallo tra i dati, ma ha grandi vantaggi. Evita qualsiasi enfasi sulle datazioni che potrebbero essere di vecchia data o scarsamente stratificate. Essa pone grande enfasi nei siti in cui la nostra conoscenza è maggiore. L'uso di sequenze stratigrafiche è importante perché fa il massimo utilizzo delle tecniche più recenti nel campo della calibrazione”.

Per quanto riguarda la datazione al C14, Campbell dice “L'uso della statistica bayesiana nella datazione al radiocarbonio ha avuto un impatto enorme negli ultimi anni” ed è vero. Ricordo che alla base del Teorema di Bayes è il concetto che con l'aumentare della disponibilità dei dati il grado di fiducia nella ricerca cambia e con sufficiente evidenza empirica può diventare molto alto o molto basso.

Infatti non manca di dire “L'integrazione di informazioni stratigrafiche nella calibrazione della datazione non solo migliora il processo di calibrazione, ma rende anche molto più facile identificare le date che sono incompatibili con la loro posizione stratigrafica e i giudizi non corretti sulle datazioni possono essere valutati più in termini probabilistici che non soggettivamente”.

La disponibilità di programmi user-frendly di questo tipo, dei quali io stesso sono furiosamente alla ricerca (sarei molto grato a chiunque mi segnali un programma davvero user-friendly per PC e non quelli complicatissimi che ho incontrato io), riprogramma la possibilità di escludere i risultati più al di fuori dai limiti cronologici che ci si è posti nel modello di studio.

Ma Campbell fa anche un’altra affermazione importante “In quasi tutti i casi, le datazioni importanti qui di seguito sono determinazioni relativamente recenti da parte di importanti laboratori. Anche se ci possono essere ancora alcuni problemi con variazioni degli standard tra laboratorio e laboratorio, questo è un problema minore rispetto alle datazioni più vecchie temporalmente. Ovviamente, dove le datazioni sono più vecchie e lo sono anche le date di riferimento, la variabilità inter-laboratorio è molto più di una preoccupazione”.

È chiara ed evidente che una datazione al C14 non può mai essere considerata definitiva. Così come in medicina si migliorano continuativamente i farmaci eliminando sempre di più le reazioni avverse (non sempre se di produzione cinese), così il test al C14 è migliorato per l’uso di macchine sempre più perfezionate e non per una modifica della metodica. Più la metodica è collaudata, più gli strumenti possono essere affinati e più si può eliminare tutte quelle deviazioni che possono intervenire nell’analisi del campione che hanno origine tipicamente dalla strumentazione.

Dopo anni di contatto con laboratori di analisi mi fido sempre meno delle macchine, spesso guardate con troppo rispetto dai ricercatori come se si trattassero di un oracolo e non di uno stupido molto veloce, come in realtà sono.

Ma veniamo ad un altro problema: il problema della “rideposizione”. Campbell dice “I vari campioni non possono essere associati con sicurezza a determinati eventi che loro richiamano e possono essere arrivati nel loro contesto attraverso il fenomeno della “rideposizione”. Il campione potrebbe essere di legno già vecchio nel momento in cui venne sepolto”.

Qui permettetemi una piccola digressione da antropologo medico. Se improvvisamente il ridente paese del Trentino dal quale sto scrivendo fosse sepolto da una frana (è già successo per le piogge intorno al 1.200 d.C.) e degli archeologi si trovassero ad esaminare la mia stanza cercando tra gli oggetti contenuti in essa a distanza di migliaia di anni, sicuramente rimarrebbero sconvolti dalle datazioni con il C14 per la cassapanca del 1.300 dall’altro lato della stanza, o ancora, dalla scrivania alla quale sto scrivendo di fine ‘800. Se poi esaminassero le altre stanze troverebbero oggetti di ogni epoca. E credo succederebbe anche a voi lo stesso, visto che sto scrivendo in un forum di quantomeno appassionati di archeologia.

A quale risultato si potrebbero affidare? Sicuramente al dato più recente se si trova nello stesso luogo, ma anche al mio scheletro, se fosse ritrovato ancora, ed in particolare ai denti che sono l’ultimo elemento a distruggersi per ogni scheletro.

Se quindi il legno può avere una durata notevole nel tempo tanto da essere usato da generazioni molto distanti tra loro e sconvolgere le datazioni possibili, e Campbell non manca di sottolineare il fenomeno del “legno vecchio”, un dente ritrovato integro può essere fondamentale per le informazioni che potrebbe dare. Non parliamo se ritroviamo un cranio intero.

Scartando l’ipotesi del cadavere murato in soffitta, i residui organici di natura animale o umana hanno un tempo di “vita” sicuramente inferiore ai manufatti in legno e per questo li ritengo più affidabili nella datazione.

A proposito dello scheletro ritrovato in soffitta, ricordo il caso di un ritrovamento durante dei lavori di ristrutturazione di un negozio a Milano. Il caso fu subito chiuso dal magistrato in quanto risalente a 150 anni prima (C14), presupponendo che gli autori dell’omicidio fossero ormai scomparsi.

Ma ritornando all’articolo di Campbell, questi sottolinea “Le informazioni sul contesto del ritrovamento (n.d.r. da parte di alcuni autori) sono ancora troppo spesso imprecise e il materiale datato a volte non è specificato o semplicemente segnalato come legno carbonizzato, senza una identificazione che aiuti a valutare la possibilità di potenziali errori da legno vecchio “.
Anche questo è molto vero. Spesso si trovano pubblicazioni apparentemente molto interessanti, ma quando si va a guardare il capitolo “Materiali e metodi” si trovano imprecisioni non tollerabili.

Inoltre Campbell dice “Il primo passo per la calibrazione bayesiana è la creazione di un modello formale cronologico per il sito specifico. Questo è un passo fondamentale, perché la precedente conoscenza incorporata in questo modello è combinata con le datazioni che produrranno le date poste ai limiti cronologici (n.d.r. della ricerca). All'interno dei siti, la cronologia relativa proposta da chi scava è stata in genere utilizzata per creare il modello, anche quando non ci sono collegamenti diretti tra le varie fasi stratigrafiche”.

Ciò vuol dire che, nonostante i progressi, l’opinione di chi scava è fondamentale per creare un modello coerente.

Ed infatti Campbell ancora dice: “Anche se non esistono legami stratigrafici tra di loro, il sito si basa su vari dati col fine di integrarli in un unico modello cronologico. Anche se questo non vuol dire che i modelli utilizzati qui per le cronologie del sito (n.d.r. l’autore intende nel suo studio sulle datazioni in Mesopotamia) a volte ancora non possano confondere le interpretazioni cronologiche e culturali. Si è ritenuto che questo è giustificabile in quanto si basa sulla conoscenza dettagliata di un ricercatore che scava in un singolo sito archeologico. Inoltre, si potrebbe anche sostenere che basandosi su un modello di rapporti stratigrafici, che dipende anche in larga misura dalla fiducia sulle conoscenze di chi scava in un sito, senza un buon numero di pubblicazioni estese, le verifiche o le reinterpretazioni sono spesso problematiche”.

E su questo ultimo periodo vorrei dire una cosa: non si può continuare a chiedere dati sterili, riservandosi di accettarli o no in base a un qualsivoglia principio. Bisogna potersi fidare della buona fede di chi li pubblica e solo di fronte ad un’evidente cialtroneria, decidersi a scartarli.

Se chi governa un computer è una persona senza conoscenza è inutile usare un computer superpotente, i risultati saranno sempre drogati. Ma prima di criticare bisogna dimostrare con chiarezza e prove che chi ha prodotto i risultati è inconsistente. Magari con uno studio parallelo.

La figura dello studioso che scava e la sua relativa conoscenza rimane, pertanto, la figura chiave nell’interpretazione delle datazioni. I modelli possono essere di supporto, ma al centro rimane l’uomo e non la macchina.

Credo di aver messo abbastanza carne al fuoco su questo problema fondamentale e spero ne nasca un dibattito sincero. Nel prossimo post cercherò di spiegare come questo schema può e deve essere applicato anche alle ricerche sulle piramidi bosniache.



 
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