Mi limito in qui a rispondere alla questione della scrittura, lasciando il discorso dell'etnicità e della circoncisione ad un futuro post (scusatemi, poco tempo..).
Personalmente, a me non convince l'idea di trattative diplomatiche con i micenei tenute in ittita e penso che ci sia un'altra opzione da prendere in considerazione.
Andiamo con ordine, e cominciamo dal problema dell'ittita.
Nel mondo del mediterraneo orientale si parlavano varie lingue, che potevano essere scritte con vari sistemi di scrittura che a loro volta erano strettamente associati a particolari tipi di supporto.
Seppure qualche eccezione c'è, e qualche caso marginale lo si può trovare, a me sembra (sottolineo "a me", nel senso che è un'opinione del tutto personale, non ho mai letto di studi a tal proposito, quindi va presa con le dovute cautele) che per lo meno fino all'età del ferro questi tre elementi, lingua-scrittura-supporto fossero estremamente interconnessi, e difficilmente scambiabili fra loro, persino all'interno della stessa cultura.
Prendiamo l'esempio dell'egitto: in egitto, nel nuovo regno possiamo riconoscere l'uso di tre "lingue" (il termine non è appropriato, non è da intendere come singolo "idioma" quanto piuttosto come "gruppo".. capirete in seguito cosa intendo), tre sistemi di scrittura, e tre supporti.
Partiamo dal caso più semplice.
1) Una della realtà linguistiche chiaramente identificabili in egitto sono quelle che definirei "lingue cuneiformi" cioè tutte quelle lingue (accadico in primis, ma anche ittita, urrita,..), usate per trattative diplomatiche, scritte in cuneiforme, su tavolette d'argilla.
2) La seconda realtà linguistica è quella del Neo-Egizio, cioè l'egizio parlato. In genere scritto in ieratico su papiro.
Così sul momento non mi viene in mente nessun esempio di testo interamente in Neo-Egizio scritto in caratteri monumentali su pietra (se ne trovano dei "frammenti" più o meno importanti qua e là all'interno di testi in Egizio classico, come negli annali di tutmosi III, ma non mi viene in mente nessun esempio che possa essere definito "puro" neo-egizio), e allo stesso tempo che io sappia non esiste nessun esempio dell'uso dello ieratico in iscrizioni su pietra (in periodi successivi sì, a partire dal terzo periodo intermedio, ma non nel nuovo regno).
3) Infine vi è la realtà linguistica rappresentata dall'Egizio Classico (la lingua di tradizione, che era parlata nel medio regno ma era ormai scomparsa nel nuovo), che è principalmente associato con il geroglifico monumentale su pietra, ma che può essere trovato anche su altri supporti come il papiro, dove può essere si scritto in ieratico (come il neo egizio), ma può anche essere scritto con quello che si definisce "geroglifico lineare", in quanto di fatto è una forma di geroglifico monumentale semplificato per poter essere scritto su papiro, ma non tanto semplificato, non "corsivo" come lo ieratico (che da quello che so io non era mai usato per scrivere il Neo-Egizio)
Ora, questi tre insiemi "lingua-scrittura-supporto" erano in termini molto generali chiaramente distinti e formati da elementi non interscambiabili.
Cioè, quello che voglio dire è che se da un lato ci sono numerose attestazioni di testi in lingua accadica scritti in cuneiforme su tavolette d'argilla, dall'altro non c'è nessun esempio noto di testo in lingua accadica scritta in caratteri ieratici su papiro, o di Neo-Egizio scritto in Geroglifico Monumentale su una tavoletta d'argilla.
Ora, è vero che ci sono dei contesti liminali in qualche piccola interazione poteva avvenire (penso per esempio ad alcune glosse in lingua egizia ma trascritte in caratteri cuneiformi attestate in certe lettere di amarna, oppure ad alcune note in ieratico sulle stesse tavolette, oppure ad alcune parole o brevissime frasi -in particolare formule magiche- in lingue diverse dall'egizio trascritte in caratteri egizi attestate da alcuni papiri), ma in genere si tratta appunto di contesti del tutto marginali ed eccezionali, che non coinvolgono mai (che io sappia) interi testi.
Nell'insieme, i tre insiemi lingua-scrittura-supporto erano abbastanza impermeabili fra loro.
Quest'idea sembra essere confermata anche dalla versione egizia del trattato egizio-ittita di Qadesh. La versione che noi abbiamo, incisa sulle pareti del ramesseum e del tempio di Karnak, è scritta su pietra in geroglifico monumentale e essenzialmente in egizio classico (anche se con forti influenze neoegizie, e parrecchie stranezze grammaticali), benchè sappiamo che la versione originale era scritta in cuneiforme su una tavoletta (d'argento invece che d'argilla, ma pur sempre tavoletta) molto probabilmente in lingua accadica.
Gli egizi quindi non hanno "copiato" il testo cuneiforme sulla pietra delle pareti del tempio, e non hanno neppure "trascritto" in geroglifico il testo in lingua accadica, ma hanno "tradotto" sia la lingua, sia i sistema di scrittura sia il supporto dal gruppo 1) al gruppo 3) menzionato qui sopra.
Ora, questa realtà in cui lingue-scritture-supporti appaiono in qualche modo correlati, e per nulla o molto limitatamente interscambiabili può essere riconosciuta anche all'interno di altre culture vicino orientali. Nel mondo ittita, per esempio, si può riconoscere un insieme
"ittita"-"cuneiforme"-"tavoletta"
contrapposto ad uno
"luvio"-"geroglifico anatolico"-"pietra" (o contesto monumentale in genere).
In palestina vi era probabilmente un gruppo
"accadico"-"cuneiforme"-"tavoletta"
ed uno
"cananeo"-"scrittura lineare proto cananea"-"roccia(graffiti)/ipotetico supporto deperibile (papiro o pelle, probabilmente)".
E questa distinzione e impereabilità mi sembra fosse ancora più marcata a livello di contatti internazionali: sulle tavolette di argilla si scriveva in cuneiforme e in una delle lingue tradizionalmente scritte in cuneiforme: gli egizi non avrebbero mai mandato una lettera ad attusha scritta in cuneiforme ma in lingua egizia (o per lo meno non ne abbiamo nessun esempio), e probabilmente (anche possiamo solo dire che non ne abbiamo nessun esempio) gli ittiti non avrebbero mai scritto una lettera in geroglifico su papiro ma in lingua ittita.
Questa associazione lingua-scrittura-supporto non è in effetti sorprendente, e del resto ancora oggi spesso la gente comune la da per scontata, sopprattutto per quello che riguarda realtà "straniere". Per esempio mi sono accorto che quando si parla di "cinese", la gente spesso confonde fra "scrittura" e "lingua", e fa fatica a capire che la "scrittura cinese" è in realtà usata per scrivere anche lingue diverse dal cinese (giapponese, coreano, e in passato vietnamita, jurken, mongolo..), e allo stesso tempo fa fatica a capire che la lingua cinese può essere sì scritta in caratteri cinesi, ma può anche essere scritta in caratteri latini. Stessa confusione rispetto all'arabo, fra "lingua araba" e "scrittura araba".
Ora, questo ragionamento mi porta a dubitare che nella corrispondenza fra ittiti e micenei si usasse la lingua ittita, perchè in questo caso mi aspetterei che per scrivere tale lingua si usasse il cuneiforme su tavolette d'argilla. Ma in tal caso, alcune di queste tavolette avrebbero dovuto essere trovate negli archivi ittiti, ma non ce n'è traccia.
Quindi?
Quindi secondo me bisognerebbe considerare la possibilità di supporti deperibili, che nel quadro del ragionamento di qui sopra potrebbero (potrebbero, non necessariamente "devono") significare l'uso un sistema di scrittura specifico e possibilmente di una lingua specifica.
Una possibilità che io prenderei in considerazione è il minoico come lingua, e il lineare A, su supporto deperibile, come sistema di scrittura. Come detto, il lineare B è chiaramente inappropriato per scrivere testi complessi in greco. Al contrario, è molto probabile che fosse il lineare A essendo nato in contesto minoico, è probabile che fosse in grado di trascrivere in maniera precisa la lingua minoica, anche in testi lunghi. Se a questo aggiungiamo che per le proprie caratteristiche grafiche (tratti sinuosi e "complessi", "lineari" appunto) come scrittura sembra particolarmente appropriata per essere tracciata con calamo o pennello su supporti deperibili come papiro, pelle (molto di più che non essere inciso su tavolette), e se a questo aggiungiamo il chiaro ruolo egemone della cultura minoica nell'egeo prima dell'arrivo dei micenei, allora non suonerebbe poi troppo assurdo pensare che il minoico scritto in lineare su supporti deperibili fosse la lingua franca della zona egeo-anatolica, l'equivalente se vogliamo dell'insieme accadico-cuneiforme-tavoletta caratteristico del vicino oriente.
Certo con la scomparsa della cultura minoica si potrebbe affermare che anche la loro "lingua franca" avrebbe dovuto scomparire. Possibile, ma non indispensabile: del resto il sumero sopravvive in medio oriente per millenni dopo la morte della cultura sumera stessa.
Questa è una possibilità.
Un'altra possibilità è che le interazioni diplomatiche avvenissero tramite messaggi scritti su materiali deperibili, in scritture ormai totalmente o quasi perdute.
Di fatto noi tendiamo a pensare che i sistemi di scrittura che conosciamo rappresentino tutti i sistemi di scrittura usati nella regione nel periodo in questione. Molto probabilmente non è così.
Sappiamo per esempio che per lo meno tra 18 e 15 secolo a Byblos si usava un sistema si scrittura unico (
http://en.wikipedia.org/wiki/Byblos_syllabary ) attestato solo da un numero limitatissimo di iscrizioni, e ad oggi indecifrato. Per la sua struttura, e per la storia di Byblos stessa (strettamente legata all'egizio) è altamente probabile che questa scrittura venisse usata principalmente su supporti deperibili (probabilmente papiri importati dall'egitto) e usata per scrivere la lingua locale (un dialetto semitico?).
Ad ugarit, d'altro canto, è ben noto a tutti l'uso di un alfabeto cuneiforme su tavolette d'argilla. Tuttavia, visti i paralleli nell'ordine delle lettere con gli alfabeti semitici successivi (some quello ebraico) e vista la relativamente breve durata di questo sistema di scrittura, è stato suggerito (e io mi trovo pienamente d'accordo) di fatto questo "alfabeto cuneiforme" non sia altro che un adattamento di un preesistente alfabeto lineare, sviluppato per poter scrivere sulle tavolette d'argilla. Questo da un lato confermerebbe l'idea suggerita sopra del collegamento per lo meno fra supporto-scrittura (cioè sulle tavolette d'argilla si scrive in cuneiforme. si può usare un alfabeto di propria invenzione, ma esso deve essere cuneiforme in forma - e questo probabilmente semplicemente per ragioni "tecniche"), e dall'altro per lo meno fortemente suggerisce la presenza di un alfabeto "lineare" (cioè "non cuneiforme") usato per scrivere su supporti deperibili (un alfabeto che doveva essere diffuse oltre i confini di ugarit e che dovette sopravvivere alla sua caduta, altrimenti non si spiega l'identico ordine di lettere fra l'alfabeto cuneiforme ugaritico e l'alfabeto fenicio, dato lo iato temporale che li divide).
Ora, considerando che a Ugarit non solo aveva contatti commerciali con l'egeo, ma probabilmente ospitava una comunità (o per lo meno qualche mercante) di micenei, ci si potrebbe domandare se non fosse questo ipotetico alfabeto lineare (e la relativa lingua -semitica- che trascriveva) che venisse usato come lingua franca. A volersi spingere un po' oltre, se si immagina che i micenei veramente usassero un "alfabeto" inventato da dei semiti della costa siro-libanese (quindi di fatto proto fenici) già prima dell'introduzione dell'alfabeto fenicio vero e proprio, ci si potrebbe domandare se i famosi miti di cadmo e compagnia bella, che mi sembra qualcuno di voi sottolineava non quadrare molto a livello cronologico, possano in realtà riferirsi, almeno in parte, a questo primo alfabeto, e non a quello greco classico a cui generalmente pensiamo. Ma qua siamo ben oltre i limiti della "speculazione".
Infine, l'ultima possibilità, la più speculativa di tutti è che i micenei usassero una lingua x (a noi nota, come il miceneo stesso, o lo hattico, il licio,... o ignota.. chissà quante lingue erano parlate nella regione di cui non abbiamo traccia) con un sistema di scrittura y (a noi ignoto) su supporti deperibili.
Di fatto, questa è un'ipotesi che difficilmente potrà essere provata, ma che considerando il contesto storico-culturale, non può secondo me essere esclusa..
Non so, cosa ne pensate?