intervengo in punta di piedi, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte.
nel senso che in effetti, se da un lato mi posso trovare d'accordo con l'ipotesi teorica avanzata da dedalo, e cioè che i "cicli naturali" non devono necessariamente essere la fonte unica di tutte le cose, dall'altro mi trovo ad esitare di fronte ad alcune delle sue affermazioni, o esempi. In particolare:
CITAZIONE
per alcune culture si deve accettare il fatto che talune feste calendariali sono slegate dal ciclo naturale, e dunque da esisgenze pratiche.
ok, ma: come facciamo a sapere che tali festività siano "nate" slegate da un ciclo naturale?
Ci sono due possibilità da tenere in considerazione, secondo me:
la prima è che la festa sia effettivamente nata associata ad un ciclo naturale, ma che in un secondo tempo (molto probabilmente quando il legame con questo ciclo è andato dimenticato) essa è stata spostata ad una data non direttamente associabile ad un evento naturale. Un caso recente che si potrebbe citare è lo sfasamento fra natale cristiano (ancora abbastanza vicino per data al solstizio d'inverno) e il natale ortodosso, che si situa a inizio gennaio a causa di una differenza nel calendario di riferimento.
Chi ci dice che quelle feste che oggi ci sembrano slegate da ogni evento naturale significativo, non abbiano semplicemente "vagato" in maniera incontrollata nel calendario allontanandosi dal loro punto d'origine?
Un buon esempio di questo ci viene dall'egitto, dove a causa dell'imprecisione del calendario le varie feste (e prima fra tutte la festa di fine anno) potevano avvenire in momenti dell'anno diversi a dipendenza delle epoche (e di questo si erano già accorti gli antichi)
la seconda possibilità è: chi ci dice che la festa che sembra slegata da ogni evento o ciclo naturale, sia in realtà nata nel contesto naturale di riferimento in cui si trova oggi? magari la festa è stata "creata" dal popolo in questione prima di una migrazione, in una regione in cui il ciclo naturale era diverso. In questo caso il popolo in questione avrebbe potuto "portare con sé" la festa, mantenendone immutata la posizione "assoluta" durante l'anno, anche una volta arrivato in un territorio nuovo con un ciclo naturale differente in cui quella posizione "assoluta" non è più (apparentemente) associata a nessun evento naturale preciso.
Esempio antico: se prendiamo il culto di iside e osiride esclusivamente come appare nel mondo greco romano potremmo pensare ad un culto senza particolari legami con nessun evento naturale preciso (non nei contesti naturali greco e romano di riferimento). E questo è ovvio, perchè il culto in questione non è nato né a roma né in grecia, ma in egitto dove invece la sua associazione con il ciclo della piena del nilo appare decisamente evidente.
ovviamente, noi questo lo sappiamo perchè abbiamo le fonti che ci attestano l'origine egizia di questo culto. Ma se tali fonti non ci fossero?
CITAZIONE
qual'è l'evento naturale alla base dei cicli calendariali artificiali dell'America centrale?
o delle feste penteteriche greche?
e della settimana ebraica?
qui invece secondo me c'è un altro aspetto a cui bisogna fare attenzione: quelle che tu citi sono tutte festività di popolazioni già avanzate, introdotte probabilmente quando i popoli in questione avevano già sviluppato una più o meno avanzata matematica teorica. E quindi l'origine di queste feste potrebbe andare cercata proprio nella matematica e in quel "fenomeno naturale" che sono i numeri (e le loro stranezze).
Perchè per esempio una settimana di 7 giorni? beh, il mese lunare (= naturale) è formato da 28 giorni, e 7 e 4 quattro sono i numeri più piccoli in cui il 28 può essere diviso. E avere quattro settimane da 7 giorni, è probabilmente più pratico che non avere 7 "quattrimane" da 4 giorni (per varie ragioni, primo fra tutte perchè il 4, e quindi il "mese", può essere diviso a sua volta metà). Non mi sembra una scelta arbitraria, ma piuttosto una scelta dettata dalle proprietà matematiche di un numero, il 28, strettamente legato ad un fenomeno naturale.
Detto questo, ribadisco che come dedalo anch'io mi trovo ad esitare davanti all'affermazione che tutte le celebrazioni debbano derivare da un evento o ciclo naturale.
Anche se tendo a pensare che un evento "materiale" (anche se non "naturale") di qualche tipo all'origine dovrebbe esserci, in quanto faccio fatica a immaginare la creazione, e la giustificazione, di una nuova "celebrazione" scaturita dal nulla.
E del resto di eventi non "naturali" che potrebbero giustificare la creazione di una celebrazione ricorrente ce ne sono tanti (una battaglia, la nascita o morte di un personaggio importante della comunità, l'arrivo in una nuova terra, il primo contatto con altri popoli -con cui per esempio commerciare-, la cattura di un animale particolare, la scoperta di una nuova fonte/pascolo/passo/guado/.., una nuova invenzione,...), perchè escluderli a priori?