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Achille è esistito

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view post Posted on 25/4/2011, 13:54
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Ti rispondo a ritroso, partendo dall'ultimo punto:

CITAZIONE (DedaloNur @ 24/4/2011, 21:46) 
ma la ricostruzione del tempio di salomone è attendibile? chiedo per curiosità...

Credo di sì. Ci sono anche ricostruzioni che le mostrano inserite nell'architettura del tempio, ma gli studi più recenti sembrano orientati verso un'interpretazione differente. Le due colonne dovevano essere svincolare dall'edificio (un po' come accade per gli obelischi egizi). Alcuni spunti puoi trovarli, come sempre, in Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Solomon's...Boaz_and_Jachin.

CITAZIONE (DedaloNur @ 24/4/2011, 21:46) 
Αἰσχριωνίης φυλῆς λεγόμενοι εἶναι, ἀπέχουσι δὲ ἑπτὰ ἡμερέων ὁδὸν ἀπὸ Θηβέων διὰ ψάμμου · ὀνομάζεται δὲ ὁ χῶρος οὗτος κατὰ Ἑλλήνων γλῶσσαν Μακάρων νῆσος.
Il passo di erodoto che parla di isole dei beati in Egitto, è stata una spia molto utile

Ma qui Erodoto non sta affatto parlando di un'isola. Il brano di riferimento è III.26.1: "[...] i Persiani inviati a combattere contro gli Ammoni, mossisi da Tebe marciarono con guide, ed è certo che giunsero alla città di Oasi, che è abitata da Sami, i quali si dice appartengano alla tribù Escrionia, e dista da Tebe sette giorni di viaggio attraverso una regione sabbiosa. Questa località in lingua greca è chiamata Isole dei Beati".

Qui Erodoto sta parlando dell'oasi di Khargeh, non lontana da Tebe, in mezzo al deserto; quindi, il riferimento non può essere preso in considerazione per dimostrare che le Isole dei Beati erano originariamente immaginate a Oriente (tanto più che il loro nome è già noto a Esiodo e Pindaro, che le collocano in un ambiente marino, in prossimità dell’Oceano).

CITAZIONE (DedaloNur @ 24/4/2011, 21:46) 
interessante è il passo, 4,8

Σκύθαι (...) Γαδείροισι τοῖσι ἔξω Ἡρακλέων στηλέων ἐπὶ τῷ Ὠκεανῷ. τὸν δὲ Ὠκεανὸν λόγῳ

dove Erakle, passa dalle colonne occidentali direttamente alla Scitia, che abbiamo visto essere sede dell'altro estremo confine orientale, a riprova della simmetricità a cui più volte ci siamop riferiti. Erodoto dice di citare una leggenda scitica.

In realtà, qui, Erodoto sembra omettere una grossa fetta del mito, perché Eracle, prima di giungere in Scizia, parte dal Tartesso e attraversa la Gallia e la Liguria; costretto a scendere nel Lazio e in Sicilia (alla ricerca di un vitello smarrito), da qui risale poi verso Nord, in direzione dell’Istria, da cui raggiunge l’Epiro; qui Era fa impazzire la mandria, che gli sfugge di nuovo, dirigendosi in Tracia, e solo da qui, infine, arriva in Scizia. Probabilmente, Erodoto si focalizza solo su questa parte del mito, perché nel suddetto capitolo parla dei popoli della Scizia, e la leggenda di Eracle che ruba i buoi di Gerione gli occorre per delineare la genealogia delle genti del Mar Nero, a partire dall'unione dell'eroe con una divinità ctonia del luogo (la donna-serpente).

Mentre stamani cercavo informazioni su questa Fatica di Eracle, ho notato che il problema della “ubiquità” delle Colonne d’Ercole è accennato anche in Graves (132.h), il quale ricorda Colonne d’Ercole esistenti pure sulle coste della Germania, del Mar Nero, della Gallia Occidentale e dell’India; ma, a ben vedere, in nota, le fonti di riferimento che cita sono tutte d’età relativamente “tarda”, rispetto alla prima comparsa di questo toponimo (VI/V secolo a.C.): Tacito, Servio, Scimnio e Strabone sono autori che si collocano a partire dalla media età ellenistica. Io credo che lo spostamento degli orizzonti a cui accennavi (descritto, a suo modo, anche da Frau) sia un fenomeno abbastanza documentabile per l'età ellenistica e imperiale, ma ritengo che, per l’età arcaica, la lacunosità delle fonti e la loro vaghezza non ci permettano di individuare un'analoga trasposizione dei confini del mondo. Tutto resta limitato a un “si può supporre che…”, che però non ha conferme né smentite a livello storico e letterario; potrebbe essere una lettura verisimile, in teoria, ma i termini di questi spostamenti non sono facilmente delineabili con precisione, e ho l’impressione (già da questo nostro scambio) che, alla fine, tutto si risolva in un mero (passami il termine) gioco di speculazione storica, in cui non si può stabilire come le cose stessero realmente, ma si va per ipotesi non comprovabili. Per questo, io tendo a partire sempre dalla fonte più antica a mia disposizione, cercando di fare molta attenzione con quelle più tarde. Altrimenti, basterebbe citare le tracce della presenza di Odisseo sulle coste atlantiche di Gallia e Germania, per dimostrare che l'Oceano di Omero era già l'Oceano Atlantico. Ma non sarebbe corretto, in quanto è molto probabile che queste identificazioni siano di molto successive.

Ho scoperto solo di recente, per esempio, che, in età ellenistica, in seguito alla progressiva conoscenza dell’Estremo Oriente, Prometeo fu collocato sull’Hindu Kush (e, quindi, non più nel Caucaso storico). Ma dire che, in età molto più antiche (fine età del Bronzo/inizi età del Ferro), il confine del mondo fosse immaginato “qui piuttosto che lì”, e che poi “si sia spostato in questo modo”, ha poco senso secondo me (perché non è uno spostamento documentabile in alcun modo). Similmente, il periegeta Ecateo collocava l’episodio di Gerione in Epiro (il che è ben strano, se ci pensi, perché, nel VI secolo a.C., l’Epiro non poteva più essere ritenuto il limite estremo delle terre note a Occidente!). Temo che, per questi motivi, Dedalo, la nostra discussione potrebbe protrarsi all’infinito, andando sempre più lontano dal tema originario (la "storicità" di Achille) e senza raggiungere un punto fermo che possa essere ritenuto sicuro e affidabile.

Per questo, mi riallaccio a quanto detto da Leda e cerco di arginare un po' il nostro dilagante (ma non certo noioso!) offtopic. Se vogliamo ricollegarci alla figura da cui tutto questo è partito, io, invece, non credo che si possano identificare le isole dei Beati con l’isola di Leuca. Achille solo viene condotto nel Mar Nero dalla madre Teti, mentre Menelao, per esempio, pur essendo anch'esso un eroe, verrà condotto - secondo una profezia - nel Campo d'Elisio (oltre l'Oceano occidentale). Anzi, rileggendo un passo di Manfredi, noto solo ora che è proprio Esiodo che, ne "Le opere e i giorni", fa una distinzione in questo senso: innanzitutto, nelle Isole dei Beati non finiscono, indistintamente, tutti gli eroi, ma solo alcuni di essi, scelti direttamente dagli dèi. Inoltre (e questo mi pare un dettaglio fondamentale, a cui non avevo mai fatto caso prima d'oggi), le isole dei Beati non raccolgono le anime degli eroi, ma gli eroi stessi, con tutto il corpo: mentre alcuni di loro sono destinati a morire in battaglia, altri vengono "prelevati" ancora vivi dagli dèi stessi, e depositati nelle Isole dei Beati, dove la loro vita prosegue, "senza soluzione di continuità" (per dirla in termini archeologici!) e senza fine. Se Achille è morto, dunque, non può essere finito nelle Isole dei Beati (almeno, non secondo la concezione più antica di queste isole). Non a caso, Odisseo incontrerà la sua ombra nelle profondità dell'Ade.

Secondo me, è più corretto leggere l'isola di Leuca per quello che è: un'isola in cui si immaginava che riposasse lo spirito di Achille, e che, poi, (a partire dal VI/V secolo a.C.) è divenuta una sorta di santuario, dedicato alla memoria e al culto di questo eroe omerico (ma che nulla c'entra con le Isole dei Beati, già presenti in Esiodo).
 
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30 replies since 25/3/2011, 14:54   8762 views
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