Ostraka - Forum di archeologia

I popoli dell'America precolombiana conoscevano la ruota?

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view post Posted on 9/2/2024, 18:28
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Quel detto lo conoscevo.

Per quanto riguarda i cosiddetti Cimbri, conosco bene la loro storia e te la racconto, chissenefrega se siamo andato molto fuori dal tema.

Si tratta di una popolazione di origine tedesca, proveniente dalla zona controllata nel medioevo dall'Abbazia di Benediktbeuern, quella dei Carmina Burana.
La zona venne colpita da una tremenda carestia, dopo il 1000, probabilmente attorno al 1300 e a quel tempo i Benedettini di quella abbazia erano collegati con quelli dell'abbazia benedettina veronese di San Zeno, anche perché sia l'abate di San Zeno che il vescovo di Verona a quel tempo erano tedeschi di nomina imperiale.
Dato che l'altopiano dei Lessini e quello di Asiago, noti anche come dei 13 e dei 7 comuni rispettivamente, erano pressoché spopolati ma ubertosi, un buon numero di famiglie tedesche della zona dell'abbazia germanica vennero trasferite su quegli altopiani, perché molte delle terre locali erano patrimonio dell'abbazia veronese.

Il dialetto che parlano ormai pochissime persone, non ostante l'esistenza nella "veronese" Giazza del Curatorium Cimbricum che cerca di tenerlo in vita, è in realtà la versione altomedievale dell'attuale lingua ufficiale germanica.

Giazza si chiama in realtà Lietzan e loro definiscono sé stessi Tautsch, antica versione l'attuale Deutsch.
Cimbri è l'errata trascrizione italiana di Tzimbar, boscaiolo o taglialegna... Tzimbar si chiama anche la rivista pubblicata credo mensilmente dal Curatorium a beneficio di coloro che sono di origine e stirpe Cimbra, cioè Tautsch.

Ci sono molti racconti storici a loro legati, magari inizio una discussione in merito in un'altra sezione.
 
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view post Posted on 12/3/2024, 15:10
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Riprendo nuovamente l’argomento, perché ho rintracciato e letto alcuni lavori nei quali vengono prospettate ipotesi di cui non ero a conoscenza.
Una di queste ho anche tentato di svilupparla ulteriormente.

Inizio col contestare l’idea che non si capisce come mai i nativi delle praterie nordamericane, i quali solevano far trainare le loro poche masserizie caricate su slitte note come travois tirati dai cani e dalle donne, pur conoscendo e utilizzando la figura del cerchio non abbiano pensato di realizzare ruote da applicare a quelle loro slitte.

www.native-languages.org/images/travois1.jpg

www.bigorrin.org/lako1.jpg

Secondo me la spiegazione principale è semplicissima: sarebbe stato più scomodo, perché non arrivarono a costruire strade, al massimo utilizzavano piste più o meno battute.
Inoltre ci sono altre due ragioni, quella più semplice è che quelle slitte erano realizzate utilizzando i montanti e le pelli che formavano le loro tende, che per essere trasportate dovevano essere smontate comunque: dunque si aveva già a disposizione il materiale per realizzare le slitte e al contempo si evitava il lavoro di produrre le ruote.
Si può obiettare che queste si sarebbero potute utilizzare per muovere carretti per i commerci, ma l’attività commerciale tra di loro era molto limitata, oserei dire esigua.
L’altra ragione la illustrerò più avanti.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...dicineWheel.jpg
antica ruota della medicina, Bighorn National Forest, Wyoming, USA

https://img.freepik.com/premium-vector/dre...8-403.jpg?w=996
disegni ricavati da antichi acchiappasogni con simboli tribali, piume e ornamenti

La questione potrebbe essere ancora aperta per quanto riguarda parte del Messico, l’America centrale, segnatamente la Mesoamerica, e quella meridionale.

Che tutte le popolazioni precolombiane che abitarono quelle zone conoscessero il cerchio e l’utilizzo di utensili in rotazione è un fatto indiscutibile: l’uso del trapano a pompa e ad archetto per accendere il fuoco, svuotare vasi di pietra, forare ornamenti di vario materiale ed effettuare trapanazioni in genere e anche del cranio, di fusaiole per torcere le fibre tessili, di manos cioè mattarelli di pietra utilizzati per macinare i semi delle piante di cacao, mais e quinoa, tanto per citarne alcune, e per polverizzare le pietre semidure, producendo materiale per dipingere, di pesanti rulli di pietra utilizzati per livellare le strade, che nelle zone citate esistevano, è ben testimoniato come lo sono gli orecchini a rocchetto e i grandi dischi da petto in oro, sempre per citare solo alcuni tra i gioielli prodotti.
Molto probabilmente utilizzavano tronchi di legno per far scorrere gli enormi blocchi di pietra utilizzati per la costruzione delle loro piramidi e non solo, ma questo utilizzo non è documentato né da fonti scritte né da immagini, dipinte nei codici o scolpite su stele o lastre di pietra.

Tutto questo fu trattato e chiarito in un lavoro pubblicato nel 1946, a cura di Alfonso Caso e con il contributo di Matthew Stirling, Samuel Lothrop, Eric Thompson, José García Payón e Gordon Ekholm intitolato ¿Conocieron la Rueda los Indígenas Mesoamericanos?, vale a dire I popoli indigeni della Mesoamerica conobbero la ruota?
Questo lavoro sin al titolo si riferisce solo alla Mesoamerica, ma i concetti espressi e le prove addotte si possono tranquillamente estendere anche all’America meridionale.

https://thumbs.worthpoint.com/zoom/images1...afb54a167a8.jpg
antico trapano manuale a pompa

https://fershop.it/images/News/Immagini/Ev...ano-ad-arco.jpg
disegno di trapano manuale ad archetto

www.thestoryoftexas.com/upload/ima....jpg?1453143348
metate con mano

Quindi da questo punto di vista il problema non esiste.

Il vero problema è perché non costruirono ruote per muovere carri e le risposte date ancor oggi, soprattutto dagli studiosi la cui cultura nasce da quella europea degli ultimi 4 secoli e mezzo, vale a dire nordamericani ed europei, sono legate alla mentalità colonialista e continuare a diffonderle è pericoloso per 2 motivi:
1) che i cambiamenti tecnologici siano parte di uno sviluppo incrementale e unilineare dell'intelletto umano slegato dalla un contesto sociale, politico ed economico;
2) che il concetto alla base dell’uso della ruota sia applicabile solo alle tecnologie di trasporto meccanizzato o motorizzato.
Di conseguenza l’assenza di mezzi di trasporto su ruote in epoca preispanica è stato e continua ad essere utilizzata per confrontare paternalisticamente le “conquiste” di varie civiltà, perpetuando a sua volta una prospettiva occidentale e colonialista nello studio delle antiche culture precolombiane presenti nei territori ai quali ho accennato poc’anzi.

L’esempio più classico di questa mentalità è quello degli oggetti di terracotta chiamati wheeled toys,, cioè giocattoli con ruote, rinvenuti in tombe risalenti al periodo tra il 400 e il 900 d.C. soprattutto nella zona in cui si sviluppò la cultura Nayarit.
Si tratta di modelli di cagnolini montati su ruote.
Gli archeologi che li rinvennero non pensarono ad altro che a giocattoli, appunto cagnolini con i quali giocavano i bambini e da allora il nome loro attribuito non è cambiato.

Ho già parlato in un'altra discussione di cosa si tratta con tutta probabilità e cioè di rappresentazioni del cane psicopompo, il cane che, dopo la morte, accompagna l’anima dell’essere umano nel suo pericoloso viaggio nell’oltretomba.
Quello che mi interessa sottolineare in questa sede è il fatto che le loro zampe siano dotate di ruote, perché di cosa stiamo ancora discutendo? Mi sembra chiaro che i mesoamericani conoscevano la ruota e non solo i concetti di oggetto di forma circolare e di rotazione, sono gli archeologi che non lo vogliono accettare.

Già nel 1946 Caso e i suoi colleghi conclusero che la ruota era un'invenzione indipendente in Mesoamerica e, oltre ad avere diversi usi pratici, aveva un altro uno di ordine simbolico.
Tuttavia con poche eccezioni, l'idea che le figurine con ruote siano giocattoli continua a persistere.
Il bello è che qualche autore più “sveglio” ha osservato che il giocattolo è quasi sempre una piccola replica di modelli in scala maggiore, oltre al fatto che i contesti dei pochi esempi ben documentati non sembrano supportare la tesi del semplice giocattolo: gli individui accanto ai quali sono stati deposti questi cagnolini sono adulti, non bambini.

Ma l'interpretazione secondo cui le figurine su ruota fossero concepite e utilizzate come giocattoli e/o mezzi didattici per bambini ha portato gli studiosi a riflettere in modo limitato sul caso della ruota in Mesoamerica.
Inoltre molti autori sostengono l’idea che le innovazioni culturali e tecnologiche non possano avere che un punto di origine nel tempo e nello spazio, e adottano il modello diffusionista per sostenere che il concetto di ruota in Mesoamerica, anche se aveva un’applicazione simbolica, doveva essere stato un prestito dal Medio Oriente o dall’Europa, alla luce di quegli oggetti avvenuto prima del XVI secolo!

Il parere di Matthew Stirling riportato da Caso nel lavoro citato è questo:
“Sembra incredibile che avendo conosciuto per cinque secoli il principio della ruota nessuno avrebbe pensato di utilizzarlo in modo più generale. È più accettabile presumere che, facendo affidamento sulla locomozione umana ed essendo vincolati dai limiti del terreno, non ne realizzassero il valore come mezzo pratico per migliorare i trasporti” (Caso et al., 1946, pag. 200).
Poco dopo, in un annuncio congiunto del Center for Naval Analysis (in Virginia) e del Franklin Institute (a Filadelfia) che cercavano professionisti in fisica, matematica ed economia, si affermava che
“gli indiani precolombiani avevano giocattoli con le ruote, ma nessun veicolo su ruote per il trasporto di carichi. Anche con un uomo come motore principale avrebbero potuto raddoppiare o triplicare i carichi sulle loro strade, talvolta eccellenti. Non sono riusciti a sfruttare la loro inventiva”.

In discussioni più recenti è stato commentato che anche la tecnologia mesoamericana dei trasporti era piuttosto semplice . Sebbene l'uso della ruota fosse compreso (come testimoniano i giocattoli con ruote), non fu applicato ai trasporti a causa della mancanza di animali da tiro adatti e della tortuosa topografia.
Questa osservazione allude a una visione progressista, o alla mancanza di ingegno, o alla massimizzazione come valore intrinseco a ogni sforzo umano.

Tuttavia, la mancanza di animali da tiro non è necessariamente una limitazione all'applicazione del principio del movimento rotatorio alla ruota, poiché è possibile ideare tecnologie di trasporto su ruote utilizzando la forza umana e molte regioni della Mesoamerica sono caratterizzate da formazioni geologiche pianeggianti e valli alluvionali, e non solo da imponenti montagne.
Gli antichi Maya, ad esempio, costruivano strade delimitate da muri di pietra (sakbéob, lett. strade bianche) che a volte venivano riempiti di pietrisco e sabbia calcarea fino a un'altezza di due metri e mezzo sul piano di campagna per compensare la topografia irregolare, hanno una larghezza fino a quindici metri e collegano non solo edifici all'interno della stessa comunità ma anche centri monumentali di insediamenti lontani: la più lunga conosciuta misura più di 100 chilometri).
Il problema è che, oltre a materializzare i rapporti di potere, esse venivano utilizzate solo per il traffico pedonale, compreso il movimento delle merci, le processioni e i pellegrinaggi.

Vi sono altre considerazioni espresse da alcuni autori, ma non voglio tirarla troppo in lungo e vengo alla conclusione.

I popoli dell’America precolombiana avevano una mentalità fondamentalmente conservatrice.
Gli esempi in questo senso sono molti, ne cito solo uno: benché abbiano sviluppato una tecnologia dei metalli, si limitarono quasi esclusivamente a quella di rame, argento e oro.
Il motivo sarebbe da ricercare nel fatto che non riuscirono a ideare un forno che raggiungesse una temperatura adeguata a lavorarne altri.
In realtà sembra piuttosto che le ragioni siano state di ordine religioso: la Terra era sacra e non si potevano scavare miniere, per cui lavorarono solo metalli i cui minerali nelle loro zone si trovavano in superficie o nelle sabbie fluviali.
In altri settori, come quello litico, quello della pietra scolpita e quello della tessitura, ha dominato sempre il tradizionalismo, sia nelle tecnologie di produzione che nelle forme, nei contenuti e nell’iconografia.

Una osservazione acuta in questo senso si trova in Hernández: gli antichi abitanti della Mesoamerica non applicavano il concetto di movimento rotatorio ai trasporti “semplicemente perché non volevano, a causa di concetti atavici degni di essere presi in considerazione”. In modo acuto, Hernández ha sottolineato l'etica indigena nei confronti del sacrificio e dell'offerta di sforzi fisici alle divinità. (Hernández, Francisco Javier 1950 El Juguete Popular en México: Estudio de Interpretación . Ediciones Mexicanas, vol. 10, pag. 40)

Bisogna poi osservare che una ruota che resista nel tempo alle sollecitazioni e all’usura non è né facile né semplice da realizzare: probabilmente, la prima ruota fu quella del tornio da vasaio, comparsa nella Mezzaluna Fertile e poi adattata all’utilizzo per muovere carri da trasporto.
Veniva realizzata con legno pieno il che era adatto per quella da vasaio ma non durava molto nel caso di carri da trasporto: era soggetta a rotture e a forte usura.
I problemi furono risolti solo dopo l’invenzione la ruota a raggi, dotata di boccola metallica per l’asse e di cerchio metallico.
Inoltre i costi di manutenzione delle strade, che per essere adatte all’uso di mezzi ruotati a trazione e/o spinta umana devono avere meno salite possibile, sono molto alti, soprattutto nel caso dei ponti.

In una società come quella dei popoli precolombiani dell’America latina, nella quale la manodopera servile e schiavistica era la norma, il trasporto “a schiena umana” era la soluzione più semplice e di gran lunga meno costosa. E a dimostrazione del fatto che l’inventiva di quelle popolazioni non era poi così limitata come si vuol far credere ci sono gli esempi dello sviluppo di elaborati telai in legno utilizzati dai portatori per trasportare grandi quantità di merci mantenendo abilmente il loro equilibrio, adottati ancor oggi laddove è necessario per mancanza di strade adeguate.

Secondo me non è tutto.
Tornando all’acuta osservazione di Hernández richiamata poco addietro, mi viene da esplicitarla come segue.
La forma del disco richiama quella di Sole e Luna, che furono figure sacre per molte culture.
Ma nel caso dei nativi americani, particolarmente dei mesoamericani e dei peruviani, è possibile che la sacralità di questi due oggetti celesti fosse tale da non permettere che la loro “figura” rotonda potesse essere adottata da un mezzo utilitaristico.

Edited by Usékar - 12/3/2024, 18:05
 
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CITAZIONE (dceg @ 12/3/2024, 17:21) 

Boh, ho provato con il tuo, non funziona, ho provato con il mio, nel mio post e funziona, ho incollato quello del mio post qui sotto e funziona, prova anche tu

https://thumbs.worthpoint.com/zoom/images1...afb54a167a8.jpg

poi riprova quello del mio post originale, che tanto per non saper né leggere né scrivere ho rinfrescato
 
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A me si ostina a negare l‘accesso; forse è una questione personale. ;)
 
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