Ostraka - Forum di archeologia

RICOSTRUIRE le Rovine

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*Gibo*
view post Posted on 6/7/2011, 08:11




CITAZIONE (cremuzio cordo @ 6/7/2011, 01:40) 
L'Arena di Verona viene utilizzata ancora, come anche il teatro Greco-Romano di Taormina.

Questi sono due esempi di come in alcuni casi non si possa solo parlare di conservazione e/o restauro (reversibile come diceva Trambuccone o comunque non invasivo), in quanto l'edificio non ha come unica funzione la musealizzazione, ma conserva anche una funzione più "attiva" e pertanto richiede la realizzazione di opere adeguate alla realizzazione di essa (impianti elettrici, strutture provvisorie per scenografie e palcoscenico, sistema di bagni, sistema di locali per il personale, ecc...), che sicuramente alterano lo stato originario in modo non irreversibile ma che comunque rendono l'edificio, come è ovvio che sia, più adatto alle esigenze odierne.
 
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IunoMoneta
view post Posted on 6/7/2011, 13:03




CITAZIONE (lama su @ 5/7/2011, 22:02) 
secondo me non siamo noi archeologi, ma e' la "societa' " che deve decidere (consciamente o piu' spesso inconsciamente) se aggiungere o meno un nuovo capitolo alla storia del monumento in questione (anche se tale capitolo significa la sua distruzione, o la sua ricostruzione). A noi, in quanto studiosi del passato, spetta leggerli i capitoli, non scriverli. Altrimenti non avrebbe neppure senso.

Quindi secondo me, non spetta a noi archeologi dire se una ricostruzione e' "giusta" o "sbagliata" perche' "storica" o "astorica".

A mio avviso proprio come archeologi abbiamo il dovere di prendere una posizione. Perchè non solo siamo archeologi ma anche cittadini. Facciamo parte della società che deve prendere una decisione e le nostre competenze devono servire a dare dei pareri motivati. Altrimenti non serviamo davvero a nulla....

CITAZIONE
si potrebbe controbattere che monumenti come il colosseo sono stati studiati cosi' a lungo, e cosi' a fondo, che di fatto non hanno piu' nulla da dirci, quindi non sono piu' "fonte di dati" per gli archeologi, e quindi potrebbero tranquillamente venire ricostruiti.

Non sono d'accordo. Il fatto che il Colosseo (come Villa Adriana, Pompei, l'Arena di Verona etc.) sia uno dei più conosciuti dal grande pubblico non vuole assolutamente dire che sia uno dei più studiati. Come avevo ricordato sopra, ci sono ancora molti aspetti che ignoriamo. A partire dalla decorazione.

CITAZIONE
Appunto non tanto perche' "ricostruire" cancella la storia, ma perche' "ricostruire" significerebbe rischiare di cancellare dei dati che potrebbero parlarci della storia.
E visto che i dati a nostra disposizione sono gia' cosi' pochi, e' un rischio che secondo me non possiamo permetterci di correre.

E' in parte quello che avevo in mente io quando ho scritto la frase che mi hai criticato ;) . In realtà ricostruire, ma anche conservare così per carità, congela il monumento in un momento della sua storia. Se il Colosseo, come altri monumenti antichi, è in un certo modo è perchè ha avuto un vissuto che nella sua interezza è importante (costruzione, uso, ristrutturazioni, disuso, spoglio, rifunzionalizzazione in chiave propagandistica etc.). La ricostruzione (di nuovo chiedo: riferita a quale momento della vita dell'edificio?) sceglie un momento e uno solo. Non mi racconta nulla di più di quell'attimo. Per formazione preferisco la diacronia e preferisco un edificio in parte crollato dal quale posso trarre informazioni su tutta la sua storia non solo su una parte di essa. Io mi occupo di archeologia romana ma di fronte a un monumento non posso limitarmi a quella fetta della sua storia che va dalla costruzione alla caduta dell'Impero (ammesso e non concesso che durante questo periodo il monumento non sia cambiato). Mi interessa anche quello che succede dopo, le vicende che hanno consentito o no a quei resti di arrivare a noi.

Per questa ragione mi sono sentita profondamente a disagio vedendo di persona i cosiddetti restauri cinesi che non si limitavano a integrare pitture, ma sostituivano parti vecchie dell'edificio con parti nuove, raschiavano pitture e le rifacevano ex-novo. E non in edifici ancora usati (il palazzo d'estate o la città proibita a Pechino non hanno altra funzione che quella di un museo, non sono edifici di rappresentanza per il governo o residenza di qualcuno...) ma in monumenti che non hanno altra funzione che quella di mostrarsi ai turisti. Per non parlare del tempio del cielo, sempre a Pechino, ricostruito interamente dopo che per lungo tempo ciò che ne restava era stato usato come magazzino...


Ah, dimenticavo... Anche in Cina non si ricostruisce proprio tutto... Nella città proibita ci sono alcuni grandi vasi di bronzo che in origine erano dorati. La doratura non è stata riapplicata perchè asportata dai britannici (se non erro) e, quindi, ci tengono a far vedere quali danni sono stati prodotti dagli stranieri... ti mostrano pure i segni delle sciabole usate per grattare via l'oro.

CITAZIONE (*Gibo* @ 6/7/2011, 09:11) 
CITAZIONE (cremuzio cordo @ 6/7/2011, 01:40) 
L'Arena di Verona viene utilizzata ancora, come anche il teatro Greco-Romano di Taormina.

Questi sono due esempi di come in alcuni casi non si possa solo parlare di conservazione e/o restauro (reversibile come diceva Trambuccone o comunque non invasivo), in quanto l'edificio non ha come unica funzione la musealizzazione, ma conserva anche una funzione più "attiva" e pertanto richiede la realizzazione di opere adeguate alla realizzazione di essa (impianti elettrici, strutture provvisorie per scenografie e palcoscenico, sistema di bagni, sistema di locali per il personale, ecc...), che sicuramente alterano lo stato originario in modo non irreversibile ma che comunque rendono l'edificio, come è ovvio che sia, più adatto alle esigenze odierne.

Veramente nell'Arena di Verona non possono essere effettuate modifiche del tipo di cui parli tu. Tutto deve essere rimuovibile e non deve danneggiare le strutture antiche. Il vincolo indiretto posto sull'area attorno, per altro, proibisce la presenza di depositi di materiali per evitare possibili danni da incendio (o di altro tipo).
Piuttosto sarebbe da chiedersi se questo tipo di uso di questi monumenti sia compatibile con la loro conservazione. Sull'Arena di Verona ci sono aspre polemiche in corso da anni fra Comune e Soprintendenza perchè è accertato, ad esempio, che le onde sonore (oltre una certa soglia) danneggiano la struttura, come pure le vibrazioni prodotte dal pubblico.
 
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Trambuccone
view post Posted on 6/7/2011, 14:18




@ Iuno Moneta

Se vuoi farti venire un bel travaso di bile , fai una ricerchina sull'anfiteatro romano di Cagliari...... <_< :cry: :wacko: :sick:

T.
 
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*Gibo*
view post Posted on 6/7/2011, 15:43




CITAZIONE (IunoMoneta @ 6/7/2011, 14:03) 
Veramente nell'Arena di Verona non possono essere effettuate modifiche del tipo di cui parli tu. Tutto deve essere rimuovibile e non deve danneggiare le strutture antiche. Il vincolo indiretto posto sull'area attorno, per altro, proibisce la presenza di depositi di materiali per evitare possibili danni da incendio (o di altro tipo).

Veramente sono piuttosto sicuro che l'arena presenti altoparlanti, sistema di illuminazione, w.c. e un palco assolutamente non romani, così come, in base alla rappresentazione in atto, un apparato scenografico smontabile che modifica la percezione architettonica dell'edificio ;) .
L'arena che visito io, dal mio punto di vista, non è l'arena vista dai romani, o nel medioevo o alla fine dell'ottecento, è un edificio con caratteristiche proprie riferibili solo allo stato attuale come evoluzione dall'origine a oggi.

Quando dico modifiche in "modo non irreversibile" nel post precedente faccio riferimento a quello che te definisci rimovibile ma con un "grado" minore, ovvero con la convinzione che nessuna introduzione fatta sia totalmente removibile.
Anche tu fai riferimento alle onde sonore e giustamente ti chiedi se è reversibile il fatto che ho utilizzato con finalità diverse un edificio: materialmente posso togliere i fili e tirar giù le casse, ma nell'intimo della struttura l'uso ha danneggiato o comunque segnato l'edificio. Quindi secondo la tua concezione ciò che ho fatto è removibile o no? Io dico di no.
Ma allora secondo la "teoria" della conservazione non avrei dovunto farlo e in questo caso avrei sottratto all'edificio una sua funzione attiva, relegandolo (forse con benefici a breve termine dal punto di vista della conservazione) alla condizione di "pezzo" da esposizione (con delle conseguenze alla lunga non da poco).

Purtroppo, o per fortuna, inoltre, l'idea di vincolo ad un bene nasce dall'idea sbagliata che un bene inanimato possa essere fermato come in una foto al momento in cui io decido di tutelarlo. In realtà, per la natura stessa dei materiali, come in tutte le cose, ci si dovrebbe rassegnare alla corruttibilità delle componenti dell'edificio che per forza di cose è destinata (salvo manomissioni sempre più pesanti) al crollo e al disfacimento. A questo punto si introduce quindi una scappatoia, ovvero quella di sostituire ciò che è inutilizzabili con equivalente prodotto però adesso, addirittura, dove possibile e sensato, inserendola in opera secondo le stesse metodologie dell'originale.
Questo è sicuramente un bene per la conservazione dell'edificio e io lo trovo giustissimo, ma al tempo stesso riconosco che ne ho snaturato l'essenza, più o come quando prelevo una statua dalla sua naturale collocazione e la infilo in un museo (operazione che, bada bene, ritengo non solo legittima, ma anche auspicabile per la conservazione).

La condizione di vincolo è tale da dover richiedere la progettazione in deroga al vincolo stesso di interventi anche di rilievo per salvare edifici in abbandono che potrebbero essere ancora fruibili e vivi come un organismo edilizio dovrebbe essere.
Quello che intendo dire è che la prassi attuale è solo uno dei possibili approcci al problema e il fatto di aderirvi è solo frutto di un retaggio culturale, in un certo senso, condizionato dai tempi e dagli esiti di un dibattito culturale che è assolutamente lontano dal sentire comune (che potrebbe essere spinto da ben altri desideri rispetto al patrimonio artistico come alcuni esempi citati in precedenza di ricostruzioni hanno testimoniato).
 
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view post Posted on 5/7/2016, 01:24

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Secondo me anche la ricostruzione è importante per aumentare la fruibilità del sito archeologico.

Si pensi a tutti gli affreschi perduti di pompei dei quali restano fotografie che possono conoscere solo gli addetti ai lavori. Non sarebbe meglio sulle pareti spoglie far vedere ai visitatori delle riproduzioni più fedeli possibili dei precedenti affreschi totalmente scomparsi, magari avvertendo con un piccolo simbolo non visivamente invasivo che quella che stanno osservando è una ricostruzione?

Sono d'accordo con l'idea che parte del fascino di un sito archeologico stia nel fatto che esso non appaia "rifatto a nuovo", ma qualora si riesca facilmente a capire quali sono le parti originali e quali le integrazioni perché no?

Quella scuola di pensiero del <va bene gli interventi conservativi, ma se un sito archeologico cade a pezzi ugualmente non deve assolutamente essere ricostruito perché sarebbe come tradire la Storia che ha voluto che quei monumenti cadessero> lascia il tempo che trova, ovvero lascia il tempo che dopo un paio di generazioni nessuno, apparte i pochi specialisti, possano avere accesso alla conoscenza di come fosse quel sito.

Per esempio io sarei assolutamente favorevole a ricostruire i monumenti distrutti dall'Isis a Palmira e Niniveh: un monumento evidentemente Ricostruito ti fa capire che quel monumento è stato abbattuto da qualcuno in modo più chiaro che uno spazio con un bel niente; e in più renderebbe ancora più vane le ignobili azioni di distruzione.
 
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view post Posted on 5/7/2016, 13:06
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Certo, oggi esistono tecniche che permettono ricostruzioni anhe senza intervenire materialmente. Nel Museo Cristiano del Duomo di Cividale vi è un'esempio: sull'altare di Ratchis vengono proiettate immagini colorate per cui lo spettatore vede la policromia originaria senza che l'altare venga manomesso. Questa potrebbe,in alcuni casi essere una soluzione. Io sono sempre molto scettico su intervanti che tocchino quanto ci è pervenuto.
https://player.vimeo.com/video/30427988
 
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view post Posted on 14/12/2020, 15:56

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Interessante quanto detto da tutti. Manca pero' una parte del quesito di apertura. Ricostruire solo una parte delle rovine (cosi' come si e' aggiunto un pezzo di arena nel colosseo) senza danneggiare le rovine stesse, o completare la parte mancante di un tempio lasciando chiaramente intoccate le colonne originali (penso che nel foro romano ci siano una dozzina di colonne in tutto, si potrebbe estendere anche con visibile distacco cromatico e di spazio una sezione del tempio la' dove non sia rimasto quasi nulla di intatto. Il valore e' dato dalle rovine, dal fatto stesso di essere 'rovine', e su questo siamo tutti d'accordo. Ma l'integrazione di completamento di qualche tempio, rimovibile in futuro, avrebbe una portanza per la citta' molto altisonante, o anche questo rischia di esser catalogato come disneyland?
 
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view post Posted on 14/12/2020, 17:01
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Disneyland! - L'integrazione ha senso solo dove necessaria ad assicurare la leggibilità, e con molta, molta parsimonia.
 
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view post Posted on 14/12/2020, 19:34
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Un bell'esempio di ricostruzione non invasiva di una rovina?
Segnalo il primo dei tre casi riportati in questo sito (la cosiddetta "Porta dei Pagani" di Carnutum): https://archaeology-travel.com/top-picks/i...econstructions/.
 
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view post Posted on 14/12/2020, 20:18
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Questa discussione mi era proprio sfuggita.
Da veronese conoscitore della sua città e dell'Arena, correggo o comunque chiarisco alcune cose scritte su questo monumento, nel corso della discussione.

L'attuale cavea dell'Arena di Verona non è quella originale romana, le gradinate risalgono ad un periodo che va dal 1568 a poco dopo il 1780.
Nel corso di questi restauri ricostruttivi, venne ripristinato il piano di calpestio al livello originale e vennero rinvenute numerose strutture originarie che erano state coperte da terra e macerie accumulatesi nel corso dei secoli.
Il palco citato da Gibo, come l'intero podio, vennero restaurati e in gran parte ricostruiti attorno al 1730, sulla base degli studi che il marchese Scipione Maffei condusse sui resti originali e sulla documentazione al tempo esistente.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 18:07
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Io sono stato in Oriente e lì hanno un atteggiamento diverso. Loro ricostruiscono continuamente per preservare il senso originale dell'edificio orginale principale. La nostra conoscenza del passato (turisti a parte) passa per la comprensione di quella cultura che si espressa con quelle forme architettoniche. Per anastilosi o con materiali simili ma facilmente identificabili come aggiunte moderne rifarei pavimenti nuovi accanto a quelli antichi, tirerei su colonne e architravi e permetterei di definere lo spazio senza per questo ricostruire tutto. Mi sta bene l'estatica della rovina, ma vorrei poter camminare nello spazio che fu progettato in origine. Amplierebbe di molto la nostra conoscenza del passato fornendoci l'emozione di un'esperienza viva e contemporanea senza creare falsi.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 19:49
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Ricostruire continuamente è ben altra cosa che ricostruire quel che è andato distrutto nel corso del tempo. Si tratta di edifici che mantengono il loro uso, in questo senso è esemplare il Pantheon di Roma, che, passato da tempio a chiesa è rimasto in uso più o meno inalterato nel tempo.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 22:12
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vero, è altra cosa. Ma in oriente ricostruiscono anche quello che è andato perduto. per esempio a Angkor Wat sono state realizzate delle repliche per sostituire alcune sculture perse o gravemente danneggiate. Lo stesso si potrebbe fare in molte occasioni nelle nostre antichità. Il falso è tale se si cerca di far passare per vero, ma se si dichiara ed è chiaro che serve a comprendere il disegno originale non è un falso.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 22:19
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Se leggi sin dall'inizio gli interventi di questa discussione trovi già molte risposte.

Ci sono inoltre molte possibilità, oggi anche virtuali, di far comprendere come fosse l'originale (e resta comunque sempre aperto il quesito del quando si stabilisca che il monumento era "originale") senza ricostruire in loco.

Personalmente sono estremamente critico nei confronti delle ricostruzioni a scopi turistici. Restauro e ricostruzione sono due cose diverse.
 
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view post Posted on 7/2/2024, 23:57
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per originale si fa in genere riferimento al progetto originale e alle sue modifiche intercorse nell'epoca in cui il monumento è stato costruito, ovvero si fa riferimento alla cultura che l'ha prodotto originariamente. Ad esempio come ti comporti rispetto ad una bella chiesa romanica o gotica su cui poi sono stati fatti interventi anche pesanti durante il barocco, stravolgendo l'impinato originario. E' legittimo rimuovere l'intervento ? Si fanno delle scelte e si preferisce un'epoca ad un altra e anche questo è il segno del tempo - del nostro tempo. Altrimenti si svalorizza il pensiero contemporaneo a favore di una intangibilità di tutto quello che è avvenuto prima di noi. Non è così che una cultura è viva e vitale.
 
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