Rispondo con molta cautela, Bronzew, per i motivi contingenti e anche perché so benissimo che altri sono più esperti di me nel campo. In attesa che essi ti rispondano, però, mi azzardo a farlo io, sperando di non commettere errori troppo grossolani.
Inizio dagli elementi di base (pressappoco tutto ciò che conosco, al riguardo di questo argomento
). Tutto ciò che attiene al Fenotipo è stato usato in passato per valutare la differenza fra etnie differenti, proprio perché era l'unico elemento che si conoscesse, in base al quale riconoscere le differenze. Moltissimi pregiudizi ed errori (anche il razzismo) ne sono derivati ed alcuni sono un po' duri a morire.
Il Fenotipo è dato in prevalenza dall'aspetto esteriore di un organismo vivente. Il fenotipo rappresenta l'interfaccia tra l'organismo e l'ambiente esterno: pertanto è pesantemente influenzato da esso. Ambiente esterno significa clima, con tutto ciò che quello implica: temperatura, esposizione al sole, disponibilità di cibo e sua qualità, etc etc. Questi fattori sono importantissimi e spesso determinanti sulle dimensioni di un dato organismo vivente: naturalmente, è estremamente importante anche la biologia dell'organismo stesso (e cioé se esso sia una pianta o un animale e di quale tipo).
Per esempio, nel caso delle piante, non c'è verso che un carciofo cresca spontaneo in Norvegia, oppure che una Stevia sopravviva alle nostre latitudini senza particolari aiuti.
Per gli animali a sangue caldo - quali noi siamo - alcune leggi particolari sono ineludibili: e non mi riferisco solo alla nascita, la crescita e la morte.
Se è addirittura ovvio che un animale a sangue caldo non può sopravvivere al di sotto di determinate temperature, non a tutti è noto - ad esempio - che al di sopra di determinate temperature si rischia il colpo di calore. Questo avviene quando l'organismo non può più disperdere il calore corporeo. Questo semplice fatto, fa sì che - per gli animali a sangue caldo esista una regola generale (di Greenberg) per cui esiste un rapporto preciso tra pero e superficie corporea, che deve essere rispettato in ogni latitudine.
La dispersione del calore è importantissima ed è in rapporto diretto con la superficie cutanea. Brevemente, questo è il motivo per cui gli animali a sangue caldo tendono ad essere più grandi in condizioni di temperature rigide. Il bufalo russo (o nordamericano) ha probabilmente la medesima origine del bufalo africano, ma quest ultimo è molto più piccolo (ma altrettanto pericoloso e non addomesticabile!).
L'elefante africano potrebbe essere portato come eccezione, ma non è così: infatti egli dispone di enormi orecchie, che servono proprio allo scopo di diminuire la temperatura corporea.
Naturalmente, incidono anche numerosi altri fattori, tra cui riferisco per brevità unicamente della dieta e dello stato di salute (anche quello dipendente talvolta dall'ambiete).
Da questo fatto deriva una regola di bazzica che è diventata nota solo da alcuni anni, ma che è stata recepita ed accettata da tutti: la lunghezza delle ossa lunghe, i diametri craniocefalici e tutte le altre misure antropometriche (che tra l'altro erano una gran fatica per gli ultimi arrivati nell'Istituto!) non solo hanno perso l'importanza che un tempo gli veniva attribuita, ma anzi non possiedono significato.
Fu allora che, con le prime scoperte della Genetica, si cominciò a rivolgersi a qualche cosa di molto meno visibile ed apparente, ma molto più determinante, allo scopo di osservare le vere differenze.
prima furono i gruppi sanguigni, poi direttamente il DNA.
Ora, non si può dire che tu non abbia qualche ragione, quando parli di "un'improvvisa comparsa" in un luogo di individui con caratteristiche morfologiche differenti, specialmente se questa è davvero coeva con la comparsa di una facies culturale del tutto nuova. Purché tu sia davvero in grado (io non lo so davvero, non ho informazioni al riguardo) di dimostrare che questa comparsa sia vera e sia davvero improvvisa. Perché ci sono altre alternative, quali ad esempio la separazione di alcuni gruppi da altri e la diversa alimentazione. Oppure (e più probabilmente) l'inizio sensibile di un'epidemia o di una parassitosi. Il plasmodio della malaria non è sempre stato presente, in Sardegna, ad esempio. Esso è sicuramente un effetto del popolamento dell'isola.
L'iperostosi cranica di alcuni soggetti, in giro per tutto il Mediterraneo e solo in un preciso periodo, ha presentato un bel problema per tutti coloro che hanno cercato d'indagare il problema. Staremmo freschi se lo attribuissimo ad un gruppo etnico di nuovi arrivati.
Insomma: non si può essere troppo "rapidi" nel trarre conclusioni, a mio parere.
Ma se tu possiedi le informazioni precise a cui accennavi, la tua è una buona ipotesi.