Del presunto studio non posso dire nulla, dato che non viene fornito alcun dato in merito.
Meglio quindi non commentare la "scientificità" dell'articolo... i giornalisti britannici non sono migliori dei nostri, in questo aspetto.
Non ho nemmeno voglia di polemizzare, in questa sede, su quanto i sud-mediterranei stiano atavicamente antipatici alla stampa britannica in generale, e non solo alla stampa.
Piccola e banale osservazione: non ho esperienza di "vicinanza" con gruppi di britannici impegnati nella conversazione, però ce l'ho, abbondante, molto abbondante, nei confronti di gruppi di altra provenienza, in particolare di germanici.
Evidentemente né l'articolista né chi ha condotto l'eventuale studio sono mai stati nei pressi di uno di questi ultimi... la sonorità dei germanici impegnati in una conversazione, soprattutto se brillante e fonte di esplosioni di risa, in genere molto frequenti, è decisamente la più elevata tra quelle di gruppi di cui ho esperienza, l'elenco è abbastanza lungo: spagnoli, francesi, ungheresi, finlandesi, olandesi, belgi, svizzeri, svedesi, bielorussi, nordafricani, nordamericani, latino americani di diversissime provenienze (questi ultimi a mio parere sono i più tranquilli).
In particolare i più sonori, secondo me, sono i bavaresi, ovviamente il mio giudizio è basato sulle mie personali sensazioni uditive.
Vero è che in genere non parlano uno sopra l'altro, se non occasionalmente. E altrettanto vero, sempre secondo le mie esperienze, è che la velocità di espressione dei germanici è superiore a qualsiasi altra parlata da me ascoltata: sul Lago di Garda, che ospita numerose colonie stanziali e comitive turistiche estive di germanici, vengono chiamati "macchine da scrivere"...
Tutto questo non si basa, ovviamente, su attente e dotte analisi di carattere linguistico, quali sonorità delle vocali, lunghezza delle sillabe e quant'altro, bensì su esperienze di ascolto.
Ed è notorio che "la pratica val più della grammatica", tanto per citare una rima, uso che evidentemente all'articolista britannico non piace...
Per quanto riguarda l'uso dei telefoni cellulari/smartphone, beh, la mia esperienza è che tutti gli europei e anche i latino americani sono eguali. A Düsseldorf, mentre ero passeggero in un'auto in mezzo a un traffico infernale, ho visto numerosi automobilisti guidare con una sola mano, mentre l'altra, in genere la destra, reggeva il cellulare incollato all'orecchio.
Durante un concerto, questo è successo a Presov, in Slovacchia, il violinista è Lukáš Kmiť
https://gds.it/video/multimedia/2016/04/17...2-21ecf6b939b2/e infiniti sono già stati gli appelli degli artisti di tutto il mondo e in tutto il mondo, tesi a cercare di eviatre l'uso di cellulari, telecamere, fotocamere e relativi flash, durante i concerti e le recite teatrali. Pare che l'unico paese in cui il rispetto in questo senso venga osservato, addirittura in assenza di invito esplicito, sia il Giappone, ma sono voci di "corridoio", che girano sul web e sono difficilmente controllabili.
Inoltre, se un tale studio è stato veramente effettuato, deve aver preso in considerazione solo parlate europee, perché gli africani riuniti in gruppi che incontro per strada non solo parlano continuamente al cellulare, non solo parlano uno sopra l'altro, ma parlano con una sonorità incredibile, si possono udire a un centinaio di metri di distanza, anche mentre guidano la bicicletta.