CITAZIONE (*Gibo* @ 16/12/2011, 11:05)
CITAZIONE (Perseo87 @ 16/12/2011, 00:00)
Se in fondo al lago di Koprinka ci fossero - come giustamente hai messo in conto - solo resti di fondazioni, e qualche sporadico pezzo di alzato, sarebbe più difficile (e poco sensato) rimuovere questi ruderi, per trasferirli sulla terraferma
Secondo me il cuore del problema sta tutto qui. Ammettiamo per un momento che i resti effettivi siano totalmente trascurabili come quantità e qualità, allora il sito nasce esclusivamente con funzioni turistiche e lo scopo è realizzare un "involucro" che diventi di per sè attrazione turistica (e senza il quale nessuno si prenderebbe la briga di raggiungere il luogo in questione).
Il progetto di cui discutiamo, eccetto per dettagli estetici molto marginali che a me personalmente non piacciono, è veramente bello (un po' utopico magari) però vale da sè, non ha bisogno di un sito archeologico per esistere e, forse, non è quello di cui un sito archeologico ha bisogno.
Capisco. Abbiamo semplicemente idee differenti.
Non che io non comprenda le tue posizioni, sia ben chiaro: come ho detto, una certa punta di scetticismo ce l'ho anch'io (ma ce l'ho riguardo a un eventuale 'magna-magna' che potrebbe scatenarsi dietro le quinte di questo progetto). Mi pare, però, che il progetto in sé non sia niente male. E il motivo per cui non piace, secondo me, è da ricercarsi principalmente nel fatto che si tratta di un qualcosa di nuovo e di rivoluzionario, che rompe gli schemi del classico parco archeologico, a cui siamo abituati. Questa è una posizione che, purtroppo, mi pare, in generale, molto diffusa (non mi sto riferendo a te o ad altri utenti nello specifico, ma penso a ciò che spesso mi sono trovato a constatare, anche fuori da questo forum).
L'archeologia è una di quelle cose che, spesso, viene percepita come circondata da un'aura 'sacrale': i reperti sono come monili, i siti sono come santuari, e tutto ciò che non è 'archeologico' deve restare staccato da questo mondo, quasi come se avesse il potere di contaminarlo.
In fin dei conti, non mi sembra siano previsti impianti per grandi magazzini, boutiques e fast food: non è una sorta di grande polo commerciale, quello che dovrebbe nascere intorno al parco. Ci potrà essere, al massimo, quello che deciderà di portarci la sua signora, per una pittoresca cenetta con vista sulle rovine, ma nulla di più deprecabile (siamo alla stregua di un ristorantino romano con vista sul Colosseo). Indubbiamente, sarebbe prima di tutto il parco in sé (con questa sua forma innovativa, unica nel suo genere) ad attrarre un maggior numero di visitatori. Non capisco, però, dove starebbe il problema, se poi qualcuno andasse a visitarlo solo per vedere la struttura nel suo insieme, e non specificatamente per il parco. A cose normali, il parco attirererebbe 50 visitatori al giorno? Bene, con questa struttura potrebbe attirarne molti di più. E, in teoria, più visite = più entrate (che potrebbero essere sfruttate anche per il bene dell'area archeologica in sé).
Io parlo, ovviamente, 'in teoria'; poi, nella pratica, potrebbe succedere di tutto (ed è qui che condivido il vostro scetticismo...).
C'è, poi, anche il problema della ricerca: se uno volesse cercare di conoscere meglio questo importante sito, dovrebbe accontentarsi dei documenti di scavo del '48 (in quanto nessuno studio è più stato possibile, dopo quella data, e tutti i testi scritti in seguito, su Seuthopolis, non potranno che aver attinto principalmente alla stessa fonte). Un sito all'aria aperta sarebbe molto più facile da indagare, rispetto a uno che si trova in fondo a un lago. E mi chiedo se non ci sia altro da scoprire, altro da aggiungere agli atti del '48, visto che si trattava di uno scavo d'emergenza (effettuato, per di più, in un periodo in cui non era ancora stata data all'analisi stratigrafica tutta l'importanza che noi le attribuiamo oggi).