Ostraka - Forum di archeologia

Sfingi etrusche

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 12/1/2012, 21:13
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


Pensando alle diverse forme di sfinge di cui anche qui si è parlato, mi è venuto da chiedermi, e ancor più da chiedere a chi in merito ne sa più del poco che so io, quanto, al di là delle forme, esse abbiano davvero in comune e in quanto differiscano. Lama ha già accennato alla particolarità della sfinge egiziana, rappresentazione di un determinato faraone. A me si è posta anche la domanda di quanto la sfinge del mito di Edipo abbia o meno in comune con le altre sfingi, mi pare essere l'unica che possiede un carattere individuale e che assume un ruolo attivo nel mito. Pensando ad esempio a quelle assai spesso rappresentate su ceramiche corinzie ed etrusco-corinzie, mi paiono essere più elementi decorativi che non inseriti in una qualche narrazione; altre potrebbero avere una funzione, come pure si è accennato, di custodia delle tombe, altre essere simbolo regale. Certo alcune caratteristiche sono legate all'ambito geografico-culturale, altre forse meno. Che ne dite?
 
Top
view post Posted on 13/1/2012, 17:31
Avatar

- Γνῶθι σεαυτόν -

Group:
àrchon
Posts:
1,882
Location:
dalla terra degli illustri Tirreni

Status:


Chiedo scusa per l'attesa.
In linea di massima, ho trovato molto interessanti (e condivisibili) le vostre posizioni. Ci sono giusto alcuni punti su cui vorrei tentare di approfondire ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda l'ambito greco (che potrebbe essere utile per un confronto con il mondo etrusco).

CITAZIONE (lama su @ 12/1/2012, 17:20)
solo un dettaglio: vedo che molti di voi hanno accennato all'origine egizia delle sfingi.

Io non andrei così lontano, ma mi fermerei piuttosto al mondo fenicio/siro-palestinese, ed eventualmente guarderei verso l'assiria e la mesopotamia, piuttosto che verso l'egitto.

Ovviamente, a questo punto mi sembra che diventi chiaro che anche i greci, e soprattutto gli etruschi, potrebbero in realtà aver fatto con i modelli fenici ciò che i fenici hanno fatto con i modelli egizi, cioè prendere un costrutto iconografico "straniero" per rappresentare una realtà mitologica locale. Il problema, però, è capire quale realtà mitologica locale ci stia dietro, e quale ne era la forma originale...

Pienamente concorde con questa posizione.
Io non conosco, ovviamente, l'intero patrimonio iconografico del mondo greco; ma, per quel che ne so, in Grecia non dovrebbero essere noti casi di sfingi aptere. Ci sono alcuni casi in cui la sfinge - inteso come motivo decorativo - può essere maschile o femminile; dovrebbe essere nota, inoltre, una tradizione tipica cretese, che raffigura sfingi maschili dotate di elmo (una è raffigurata su un aryballos del museo di Iraklion, risalente indicativamente al VII secolo a.C.). Ma sfingi aptere non mi pare di averne mai viste.

La derivazione della sfinge greca (ed etrusca) da modelli siro-fenici, in generale, pare anche a me più plausibile. La presenza fenicia nei mercati della Grecia e dell'Etruria, infatti, fu molto forte (almeno, nei primi tempi), e l'arte egizia potrebbe esser giunta in queste terre già rielaborata - come ipotizzava Lama su - nella tipica iconografia del mostro alato, che con la zampa atterra un uomo (come accade in questo avorio frammentario: http://carlos.emory.edu/files/egypt_14_2.jpg). Volendo, non è neppure detto che tutte le sfingi etrusche siano di derivazione strettamente greca (ricordo infatti che, in zone come la Sardegna, per esempio, Etruschi e Fenici potevano entrare in contatto diretto fra loro, senza alcuna mediazione esterna).

La ripresa pedissequa di prodotti artigianali stranieri, in età orientalizzante, risulta ben chiara, peraltro, in esempi come questo: http://employees.oneonta.edu/farberas/arth..._amph_belly.jpg. Si tratta di una famosa anfora del Pittore di Polifemo, recuperata nella necropoli di Eleusi e databile verso la metà del VII secolo. Non so se riuscite a vedere chiaramente la Gorgone sulla sinistra, ma questo mostro (dal volto stranamente rotondo) non ha il capo coperto di serpenti, bensì di protomi leonine. Questo dato ha fatto ipotizzare agli studiosi che, nell'elaborazione delle sue Gorgoni, il ceramografo si sia ispirato ai calderoni urartei e siriani a lui coevi (di cui qui avete una ricostruzione grafica: http://people.umass.edu/~arth500/images/archaic/cauldron.jpg).
Non mi sorprenderebbe, dunque, pensare a un'elaborazione iconografica della sfinge (greca ed etrusca) a partire da forme siro-fenicie, piuttosto che propriamente egizie (anzi, secondo me è probabile che la sfinge egizia abbia ricevuto in seguito questo nome, quando i viaggiatori greci vi riconobbero un mostro simile a quello già presente nella loro arte).

CITAZIONE (dceg @ 12/1/2012, 21:13) 
A me si è posta anche la domanda di quanto la sfinge del mito di Edipo abbia o meno in comune con le altre sfingi, mi pare essere l'unica che possiede un carattere individuale e che assume un ruolo attivo nel mito. Pensando ad esempio a quelle assai spesso rappresentate su ceramiche corinzie ed etrusco-corinzie, mi paiono essere più elementi decorativi che non inseriti in una qualche narrazione; altre potrebbero avere una funzione, come pure si è accennato, di custodia delle tombe, altre essere simbolo regale. Certo alcune caratteristiche sono legate all'ambito geografico-culturale, altre forse meno. Che ne dite?

Infatti, anche secondo me bisognerebbe distinguere fra la Sfinge (intesa come personaggio mitico) e la sfinge (intesa come motivo decorativo). Sfinge, fra l'altro, è il nome proprio di questo mostro, presente nel mito tebano. La più antica menzione a Sfinge si ritrova in Esiodo, che lo indica con il nome di Phix - forse in connessione con il monte 'Ficio', su cui si riteneva che esso abitasse (l'incongruenza dei nomi è data dal fatto che Esiodo adotta la forma dialettale beotica).

In linea di princìpio, potremmo dire che la Sfinge sia tale solo quando è chiaramente identificabile con il mostro della leggenda tebana. Un nesso fra questa creatura mitologica e il più anonimo motivo decorativo della sfinge, in ogni caso, deve esserci comunque stato, almeno per quanto concerne l'impiego di questa figura in contesti cimiteriali e santuariali.
Ora, confesso di non conoscere molti esempi (in entrambi i sensi), ma almeno un paio, abbastanza famosi, posso riportarveli:

Per l'ambito funerario:
http://popartmachine.com/artwork/MMA-MMA_....twork-print.jpg.
Si tratta della cd. 'Stele degli Alcmeonidi', del 540-30 a.C. (che qui vedete ricostruita, ma i cui pezzi, in realtà, si trovano distribuiti fra i musei di Atene, Berlino e New York). E' detta 'degli Alcmeonidi' perché, secondo la ricostruzione epigrafica, potrebbe essere appartenuta a Megacle (un famoso esponente di questo antico e potente clan ateniese). Come vedete, sulla sommità del monumento è presente una sfinge, che, in questo caso, potrebbe avere una connessione con la sfera funeraria (analoga a quella delle sirene): secondo alcuni studiosi, infatti, anche l'etimologia del nome 'sfinge' (dal greco sphingein) potrebbe indicare l'idea del 'serrare' e dello 'stringere', insita nella posizione stessa del mostro, talvolta raffigurato nell'atto di immobilizzare a terra un giovane tebano (come nel caso di questo bronzetto romano, riproducente la Sfinge scolpita sul trono dello Zeus di Olimpia: www.mlahanas.de/Greeks/Arts/Olympia/sphinx1.jpg).

Per l'ambito sacrale:
www.isoladinaxos.it/Immagini/SfingeNassi.jpg.
Questa è la più nota Sfinge dei Nassi (570 a.C.), posta sulla cima di una colonna e dedicata dagli abitanti di Nasso, nel santuario di Apollo a Delfi. Anche in questo caso, la statua si trova collocata sulla sommità del monumento. La Sfinge non pare mostrare particolari legami diretti con Apollo, ma è pur vero che, ancora in età augustea, essa fu associata proprio a questa divinità (tutelare dell'imperatore).
Quale potrebbe essere il legame che univa la Sfinge e il dio di Delfi? Una risposta potrebbe venire da questo interessante saggio del filosofo Franco Rella: http://books.google.it/books?id=edWF8wiPZ2...0apollo&f=false. La Sfinge, infatti, anche astratta da un qualsiasi contesto mitologico, potrebbe comunque costituire un rimando ideale alla Pizia delfica, poiché entrambe si esprimevano davanti ai loro interlocutori per enigmi (e, quindi, erano ritenute depositarie di misteriosi oracoli e conoscenze arcane).

CITAZIONE (Usèkar @ 12/1/2012, 15:16)
Poi ho trovato questo articolo, datato 1987 e al tempo pubblicato sul n.15 di Abstracta, di Franco Cardini.
In esso, circa a metà subito dopo l'illustrazione del dipinto di Rubens, affronta il tema del legame tra chimera, sfinge e leone nemeo, parlando del fatto che la sfinge altro non sarebbe che l'antica dea-madre mediterranea, pelasgica, 'pre-indoeuropea' (un termine che oggi credo non più accettato ma comunque comprensibile nel contesto). Inoltre, chimera e sfinge condividono un elemento importante, il corpo di leone alato.
L'articolo si dilunga sui miti greci, non accenna a significati particolari presso gli Etruschi, però parla di un'area, il bacino del Mediterraneo, nella quale questi animali mitici avrebbero avuto 'da sempre' un significato legato alle stagioni.

Per quanto riguarda la collocazione nel dromos di una tomba, mi pare che non sia infrequente rinvenire immagini leonine, anche alate, nelle tombe etrusche.
A queste immagini viene normalmente attribuito il ruolo di guardiani, non so se dell'integrità della tomba o del defunto nell'aldilà.

Cosa ne sortisce intrecciando le tre ipotesi? Il Getty dice che la chimera era legata al ciclo di vita, morte e rinascita, Cardini dice che chimera e sfinge erano collegate in chiave astronomico-calendariale e rappresentavano due delle stagioni, il leone era guardiano dei morti... tutto legato al ciclo appunto vita-morte-rinascita? Magari dico una stupidaggine: e se si trattasse del riutilizzo della sfinge, in origine non destinata a questo, in funzione/sostituzione del 'leone alato guardiano'?

Su queste teorie così 'costruite' c'andrei cauto...
Quando leggo 'l'antica Dea-Madre mediterranea', il 'mito pelasgico' etc., subito comincio a tenere alta la guardia, perché su questi dati, purtroppo, si è molto ricamato, soprattutto negli ultimi due secoli (e, inizialmente, anche all'interno del mondo accademico), arrivando a ricostruire, per molti versi, un passato storico e religioso del nostro mondo che è ancora tutto da provare. Similmente, questa idea che mostri compositi (come la Sfinge e la Chimera) potessero avere connessioni con gli antichi calendari astrali - e che, per questo, fossero riconducibili ad allegorie dei cicli stagionali - è da prendere, secondo me, con tutte le precauzioni del caso.
 
Top
view post Posted on 13/1/2012, 19:20
Avatar

Member

Group:
àrchon
Posts:
277
Location:
Al confine tra Toscana e Umbria

Status:


Anche io mi scuso del ritardo della risposta!
Riprendendo i miei appunti leggo che la sfinge come motivo decorativo è mutuata dall'area fenicia, e in Grecia trova le sue prime raffigurazioni nel corinzio arcaico che corrisponde all'Orientalizzante etrusco, ed in particolare la rappresentazione della sfinge barbuta, il cui pittore omonimo diede inizio alla ceramica etrusco-corinzia. Una notazione è per esempio che questa tipologia di sfinge non è molto diffusa in Grecia, mentre in Etruria riscuote un grande successo.
Questa era di norma raffigurata come una testa maschile con barba e polos e poteva essere aptera, alata, con ala unica, gradiente o accovacciata.
Ad esempio, nella tomba del Pittore della Sfinge Barbuta, datata ultimo 30ennio del VII secolo e primo decennio del VI, è stata rinvenuta una sfinge femminile plastica che ha le caratteristiche della scultura ionica, quindi ultimo quarto dl VI sec, statuina aggiunta in seguito probabilmente.
Cercare di dare un'interpretazione al significato della sfinge in Etruria credo che sia molto difficile, poichè le sue raffigurazioni spaziano dagli oggetti di corredo come olpai, aryballos, alabastra, oinochoai, coppe, fibule oppure ancora sono raffigurate in modo plastico e collocate nei dromoi delle tombe. Se avessero avuto una frequenza in oggetti cultuali o di chiara destinazione la cosa sarebbe risultata molto meno ardua.
:hmm.gif:
 
Top
view post Posted on 17/1/2017, 16:02

Junior Member

Group:
Member
Posts:
25

Status:


Nel 2012 è uscito un volume dal titolo "Il bestiario fantastico di età orientalizzante nella penisola italiana", di cui, purtroppo, si trovano solamente pochi estratti su Google Books.

La quarta di copertina

CITAZIONE
L’Italia centrale tirrenica nel VII sec. a.C. è ormai da tempo pienamente inserita in un ricco circuito di scambi e commerci a livello mediterraneo. In questo complesso quadro di scambi e contatti, che hanno portato a una radicale trasformazione in ampi settori dell’Italia preromana, uno degli aspetti forse più evidenti e facilmente percepibili è l’evoluzione nelle produzioni artigianali etrusche e italiche di un interessante e variegato bestiario fantastico, che in buona parte affonda le sue radici in ambito lato sensu orientale e greco, ma la cui sopravvivenza nel corso del VII secolo a.C. e oltre, è in un certo senso garantita dalle differenti riletture locali, che spesso rielaborano liberamente i modelli allotri dando vita a figurazioni parzialmente o del tutto nuove.
Il volume Il bestiario fantastico di età orientalizzante nella Penisola Italiana, che inaugura i Quaderni della serie Aristonothos, Scritti per il Mediterraneo Antico, ha lo scopo di creare un dossier di partenza, con il fine di attirare attenzione sul fenomeno e suscitare un dibattito, coinvolgendo studiosi che da diversi punti di vista (archeologico, storico artistico, antropologico, ecc.) e a diversi gradi di approfondimento, hanno incontrato nella propria ricerca questo aspetto della cultura figurativa.

Con nostra grande fortuna, Ferdinando Sciacca, che è autore del capitolo intitolato "Le prime sfingi in Etruria: iconografie e contesti" ha messo a disposizione su accademia.edu l'intero capitolo scaricabile come pdf.

Sono desolato, ma non riesco ad inserire l'url.

Un altro capitolo che si riesce a trovare in rete come pdf è quello di Jacopo Tabolli intitolato "I cani e le testuggini de La Petrina: animali reali o fantastici da Narce?".

Il volume inquadra la presenza di sfingi nel mondo Etrusco in un più generale contesto di rapporti culturali e scambi commerciali che l'Italia centrale, non solo l'Etruria in senso stretto, ebbe con il mediterraneo orientale.
 
Top
view post Posted on 28/3/2019, 15:31

Junior Member

Group:
Member
Posts:
42

Status:


buongiorno a tutti,
sono nuovo e non sono né archeologo né storico, ma solo uno studioso volontario.

Vorrei farvi vedere un peso da telaio con la raffigurazione della sfinge, in entrambi i lati, rinvenuto dalla Soprintendenza a seguito di scavi nell'antica peucezia (precisamente in Santeramo - Bari).
Ho fatto ricerche ma non ho riscontrato notizie, solamente che la sfinge del peso da telaio ha una somiglianza con quella di Chiusi, come mi ha evidenziato un altro studioso.
Non riesco ad inserire l'immagine, potreste aiutarmi. grazie.
 
Top
view post Posted on 28/3/2019, 19:45
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


Le immagini si possono inserire solo dopo il terzo (o il quinto?) messaggio.
 
Top
view post Posted on 31/3/2019, 18:06

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
7,874

Status:


CITAZIONE (Lupatia @ 28/3/2019, 16:31) 
Vorrei farvi vedere un peso da telaio con la raffigurazione della sfinge, in entrambi i lati, rinvenuto dalla Soprintendenza a seguito di scavi nell'antica peucezia (precisamente in Santeramo - Bari).
Ho fatto ricerche ma non ho riscontrato notizie, solamente che la sfinge del peso da telaio ha una somiglianza con quella di Chiusi, come mi ha evidenziato un altro studioso.
. . .

Poche settimane fa (febbraio 2019) è apparso online su un blog riconducibile a quel territorio un articolo piuttosto esaustivo su quello che mi sembra il medesimo oggetto qui in discussione:
http://vitozullo.blogspot.com/
http://vitozullo.blogspot.com/2019/02/rela...o-di-scavo.html

Tra l'altro l'Archeologa che a suo tempo ne effettuò il ritrovamento e che forse potrebbe ancora essere interpellata a riguardo mi risulta fino a pochi mesi addietro fosse ancora in servizio nella sede SABAP-BA di Bari www.sed.beniculturali.it/index.php?it/206/puglia

Mi sembra ci sia ben poco da aggiungere, salvo dire che cercare confronto a Chiusi non mi sembra necessario e che forse parlarne qui a margine di una discussione di etruscologia potrebbe risultare persino fuorviante (i confronti nel mondo greco o italico o persino romano mi sembrano più che promettenti).
 
Web  Top
view post Posted on 19/4/2019, 18:03

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
7,874

Status:


. . . se però interessa un confronto nordadriatico, posso aggiungere -perchè casualmente mi è caduto l'occhio in questi giorni mentre facevo un giro essendo in anticipo sull'orario di un appuntamento dentro a quel Museo- che un frammento di fondo di una forma aperta in ceramica depurata con una piccola impronta ovale (per configurazione e dimensione a prima vista possibilmente riconducibile più o meno mediatamente al castone di un anello) contenente la figura di una sfinge è esposto al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, nella prima sala a piano terra delle nuove esposizioni dedicate all'abitato di Spina.
Mi verrebbe alquanto brigoso andare a controllare, ma immagino che se è esposto molto probabilmente sia anche già pubblicato.
 
Web  Top
view post Posted on 19/4/2019, 18:35
Avatar

Senior Member

Group:
oikistés
Posts:
19,439
Location:
Germania

Status:


Ho controllato nel catalogo della mostra su Spina tenutasi a Ferrara nel 1994, ma non l'ho trovato. (Ho però guardato solo le figure, non ho letto tutte le descrizioni dei reperti esposti e non illustrati).
 
Top
view post Posted on 21/4/2019, 09:50

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
7,874

Status:


Eh, no, credo che venga dall'abitato, non dalla necropoli.
Bisognerebbe forse guardarsi le varie pubblicazioni degli ultimi sei o sette anni dell'Università di Zurigo.

. . . per l'esattezza il reperto che ho notato è in questa sala:
www.archeoferrara.beniculturali.it/...g_pg63_ita.aspx ;
all'interno di questa vetrina:
http://musei.beniculturali.it/wp-content/u...to-di-Spina.jpg ,
ma -alle volte la sfortunaccia- non sembra mai inquadrato nelle moltissime foto, anche amatoriali, che ci sono sul web.
 
Web  Top
view post Posted on 23/4/2019, 09:34

Junior Member

Group:
Member
Posts:
42

Status:


CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 31/3/2019, 19:06) 
CITAZIONE (Lupatia @ 28/3/2019, 16:31) 
Vorrei farvi vedere un peso da telaio con la raffigurazione della sfinge, in entrambi i lati, rinvenuto dalla Soprintendenza a seguito di scavi nell'antica peucezia (precisamente in Santeramo - Bari).
Ho fatto ricerche ma non ho riscontrato notizie, solamente che la sfinge del peso da telaio ha una somiglianza con quella di Chiusi, come mi ha evidenziato un altro studioso.
. . .

Poche settimane fa (febbraio 2019) è apparso online su un blog riconducibile a quel territorio un articolo piuttosto esaustivo su quello che mi sembra il medesimo oggetto qui in discussione:
http://vitozullo.blogspot.com/
http://vitozullo.blogspot.com/2019/02/rela...o-di-scavo.html

Tra l'altro l'Archeologa che a suo tempo ne effettuò il ritrovamento e che forse potrebbe ancora essere interpellata a riguardo mi risulta fino a pochi mesi addietro fosse ancora in servizio nella sede SABAP-BA di Bari www.sed.beniculturali.it/index.php?it/206/puglia

Mi sembra ci sia ben poco da aggiungere, salvo dire che cercare confronto a Chiusi non mi sembra necessario e che forse parlarne qui a margine di una discussione di etruscologia potrebbe risultare persino fuorviante (i confronti nel mondo greco o italico o persino romano mi sembrano più che promettenti).


buongiorno,
leggo adesso.
intanto, sono io l'autore di quel blog.
L'archeologa che indichi e che conosco molto bene, non lo fece allora figuriamoci adesso. Lascia perdere!!! Meglio stendere un velo.
Per i confronti, come hai potuto leggere sul blog, fino ad oggi NON è stato trovato alcun peso da telaio con raffigurazione della sfinge, l'unica per assomiglianza è quella di Chiusi.
 
Top
view post Posted on 23/4/2019, 17:52

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
7,874

Status:


CITAZIONE (Lupatia @ 23/4/2019, 10:34) 
. . ., fino ad oggi NON è stato trovato alcun peso da telaio con raffigurazione della sfinge, l'unica per assomiglianza è quella di Chiusi.

Francamente temo proprio di non aver capito :unsure: .
 
Web  Top
view post Posted on 24/4/2019, 07:28

Junior Member

Group:
Member
Posts:
42

Status:


CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 23/4/2019, 18:52) 
CITAZIONE (Lupatia @ 23/4/2019, 10:34) 
. . ., fino ad oggi NON è stato trovato alcun peso da telaio con raffigurazione della sfinge, l'unica per assomiglianza è quella di Chiusi.

Francamente temo proprio di non aver capito :unsure: .

C'è poco da capire!!!
Se ti riferisci all'archeologa della Soprintendenza, ti ripeto, meglio stendere un velo pietoso, non conosci le vicissitudini e tantomeno le racconto qui (il manufatto fu rinvenuto nel 1980 in Santeramo, ovvero l'antica città peuceta di LUPATIA, esemplare ritenuto da loro "interessante" e, MAI approfondito, personalmente l'avrei fatto) Spero di essere stato chiaro!!! A proposito dell'antica Lupatia (da identificare con Santeramo) ti invito a leggere il volume della progedit "Sull'Antica Lupatia"(www.progedit.com/libro-717.html) di cui sono coautore.

Se invece ti riferisci al peso da telaio con sfinge, ebbene, ti ripeto che questo "magnifico esemplare, Non avevo nemmeno io mai visto una raffigurazione di questo genere su peso da telaio e certamente non è un semplice motivo iconografico" Certamente va approfondita la simbologia della sfinge e chi e perché ne fece uso. Il contesto è fondamentale per capire il suo significato (commento autorevole di Helga DIGIUSEPPE).
Detto ciò, motivo per cui mi trovo su questo forum è, cercare notizie affinché si possa contestualizzare l'oggetto.
Tieni presente che al momento ci sono due elementi che ci conducono ai rapporti culturali con l’area etrusca, già dalle prime fasi dell’età
del Ferro, sfociati con una probabile presenza di piccoli gruppi, attraverso il corridoio adriatico (al riguardo potrai approfondire leggendo il libro Sull'antica Lupatia)
a) l'assomiglianza con la sfinge di Chiusi
b) il reperto dell'abitato di Spina (indicato qui nel forum, che ieri ho chiesto alla Direttrice del Museo di Ferrara l'immagine per poterla confrontare).
 
Top
view post Posted on 24/4/2019, 08:01

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
7,874

Status:


Che confusione!
Insomma questo benedetto peso da telaio ha dei confronti oppure gli unici confronti sono sull'iconografia della sfinge?

Perché nel secondo caso io suggerirei caldamente di restare nell'ambito greco o italico e semmai romano.
L'esemplare iconocrafico chiusino come confronto in area pugliese per un peso da telaio -anzi no: come confronto per una probabile impronta di anello direttamente o indirettamente riportata su un peso da telaio- mi sembra decisamente una forzatura fuorviante.
A quel punto perché non andarsi piuttosto a riguardare le monete di Augusto o quelle più antiche della monetazione greca, per esempio di Chio?

Al massimo ho suggerito l'esemplare da Spina, il quale se anche non c'entrasse nulla, almeno avrebbe in comune il medesimo mare e se proprio proprio in quanto a propria volta riconducibile ad un anello obbligherebbe a ragionare meglio sulle modalità tecniche, sul senso ed in definitiva sul possibile orizzonte cronologico dell'imprimere un segno più o meno direttamente con un anello.

Magari anche fare un passo indietro riflettendo su quale fondamento abbia definire certi manufatti "pesi da telaio" probabilmente aiuterebbe.

Poi non era mia intenzione sollevare la questione, stavo veramente parlando d'altro, ma francamente non capisco l'astio nei confronti dell'ufficio preposto alla tutela: te l'hanno scavato, te l'hanno persino pubblicato, si può sempre ambire a qualcosa di più, ma caspita!
 
Web  Top
view post Posted on 24/4/2019, 08:36

Junior Member

Group:
Member
Posts:
42

Status:


CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 24/4/2019, 09:01) 
Che confusione!
Insomma questo benedetto peso da telaio ha dei confronti oppure gli unici confronti sono sull'iconografia della sfinge?

Perché nel secondo caso io suggerirei caldamente di restare nell'ambito greco o italico e semmai romano.
L'esemplare iconocrafico chiusino come confronto in area pugliese per un peso da telaio -anzi no: come confronto per una probabile impronta di anello direttamente o indirettamente riportata su un peso da telaio- mi sembra decisamente una forzatura fuorviante.
A quel punto perché non andarsi piuttosto a riguardare le monete di Augusto o quelle più antiche della monetazione greca, per esempio di Chio?

Al massimo ho suggerito l'esemplare da Spina, il quale se anche non c'entrasse nulla, almeno avrebbe in comune il medesimo mare e se proprio proprio in quanto a propria volta riconducibile ad un anello obbligherebbe a ragionare meglio sulle modalità tecniche, sul senso ed in definitiva sul possibile orizzonte cronologico dell'imprimere un segno più o meno direttamente con un anello.

Magari anche fare un passo indietro riflettendo su quale fondamento abbia definire certi manufatti "pesi da telaio" probabilmente aiuterebbe.

Poi non era mia intenzione sollevare la questione, stavo veramente parlando d'altro, ma francamente non capisco l'astio nei confronti dell'ufficio preposto alla tutela: te l'hanno scavato, te l'hanno persino pubblicato, si può sempre ambire a qualcosa di più, ma caspita!

Come vedi, è mistero!! NON ha confronti al momento (Non conosco un altro peso bollato con una sfinge, come dice il Prof Alastair Small) ma solo confronti iconografici, che come dice Helga DIGIUSEPPE, NON E' UN SEMPLICE MOTIVO ICONOGRAFICO!!!
Va approfondita la simbologia della sfinge e chi e perché ne fece uso. Il contesto è fondamentale per capire il suo significato.
L'ambito romano lo escludo a priori!!
Se vi può essere d'aiuto, per cercare di contestualizzare il peso da telaio con sfinge

L’unico scavo effettuato all’inizio degli anni ’80, dalla
Soprintendenza Archeologica di Taranto, ha individuato due
diversi insediamenti, uno risalente al IX-VIII secolo
a.C. e un altro invece valutato al IV secolo a.C.

A mio parere sarebbe stato molto utile approfondire il perché si faccia riferimento
a «persistenza di forme in impasto di tradizione proto-villanoviana» senza dare una
spiegazione del perché. Probabilmente per le motivazioni che il Colelli ben
evidenzia nella premessa del suo lavoro.

Ma il Colelli ci offre anche spunti di maggior precisione analizzando i reperti di
ceramica da impasto nello scavo della De Palo: ci dice che si tratta di “diversi
frammenti in impasto nero di ‘ciotole con orlo inflesso’; nel testo è segnalata la presenza
anche di esemplari con ‘costolature oblique’. La cronologia generale dei contesti di riferimento
è compresa fra il IX e l’VIII secolo a.C.” E parlando delle ciotole con orlo inflesso
precisa che “Questo genere, emblema della produzione fine, sembra essere caratteristico di
tutta l’Italia meridionale e centrale (Etruria, Osteria dell’Osa) ma è ben attestato anche
nelle regioni settentrionali fino al Veneto”.

C. Colelli (2012) “L’evoluzione delle popolazioni indigene dell’Italia meridionale e le dinamiche interne ad
esse, sono state in passato spesso trascurate a favore di una visione ellenocentrica, volta ad indagare le genti
italiche solo in funzione di una maggiore comprensione dell’elemento portatore di una cultura dominante e perciò
considerata superiore”. Tesi di dottorato presso l’Università di Groningen.
 
Top
47 replies since 10/1/2012, 16:02   4418 views
  Share