Chiedo scusa per l'attesa.
In linea di massima, ho trovato molto interessanti (e condivisibili) le vostre posizioni. Ci sono giusto alcuni punti su cui vorrei tentare di approfondire ulteriormente, soprattutto per quanto riguarda l'ambito greco (che potrebbe essere utile per un confronto con il mondo etrusco).
CITAZIONE (lama su @ 12/1/2012, 17:20)
solo un dettaglio: vedo che molti di voi hanno accennato all'origine egizia delle sfingi.
Io non andrei così lontano, ma mi fermerei piuttosto al mondo fenicio/siro-palestinese, ed eventualmente guarderei verso l'assiria e la mesopotamia, piuttosto che verso l'egitto.
Ovviamente, a questo punto mi sembra che diventi chiaro che anche i greci, e soprattutto gli etruschi, potrebbero in realtà aver fatto con i modelli fenici ciò che i fenici hanno fatto con i modelli egizi, cioè prendere un costrutto iconografico "straniero" per rappresentare una realtà mitologica locale. Il problema, però, è capire quale realtà mitologica locale ci stia dietro, e quale ne era la forma originale...
Pienamente concorde con questa posizione.
Io non conosco, ovviamente, l'intero patrimonio iconografico del mondo greco; ma, per quel che ne so, in Grecia non dovrebbero essere noti casi di sfingi aptere. Ci sono alcuni casi in cui la sfinge - inteso come motivo decorativo - può essere maschile o femminile; dovrebbe essere nota, inoltre, una tradizione tipica cretese, che raffigura sfingi maschili dotate di elmo (una è raffigurata su un aryballos del museo di Iraklion, risalente indicativamente al VII secolo a.C.). Ma sfingi aptere non mi pare di averne mai viste.
La derivazione della sfinge greca (ed etrusca) da modelli siro-fenici, in generale, pare anche a me più plausibile. La presenza fenicia nei mercati della Grecia e dell'Etruria, infatti, fu molto forte (almeno, nei primi tempi), e l'arte egizia potrebbe esser giunta in queste terre già rielaborata - come ipotizzava Lama su - nella tipica iconografia del mostro alato, che con la zampa atterra un uomo (come accade in questo avorio frammentario:
http://carlos.emory.edu/files/egypt_14_2.jpg). Volendo, non è neppure detto che tutte le sfingi etrusche siano di derivazione strettamente greca (ricordo infatti che, in zone come la Sardegna, per esempio, Etruschi e Fenici potevano entrare in contatto diretto fra loro, senza alcuna mediazione esterna).
La ripresa pedissequa di prodotti artigianali stranieri, in età orientalizzante, risulta ben chiara, peraltro, in esempi come questo:
http://employees.oneonta.edu/farberas/arth..._amph_belly.jpg. Si tratta di una famosa anfora del Pittore di Polifemo, recuperata nella necropoli di Eleusi e databile verso la metà del VII secolo. Non so se riuscite a vedere chiaramente la Gorgone sulla sinistra, ma questo mostro (dal volto stranamente rotondo) non ha il capo coperto di serpenti, bensì di protomi leonine. Questo dato ha fatto ipotizzare agli studiosi che, nell'elaborazione delle sue Gorgoni, il ceramografo si sia ispirato ai calderoni urartei e siriani a lui coevi (di cui qui avete una ricostruzione grafica:
http://people.umass.edu/~arth500/images/archaic/cauldron.jpg).
Non mi sorprenderebbe, dunque, pensare a un'elaborazione iconografica della sfinge (greca ed etrusca) a partire da forme siro-fenicie, piuttosto che propriamente egizie (anzi, secondo me è probabile che la sfinge egizia abbia ricevuto in seguito questo nome, quando i viaggiatori greci vi riconobbero un mostro simile a quello già presente nella loro arte).
CITAZIONE (dceg @ 12/1/2012, 21:13)
A me si è posta anche la domanda di quanto la sfinge del mito di Edipo abbia o meno in comune con le altre sfingi, mi pare essere l'unica che possiede un carattere individuale e che assume un ruolo attivo nel mito. Pensando ad esempio a quelle assai spesso rappresentate su ceramiche corinzie ed etrusco-corinzie, mi paiono essere più elementi decorativi che non inseriti in una qualche narrazione; altre potrebbero avere una funzione, come pure si è accennato, di custodia delle tombe, altre essere simbolo regale. Certo alcune caratteristiche sono legate all'ambito geografico-culturale, altre forse meno. Che ne dite?
Infatti, anche secondo me bisognerebbe distinguere fra la Sfinge (intesa come personaggio mitico) e la sfinge (intesa come motivo decorativo). Sfinge, fra l'altro, è il nome proprio di questo mostro, presente nel mito tebano. La più antica menzione a Sfinge si ritrova in Esiodo, che lo indica con il nome di
Phix - forse in connessione con il monte 'Ficio', su cui si riteneva che esso abitasse (l'incongruenza dei nomi è data dal fatto che Esiodo adotta la forma dialettale beotica).
In linea di princìpio, potremmo dire che la
Sfinge sia tale solo quando è chiaramente identificabile con il mostro della leggenda tebana. Un nesso fra questa creatura mitologica e il più anonimo motivo decorativo della sfinge, in ogni caso, deve esserci comunque stato, almeno per quanto concerne l'impiego di questa figura in contesti cimiteriali e santuariali.
Ora, confesso di non conoscere molti esempi (in entrambi i sensi), ma almeno un paio, abbastanza famosi, posso riportarveli:
Per l'ambito funerario:
http://popartmachine.com/artwork/MMA-MMA_....twork-print.jpg.
Si tratta della cd. 'Stele degli Alcmeonidi', del 540-30 a.C. (che qui vedete ricostruita, ma i cui pezzi, in realtà, si trovano distribuiti fra i musei di Atene, Berlino e New York). E' detta 'degli Alcmeonidi' perché, secondo la ricostruzione epigrafica, potrebbe essere appartenuta a Megacle (un famoso esponente di questo antico e potente clan ateniese). Come vedete, sulla sommità del monumento è presente una sfinge, che, in questo caso, potrebbe avere una connessione con la sfera funeraria (analoga a quella delle sirene): secondo alcuni studiosi, infatti, anche l'etimologia del nome 'sfinge' (dal greco
sphingein) potrebbe indicare l'idea del 'serrare' e dello 'stringere', insita nella posizione stessa del mostro, talvolta raffigurato nell'atto di immobilizzare a terra un giovane tebano (come nel caso di questo bronzetto romano, riproducente la Sfinge scolpita sul trono dello Zeus di Olimpia:
www.mlahanas.de/Greeks/Arts/Olympia/sphinx1.jpg).
Per l'ambito sacrale:
www.isoladinaxos.it/Immagini/SfingeNassi.jpg.
Questa è la più nota Sfinge dei Nassi (570 a.C.), posta sulla cima di una colonna e dedicata dagli abitanti di Nasso, nel santuario di Apollo a Delfi. Anche in questo caso, la statua si trova collocata sulla sommità del monumento. La Sfinge non pare mostrare particolari legami diretti con Apollo, ma è pur vero che, ancora in età augustea, essa fu associata proprio a questa divinità (tutelare dell'imperatore).
Quale potrebbe essere il legame che univa la Sfinge e il dio di Delfi? Una risposta potrebbe venire da questo interessante saggio del filosofo Franco Rella:
http://books.google.it/books?id=edWF8wiPZ2...0apollo&f=false. La Sfinge, infatti, anche astratta da un qualsiasi contesto mitologico, potrebbe comunque costituire un rimando ideale alla Pizia delfica, poiché entrambe si esprimevano davanti ai loro interlocutori per enigmi (e, quindi, erano ritenute depositarie di misteriosi oracoli e conoscenze arcane).
CITAZIONE (Usèkar @ 12/1/2012, 15:16)
Poi ho trovato questo articolo, datato 1987 e al tempo pubblicato sul n.15 di Abstracta, di Franco Cardini.
In esso, circa a metà subito dopo l'illustrazione del dipinto di Rubens, affronta il tema del legame tra chimera, sfinge e leone nemeo, parlando del fatto che la sfinge altro non sarebbe che l'antica dea-madre mediterranea, pelasgica, 'pre-indoeuropea' (un termine che oggi credo non più accettato ma comunque comprensibile nel contesto). Inoltre, chimera e sfinge condividono un elemento importante, il corpo di leone alato.
L'articolo si dilunga sui miti greci, non accenna a significati particolari presso gli Etruschi, però parla di un'area, il bacino del Mediterraneo, nella quale questi animali mitici avrebbero avuto 'da sempre' un significato legato alle stagioni.
Per quanto riguarda la collocazione nel dromos di una tomba, mi pare che non sia infrequente rinvenire immagini leonine, anche alate, nelle tombe etrusche.
A queste immagini viene normalmente attribuito il ruolo di guardiani, non so se dell'integrità della tomba o del defunto nell'aldilà.
Cosa ne sortisce intrecciando le tre ipotesi? Il Getty dice che la chimera era legata al ciclo di vita, morte e rinascita, Cardini dice che chimera e sfinge erano collegate in chiave astronomico-calendariale e rappresentavano due delle stagioni, il leone era guardiano dei morti... tutto legato al ciclo appunto vita-morte-rinascita? Magari dico una stupidaggine: e se si trattasse del riutilizzo della sfinge, in origine non destinata a questo, in funzione/sostituzione del 'leone alato guardiano'?
Su queste teorie così 'costruite' c'andrei cauto...
Quando leggo 'l'antica Dea-Madre mediterranea', il 'mito pelasgico' etc., subito comincio a tenere alta la guardia, perché su questi dati, purtroppo, si è molto ricamato, soprattutto negli ultimi due secoli (e, inizialmente, anche all'interno del mondo accademico), arrivando a ricostruire, per molti versi, un passato storico e religioso del nostro mondo che è ancora tutto da provare. Similmente, questa idea che mostri compositi (come la Sfinge e la Chimera) potessero avere connessioni con gli antichi calendari astrali - e che, per questo, fossero riconducibili ad allegorie dei cicli stagionali - è da prendere, secondo me, con tutte le precauzioni del caso.