Non mi pare che Artioli e il suo gruppo di lavoro siano così propensi a considerare le Alpi come un netto confine pressoché invalicabile/invalicato dagli scambi commerciali durante l'Eneolitico.
Copio e incollo dalle pp. 56-57 di questo lavoro, pubblicato nel 2014, nel quale hanno espresso un parere ben diverso
https://www.researchgate.net/publication/2..._Recent_results<<this is the case of the Chiusa di Pesio object (CP161) discussed before (see also Fig 6) and of some of the objects found in the very important Eneolithic hoard from Col del Buson, Valle del Piave, near Agordo (Bianchin Citton 2006, Angelini et al 2011). Figure 6 shows that at least two of the objects in the hoard (axes) were clearly manufactured with ores from the Valsugana sensu lato mines, although the metallography and chemical characterisation show that the smelted ore was mainly oxidic (Angelini et al 2011), possibly the supergenic minerals of the Calceranica-Vetriolo deposits that were exploited in the early stages of local mining. The data also indicate that two other objects from the same hoard (an awl and an axe fragment) are probably derived from distinct copper sources from the same Trentino area (Fig 6), whereas a fragment of a metal bead is not compatible with the known copper sources from the Eastern Southern Alps, suggesting derivation from far sources, possibly even from the Balkans. Despite the geographical proximity of the Col del Buson site to the Agordo area, the local metal was not used.
The presence of isotopically different copper in objects found in the same site testifies the movement of the metal through the Alps already in the Copper Age, and the very early exploitation of the resources of the Eastern Alps.>>
È vero che il loro lavoro del 2017, pubblicato su Plosone, quasi alla conclusione recita
<<there is an evident and surprisingly clear pattern of provenance and diffusion of copper metal of the objects. Virtually all of the objects found south of the Alps (northern and central Italy) were made of Tuscan or southern Alpine copper [22, 31, 39, 54–55], whereas all of the objects found north (Tyrol) [41] and east (Serbia) [42–56] of the Alps were produced from Balkanic copper, mainly from Serbia and Bulgaria.
...
The observed patterns indicate that the Alps in the early Copper Age were
more a barrier than a link, at least as far as the metal trades are concerned>>
ma scrivere che "nella prima Età del Rame
le Alpi rappresentavano più una barriera che un collegamento" non mi sembra "dipingere le Alpi come una netta barriera che separa due distinti circuiti del metallo", vista anche che la successiva conclusione del lavoro del gruppo padovano
<<these results may indeed induce a revision of the long held assumptions about the early diffusion of Balkanic copper into Italy:
the Iceman axe blade is indeed shining of a new light.>>
Le conclusioni del gruppo svizzero sono successive, sia pur di poco, a quelle del gruppo padovano, per cui è possibile che Artioli non ne fosse a conoscenza e/o non possedesse i dati in oggetto e la posizione di Eda Gross, alla luce di un solo oggetto studiato dal punto di vista della composizione del materiale, mi sembra inutilmente polemica.
Quello che è certo è che le forme delle lame d'ascia sono più o meno le stesse in giro per l'Europa e questo sembra testimoniare una specie di unità "culturale" nell'apprezzare quella determinata forma.
Chi, dove e quando abbia "inventato" quella forma è e sarà molto difficile stabilirlo, anche alla luce del fatto che le asce in rame dell'Eneolitico sicuramente datate sono pochissime, come si legge nello stesso articolo del gruppo svizzero.
Tuttavia, guardando l'ascia dell'Uomo del Similaun e di Zug-Riedmatt, mi sembra che la loro forma, senza le alette sui fianchi del tallone che forse sono una evoluzione posteriore, sia molto simile a quella dei celt in pietra verde levigata tipici del Neolitico, che compaiono attorno al 5000 a.C. sia in Europa che nell'Estremo Oriente, oltre che nella Mesoamerica e nelle isole del Pacifico meridionale (ma in queste ultime aree compaiono attorno al 2000 a.C.)
Per quanto riguarda la domanda finale
CITAZIONE
Perché nelle Alpi circolavano asce fatte con rame proveniente dall'Italia centrale?
essa va di pari passo con questa:
perché l'ambra del Baltico circolava in giro per l'intera Italia?
e con queste altre, relative al Neolitico:
- perché in tutta Europa circolavano asce fatte con la giadeite del Monviso, più raramente del monte Beigua? Circa 1800 esemplari sono stati rinvenuti in Spagna, in Bretagna, in alcuni laghi della Svizzera, nei territori del Regno Unito, in Bulgaria...
- perché la selce dei Monti Lessini circolava nell'Europa centro-settentrionale? Vedi arciere di Amesbury, laghi svizzeri ancora una volta...
Per quanto riguarda ambra e giadeite, secondo me la risposta va cercata nella bellezza del materiale e nella sua rarità e difficoltà di lavorazione, soprattutto per quanto riguarda la giadeite.
In generale, gli oggetti realizzati con tali materiali entravano a far parte della categoria che Annette Weiner ha definito "i beni inalienabili", vedi
https://ostraka.forumfree.it/?t=53431164.
Inoltre, c'è una similitudine nella destinazione finale di molti degli oggetti realizzati con i materiali che ho elencato, nel senso che molti sono finiti in ambienti sacri, dalle tombe ai siti in cui depositare offerte:
- l'ascia di Zug-Riedmatt venne deposta nell'acqua, si pensa durante un qualche rito di consacrazione/offerta, una praticamante uguale è stata recentemente rinvenuta nel letto dell'Adige, nei pressi di Verona (purtroppo, quest'ultima è stata rinvenuta fuori dal suo contesto, probabilmene trascinata dalla corrente)
- le asce in giadeite del Monviso rinvenute in Bretagna erano deposte in prossimità o dentro sorgenti d'acqua dolce
- le punte di selce dell'arciere furono sepolte con lui e in Svizzera vennero deposte nell'acqua di alcuni laghi...
Tra l'altro, per quanto riguarda la giadeite, le lame d'ascia/accetta rinvenute in giro per l'Europa condividono la loro sorte con quelle rinvenute nella Mesoamerica, area nella quale è fortemente attestato il loro legame con l'acqua dolce, mentre tra i Māori è attestato un legame con l'acqua dell'oceano e con la pesca.