Ostraka - Forum di archeologia

Baccalà con patate

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view post Posted on 28/8/2016, 19:34
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Una ricetta del ponente ligure, stucafisciu a brandacuiùn.
Si mette a dissalare un kg. di stoccafisso per almeno un paio di giorni, cambiando l'acqua frequentemente. Si taglia a pezzi, si mette a bollire e dopo dieci minuti si aggiungono 3/4 patate. Si fa bollire il tutto per ancora 20 minuti, poi si puliscono i pezzi di stoccafisso eliminando eventuali spine. Si mettono i pezzi, le patate, un paio di spicchi d’aglio tritati, pinoli, olio extravergine d’oliva, prezzemolo, sale, succo di limone, dentro una casseruola dal bordo basso, si chiude con il coperchio (meglio legarlo per evitare fuoriuscite) e si scuote con movimento circolare (in dialetto brandà, da cui deriva il nome), amalgamando il tutto.
Come in tutte le ricette, ci sono varianti. C’è chi cuoce lo stoccafisso intero, chi fa bollire le patate a parte, chi mette poco aglio. Al posto della scuotitura, piuttosto faticosa, molti amalgamano gli ingredienti girando con un cucchiaio per 15/20 minuti.
 
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view post Posted on 29/8/2016, 07:15
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Come tecnica, quella della scuotitura finale, somiglia un po' al baccalà al pil-pil tipico della cucina basca.
Però il resto, ingredienti e resa, è molto differente.

Una osservazione.
Stoccafisso e baccalà sono due cose diverse.

Stoccafisso è il merluzzo essiccato, tipicamente norvegese, specializzati nella tecnica di essiccazione erano e sono gli abitanti delle isole Lofoten. In effetti, prima della scoperta dei grandi banchi di merluzzo di Terranova, lo stoccafisso era prodotto solo con il merluzzo artico norvegese. Il nome probabilmente deriva appunto dal norvegese stokkfisk cioè "pesce bastone" (mi sembra meno probabile la derivazione dall'inglese stockfish, cioè "pesce da immagazzinare").
Sulle isole dell'arcipelago norvegese soffia un vento costante e molto secco, ideale per essiccare il pesce, che viene eviscerato e posto su appositi stenditoi, esposti al vento.

Baccalà è il merluzzo conservato sotto sale, nei barili, tecnica tipica dei pescatori portoghesi, che appunto lo chiamano bacalao. Il termine pare derivi dal fatto che i portoghesi, per trarre in inganno i pescatori d'altre nazioni, nel XVI sec. inventarono il mito dell'esistenza di un'isola chiamata con quel nome (ci sono varie trascrizioni, Bacallao, Bacalhaus, Bacalhau, Bacalier...), attorno alla quale c'erano grandi banchi di merluzzo.
Forse, si riferivano a Terranova, ma nelle loro mappe posizionavano l'isola in modo errato, con tutta probabilità volutamente.

Nel Veneto e a Napoli il baccalà, cioè il merluzzo salato, non viene/veniva utilizzato e lo stoccafisso veniva e viene chiamato baccalà.

OT
Sono andato a controllare l'esistenza di una ricetta con quel nome, mi era sorto il dubbio che tu ci prendessi un po' in giro, con quel termine "brandacujùn".
Se brandà significa scuotere, cujùn suggerisce qualcosa di molto maschile, la mia prima impressione è che fosse un termine analogo al veneto "ciapacojoni"... "ciapa" significa "acchiappa", per il resto credo non ci sia bisogno di traduzioni :P
La ricetta con quel nome esiste veramente.. :lol:
 
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view post Posted on 29/8/2016, 17:30
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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view post Posted on 29/8/2016, 17:55
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Notifica OT: mia cognata ha una casetta da vacanze in quei pressi e alcuni olivi taggiaschi che danno, nelle annate buone, un olio delizioso, nonché alcuni limoni e fichi d'India. Profumi e sapori meravigliosi in un paesaggio bellissimo.
 
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