§Karl§ |
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| Di solito è considerata parte integrante del lavoro della tesi proprio anche l'acquisizione e metabolizzazione di quella letteratura di base che, in genere, nei corsi regolari non viene trattata. Cioè voglio dire, se anche ha fatto uno o due esami di preistoria, non credo bastino ad esaurire quel minimo di letteratura di base comunque indispensabile per affrontare l'argomento (almeno in teoria. Talvolta la letteratura di base su questo o su quell'argomento - un periodo, una cultura, la ceramica, l'usura litica, l'etnoarcheologia, ecc. - la si mette in bibliografia più come memento e tributo perché è da lì che tutto è cominciato, ma poi di fatto così utile non è...). Questo o qualsiasi altro attinente la preistoria, o anche no. Poi non so, tutto dipende... Dipende appunto, come accennavi, ad esempio da quanto è indagata/pubblicata l'area geografico-culturale (e cronologica) in questione. Magari c'è poca roba. Oppure al contrario, magari c'è così tanta roba che nel programma dei normali esami nemmeno si sfiora, ché potrebbe costituire l'argomento di un corso e di uno o più esami a sè. Dipende anche se si tratta di una tesi triennale oppure no. Nel primo caso per quel che ne so è in genere richiesto un minore approfondimento - ma ci sono sempre eccezioni.
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