CITAZIONE (146taranto.grazzanise.rimini. @ 18/1/2015, 03:33)
...è egnatia liberta chila, moglie, perquanto strano note 2 sole iscrizioni con questo cognome "greco", ancor oggi esistente, che il Bianchi appena ebbe nelle mani la stele (1750 circa) interpretò come essere legato a un particolarare anatomico della defunta , le labbra, dal greco, ma che sembra tanto un diminutivo od un vezzeggiativo di lucilla che un lapicida che parlava chissà quale lingia ha reso con ch, ma non sono un esperto
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Di nuovo mi sforzerei di ricondurre il ragionamento a come dovrebbe fare un Archeologo: non partiamo dalle opinioni di altri studiosi (recenti, vecchi o vecchissimi), ma partiamo dall'oggettività e sforziamoci di ricavare noi stessi dati certi dal manufatto sulla base di un esame esperto al meglio di quanto noi siamo in grado (perché chiunque di noi se siamo arrivati qua delle competenze ce le ha, ma si stratta di usarle con metodo). Poi eventualmente confronteremo i nostri risultati con quelli altrui.
- Chila come nome di schiava (e poi quindi cognome di liberta) siamo noi stessi in grado di verificare (e l'abbiamo fatto) che non è un problema: non c'è bisogno che sull'individuo specifico ci si debbano ritrovare motivazioni derivate da caratteristiche fisiche personali.
Le attestazioni di questo nome non sono moltissime ma sono pur sempre ben più di un paio.
- Defunte in questo frammento di iscrizione non ce n'è (almeno fino a quel momento, che poi questa donna sia morta prima o poi mi sembra irrilevante farlo notare).
- A Lucilla non capisco come fare ad arrivarci: sulla pietra persino tralasciando i pur utili puntini c'è un chiarissimo CLCHILA e dal momento che la C iniziale è presentata in una forma grafica molto speciale (che ammette di essere seguita solamente o dalla parola più o meno abbreviata Libertus/a oppure dalla parole Legionis, Cohortis e simili) mi pare fuori di discussione che noi si sia in presenza di altro che di una G(aiae) L(iberta) ovverosia (mulieris) L(iberta).
La L va per forza per l(iberta) e pertanto quello specifico segno grafico sulla pietra non è disponibile come parte iniziale della parola successiva.
A quel punto ci rimane solo un CHILA che è tale e quale un antroponimo femminile usato in ambito servile e libertino. Circostanza che come detto noi abbiamo controllato.
Ora nessuno di noi può giurarci su come veramente si chiamasse la donna in questione, o peggio ancora quale percezione ella avesse del proprio stesso nome, per via del proprio livello culturale e magari per qualche motivo etnico o quantomeno di differenziazione linguistica regionale, ma tutti noi che abbiamo seguito il ragionamento comune su questo Forum dobbiamo star certi su come chiunque in età romana avesse saputo leggere
litteras lapidarias avrebbe inteso quella scritta: e cioè Egnatia (o al massimo Gnatia) Chila, liberta della signora (Egnatia) nonché moglie del prefato.
Vogliamo dire serenamente che non ci sono sulla pietra ulteriori possibilità?
Almeno fino a qui, perché la discussione più importante potrebbe essere su quello che è legittimo ricostruire delle parti epigrafiche mancanti e più di tutto sulla tipologia del monumento.