Ostraka - Forum di archeologia

Interpretazione iscrizione latina

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view post Posted on 11/11/2017, 19:27
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Giusto, meglio evitare.
 
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view post Posted on 11/11/2017, 20:12

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Tornando all'epigrafe, l'idea sulla quale proporrei di lavorare è che un committente avesse richiesto una iscrizione per la sepoltura di un parente (suggerirei un fratello meglio che un figlio) ma con la sottolineatura che il sepolcro era e rimaneva del ramo familiare di chi l'aveva realizzto.
L'idea è che il lapicida avesse degli appunti sommari -ma scritti- e che per propria inesperienza o per qualche particolare causa di incomprensione fosse inciampato in più di una criticità: sicuramente duplicò per errore il "sibi", secondo me non aveva chiaro cosa fare con quel segno a forma di presunta Q, alla fine si trovò forse a dover infilare all'inizio dell'ultima riga (e fuori impaginazione) un "fecit" abbreviato o qualche sigla con analogo significato.

Proporrei che la frase indicata dal committente potesse essere pressappoco questa:
C.Minucius Saturninus frater hic sepultus est M.Minucius Catullianus fecit sibi et suis mortuis et posteris.
Che probabilmente il lapicida o il maestro di bottega o qualcuno aveva cominciato ad impaginare in un primo appunto sommario circa così:

C.Minucius Sa
turninus frater
hic sepultus est
M.Minucius
Catullianus
fecit
sibi et suis mortuis et posteris

e poi magari (eventualmente nel passaggio della bozza ad altra persona) riscritto e riorganizzanizzato così:

DMS
C.Minucius Sa
turninus frater
M.Minucius
Catullianus
sibi suis ??? posteris
hic sepultus est

con un fecit un po' perso per strada (e alla fine forse in qualche forma o formula reintrodotto fuori impaginazione all'inizio dell'ultima riga) e con una sostanziale incomprensione su cosa esattamente scrivere alla penultima riga.
E soprattutto con un sibi che finisce per essere scritto una volta di troppo.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 09:36
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Ratapena, non so se la discussione dalla quale hai ricavato la foto che ti ha incuriosito sia questa
http://forums.futura-sciences.com/archeolo...le-romaine.html
Se è così, purtroppo, come tu stesso hai constatato, la foto originale non è più disponibile.

Tuttavia, vale la pena di leggere la discussione, perché si ricava che sami67, la persona che ha iniziato la discussione, appartiene ad una famiglia di origine algerina e i suoi zii sono proprietari dell'abitazione nella quale si trova l'epigrafe.
Da quanto sami67 scrive, dopo la "scoperta" a fine '800 la pietra deve essere stata reinterrata, addirittura a 2mt di profondità, forse per impedirne il deterioramento o forse a causa dell'accumulo di detriti naturali, e se ne era persa memoria, tanto che sami67 crede sia un oggetto sconosciuto agli archeologi.

Nel suo ultimo intervento sami67 fornisce alcuni dati in proposito, che trascrivo.

<<dal penultimo intervento nella discussione http://forums.futura-sciences.com/archeolo...le-romaine.html iniziata da sami67 il 29.07.2011

Contexte de la découverte: C'est un village proche de la ville de Guelma (Calama à l'époque romaine) où se trouvent de nombreux vestiges romains dont un théâtre en excellent état!

Description de l’objet: Je ne l'ai pas mesuré mais c'est à peu près du 1x1x0,5m découvert lorsque mes oncles ont creusé pour agrandir la maison donc à peu près 2m de profondeur.

D'ajouter qu'il n'y a pas de Service Régional de l’Archéologie ici n'y même de service national pour tous vous dire les théâtres romaines servent à accueillir les festivals de musique et donc sont dégradé de plus en plus.>>

Riporto anche quanto sami67 è riuscito a leggere

<< TVR "***Dégradation***" MINVCIVS
**Dégradation** NINVS
M MINVCIVS
CAIVIII NVS SIBI
SIBI SVIS O POSIERI
IIC HSE >>

Se le foto pubblicate da sami67 sono le stesse che Ratapena ha salvato e pubblicato nel suo secondo intervento, non capisco cosa intenda con l'iniziale TVR (a meno che non sia quella strana M fatta così /\/\) e perché non sia riuscito a scorgere né la iniziale C prima di MINV(cius) né il segno I dopo NINVS, variamente interpretato come F(ilius/ecit/rater) o P(ater).

Sami non si è accorto che POSIERI in realtà è POSTERI, nella seconda foto foto si distingue bene il tratto verticale della T.

Come me, anche sami67 non vede la S(a) dopo MINV(cius). Però sami67 sembra leggere CIVS dopo MINV, che io non vedo, potrebbe essere una sua interpretazione alla luce del successivo MINVCIUS (che per me è MINVCI VS, vedi oltre).
Dopo MINV vedo solo un lungo spazio libero, dove la pietra si è rotta o è stata scalpellata, spazio nel quale potrebbero stare comodamente da 5 a 7 lettere.

Come sami67, leggo CAIV e non CATV,il segno rettilineo della T proprio non lo vedo.
Inoltre, anche i tre segni verticali successivi sembrano proprio delle I e non mi sembrano interpretabili come LLI perché sono troppo ravvicinati, non c'è spazio per la lineetta orizzontale della L, mentre ce n'è troppo tra la terza I e il successivo NVS e tra CAI e la V.
Sembra quasi si debba leggere CAI VIII NVS.

C'è molto spazio anche tra il secondo MINVCI e il successivo VS.
Quindi, MINVCI potrebbe essere il genitivo, da cui C MINVCIVS (Satur)NINVS F(ilius) M MINVCI.

Non so poi come continuare partendo da VS, c'è una parte erosa sufficiente a contere 3/4 lettere.
Non so nemmeno se esista una sigla CAI o CA I, ma VIII potrebbero essere gli anni di vita o di una qualche carica ricoperta.

Insisto: sono del parere di Reboud, l'iscrizione è troppo corrotta per essere chiaramente interpretabile, almeno alla luce delle mie inesistenti conoscenze dell'epigrafia latina (di conseguenza, seguo solo quello che vedo e forse scrivo cose non corrette).
 
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view post Posted on 12/11/2017, 14:10

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CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 09:36) 
( . . . ),
leggo CAIV e non CATV,il segno rettilineo della T proprio non lo vedo.
Inoltre, anche i tre segni verticali successivi sembrano proprio delle I e non mi sembrano interpretabili come LLI perché sono troppo ravvicinati, non c'è spazio per la lineetta orizzontale della L, mentre ce n'è troppo tra la terza I e il successivo NVS e tra CAI e la V.
Sembra quasi si debba leggere CAI VIII NVS.

C'è molto spazio anche tra il secondo MINVCI e il successivo VS.
Quindi, MINVCI potrebbe essere il genitivo, da cui C MINVCIVS (Satur)NINVS F(ilius) M MINVCI.

Non so poi come continuare partendo da VS, c'è una parte erosa sufficiente a contere 3/4 lettere.
Non so nemmeno se esista una sigla CAI o CA I, ma VIII potrebbero essere gli anni di vita o di una qualche carica ricoperta.

Insisto: sono del parere di Reboud, l'iscrizione è troppo corrotta per essere chiaramente interpretabile, almeno alla luce delle mie inesistenti conoscenze dell'epigrafia latina (di conseguenza, seguo solo quello che vedo e forse scrivo cose non corrette).

Perdonami, ma secondo me stiamo mettendo dubbi dove non ce ne dovrebbero essere. Con tutto che di cose dubbie qui ce n'è a iosa.

Ricapitoliamo: qui c'è l'edizione in CIL VIII 17473

image.php?file=BOOK-1315261-0518_602796

che andando a migliorare una prima pubblicazione che era stata espressamente presentata come incerta propone così:

DM[S]
C.Minuc[ius] S[a]
turninus f[---]
M.Minucius
Saturninus sibi (sic)
sibi suisque posteris
++C HSE


Ora, dalla foto raddrizzata la quarta riga non dovrebbe dare dubbi

jpg

la quarta riga si legge M.Minucius, con tutta la buona volontà (e oggettivamente ammettendo che la seconda I è finita un po' troppo vicino alla C e conseguentemente un po' troppo distanziata dalla V che segue) tutto sommato non vedo come si possa sostenere diversamente.

I guai cominciano dopo, perché alla quinta riga il CIL propone Saturninus {sibi} (del resto anche il primo editore Reboud ci aveva visto Saturninus http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k54569009/f39.image), mentre noi sulla foto digitale recente siamo portati a vedere un nome che cominci per C.
Ora, non voglio tirare in ballo idee complicate su grafie corsiveggianti, influenze greche della grafia corrente del sigma, questioni di datazioni paleografiche fra differenti epoche ed altre considerazioni da mal di testa: propongo semplicemente di assumere per un momento che entrambi i principali studiosi "storici" ci abbiano visto giusto e che la prima lettera della quinta riga sia una S e non una C. Magari semplicemente perché scritta male o per qualsiasi motivo, lasciamo perdere perché. Bene, se la prima lettera della quinta riga è una S e non una C, posto che siamo tutti d'accordo col dire che è seguita da una A, un'asta (forse di una t anche se non siamo tutti d'accordo nel vederci il tratto orizzontale) sicuramente una V e poi tre aste III ed una lacuna _ ed infine ed infine una N seguita dalla desinenza nominativa maschile VS . . . che sarebbe come trascrivere SAtVIII_NVS . . .
bhè, se la prima è una S allora ha ben motivo il CIL di indurci a leggere Saturn[i]nus e non Catulli[a]nus o altre varianti simili. O no?

Voglio dire che bastano un paio di trattini orizzontali o obliqui (i più facili a cancellarsi o a non vedersi bene) e tutto torna senza troppe eluccubrazioni.

Anzi, mi sono convinto da solo: ritiro la mia proposta Catullianus e convergo su quella storica di leggere Saturninus anche alla quinta riga. Del resto la mia idea che possano essere due fratelli non è obbligatorio ma funziona persino meglio se hanno il medesimo cognomen.



CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 09:36) 
http://forums.futura-sciences.com/archeolo...le-romaine.html
( . . . )
D'ajouter qu'il n'y a pas de Service Régional de l’Archéologie ici ( . . . ) pour tous vous dire les théâtres romaines servent à accueillir les festivals de musique et donc sont dégradé de plus en plus.

Niente uffici preposti al patrimonio archeologico a livello regionale, monumenti romani utilizzati per spettacoli . . .

Fantastico, vedo che le più recenti tendenze italiane sulle strategie della tutela e sulle finalità della valorizzazione si stanno rapidamente diffondendo nel mondo. :rolleyes:
 
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view post Posted on 12/11/2017, 15:06
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Si, sono d'accordo sulla lettura della quinta riga, chi ha visto l'epigrafe nella seconda metà del XIX sec. probabilmente ha potuto leggerla in condizioni migliori di quanto non sia adesso e forse la S iniziale era evidente.

Tra l'altro, il blocco deve aver subito un ulteriore spostamento, perché, come ho trascritto in precedenza, nel 1883 l'hanno trovato inserito come parte del pilastro che reggeva l'ingresso, mentre gli zii di sami67 l'hanno trovato circa 2 mt sotto terra. E questo può averla danneggiato ulteriormente, per cui non si leggono più il DMS (resta la M, un po' strana), la S del primo S[A]TVRNINUS e si vede solo un trattino della F/P appena sopra le lettere VS del secondo MINVCIVS, tutte riportate dal CIL.

Restano aperti gli interrogativi riguardanti il fatto che il testo è sicuramente mancante (dopo la F/P il CIL indica la possibile presenza di 4 lettere, e continuo a non capire il grande spazio lasciato dopo il secondo MINVCIVS) e il senso da dare a quella O isolata, interpretata come la Q di QVE, forse anche in questo caso più leggibile al tempo delle letture di Dessau e di poco successive.

Anche un esame autoptico gioverebbe, le foto sono sempre quello che sono, e queste non sono nemmeno ad alta risoluzione quindi, ingrandendole, sgranano. Magari a luce radente si vedrebbe qualcosa di più.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 16:25
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Mah, io ho seri dubbi sulla lettura Saturninvs. Le "S" presenti nell'iscrizione sono ben diverse dalla presunta "S" iniziale e non capisco come da III si possa ricavare una "R".
Secondo me possiamo discutere tra CATVLLINUS e CATVLLIANVS.

CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 09:36) 
Ratapena, non so se la discussione dalla quale hai ricavato la foto che ti ha incuriosito sia questa
http://forums.futura-sciences.com/archeolo...le-romaine.html

No, la discussione da cui è partito l'interesse è questa:
http://projetbabel.org/forum/viewtopic.php...der=asc&start=0
Io sono u pistùn.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 16:26

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CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 15:06) 
( . . . )
Restano aperti gli interrogativi riguardanti il fatto che il testo è sicuramente mancante (dopo la F/P il CIL indica la possibile presenza di 4 lettere, e continuo a non capire il grande spazio lasciato dopo il secondo MINVCIVS) e il senso da dare a quella O isolata, interpretata come la Q di QVE, forse anche in questo caso più leggibile al tempo delle letture di Dessau e di poco successive.

Qui secondo me aiuterebbe insistere un poco a ragionare -come io avevo cominciato già a fare quale messaggio fa- su cosa poteva avere scribacchiato il lapicida nei suoi appunti. Cosa aveva sul bozzetto preparato sulla base delle richieste del committente.

Proviamo così. La richiesta del committente poteva forse essere stata di fare una breve iscrizione funeraria dalla quale risultasse chiaro che la proprietà del sepolcro rimaneva del personaggio menzionato come committente e non passava ai discendenti o comunque eredi del defunto. Uno scenario che -come già dicevo- io vedrei particolarmente bene nell'ipotesi di due fratelli meglio che in quella di un padre ed un figlio.
La richiesta poteva essere stata di fare una epigrafe con scritto:
C.Minucius Saturninus frater hic sepultus est M.Minucius Saturninus fecit sibi et suis mortuis et posteris.

Che probabilmente il titolare della bottega o chi aveva preso la commessa, o qualchedun'altro in quel giro lì, aveva cominciato ad impaginare in un primo appunto sommario circa così:

DMS
C.Minucius
Saturninus frater
hic sepultus est
M.Minucius
Catullianus
fecit
sibi et suis mortuis et posteris

e poi magari (eventualmente nel passaggio della bozza ad altra persona) riscritto e riorganizzanizzato per far aderire meglio il testo alle formule tradizionali (DMS all'inizio e HSE alla fine) e per cominciare a rendere una idea della possibile impaginazione, anche considerando che otto righe in quello specchio disponibile non vengono bene, ma magari scrivendo ancora un po' in corsivo e in maniera non tanto ordinata e con qualche segno a sottolieare l'importanza del sibi (come a dire, questo me lo devi proprio mettere, mi raccomando non ti dimenticare):

DMS
C.Minucius Sa
turninus frater
M.Minucius
Saturninus
sibi suis Θ posteris
Hic Sepultus Est

In una impaginazione così il M.Minucius della quarta riga e il Saturninus della quinta sono lasciati ben isolati e ben spaziati in vista per evidenziare bene il nome completo del vero committente, anche se così facendo rimane perso per strada il fecit (che a ben vedere potrebbe restare sottinteso, anche se è possibile che il committente lo volesse, tanto che poi viene in qualche modo e in qualche formula che non mi è del tutto chiara aggiunto malamente fuori impaginazione dalla settima riga).
Insisto: dobbiamo immaginarcelo come un bozzetto scritto malamente in maniera corsiveggiante e magari con l'uso di simboli e abbreviazioni.

Evidentemente un bozzetto, anche se pieno di buone intenzioni e sostanzialmente corretto, fin troppo sintetico e pasticciato al punto che la persona che ha la responsabilità fisicamente di incidere la pietra comincia a non trovarsi, fino ad andare letteralmente nel panico: per iniziare duplica erroneamente il sibi, poi di conseguenza da lì in poi non gli torna più l'impaginazione e inoltre non sa cosa deve fare alla sesta riga con le congiunzioni e dove vanno messe né cosa deve fare con quel segno che sembra una Q ma che forse potrebbe essere una Θ e che in ogni caso non gli suona bene per dove si trova, allora intanto traccia una O pensando magari che poi si vedrà. Alla fine -orrore- si accorge che gli manca il fecit, ma il committente lo vuole proprio, allora gli tocca di aggiungerlo abbreviato FEC o con una formula di analogo sigificato (che al momento a noi sfugge), in una posizione fuori ordine di impaginazione all'inizio della settima riga.

In pratica viene fuori un pasticcio circa così:

DMS
C.Minucius Sa
turninus frater
M.Minucius
Saturninus {sibi}
sibi suis O posteris
++C HSE

Smettendo di ragionare da Epigrafista e tornando a ragionare da Archeologo, mi viene ora una gran curiosità di sapere se abbiamo qualche elemento per capire se il manufatto fu mai messo in opera così come l'abbiamo visto o se fu scartato o se per caso su un'altra faccia della pietra c'è la medesima iscrizione rifatta daccapo ma per bene.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 16:33
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Un lapicida che sembra conoscere poco il latino...
 
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view post Posted on 12/11/2017, 16:35

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CITAZIONE (ratapena @ 12/11/2017, 16:25) 
Mah, io ho seri dubbi sulla lettura Saturninvs. Le "S" presenti nell'iscrizione sono ben diverse dalla presunta "S" iniziale e non capisco come da III si possa ricavare una "R".
Secondo me possiamo discutere tra CATVLLINUS e CATVLLIANVS.

Vabbé, discutiamo: in ogni caso stiamo parlando del cognomen (differente o uguale) di persone evidentemente imparentate, legate da un obbligo di pietas e dichiaratamente con il medesimo gentilizio.
Dal punto di vista della comprensione generale dell'iscrizione non è sulla lettura del cognomen che può esserci secondo me una differenza di interpretazione sostanziale.

CITAZIONE (ratapena @ 12/11/2017, 16:33) 
Un lapicida che sembra conoscere poco il latino...

Secondo me a un certo momento si è semplicemente impanicato. Gli devono aver fatto fin troppe raccomandazioni e dato un bozzetto scritto male male. Magari gli avevano anche messo una fretta del demonio.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 16:53
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Qualunque sia l'interpretazione, volevo ringraziare i partecipanti a questa discussione per l'impegno nella soluzione del problema.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 17:22

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CITAZIONE (ratapena @ 12/11/2017, 16:53) 
Qualunque sia l'interpretazione, volevo ringraziare i partecipanti a questa discussione per l'impegno nella soluzione del problema.

Aspetta, non è mica finita. ;)

CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 15:06)
Tra l'altro, il blocco deve aver subito un ulteriore spostamento, perché, come ho trascritto in precedenza, nel 1883 l'hanno trovato inserito come parte del pilastro che reggeva l'ingresso, mentre gli zii di sami67 l'hanno trovato circa 2 mt sotto terra.

CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 12/11/2017, 16:26)
Smettendo di ragionare da Epigrafista e tornando a ragionare da Archeologo, mi viene ora una gran curiosità di sapere se abbiamo qualche elemento per capire se il manufatto fu mai messo in opera così come l'abbiamo visto o se fu scartato o se per caso su un'altra faccia della pietra c'è la medesima iscrizione rifatta daccapo ma per bene.

Qualcuno che frequenta l'altro Forum e che ha voglia di rivedersi per bene le indicazioni geografiche e le descrizioni dei luoghi indicate dal Reboud e dal CIL mi toglierebbe un grattacapo che è un po' che mi infastidisce?

Il testo epigrafico è praticamente uguale, seppure con qualche variante che finora noi abbiamo imputato ai differenti editori (per esempio la duplicazione del sibi) tuttavia dobbiamo ricordarci che il Dessau ha potuto vedere la pietra solo da lontano e probabilmente ha preso parzialmente per buono quanto leggeva nella precedente pubblicazione del Reboud, ma noi adesso siamo veramente sicuri che si tratta della stessa pietra?

Nel CIL è riportata l'annotazione che il testo epigrafico visto dal Dessau era minio inlitum (che credo voglia dire che l'iscrizione era rubricata), ma nelle immagini digitali sulle quali abbiamo ragionato noi non mi pare ci sia nulla del genere.

Come la mettiamo?
 
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view post Posted on 12/11/2017, 17:57
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Per me, minio inlitum significa che le lettere erano riempite di minio cioè di un colore rosso.
Intendi questo per "rubricato"? Da rubrum?
Se così fosse, la colorazione potrebbe anche essere sparita durante il periodo passato sotto terra, a 2 mt di profondità.

Comunque, certezza che si tratti della stessa iscrizione di cui parlano i vari testi non c'è e potrebbe anche essere che si tratti dello stesso blocco ma della faccia opposta a quella vista a fine '800.
Ricerche ne ho fatte parecchie, ho speso un bel po' di tempo sulla rete, utilizzando diverse combinazioni di parole e 3 lingue differenti, i risultati che ho trovato sono gli stessi in tuo possesso, LA, a parte appunto le due discussioni nei fora francesi.

Mi sono letto tutti gli interventi nei due fora francesi, non ho trovato altro di interessante che quanto ho trascritto.
Puoi controllare anche tu, gli indirizzi li hai.

Tra l'altro, tutte e due le discussioni sono state iniziate da sami67, una il 29 luglio 2011 http://forums.futura-sciences.com/archeolo...le-romaine.html, l'altra http://projetbabel.org/forum/viewtopic.php...der=asc&start=0 l'8 agosto dello stesso anno.

Solo nella prima sono riportate tutte le notizie che ho trascritto, nell'altra non c'è nessun particolare oltre alla trascrizione fattane da sami67, riportata all'inizio di entrambe le discussioni.

Ah, dimenticavo: e se fosse un'epigrafe riuscita talmente male che venne riscritta correttamente su un altro blocco, riutilizzando il blocco che prendiamo in esame per altri scopi, dandogli anche qualche martellata per cancellare parte degli spropositi scritti?
 
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view post Posted on 12/11/2017, 18:12

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CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 17:57) 
Per me, minio inlitum significa che le lettere erano riempite di minio cioè di un colore rosso.
Intendi questo per "rubricato"? Da rubrum?

Sì, esatto.

CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 17:57) 
Se così fosse, la colorazione potrebbe anche essere sparita durante il periodo passato sotto terra, a 2 mt di profondità.

Una cancellazione totale mi sembrerebbe difficile nei nostri climi, figuariamoci là.


CITAZIONE (Usékar @ 12/11/2017, 17:57) 
Ah, dimenticavo: e se fosse un'epigrafe riuscita talmente male che venne riscritta correttamente su un altro blocco, riutilizzando il blocco che prendiamo in esame per altri scopi, dandogli anche qualche martellata per cancellare parte degli spropositi scritti?

Eh, magari.

Io tra l'altro ho anche qualche dubbio sulla denominazione dei luoghi.

Sarebbe una gran bella cosa se qualcuno si prendesse la briga di verificare dove esattamente colloca l'epigrafe il Reboud, dove il CIL e dove il forumista sami67.
 
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view post Posted on 12/11/2017, 18:21
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Comincio anch'io a pensare che non si tratti della stessa epigrafe, soprattutto per il fatto che nel 1883 era parte del pilastro che reggeva l'ingresso e poi un secolo dopo viene trovato a 2 mt. sotto terra. Che senso avrebbe avuto sotterrare un tale manufatto?
 
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view post Posted on 12/11/2017, 18:35

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Boh, se il luogo fosse il medesimo potrebbe essere stato interrato un intero vecchio piano terra allo scopo di alzarsi un po'.

Comunque è un po' che io quel dubbio ce l'ho forte. Che siano due superfici epigrafiche diverse se non addirittura due pietre differenti (con due differenti versioni del medesimo testo).

Parliamoci chiaro: è una eventualità fortemente improbabile, ma se fosse vera sarebbe maledettamente interessante.

Solo che, mi perdonerete, appena mi metto a cercare di confrontare le tre differenti indicazioni delle tre nostre fonti (Reboud, CIL e Sami67) sono assalito dal mal di testa e non mi riesce di riordinare le idee.
 
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