Righel, il tuo rilievo circa l'inopportunità di iniziare la discussione durante un fine settimana è corretto, ma per la verità questa discussione l'ho iniziata il 18, che era mercoledì, solo che la prima replica, tua, è stata venerdi 20.
Non solo, benché appunto pubblicato mercoledì, l'intervento iniziale ha avuto pochissimi lettori, 5 in tutto.
Ora che ha avuto un po' di repliche, il numero dei lettori è decisamente salito, i contatti attualmente sono 72, quindi forse 20/30 lettori, non un granché ma è già qualcosa.
Questo è un dato che ho notato in molte le discussioni: ad attirare lettori non è tanto il fatto che la proposta sia interessante, quanto il numero, la consistenza e il perdurare nel corso del tempo delle repliche.
Il numero dei contatti sale rapidissimamente quando la discussione, da confronto più o meno costruttivo, diventa polemica, se poi si fa accesa, ancor meglio.
Secondo me, la parte più interessante del lavoro pubblicato in pdf di cui ho trascritto l'indirizzo è il
cap. 4 "Obiettivi e target: il piano editoriale", il cui contenuto Righel ha rapidamente riassunto nel suo secondo intervento:
CITAZIONE
Prima di tutto, a mio modesto parere, dovremmo porci una domanda che ritengo fondamentale:
"a che cosa o a chi serve (o vorrebbe servire) questo forum?"
Perché un conto è se la sua utilità sia di scambio e confronto di idee fra persone che condividono analoghi interessi, altro conto è se si voglia fare divulgazione e/o addirittura didattica
Nel pdf, le domande sono le classiche 5 W del giornalismo inglese relative all'informazione in genere, abbastanza vicine all'esametro ciceroniano relativo ai criteri da rispettare nello svolgimento di una composizione letteraria (Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando).
Il
cap. 5 "Misurazione dell'engagement" parla di un'altra operazione importante da compiere, il "
monitoraggio costante dei risultati raggiunti, operazione funzionale a stabilire il legame che si è riusciti a creare con il proprio pubblico".
A suo tempo, almeno saltuariamente di questo compito si era fatto carico Leda, segnalandoci in sala moderatori alcuni rilievi.
Credo che l'operazione sia possibile solo ad uno degli οἰκισταί.
L'ultimo capitolo, quello che "tira le fila" del discorso, si conclude così
si deve cercare
CITAZIONE
"di creare, interagire e costruire relazioni online: se il punto di partenza è l’idea di un’archeologia che sia sempre più orientata al pubblico e partecipata, allora l’utilizzo dei new media, in supporto alle forme più tradizionali di comunicazione culturale, diventa una delle chiavi di volta, nonché di riflessione e di lettura, dell’archeologia
contemporanea."
In pratica, creare pagine di Facebook che facciano riferimento a discussioni e articoli divulgativi presenti su Ostraka, agire tramite Twitter, pubblicare qualcosa su Youtube etc. etc.
Perché questi sono i media che "bucano".
Una pagina di FB dedicata a Ostraka mi pare ci sia già, a suo tempo dceg aveva creato anche un sito, non so se ancora attivo. Da parte mia, come ho già scritto, ho segnalato l'indirizzo di Ostraka in tutti i posti a me accessibili, devo però ancora mettermi in testa di rinnovare di tanto in tanto gli interventi sulle mie pagine di FB e nei miei blog, per renderli più visibili ai motori di ricerca, altrimenti la cosa non funziona.
Bene, disattendendo quanto ho scritto all'inizio, pubblico questo intervento nel tardo pomeriggio della domenica.
Spero che i nostri 24 lettori non siano tutti impegnati a guardare i commenti e i gol del campionato di calcio di serie A, cosa che mi accingo a fare anch'io