|
|
| Amarico, Amarico o eventualmente Tigrino, penserei come prima idea. Spero di non dire una sciocchezza. Trovare qualcuno per leggerlo non dovrebbe essere un problema: come suggerivo prima, forse basterebbe qualche membro un po' acculturato della comunità etiope o forse eritrea in Italia (a Roma, ma anche in qualche altra città, come dicevo, può darsi persino che con un po' di pazienza si trova qualche collega artigiano restauratore o antiquario o operatore dei Beni Culturali o simile, che sia originario di una di quelle comunità). Immagino che rivolgendosi a persone religiose sia più facile (possibile che in proporzione entro quelle comunità sia più o meno la stessa probablità come quella di trovare nelle nostre città qualcuno che se la cava con il Latino, in entrambi i casi rivolgersi ad un religioso può essere forse una buona idea).
Per una datazione sospenderei un attimo il giudizio, in attesa di sapere qualcosa di più sul testo, ma come prima impressione mi sembra possibilmente compatibile con i periodi storici della presenza coloniale italiana nei territori africani orientali (seconda metà Ottocento e prima metà Novecento). Se più antico, si vedrà.
|
| |