Ostraka - Forum di archeologia

Collaudo software archeologico

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archaeologica
view post Posted on 28/2/2018, 11:13




No, nell'interfaccia dell'applicazione non ci sono campi specifici per annotare una relazione "ipotetica" o "puramente cronologica", come quella che intercorre tra la 1, la 6 e la 2 nel tuo esempio.
Al massimo lo annoti nel campo "Osservazioni".
Certo, potresti mettere qualcosa nei campi "posteriore/anteriore", ma stando alle note dell'ICCD (alle citate p. 23-24), se non sbaglio non sarebbe questa la loro funzione. E ovviamente mancano dell'articolazione grafica delle schede inglesi.

Del resto, scusa, come lo annoteresti nella scheda di Chadwick? Non ho mai usato niente di simile, neppure quella del MoLAS.

Innanzitutto, metteresti, al centro

1
|
6
|
2

anche se non ci sono relazioni fisiche tra la 6 e la 2?
E in secondo luogo, mi puoi fare anche un esempio di cosa va messo, rispetto alla figura che stiamo usando, nei rettangolini a fianco di questo allineamento verticale centrale? Per esempio, immaginiamo che sotto la 4 ci sia una US 8, che siamo sicuri che la 5 e la 7 sono in fase e che si stia compilando la scheda della 4:

5 - 7
|
4
|
8

In questo caso (in cui del resto si tratta di relazioni dirette) non vedo la differenza tra lo schema grafico di Chadwick e la più semplice soluzione italiana "anteriore/posteriore". Se invece nello schema Chadwick è previsto inserire, a fianco della 5 e la 7, altre US in fase con esse ma senza relazioni con la 4, non sono sicuro dell'utilità di inserire un'informazione così ampia in una singola scheda... Una cosa è dire in qualche modo, sulla scheda corrispondente, "credo che la 6 stia tra la 1 e la 2, ma ci penseranno i materiali a confermarlo, e comunque per forza di cose nel matrix immediatamente prima della 6 devo mettere la 7", un'altra è interpretare un "gran" pezzo di giacimento su ogni scheda, quando in quest'ultima, a mio gusto, dovrebbe constare solo informazione essenziale, il più analitica possibile e unicamente dal punto di vista della US soggetto della scheda.

Altro esempio. Stiamo compilando la 5:

3
|
5-7
|
4

Bene, qui sì che apparentemente è più utile di quella italiana, perché la "messa in fase" tra la 5 e la 7 non si può ovviamente rendere con i campi "anteriore/posteriore".
Ma tanto nella scheda italiana come in quella di Chadwick e le precedenti del MoLAS esiste, tra le relazioni stratigrafiche, "uguale a / same as", che viene a dire la stessa cosa e in modo più "pulito", a mio parere.

Tieni conto, inoltre, del fatto che se non ho capito male Chadwick aveva appena ampliato lo schema del MoLAS con le relazioni fisiche per accontentare alcuni colleghi
QUOTE
The return of recording physical relationships in addition to stratigraphic ones is a response to discussions with finds specialists, who sometimes have to consult many single context plans to retrieve information about the physical contact between deposits, vital to understanding patterns of discard on site (Cumberpatch, pers. comm.)

mentre lo schema dell'ICCD mi sembra già più avanti: manteniamo "posteriore/anteriore" ai fini del matrix, ma concentriamoci, in modo più coerente, solo sulle relazioni che hanno per oggetto/soggetto la US che stiamo compilando.
Nella maggior parte dei casi a me sembra una versione più elegante di quella di Chadwick, con meno ridondanze. Il vero vantaggio di quest'ultima potrebbe ridursi al solo caso dell'esempio 1-6-2 (la soluzione del quale, d'accordo, è"tanto più importante quanto più complesso è lo scavo"), ma, stando al fatto che tanto Chadwick come il MoLAS sembrano riservare lo schema a rettangolini alle "stratigraphic relationship" e che 6-2 non lo è, siamo sicuri che fosse stato progettato anche per questi casi? O è una tua estrapolazione per la tua scheda aziendale?

Ripeto, non ho dimestichezza con questo procedimento e credo mi sfugga qualcosa. In ogni caso, mi sembra difficile adattare il programma a una soluzione così grafica come quella di Chadwick però, se la capisco meglio, non si sa mai...
 
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view post Posted on 2/3/2018, 07:56

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Molto bene.
Mi trovi molto d’accordo con quasi tutte queste osservazioni.

In realtà io in cuor mio sono convinto che sotto un profilo strettamente metodologico alla lunga la particolare proposta riguardante l’annotazione della sequenza in quella scheda di Chadwick e in altre soprattutto inglesi conduce in un vicolo cieco. Insisto però col sottolineare che quello è solo uno dei possibili esempi di esperienze fra loro simili quanto ad istanza (e bene o male anche quanto ad aspetto grafico); l’ho menzionato più che altro perché facilmente reperibile sul web e perché l’Autore è legato ad un successivo ulteriore ripensamento ideale sul senso di documentare uno scavo stratigrafico.

Ciò per cui secondo me quella proposta che ho menzionato a titolo di esempio merita la massima attenzione non è la soluzione escogitata, ma l’evidenziazione di un problema (onestamente non conoscendo l’Autore non sono certo fino in fondo dell’idea a monte di quello specifico dettaglio di quella scheda, ma la mia conoscenza di altri esperimenti di quel periodo e l’osservazione sulla mancanza dei trattini fra la maggior parte delle caselle mi rende piuttosto convinto riguardo a cosa debba aver pensato e cioè che predisporre uno schema simile ad un matrix di Harris con caselle predeterminate su tre righe ma senza trattini prestampati consente di decidere volta per volta come tracciare i trattini; o eventualmente non tracciarli affatto per US delle quali si vuole annotare che esse starebbero ad una certa altezza della sequenza anche se in assenza di rapporti).
Ed io (del tutto indipendentemente, lo ribadisco, come del resto ho poi saputo anche di altri) ero partito esattamente dall’analisi di quel problema, pur avendo scelto alla fine di un percorso lungo e tormentato una soluzione metodologicamente differente, cioè quella di inserire in scheda (oltre alla menzione dei rapporti fisici, diretti o indiretti che siano) un segmento di vera e propria sequenza harrisiana, limitata rigorosamente ai rapporti diretti dell’US in esame (per dirla esplicitamente nella mia scheda c’è un mini-matrix di tre righe a caselline vuote ma con i rapporti di sovrapposizione già tracciati e non lasciati in bianco). Al centro del piccolo dendrogramma però la US in corso di descrizione vi può essere uguagliata o messa in fase rispetto ad altre US con le quali manca contatto fisico (buche con uguale relazione rispetto al medesimo paleosuolo, elementi strutturali distinti ma riconducibili ad una logica palesemente unitaria etc. etc.) il che orienta in altezza quel pezzetto di matrix rispetto ad un ipotetico matrix generale dello scavo (ammesso che quest’ultimo venga effettivamente redatto, ma a tal punto potrebbe la maggior parte delle volte rivelarsi addirittura superfluo, persino su contesti pluristratificati abbastanza complicati, se l’annotazione è sistematica sulle singole schede di US).
Nel mio caso l’intuizione di partenza, che fu oggetto di interminabili discussioni in azienda e due o tre “step” applicativi nel corso degli anni, fu quella di risolvere il problema della annotazione precoce della “messa in fase” (e del corretto valore datante di reperti sparsi su paleosuperfici o al contrario inglobati in rubefazioni etc. etc.) non snaturando Harris, bensì introducendo le già menzionate “US del Terzo Tipo”, cioè riconoscendo dignità di US a tracce evidenti anche se prive di una rilevanza materiale positiva o negativa, vale a dire tracce di azioni indiscutibilmente riconoscibili autopticamente nell’osservazione dell’evidenza, anche se di natura tale da non aver comportato al momento della propria formazione nessuna variazione volumetrica della stratigrafia preesistente, né in negativo né in positivo. Qualcosa che può capitare nei casi di tracce di “vissuto” quali calpestaticci, sversamenti localizzati di liquidi, fessurazioni da secco o da gelo, tracce di ricrescite di erba etc. etc. con tutto quello che ciò comporta anche riguardo alla corretta attribuzione di piccoli reperti e di campioni destinati ad analisi di laboratorio.
Questo -nella nostra idea- rendendo possibile su base di evidenza denominare con uno specifico numero di US determinati piani antichi svincolati dalla materialità dello o degli strati sulla cui testa si trovavano (lasciamo perdere se le vogliamo chiamare interfacce oppure no, comunque forse no) proprio in riferimento a tale numero di “US non positiva né negativa” fa sì che divenga esattamente dichiarabile l’eventualità o meno di partenza da quel livello di unità stratigrafiche –esse sì- positive o negative, e in definitiva svuota di senso nella quasi totalità dei casi (e comunque in tutti quelli veramente eclatanti, lasciando le annotazioni speciali alle situazioni più largamente opinabili) la ricerca di un espediente non harrisiano per registrare osservazioni sulla “messa in fase”.
Posso dire che nell'esperienza pratica questo è stato una evoluzione dell'iniziale continuo interrogarci ad ogni US un po' cruciale "sappiamo dire dove camminavano gli Antichi mentre facevano questa US?" e quindi "se lo sappiamo dobbiamo scriverlo!" ma d'altra parte "come cribbio si chiama in sequenza US quel livello lì sul quale camminavano e si vede così bene, non lo strato materiale che ci sta sotto, ma proprio quelle tracce di calpestato?" Da lì il ragionamento si è poi spostato su una questione di metodo.
Nondimeno nel corso del tempo ci siamo resi conto che per attuare ciò servivano altre due condizioni non contraddittorie ma nemmeno proprio del tutto scontate nella formulazione degli standard vigenti (ICCD, MoLAS etc.): la prima che il concetto di “uguale a” o in alternativa qualche altro simile concetto (“funziona con”, “ritenuto in fase con” o qualcosa di simile) venisse consapevolmente impiegato con una accezione più ampia di quella solitamente accettata della pura identificazione di parti di US rimaste separate da azioni recenziori o numerate diversamente puramente perché prese in esame in differenti occasioni; la seconda che per vincolo di metodo l’assegnazione di un numero di US dovesse avvenire esclusivamente in un momento in cui entro i limiti dello scavo quella US avesse la superficie completamente esposta (con la conseguenza che nella compilazione della scheda di US gli unici rapporti stratigrafici che si possono inizialmente dichiarare sono esclusivamente quelli in riferimento alle evidenze di sopra e mai con quelle di sotto, le quali ultime saranno oggetto di una integrazione solo in un momento successivo, quando la US in esame sarà stata completamente rimossa entro i limiti dello scavo).

Non sarebbero questioni poi così tremendamente rivoluzionarie, toccano consuetudini e prassi non dichiarate che in buona sostanza sono familiari alla quasi totalità di noi, ma sono argomenti sui quali la comunità scientifica mi sembra abbia da qualche tempo smesso di discutere, eppure esse incidono notevolmente sulla consistenza di quel dato che viene registrato nel corso di un processo conoscitivo –sempre meglio ribadirlo- irrimediabilmente irripetibile.

Spero di essere riuscito a sintetizzare qui decentemente un percorso ideale lungo ed assai tortuoso ed oggettivamente non facile da argomentare in una discussione online.
 
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archaeologica
view post Posted on 6/3/2018, 08:11




Ti sei spiegato benissimo, e ne è venuta fuori una bella discussione, alla fine.

QUOTE
il concetto di “uguale a” o in alternativa qualche altro simile concetto (“funziona con”, “ritenuto in fase con” o qualcosa di simile) venisse consapevolmente impiegato con una accezione più ampia di quella solitamente accettata

Si, del resto quando ho fatto l'esempio di "uguale a" me n'ero dimenticato... Forse è meglio riservare "uguale a" alle parti di una stessa US. Da noi si usa anche "contemporanea a" (anche se io non l'ho messo nel programma, valuterò se farlo), che si adatta meglio al concetto di "in fase".

QUOTE
come cribbio si chiama in sequenza US quel livello lì sul quale camminavano e si vede così bene, non lo strato materiale che ci sta sotto, ma proprio quelle tracce di calpestato?

Finora l'avrei detta una US negativa, dando per scontato che il calpestio costante asporta materiale. Però ho afferrato il tuo punto di vista... In questo caso, per esempio, si può vedere anche come una compattazione dello strato sottostante, che negativa non è. O si? Ci penserò...
 
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view post Posted on 2/4/2018, 10:24
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Forse può interessare questa notizia che ho ricevuto da una mailinglist tedesca:
CITAZIONE
Aloha all,

I've released a Common Lisp package for investigating the chronological structure of archaeological stratigraphy using a directed graph representation of the Harris matrix.

https://github.com/tsdye/harris-matrix

You can find documentation for the package here:

www.tsdye2.com/harris-matrix/site/doc/hm.html

All the best,
Tom
 
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archaeologica
view post Posted on 4/4/2018, 19:25




Grazie, conoscevo il pacchetto, anche se non l'ho mai usato.

Per il Matrix di Harris, tiro più verso quest'altro:
https://github.com/lparchaeology/ArkMatrix,
che ho provato e, benché sia in fase ancora sperimentale e abbia bisogno di una serie di aggiustamenti manuali, posso assicurare che funziona.

L'idea è esportare i dati dal mio programma in un formato che possa essere letto da quest'altra applicazione.

Tra parentesi, a proposito della discussione con Lavori Archeologici, sto lavorando su un algoritmo che ricava automaticamente le relazioni dirette (anteriore/posteriore) dalle relazioni fisiche (taglia, copre...), eliminando quelle ridondanti.
È il primo passo per elaborare un Matrix valido e univoco. E, sebbene suoni un po' antipatico... senza errori umani!
 
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view post Posted on 5/4/2018, 06:46

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Non so se era questo il senso della segnalazione del link, ma sebbene anche io non l'abbia mai testato, mi pare di aver a suo tempo letto qualcosa su quel progetto, da cui emergeva una riflessione preparatoria in parte analoga ai ragionamenti che abbiamo accennato noi qui, particolarmente sulla questione della dignità più o meno autonoma di talune interfacce orizzontali indipendentemente dalla materialità dello strato. Non vorrei sbagliarmi o confondermi, ma mi pare di ricordare così.

D'altra parte, non esagererei a dare importanza al matrix e non incoraggerei a insistere a lavorarci per far tornare ogni dettaglio a posteriori, dopo che la U.S. è stata da tempo rimossa e magari rimossa anche quella fisicamente sottostante: per me -che pure credo di essere un vero talebano del single context- il matrix è solo un espediente ben congegnato per tenere in ordine la documentazione mentre si lavora. Una volta prodotte ricostruttivamente le planimetrie di fase nella mia idea la sua funzione si esaurisce e la sua rappresentazione complessiva non porta più alcun vantaggio. Voglio dire: non illudiamoci che sia un elemento della documentazione di scavo, perché non lo è (la documentazione stratigrafica è solo nei rapporti in scheda e nei disegni in pianta, non nel barocchismo della produzione di un lenzuolone di matrix complessivo ^_^ ).
 
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view post Posted on 5/4/2018, 08:53
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 5/4/2018, 07:46) 
Non so se era questo il senso della segnalazione del link,

Non essendo del mestiere e non avendo alcuna esperienza in merito ho semplicemente inoltrato una comunicazione ricevuta, che mi pareva potesse essere interessante e riguardare, almeno in parte, lo stesso argomento della discussione.
 
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archaeologica
view post Posted on 7/4/2018, 13:08




QUOTE
ho semplicemente inoltrato una comunicazione ricevuta

Certo! Tra l'altro, in un forum come questo potrebbe addirittura esistere una sezione in cui stipare l'attualità informatico-archeologica.

QUOTE
non illudiamoci che sia un elemento della documentazione di scavo, perché non lo è

...mah, d'accordo sul fatto che la documentazione grafica e le schede sono imprescindibili, al contrario del matrix (che infatti sovente si omette). Tuttavia io trovo utile anche quest'ultimo. Avere un bel "lenzuolo" grafico spiegato accanto, specie se ben impaginato, con fasi e fatti, aiuta a muoversi più velocemente tra la documentazione.

Il punto è che una relazione di scavo non è mai di facile consultazione, al di là dell'interpretazione che l'autore ha interesse a comunicare. Oltre a questa, rimane una gran quantità di dati che possono essere investigati, isolati, ricomposti per altri fini; o semplicemente controllati perché non ci tornano.
E se devo sfogliarmi tutte le schede di buche di palo di una certa struttura per avere l'immagine finale, è un lavoraccio. Con il matrix accanto, la situazione dell'insieme delle buche dovrebbe risaltare in modo più immediato, offrendomi elementi di valutazione per decidere se approfondire qui, o più sopra (=dopo) o più sotto (=prima).

Dipende anche molto, per l'appunto, dal corredo stilistico con cui il diagramma è reso.

Spero di rendere l'idea... tra l'altro, questo genere di osservazioni, così come il mio interesse nelle questioni di coerenza della documentazione, deriva da una situazione fortunata: in Catalogna le relazioni di scavo sono di libera consultazione (e non solo da parte degli archeologi). Poco a poco addirittura le stanno digitalizzando e mettendo in linea. Per esempio, la carta archeologica di Barcellona permette di scaricare le relazioni:
http://cartaarqueologica.bcn.cat/

Se è dunque facile accedere a dati grezzi, sarebbe auspicabile che questi fossero il più standardizzati possibile. E con la "prova del nove" che è il matrix.
 
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view post Posted on 7/4/2018, 16:13

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Sulla standardizzazione siamo d'accordo, ma mi preoccupa la tentazione di conferire al matrix un ruolo che non è il suo: richioso cavallo di Troia verso una possibile squalificazione del valore dei veri dati grezzi, sull'esistenza dei quali si basa la non sempre ben compresa scientificità del nostro operato. E' un attimo e ti trovi scavi per i quali uno pseudo-matrix ti viene propinato come l'unico documento disponibile. Ho già visto questo film.

Il matrix non è un dato grezzo, dati grezzi sono le piante single context e le schedature con le relazioni stratigrafiche.
Non è neanche un elaborato interpretativo, come invece sono le piante di fase e le descrizioni delle fasi entro la relazione con gli elenchi fase per fase delle evidenze che vi vengono ascritte.
Tanto basta al Collega che riprende a mano la documentazione di un mio scavo per orientarsi in maniera certa fra dati ed interpretazioni.
Anzi se il Collega rimane attaccato al mio matrix è inevitabile che rimanga anche fossilizzato sulle mie interpretazioni, molto meglio che se lo ridisegni lui (mentalmente, a scarabocchio su un pezzo di carta o con il suo software preferito, probabilmente differente dal mio).

Il matrix è solo quell'appunto che mi sono fatto io mentre lavoravo, per non rischiare di perdere dei pezzi della grande opera di smontaggio materiale e rimontaggio concettuale che sono scavo stratigrafico e post-scavo.
Tant'è che è difficile che capiti che la stessa sequenza stratigrafica possa essere rappresentata da due Archeologi nello stesso modo - e non dico dal punto di vista delle convenzioni grafiche ma della collocazione direi quasi "topologica" delle US entro lo schema fra destra e sinistra della US soprastante.

No: una volta che le piante di fase sono pronte per l'archiviazione definitiva, e le schede di US verificate e riverificate, del matrix niente di male farne una grande pallottola di carta o digitale che sia e buttarlo in un enorme cestino, fisico o virtuale. Quantomeno del tutto ingiustificato sarebbe consumare risorse per metterno "in bella" (proprio quando non serve più e quando ormai il ragionamento seguito è definitivamente congelato -anche rendendone ragione nei suoi eventuali ripensamenti in corso d'opera- attraverso schede di US e relazione).
Lo so anche io che ad un certo punto Edward Harris ebbe a dire -molti anni dopo che il sistema si era affermato e a molti anni da quando egli stesso aveva smesso di operare nel contesto lavorativo, scientifico e di relazioni umane entro il quale l'idea si era originariamente formata- che il matrix -spero di citare correttamente- è una rappresentazione del tempo: questo non è vero. E nel suo essere non vero e tardivamente proposto la dice lunga sulla vera natura e pluralità di quel contesto lavorativo, scientifico e di relazioni umane entro il quale l'idea si era originariamente formata (e forse spiega anche qualche polemichetta che sempre più sbiadita di tanto in tanto riaffiora). Capiamoci: se del matrix vogliamo dare ad intendere che si tratti di un modo surrogato per rappresentare schematicamente e con i suoi dettagli cronologici una sezione stratigrafica tagliata nel deposito archeologico, stiamo sbagliando di grosso: esso è invece puramente la check list di uno smontaggio e di un rimontaggio ormai avvenuti e comunque già altrove dettagliatamente rendicontati (e questo conviene che fra di noi ce lo diciamo con rigorosa determinazione, perché fortissima è la tentazione per chi capisce poco di stratigrafia di accontentarsi che esista il lenzuolone del matrix e invece amen se non ce la si fa con i disegni single context più le schedature con le relazioni stratigrafiche di ogni singola US - non dobbiamo avere esitazioni a gridare che è l'esatto contrario!)
 
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archaeologica
view post Posted on 10/4/2018, 11:01




QUOTE
Il matrix non è un dato grezzo

Certo che no. Tra l'altro, tu l'hai definito "cheklist", io "prova del nove", direi che ci intendiamo.

E siamo d'accordo anche sul fatto che un matrix - né accurato né pseudo - possa sostituire piante e schede di US, ci mancherebbe altro. Cosa che comunque, al contrario di te, io non ho mai visto. Di solito, anzi, è il diagramma che si omette dalla documentazione finale.

Però, a partire da qui, due considerazioni.
La prima, che t'aggi'a di', per me il matrix continua ad essere un aiuto al momento di orientarmi nella documentazione altrui, oltre che nella mia. Pero non voglio convincere nessuno, de gustibus... eccetera.

La seconda, a proposito del valore di questa checklist, semplicemente, come controllo dello svolgimento delle azioni umane e delle relazioni che tra di esse intercorrono. Al momento di compilarlo, ti tendi conto del fatto che mancava una relazione qui, ce n'era una di troppo là, e di tutta una serie di errori abbastanza normali nel quotidiano. Non rappresenta la panacea archeologica, certo, però è un grande aiuto.

Per concludere, perché dici che il matrix non è (anche) la rappresentazione del tempo? Non ho presente cosa disse Harris, ma di mia sponte avrei detto di sì. Scaviamo a ritroso nel tempo, disfacendo le azioni in rigoroso ordine inverso, e il matrix rappresenta questo percorso... Non possiamo documentare tutte le azioni umane, ma quelle che becchiamo le fissiamo - anche solo in modo relativo - nel tempo, no?
 
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view post Posted on 10/4/2018, 13:10

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CITAZIONE (archaeologica @ 10/4/2018, 12:01) 
. . . perché dici che il matrix non è (anche) la rappresentazione del tempo? Non ho presente cosa disse Harris, ma di mia sponte avrei detto di sì. Scaviamo a ritroso nel tempo, disfacendo le azioni in rigoroso ordine inverso, e il matrix rappresenta questo percorso... Non possiamo documentare tutte le azioni umane, ma quelle che becchiamo le fissiamo - anche solo in modo relativo - nel tempo, no?

Perchè non solo la rappresentazione in sequenza è solo relativa (e nell'essere esclusivamente relativa non riflette nessuna nemmeno grossolanamente indicativa proporzionalità fra densità di evidenze e quantità del tempo), ma anche perché vi rimane ancora non definita l'anteriorità/posteriorità fra evidenze che si trovano su differenti linee verticali di differenti "rami" (che è un po' il problema al quale ho già accennato e che ammesso lo si riesca a risolvere non lo si risolve affatto grazie al matrix, bensì per effetto di criteri di schedatura in grado di rendere ragione -ove possibile- di questa sottile differenza, restando peraltro che dove non è accertato nulla una altezza sulla verticale del grafico deve essere comunque attribuita, in tal caso per forza del tutto arbitrariamente, con la conseguenza che capita che alcune altezze sono ponderate ed altre del tutto arbitrarie), infine soprattutto -e questa è la critica "storica" che è stata rivolta ad Harris sin dagli anni Settanta e Ottanta- il matrix come noi lo conosciamo non è nemmeno minimamente in grado di dare ragione della differenza fra una azione istantanea priva di effetti duraturi (chennesò, la macchia di concotto causata da una attività con fuoco della durata di pochissime ore e subito coperta da altre evidenze) ed una evidenza che compare sì in un momento preciso, ma che continua a produrre effetti per svariate fasi successive e potenzialmente per secoli e secoli (per esempio la struttura muraria che sopravvive continuata ad usare in fasi successive a quella di costruzione). Su quest'ultimo aspetto ci dovrebbero essere alcuni vecchi scritti di Martin Carver, direi.
 
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view post Posted on 11/4/2018, 08:13

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CITAZIONE (archaeologica @ 10/4/2018, 12:01) 
. . . e un matrix - né accurato né pseudo - possa sostituire piante e schede di US, ci mancherebbe altro. Cosa che comunque, al contrario di te, io non ho mai visto.

Ahaha, mi sa che è un po' che non lavori in Italia :o: ! Qui la tentazione semplificatoria costantemente incombente è l'ortofoto di tutto quanto insieme, non importa quanto complesso o stratificato sia (talora persino con la trovata di ricalcarci sopra le presunte "fasi"), un matrix, al più un elenco US (ma senza schede US) e fine della documentazione.
E poi magari su questa base si spremono i finanziamenti per farci ricostruzioni virtuali a gogò. Il sistema premia la spettacolarizzazione disordinata e l'esibizione di qualunque cosa che nel suo essere criptico e scenografico insieme conferisce una illusione di "scientificità" (e un matrix come che sia in questo può rivelarsi un bello specchietto per allodole).
Le cose serie sono noiose e la serietà dei dati grezzi sui quali sono fondate le elaborazioni ricostruttive mirabolanti in questo momento sembra che non interessi (quasi) a nessuno.

CITAZIONE (archaeologica @ 10/4/2018, 12:01) 
Di solito, anzi, è il diagramma che si omette dalla documentazione finale.

Anche io faccio così, se non è espressamente richiesto diversamente da qualche capitolato o da qualche standard locale: il matrix lo aggiorno durante il lavoro a mio uso e consumo ma una volta finito di utilizzarlo lo accantono e tendenzialmente non lo allego.
In ogni caso cerco di non sottrarre tempo e risorse economiche ad operazioni di post-scavo più necessarie solo per metterlo in "bella".
Va però detto che io utilizzo schede di US con una particolare grafica che enfatizza per ogni singola evidenza la collocazione nella sequenza stratigrafica (per cui un Collega un po' esperto la mia documentazione la legge facendosi una idea anche già a colpo d'occhio, un pezzetto alla volta, di come potrebbe essere tracciata la sequenza matrix, senza bisogno di vedersela rappresentata tutta insieme su un lenzuolone, o alla peggio si carica in un attimo i miei dati sulla sua applicazione preferita e si visualizza magari anche solo i passaggi più intricati con la grafica che piace a lui ;) ).
 
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view post Posted on 11/4/2018, 08:44
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CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 11/4/2018, 09:13) 
E poi magari su questa base si spremono i finanziamenti per farci ricostruzioni virtuali a gogò. Il sistema premia la spettacolarizzazione disordinata e l'esibizione di qualunque cosa che nel suo essere criptico e scenografico insieme conferisce una illusione di "scientificità" [omissis]
Le cose serie sono noiose e la serietà dei dati grezzi sui quali sono fondate le elaborazioni ricostruttive mirabolanti in questo momento sembra che non interessi (quasi) a nessuno.

LA, ti sento oltremodo critico nei confronti delle ricostruzioni virtuali, e dal mio punto di vista di dilettante, amatore d'arte e antichità di vecchia scuola, codivido il tuo pensiero.
 
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archaeologica
view post Posted on 11/4/2018, 10:34




QUOTE
E poi magari su questa base si spremono i finanziamenti per farci ricostruzioni virtuali a gogò.

Sì, sì! Anche qui. È una maledetta piaga... E si bruciano gli schei che potrebbero essere destinati a studi più tradizionali - o no - ma molto più fruttiferi dal punto di vista scientifico.

Per quanto riguarda la documentazione di scavo, invece, da quanto mi dici siamo avanti.
Non solo se la relazione ha lacune l'Amministrazione te la rimanda indietro con tanti saluti, ma se dopo due anni non l'hai ancora consegnata, ti inabilitano per la direzione di scavi finché non ti metti in regola.
Poi intendiamoci, c'è un po' di tutto, e per esempio le schede US possono essere anche molto striminzite, ma direi non si scende mai sotto un livello minimo. Almeno nel contesto regionale, più oltre non so.

C'è da dire che è prassi che il committente dello scavo (il promotore immobiliare, per esempio) paghi a parte la relazione: il prezzo di un tecnico o di un direttore per la metà del tempo che è durato il lavoro di campo. Di solito inventario di materiali archeologici incluso, studi antropologici esclusi. Poi ognuno fa un po' il prezzo che vuole, ma questo è il punto di partenza.

Che comunque non è tutto rose e fiori, neh. Ma meglio che in altre regioni europee.

QUOTE
Il sistema premia la spettacolarizzazione disordinata e l'esibizione di qualunque cosa che nel suo essere criptico e scenografico insieme conferisce una illusione di "scientificità"

Parole sante. Non avrei saputo dirlo meglio.
 
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view post Posted on 11/4/2018, 14:24

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CITAZIONE (dceg @ 11/4/2018, 09:44) 
OT
LA, ti sento oltremodo critico nei confronti delle ricostruzioni virtuali, e dal mio punto di vista di dilettante, amatore d'arte e antichità di vecchia scuola, codivido il tuo pensiero.

OT: intendiamoci, non sono critico per partito preso o contro qualsiasi ricostruzione, ci sono lavori anche eccellenti (e chissà perché nella mia impressione quelli riusciti meglio di solito sono quelli meno scenografici), mi piacerebbe che l'Utente di basso livello potesse ammirare senza farsi idee distorte (l'esperienza di queste cose insegna che quanto più l'utente è impreparato e tanto più focalizza esclusivamente su dettagli che l'incauto ricostruttore virtuale ha buttato là sovrappensiero, magari giusto per la necessità di riempire, i bambini poi da questo punto di vista non perdonano, capace che un certo modo di far chiudere i battenti di una porta o la particolare razza del cagnolino aggiunto per animare un po' la scena e renderla più simpatica siano le uniche cose recepite, ma recepite con una memoria visiva fortissima che probabilmente non si cancellerà più per tutta la vita).
D'altra parte mi piacerebbe che l'utente esperto avesse la possibilità di approfondire, trovando ben saldo il rimando ai "dati gerzzi" dei quali si diceva prima, vorrei che avesse la possibilità di chiedere . . . wow vedo che le pareti del terzo cubicolo a sinistra della domus romana le avete fatte gialle, mentre tutte le altre sono rosse, proprio come succede a Pompei nella Casa del Pincopallo, ma è una ipotesi per confronto oppure c'erano dati precisi anche in questo caso? dove posso cercare per approfondire? :P
E sottolineo che i professionisti e gli "amatori evoluti" in grado di porsi certe domande per fortuna sono sempre di più, nel tempo. Le ricostruzioni quindi dovrebbero essere all'altezza e non solo per esattezza, ma per possibilità di collegamento con i dati veri. Secondo me.
Odioso invece -ed è questo ciò contro cui sono irriducibilmente critico- quando di uno scavo archeologico la ricostruzione virtuale rappresenta la quasi totalità della documentazione disponibile o peggio ancora (e purtroppo sta cominciando a succedere) di quella esistente.

[QUOTE=archaeologica]
CITAZIONE
. . . Per quanto riguarda la documentazione di scavo, invece, da quanto mi dici siamo avanti.
. . .

Mi fa piacere sentirlo, d'altra parte stiamo parlando di un territorio che ha una tradizione importante in materia e una straordinaria capacità di cogliere il meglio dalle esperienze del resto d'Europa.

Temo però di dover precisare che anche noi eravamo avanti, fino a cinque o sei anni fa.
Poi ci sono stati macelli di ogni genere e una riforma che si sta rivelando particolarmente infelice. Ricadere indietro è stato maledettamente facile.
 
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29 replies since 17/2/2018, 16:43   658 views
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