| Il problema è che non si sa da quale fonte provengano tutti i materiali comparsi sul mercato a partire dal 2000, come dicono alcuni, o dal 2002, come dicono altri, compreso il citato lavoro.
Partiamo dai 16 frammenti del MOTB.
L'autore dell'articolo del National Geographic che ho citato alcuni interventi addietro scrive che Green ha affermato di averli acquistati da quattro privati differenti, uno dei quali è un antiquario di Gerusalemme, William Kando, debitamente autorizzato dall'autorità israeliana a vendere manufatti antichi.
L'articolista scrive di essere andato a intervistare quell'antiquario, che è l'ultimo esponente di una famiglia palestinese che da almeno 3 generazioni pratica questa attività e che nel passato si è dimostrata affidabilissima (parole dell'intervistatore...)
Ebbene, Kando ha consultato i suoi registri (l'autorità israeliana ne impone la tenuta, in forma addirittura digitale), ha trovato la registrazione della vendita a Green nel 2010 di 7 frammenti e ha affermato di essere sicuro che il materiale venduto a Green era assolutamente autentico (trascrivo quanto scritto nell'articolo: "Kando nega indignato che la sua famiglia possa aver venduto reperti falsi, suggerendo che i falsi possono essere arrivati da venditori meno raccomandabili".)
A questo punto, sarebbe necessario sapere esattamente cosa l'antiquario ha venduto (avere delle foto di quando i frammenti erano in suo possesso, per es.) e cosa significhi per lui "materiale autentico" perché, come ha dimostrato lo studio di cui stiamo dissertando, il supporto è autentico, trattandosi in 14 casi di pelle dell'epoca giusta, ma l'inchiostro non lo è. Di fatto, l'antiquario sembra adombrare il sospetto che Green abbia fatto esaminare materiale di cui il lotto vendutogli da lui non fa parte. Ma allora, il suo lotto dov'è finito? E poi, chi lo vendette a lui e da dove provenivano la persona e il materiale?
A proposito di quest'ultima domanda, penso proprio che il venditore non riveli mai chi è la persona che ha passato a lui il materiale e fornisca risposte vaghe o volutamente errate, quando le fornisce, sul luogo di provenienza.
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