Ostraka - Forum di archeologia

Una "guerra civile" all'origine dell'Iliade?, (una nuova - e discutibile - teoria)

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view post Posted on 31/7/2020, 13:51

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Intanto mi scuso - con Perseo in particolare - per non essere riuscita a fare gli approfondimenti sulla geo-politica anatolica che avevo promesso (a questo punto temo si slitterà a settembre).

Usekar: si, sei fuori tema, ma è comunque interessante. :D
Sono andata a sbirciare sul sito dedicato all'Età del Bronzo in Grecia (peraltro in inglese) realizzato da un vecchio partecipante a questo forum, ora non più presente, Lawagetas, che dedica particolare attenzione alle armi.
Alla voce Weapons/Others ho trovato anche una breve citazione di questi manufatti. Purtroppo l'unica informazione in più che fornisce è che dovrebbero arrivare da Oriente, forse dalla Bessarabia, ma non cita la fonte. Conoscendo la sua competenza (sia pure amatoriale) per le armi, potrebbe trattarsi di una sua ipotesi, basata su qualche analogia di materiali (peraltro mi sembra che citi nefrite e lapislazzuli) e/o forme.
 
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view post Posted on 31/7/2020, 15:35
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Bene, continuiamo con l'OT, Clitemnestra, tanto la discussione principale è ferma, in attesa di novità.

Che quei manufatti provengano dalla Bessarabia è plausibile fino ad un certo punto, provo a spiegare perché.

La Bessarabia è una regione oggi divisa tra Moldova e Ucraina.
Si tratta di una regione totalmente pianeggiante, compresa tra i fiumi Dnestr a est e Pruth a ovest e limitata dal Mar Nero a sud.

L'approvvigionamento locale di nefrite può essere avvenuto solo tramite ciottoli rinvenuti nel letto di questi fiumi, ma la lazurite di sicuro poteva provenire solo dalla Persia e la giadeite o dagli Urali o dall'Italia.

Il Dnestr e il Pruth nascono nei Carpazi e da lì può essere arrivata la serpentinite nefritica.

La fonte di giadeite più vicina si trova negli Urali Polari (in pratica, oltre il 64° parallelo, a circa 400 km dal Mare di Barents) e nessun fiume proveniente da quei monti raggiunge la Bessarabia.

La lazurite si trovava e si trova solo nella Persia.
Quindi, lazurite e giadeite possono essere arrivate in Bessarabia solo attraverso lunghi scambi commerciali, cosa peraltro non impossibile.

Non è da escludere anche che la giadeite arrivasse dall'affioramento di Pian del Re, nel Monviso: manufatti neolitici in giadeite proveniente da quella zona sono attestati a Varna, in Bulgaria, che non è molto distante dalla Bessarabia, da Varna al Pruth ci sono circa 300 km in linea d'aria.

Per concludere, che quei 4 manufatti provengano direttamente dalla Bessarabia non mi convince molto, che siano stati creati su modelli di qualità molto inferiore, come scritto nel sito del Museo Pushkin, provenienti dalla Bessarabia mi sembra molto più plausibile.
 
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view post Posted on 1/8/2020, 09:12
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Clitemnestra, mi puoi trascrivere l'indirizzo del sito di Lawagetas nel quale hai trovato quelle citazioni? Con l'inglese me la cavo benino, non credo di avere particolari problemi a leggerne il contenuto.

Cerco di spiegare meglio il mio punto di vista.

Non metto assolutamente in dubbio la competenza di Lawagetas in fatto di armi, anch'io sono un appassionato amatoriale dell'argomento giada nel Neolitico, nefrite o giadeite che sia, e questa mia passione l'ho portata fino all'estremo delle competenze che può raggiungere un "non accademico".

Quelle 4 accette-martello erano oggetti cerimoniali, non utensili né armi effettive (insisto a chiamarle accette perché tali sono per forma, l'ascia ha il taglio perpendicolare al manico, non parallelo, purtroppo gli archeologi sembrano ignorare questo particolare...)

Nella presentazione del Museo Pushkin si parla di derivazione della forma da armi vere, realizzate in bronzo.
Ecco quindi che Lawagetas ha ragione se parla di derivazione di quei 4 oggetti dalla forma di armi "vere", in bronzo o pietra che siano.
Esempi vengono anche da zone italiane, per es. tre accette di questo tipo, frammentate, sono state rinvenute nel livornese e sono attribuite all'Eneolitico.
Ma come nel caso di tutti gli esempi che conosco, si tratta di oggetti utilitaristici realizzati con pietre più o meno verdi, piròsseni serpentinitici circa un grado Mohs più teneri della giada nefrite e 1.5 della giada giadeite, se il serpentino è l'unico costituente, ancor più teneri se sono presenti altri minerali.
Oggetti simili mi risultano realizzati anche in selce, nell'Epipaleolitico.

Il primo problema è che praticamente tutte le teste d'ascia e d'accetta prodotte nel Neolitico non mostrano tracce d'uso, con pochissimissime eccezioni (lo so, pochissimissimo non è italiano, ma mi serve a rendere l'idea dell'esiguità del campione), per cui se ne è concluso che si sia trattato di oggetti che testimoniavano l'alto grado sociale del possessore/proprietario.
Tieni presente che si parla di decine di migliaia di reperti, solo quelli rinvenuti fuori d'Italia in giro per l'Europa e realizzati con la giadeite del Monviso sono più di 1800, nessuno dei quali mostra tracce d'uso.
Molti di essi sono stati sepolti in prossimità o all'interno di sorgenti d'acqua dolce, il che dimostrerebbe che erano legati al culto dell'acqua.
A questo proposito, sarebbe interessante conoscere il contesto nel quale Schliemann ha rinvenuto quei 4 reperti, temo però che non ci siano registrazioni in merito.

Il secondo, come ho accennato, riguarda l'approvvigionamento del materiale da parte di maestri artigiani della Bessarabia.
Per le 2 definite nefritoidi, cioè serpentiniti ad alto contenuto di nefrite, posso supporre non ci siano stati problemi, la giada nefrite è presente quasi ubiquitariamente nei fiumi di tutto il pianeta, sotto forma di ciottoli anche molto grossi.
I problemi li vedo per la giadeite e la lazurite o meglio il lapislazzuli, dato che si notano chiaramente nell'accetta azzurra macchie giallastre di materiale che lazurite non è, si parla di "matrice" di lapislazzuli.

Probabilmente, la presenza di un punto interrogativo nella descrizione dei materiali fornita dal Museo Pushkin sta a significare che non è stato condotto un esame degli stessi con un diffrattometro a raggi X, l'esame è stato condotto con sistemi ottici, che non sono precisissimi.
Quindi, quella definita "giadeite (?)" potrebbe anche essere giadeitite, cioè un minerale con più del 50% di giadeite ma meno del 75%, e ricca di eclogite.

Sia come sia, per come la vedo io il problema sta nel fatto che le rocce giadeitiche sono molto lontane dalla Bessarabia, così come quelle lazuritiche.
Pensa che lo stesso Fabergé, che produsse meravigliosi gioielli sia in nefrite che in giadeite, per la famiglia dell'ultimo zar, Nicola II, utilizzava la giadeite degli Urali Polari e la nefrite dell' Ussuri, fiume che segna per un tratto il confine tra Russia e Cina, all'estremo orientale della Siberia.
Non so se la Bessarabia sia stata al tempo un crocevia o un terminale del passaggio di vie commerciali, però per certo la Via della Seta terrestre passava per l'attuale Turchia e lo Stretto dei Dardanelli.
La nefrite lavorata in Cina nel III millennio a.C. proveniva dalla catena dei Monti Kunlun e dal letto dei grandi fiumi cinesi e raggiunse sicuramente il Turkestan, attraverso appunto la Via della Seta, che passava anche per la Persia. Quindi, trovo più probabile che lapislazzuli e nefrite siano arrivate a Hissarlik attraverso quella via commerciale.

Rimane il problema della giadeite, ignorata dai cinesi fino al 1750 d.C. circa.
Un accurato esame della composizione del minerale con il quale sono state realizzate le 4 accette-martello fornirebbe notizie più sicure sulla sua provenienza, ma si tratta di un esame invasivo, si dovrebbe prelevare un campione dall'interno del foro per sottoporlo ad una gascromatografia.
Tuttavia, la provenienza del materiale non ci direbbe poi molto su chi ha realizzato i 4 oggetti e dove... l'unica speranza è che in qualche altro luogo vengano rinvenute accette-martello di quel tipo, debitamente contestualizzate e realizzate con quella tecnica e quei materiali.

Scusa la pappardella...

Edited by Usékar - 1/8/2020, 14:29
 
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view post Posted on 1/8/2020, 10:42
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CITAZIONE (Usékar @ 1/8/2020, 10:12) 
Scusa la pappardella...

Nulla da scusare, si tratta di informazioni e considerazioni importanti!
 
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view post Posted on 1/8/2020, 13:28
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Chiedo scusa, nel rileggere la pappardella mi sono accorto di aver dimenticato qualcosa di importante all'interno di uno dei passaggi chiave.
Ecco il passaggio corretto, con evidenziato quanto mi sono scordato:
"Il primo problema è che praticamente tutte le teste d'ascia e d'accetta in giadeite prodotte nel Neolitico non mostrano tracce d'uso, con pochissimissime eccezioni (lo so, pochissimissimo non è italiano, ma mi serve a rendere l'idea dell'esiguità del campione), per cui se ne è concluso che si sia trattato di oggetti che testimoniavano l'alto grado sociale del possessore/proprietario accanto al quale erano state sepolte.
E questo vale anche per moltissime teste di ascia e accetta in serpentino "pulito", soprattutto se di dimensioni notevoli, oltre i 10 cm di lunghezza, che parimenti non mostrano alcuna traccia d'uso.
"
 
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view post Posted on 1/8/2020, 16:01

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Voilà, ecco il sito in questione: www.salimbeti.com/micenei/

Comunque a mio avviso siamo fuori tema solo parzialmente, perché l'approfondimento delle rotte commerciali che avevano come punto di snodo Troia direi che aiuta a collocare nel giusto contesto anche uno scontro tra popolazioni anatoliche ed egee per il loro controllo.

Paradossalmente una passione specialistica come la tua può aprire nuovi scorci proprio per la rarità del materiale (che non credo
sia stato analizzato nel dettaglio, come ipotizzi anche tu). La Persia mi sembra un'origine plausibile alla luce delle rotte commerciali (che comunque vado a rivedermi), anche se il Monviso rappresenta un'ipotesi sfiziosa. So ad esempio che i Micenei avevano rapporti commerciali con l'Italia, vado a rivedermi fino a che altezza arrivavano. Comunque, se dici che si è trovato materiale proveniente dal Monviso in siti non così lontani da Troia già questo lo rende plausibile.

Se riesco in giornata a documentarmi un po', l'argomento credo si legherà anche a quello delle alleanze geo-politiche...
 
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view post Posted on 1/8/2020, 16:43

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CITAZIONE (Usékar @ 31/7/2020, 14:39) 
Ho pubblicato tutto questo in questa discussione perché sono venuto a conoscenza dell'esistenza di queste 4 accette solo dopo aver letto l'articolo di Godart da cui la discussione ha avuto inizio.
O meglio, avevo letto qualche accenno a oggetti in nefrite rinvenuti da Schliemann e li avevo cercati, senza risultato. La giusta chiave di ricerca me l'ha data quanto scritto nell'articolo, nel riquadro "non tutti sanno che".
Le informazioni del Museo Pushkin affermano che accette di quel tipo, datate alla seconda metà del III millennio a.C., sono note, ma sono di qualità decisamente inferiore.

Personalmente, studio la lavorazione delle pietra verde pulita da più di 25 anni e non ne avevo mai sentito parlare prima d'ora.
E in effetti la cosa non deve essere molto nota, dato che Lama_su, uno dei fondatori di questo forum, ancora 7 anni fa mi chiese se avevo notizie dell'utilizzo della pietra verde pulita in area Egea e/o Anatolica, notizie che lui andava cercando da tempo. E dceg credo che capisca bene che se non ne sapeva nulla Lama_su, la cosa non doveva essere proprio notissima nemmeno nell'ambito accademico.

Se qualcuno dei lettori ha ulteriori notizie in merito, mi piacerebbe ne trascrivesse gli estremi. Grazie.

Se poi sollevando la questione dei reperti in giadeite a Troia riuscissimo a fare riaffacciare Lama Su al Forum sarei la donna più felice del pianeta! Mi manca tantissimo...senza nulla togliere a tutti gli altri partecipanti. :]
 
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view post Posted on 1/8/2020, 17:07
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Nel piccolo ma interessante museo archeologico di Torcello ci sono alcuni, pochi, reperti micenei rinvenuti nella laguna veneta, che però a detta di un'esperta (anche se non direttamente di quell'ambito, era direttrice di un museo friulano) sarebbero alquanto controversi. Purtroppo non ho potuto approfondire con lei l'argomento. Se davvero testimoniano di contatti tra l'alto Adriatico e la civiltà micenea la provenienza di materiale litico dal Monviso, seguendo il corso del Po, sarebbe una reale possibilità.
 
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view post Posted on 1/8/2020, 17:18

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Confermo il riscontro.
Ho controllato su "I Micenei" di Cultraro che a pag. 227 dice: "Più a nord l'altro grande bacino di diffusione delle ceramiche egee è la pianura orientale padana, dove in alcuni siti tra il Po e l'Adige (Frattesina, Villa Bartolomea, Castello del Tartaro, Fondo Paviani) sono stati recuperati frammenti di ceramica micenea del TE IIIB e IIIC:I."

Ecco, al limite il problema è questo: parliamo di 1.340-1.140 a.C.: circa mille anni dopo rispetto alla collocazione temporale dei reperti di cui parla Usekar! :D
 
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view post Posted on 1/8/2020, 20:05
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Da pochi giorni è stata confermata l'origine nuragica di alcuni manufatti rinvenuti a Cipro e a Creta, databili nel caso di 5 scodelline di Cipro al bronzo recente, cioè c. 1360 - 1200 a.C.
Anche qui, siamo circa un millennio troppo avanti rispetto alle 4 accette - martello.

Vasi micenei sono stati rinvenuti in giro per la Sicilia e la Puglia (www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1983_act_67_1_2458), frammenti nell'alto Lazio e in Sardegna (ibid.) e nei pressi di Legnago, prov. di Verona e molto vicina alla citata Villa Bartolomea (ibid.)
Ma anche qui, i reperti più antichi risalgono al XVI sec. a.C.

Più antica è invece la prima diffusione delle tecniche di trattamento dei metalli, che probabilmente iniziarono nell'Egeo e arrivarono sulle coste tirreniche alla fine del IV millennio a.C. o all'inizio del III, vedi cultura di Rinaldone, per diffondersi poi nelle aree di influenza etrusca (Remedello e Spilamberto, www.archeoagordo.it/23/guilaine-seconda%20parte.htm).
Se si ammette l'ipotesi iniziale, cioè la diffusione delle tecniche di lavorazione del rame e del bronzo dall'Egeo verso ovest, rotte commerciali dall'Egeo al Tirreno dovevano esistere già almeno dall'inizio del III millennio a.C.

Mi fermo qui, perché non è certo il mio campo e non voglio scrivere fesserie.

Ah, dimenticavo.
La Persia era ed è fornitrice di lazurite/lapislazzuli, in pratica tutti gli oggetti di questo minerale rinvenuti ad occidente di essa sono stati realizzati con materiale proveniente da costaggiù, dai reperti rinvenuti nella tomba di Tut alla grande sfera che si vede sopra un altare della Chiesa del Gesù a Roma, il più grande pezzo di lapislazzuli conosciuto.
Non mi risulta, invece, che sia stata fornitrice di nefrite, solo che la Via della Seta terrestre passava per quella zona, quindi se la nefrite di 2 delle 4 accette fosse di origine cinese, quasi sicuramente dalla Persia sarebbe passata.

Per quanto riguarda la provenienza della giadeite, per motivi legati alla sua formazione essa è diffusa a macchie di leopardo, in zone ben identificate e molto circoscritte. Ecco perché ho citato l'affioramento del Monviso, sfruttato sin dal Neolitico (in Italia ce n'è un altro, sulle Alpi Liguri, monte Beigua in particolare, ma il minerale è di qualità molto inferiore) e gli Urali Polari: sono le zone più vicine alla Moldova e alla Troade dove sono presenti affioramenti di buon minerale di giadeite. Se ne trova poco e di bassa qualità anche in Polonia, nella Slesia, ma per quanto mi risulta si tratta di materiale molto scadente.

Edited by Usékar - 2/8/2020, 06:37
 
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view post Posted on 1/8/2020, 20:50

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Intanto, per tornare sul filone principale, ho ripreso in mano il testo della Stella da me precedentemente citato.
Senza entrare per ora nel merito specifico della geo-politica egeo-anatolica (per la quale mi ripropongo di consultare il più recente "I Troiani e i popoli limitrofi" di Trevor Brice, del 2006, ed. italiana del 2009), mi sembra interessante annotare queste sue considerazioni relative al catalogo troiano delle navi in Iliade: "La coalizione antiegiziana raccolta intorno al sovrano ittita alla battaglia di Kadesh offre il più cospicuo esempio di così vasta ealleanze a quell'epoca. A fianco di Muwatallis sono schierati, oltre le milizie degli stati siriaci, contingenti di alleati dell'Anatolia occidentale, in parte gli stessi che combattono a Troia. Si possono citare anche la coalizione raccolta contro l'impero ittita da Arzawa [regno dell'Anatolia nord occidentale], e quella, probabilmente molto più antica, di Assuwa che mobilita ventidue stati anatolici."

Le fonti egizie per la battaglia di Kadesh indicano "la presenza di Dardani (drdny) fra i contingenti militari delle forze alleate anatoliche schierate in campo ittito contro l'Egitto" oltre a Masa/Misi, Lukki/Lici, Karkisha/Cari, Pedasa/Pedaso tutti presenti nel catalogo degli alleati dei troiani in Iliade.

Stella ritiene possibile un'esagerazione delle forze antiachee in campo in Iliade, anche inserendo dei paesi per colmare lacune geografiche nell'elenco. A suo avviso si tratterebbe però di amplificazioni "precedenti al nuovo insediamento di colonie greche in Asia Minore fra i secoli IX e VIII", precisando in nota che "altrimenti non si spiegherebbe la mancata menzione di città ioniche dell'importanza di Colofone ed Efeso e di città dell'Eolide". Inoltre a suo avviso i Greci di età omerica "non potevano più avere idea alcuna della possibilità storica di simili coalizioni".

Altre importanti considerazioni, centrate per il tema di questa discussione, sono quelle che Stella fa a livello antropologico: "A mio avviso nell'Iliade il carattere anellenico, ed in definitiva anatolico, del mondo troiano rispetto al mondo "acheo" si rivela, nonostante i travestimenti poetici e la distanza dagli eventi, nell'armatura, nel costume, ma particolarmente nel culto e nel rituale funerario [...]".

Sul costume, sottolinea il ruolo della regina Ecuba, che echeggia "la particolare importanza della regina ittita".
"Risponde poi stranamente a prescrizioni del diritto familiare ittita l'offerta di restituire la sposa (Elena) con tutte le ricchezze della sua dote nuziale, e l'imposizione ad Elena stessa di sposare dopo la morte di Paride suo fratello Deifobo." Sostanzialmente il levirato, che impone alla vedova di sposare il fratello del defunto marito, diffuso in vari paesi del Vicino Oriente (attestato presso gli Ittiti).

Sulla religione, sottolinea come il giuramento sugli Dei che precede il duello tra Paride e Menelao viene fatto anche su Sole, Fiumi e Terra, antiche divinità anatoliche chiamate di frequente a testimoni di patti giurati nei trattati ittiti.

Sui rituali funerari, la Stella parla di "testi religiosi da Boghazkoi, che descrivono un complesso rituale funerario ittita di cremazione da celebrarsi in quattordici giorni per il Re, la Regina o altri personaggi della dinastia reale del XIV-XIII secolo a.C." I funerali di Ettore durano 12 giorni. Anche per i funerali dei reali ittiti è previsto il trasporto su un carro trainato da muli, come avviene per Ettore. In entrambi i rituali è prevista la lamentazione delle prefiche con canto e musica per vari giorni presso il letto del defunto. E la musica è con strumenti a corde "in contrasto con l'uso funerario greco."
La pira funebre di Ettore viene in entrambi i casi spenta all'alba con vino (con birra e vino viene spento dalle donne all'alba, nel rituale per i reali ittiti). Le ossa del defunto vengono raccolte e avvolte in panni prima di venire raccolte nell'urna (con alcune varianti). Le spoglie vengono poi accompagnate in entrmabi i casi con canti rituali in una tomba reale pre-esistente: una casa di pietra per i reali ittiti e una tomba a fossa chiusa da blocchi di pietra e ricoperta da un tumulo per i reali ittiti.

Per ora mi fermo qui.
 
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view post Posted on 2/8/2020, 10:24
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Io sono "costretto" a continuare a parlare di minerali, asce e accette... con qualche divagazione sulle rotte commerciali...

Inizio correggendo un errore abbastanza grave, purtroppo non sempre controllo i "dati" che ho in memoria con i documenti scritti.
I giacimenti di lazurite/lapislazzuli noti da circa 6000 anni e dai quali proviene tutto il minerale lavorato fino a relativamente poco tempo addietro si trovano nella regione afghana del Badakhshan, la stretta e lunga lingua dell'attuale Afghanistan che si incunea tra Tagikistan e Pakistan, quindi molto più a est della Persia.
Attualmente, viene estratta anche da miniere situate attorno al Lago Baikal, in California e Colorado e in Cile.
Il minerale afghano è comunque ancor oggi il migliore in assoluto.

Celebre è lo stendardo di Ur, intarsiato di lapislazzuli e conchiglie, datato 2500 a.C. circa.
Oltre allo stendardo, la Mesopotamia ha restituito numerosi reperti in lapislazzuli e non è poi così lontana dalla Troade. Come datazione, ci saremmo.

Il lapislazzuli veniva commercializzato dai Fenici, in particolare dalla città di Tiro che aveva laboratori nei quali il minerale veniva finemente macinato per produrre il celebre pigmento da cui si otteneva il blu oltremare, utilizzato dai pittori di tutta l'antichità, fino quasi ai nostri giorni.
Nel Medioevo venne utilizzato anche il minerale di azzurrite (da non confondersi con la lazurite), finemente macinato, che dava un coloro azzurro intenso ma si dimostrò molto meno stabile.
Solo in tempi relativamente recenti si diffuse il pigmento blu ricavato dalla fermentazione dei petali di un particolare iris, proveniente dalla Persia.
Poi venne la chimica tedesca, con l'anilina...

Veniamo all'accetta-martello bluastra di Troia IIg.
Credo non ci siano dubbi sul fatto che il minerale di cui è costituita sia lapislazzuli, dato che presenta le caratteristiche chiazze giallastre di calcite, tipiche della lazurite "infiltrata" appunto dalla calcite.
In questo caso, credo proprio che un esame ottico sia sufficiente per determinarne il minerale, non penso siano necessari altri esami, l'aspetto della superficie levigata è troppo caratteristico.
Altrettanto indubbia credo sia la sua provenienza dai giacimenti afghani.

Il minerale costituente le due accette definite nefritoidi, cioè serpentinite nefritica, potrebbe provenire da ciottoli dei fiumi dell'Anatolia, nei quali è presente. Attualmente, in Anatolia sono attive miniere di nefrite.

Sulla giadeite mi sono già dilungato, confermo che almeno due celts (per i non archeologi, celt si può tradurre con ascia, accetta o scalpello) in giadeite del Monviso sono presenti nella neolitica tomba 43 di Varna I, in Bulgaria, che ha restituito anche circa 5kg di oggetti in oro, il tutto datato alla II metà del V millennio a.C. (vedi https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...3%A9cropole.jpg si tratta degli oggetti trapezoidali, uno molto grande tra i femori, l'altro ben più piccolo alla dx del bacino)

Ho letto le poche righe scritte da Lawagetas a proposito dei 4 reperti troiani e non mi trovo d'accordo.
Trascrivo la traduzione dell'ultimo capoverso
"Sia i materiali esotici che l'elegante artigianato suggeriscono che questi probabilmente provengono da molto più a est, forse dalla Bessarabia".

La Bessarabia si trova circa 150 km più a est della Troade, quindi non molto più a est. Invece, si trova circa 600 km più a nord.
Non conosco e non sono finora riuscito a trovare esempi di accette-martello prodotti sicuramente in Bessarabia, né in pietra né in bronzo/rame. Anche Lawagetas porta esempi di armi pertinenti alle sole culture greche soprattutto micenee dell'età del bronzo. Bisognerebbe sapere da dove ha ricavato la sua idea, visto che la via del commercio del lapislazzuli presumibilmente prima di arrivare in Bessarabia passava per la Troade.

Questo pdf http://www.quaderni.archeofriuli.net/wp-co...ra_levigata.pdf tratta dell'argomento, ma se ben capisco, si tratta di teste d'accetta dalla forma molto squadrata, soprattutto nel tallone.
Però a pag. 5 si trova questo interessante passo, che copio e incollo:
"Alcuni di questi strumenti si differenziano dai nostri per una caratteristica
curvatura del corpo a forma di navicella rovescia, forma questa che è molto comune in tutto il nord Europa e particolarmente nella penisola scandinava.
Nell'Europa Settentrionale questo attrezzo aveva probabilmente anche funzioni rituali data la grande raffinatezza di lavorazione che si riscontra in diversi esemplari che sono interamente levigati e lucidati a specchio, con una perfetta simmetria e decorati con bugne, cerchietti e motivi geometrici.
"

Mentre numerosi esemplari di asce/accette-martello di forma squadrata sono riportati un po' in tutta Italia, alla pagina successiva del pdf si riporta che un reperto, simile per forma ai 4 di Troia, si trova nel Museo di Ascoli Piceno, presumo intenda il Museo Archeologico Statale.


Cerca cerca cerca, sono arrivato a quella che gli antichi greci chiamavano sagaris, arma progenitrice di quella che noi oggi chiamiamo ascia d'armi o scure d'arcione.
Era un'arma utilizzata dai cavalieri nomadi delle steppe eurasiatiache e dell'altipiano dell'attuale Iran, in pratica Sciti, Medi, Persiani, Parti e forse Tocari, al di là delle leggendarie Amazzoni che secondo Diodoro Siculo utilizzavano anch'esse la sagaris.
I reperti più numerosi pare attestino che da un lato avesse lama curva d'accetta, dall'altro il becco di piccone, ma ne sarebbero stati rinvenuti esemplari con il "becco" a bottone, simili quindi alle nostre 4.
Non sono per ora arrivato a trovare letteratura ed immagini specifiche in merito, ma se è presente in reperti iraniani e tocari, ben si può spiegare l'origine dei quelle troiane, soprattutto di quella in lapislazzuli.

Che nei corredi delle mummie del Taklamakan siano state trovare celts in giada, ne sono sicuro, ho almeno una foto in archivio. Non ricordo se si tratta di nefrite o giadeite, più probabilmente nefrite data la vicinanza del bacino del Tarim/Taklamakan con la catena del Kunlun. Vedrò di controllare.

Per ora, mi fermo.
 
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view post Posted on 2/8/2020, 11:45
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M'ero un po' meravigliato della provenienza persiana del lapislazuli, in quanto ricordavo che i giacimenti noti nell'antichità fossero in Afghanistan, ma, data la tua competenza e la mia incompetenza, non ho reagito. Sono contento però che la tua correzione abbia confermato quanto ricordavo.
 
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view post Posted on 2/8/2020, 12:54
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Eeeeeh, cosa vuoi, anche gli shamani hanno dei limiti... :rolleyes: :lol: :lol: :lol:
ma hanno anche poche certezze, per cui prima o poi controllano... ;)
 
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view post Posted on 2/8/2020, 13:48

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Molto interessante quello che scrive Usekar. A me, visivamente, quelle accette ricordano qualcosa. Proverò (dopo l'estate ormai), a controllare sul catalogo di una mostra sugli Sciti che si tenne a Milano.

Resta un problema: da quel che ho letto su internet, le prime tracce degli Sciti risalgono al XIX secolo. Torna quindi il problema della datazione del ritrovamento. A meno che l'attribuzione al livello Troia IIG non sia discutibile...

In compenso in Stella ho trovato riscontro di commerci tra Vicino Oriente e Russia Meridionale (ossia l'area nord-pontica e caucasica poi occupata dagli Sciti) almeno dal 2.000 a.C.

Infine, Lawagetas mi ha detto che l'ipotesi Bielorussia l'ha tratta da un testo, di cui al momento non sapeva darmi gli estremi.
 
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