Io sono "costretto" a continuare a parlare di minerali, asce e accette... con qualche divagazione sulle rotte commerciali...
Inizio correggendo un errore abbastanza grave, purtroppo non sempre controllo i "dati" che ho in memoria con i documenti scritti.
I giacimenti di lazurite/lapislazzuli noti da circa 6000 anni e dai quali proviene tutto il minerale lavorato fino a relativamente poco tempo addietro si trovano nella regione afghana del Badakhshan, la stretta e lunga lingua dell'attuale Afghanistan che si incunea tra Tagikistan e Pakistan, quindi molto più a est della Persia.
Attualmente, viene estratta anche da miniere situate attorno al Lago Baikal, in California e Colorado e in Cile.
Il minerale afghano è comunque ancor oggi il migliore in assoluto.
Celebre è lo stendardo di Ur, intarsiato di lapislazzuli e conchiglie, datato 2500 a.C. circa.
Oltre allo stendardo, la Mesopotamia ha restituito numerosi reperti in lapislazzuli e non è poi così lontana dalla Troade. Come datazione, ci saremmo.
Il lapislazzuli veniva commercializzato dai Fenici, in particolare dalla città di Tiro che aveva laboratori nei quali il minerale veniva finemente macinato per produrre il celebre pigmento da cui si otteneva il blu oltremare, utilizzato dai pittori di tutta l'antichità, fino quasi ai nostri giorni.
Nel Medioevo venne utilizzato anche il minerale di azzurrite (da non confondersi con la lazurite), finemente macinato, che dava un coloro azzurro intenso ma si dimostrò molto meno stabile.
Solo in tempi relativamente recenti si diffuse il pigmento blu ricavato dalla fermentazione dei petali di un particolare iris, proveniente dalla Persia.
Poi venne la chimica tedesca, con l'anilina...
Veniamo all'accetta-martello bluastra di Troia IIg.
Credo non ci siano dubbi sul fatto che il minerale di cui è costituita sia lapislazzuli, dato che presenta le caratteristiche chiazze giallastre di calcite, tipiche della lazurite "infiltrata" appunto dalla calcite.
In questo caso, credo proprio che un esame ottico sia sufficiente per determinarne il minerale, non penso siano necessari altri esami, l'aspetto della superficie levigata è troppo caratteristico.
Altrettanto indubbia credo sia la sua provenienza dai giacimenti afghani.
Il minerale costituente le due accette definite nefritoidi, cioè serpentinite nefritica, potrebbe provenire da ciottoli dei fiumi dell'Anatolia, nei quali è presente. Attualmente, in Anatolia sono attive miniere di nefrite.
Sulla giadeite mi sono già dilungato, confermo che almeno due celts (per i non archeologi, celt si può tradurre con ascia, accetta o scalpello) in giadeite del Monviso sono presenti nella neolitica tomba 43 di Varna I, in Bulgaria, che ha restituito anche circa 5kg di oggetti in oro, il tutto datato alla II metà del V millennio a.C. (vedi
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...3%A9cropole.jpg si tratta degli oggetti trapezoidali, uno molto grande tra i femori, l'altro ben più piccolo alla dx del bacino)
Ho letto le poche righe scritte da Lawagetas a proposito dei 4 reperti troiani e non mi trovo d'accordo.
Trascrivo la traduzione dell'ultimo capoverso
"Sia i materiali esotici che l'elegante artigianato suggeriscono che questi probabilmente provengono da molto più a est, forse dalla Bessarabia".
La Bessarabia si trova circa 150 km più a est della Troade, quindi non molto più a est. Invece, si trova circa 600 km più a nord.
Non conosco e non sono finora riuscito a trovare esempi di accette-martello prodotti sicuramente in Bessarabia, né in pietra né in bronzo/rame. Anche Lawagetas porta esempi di armi pertinenti alle sole culture greche soprattutto micenee dell'età del bronzo. Bisognerebbe sapere da dove ha ricavato la sua idea, visto che la via del commercio del lapislazzuli presumibilmente prima di arrivare in Bessarabia passava per la Troade.
Questo pdf
http://www.quaderni.archeofriuli.net/wp-co...ra_levigata.pdf tratta dell'argomento, ma se ben capisco, si tratta di teste d'accetta dalla forma molto squadrata, soprattutto nel tallone.
Però a pag. 5 si trova questo interessante passo, che copio e incollo:
"
Alcuni di questi strumenti si differenziano dai nostri per una caratteristica
curvatura del corpo a forma di navicella rovescia, forma questa che è molto comune in tutto il nord Europa e particolarmente nella penisola scandinava.
Nell'Europa Settentrionale questo attrezzo aveva probabilmente anche funzioni rituali data la grande raffinatezza di lavorazione che si riscontra in diversi esemplari che sono interamente levigati e lucidati a specchio, con una perfetta simmetria e decorati con bugne, cerchietti e motivi geometrici."
Mentre numerosi esemplari di asce/accette-martello di forma squadrata sono riportati un po' in tutta Italia, alla pagina successiva del pdf si riporta che un reperto, simile per forma ai 4 di Troia, si trova nel Museo di Ascoli Piceno, presumo intenda il Museo Archeologico Statale.
Cerca cerca cerca, sono arrivato a quella che gli antichi greci chiamavano sagaris, arma progenitrice di quella che noi oggi chiamiamo ascia d'armi o scure d'arcione.
Era un'arma utilizzata dai cavalieri nomadi delle steppe eurasiatiache e dell'altipiano dell'attuale Iran, in pratica Sciti, Medi, Persiani, Parti e forse Tocari, al di là delle leggendarie Amazzoni che secondo Diodoro Siculo utilizzavano anch'esse la sagaris.
I reperti più numerosi pare attestino che da un lato avesse lama curva d'accetta, dall'altro il becco di piccone, ma ne sarebbero stati rinvenuti esemplari con il "becco" a bottone, simili quindi alle nostre 4.
Non sono per ora arrivato a trovare letteratura ed immagini specifiche in merito, ma se è presente in reperti iraniani e tocari, ben si può spiegare l'origine dei quelle troiane, soprattutto di quella in lapislazzuli.
Che nei corredi delle mummie del Taklamakan siano state trovare celts in giada, ne sono sicuro, ho almeno una foto in archivio. Non ricordo se si tratta di nefrite o giadeite, più probabilmente nefrite data la vicinanza del bacino del Tarim/Taklamakan con la catena del Kunlun. Vedrò di controllare.
Per ora, mi fermo.