| Quella statuetta risale a circa il 900 a.C. e ritrae uno shamano della pioggia. È stata realizzata in giadeite, senza l'ausilio di strumenti in metallo, quindi per la sua creazione è stato necessario un lungo e paziente lavoro, dato che la giadeite ha una durezza notevole, circa 7.5 nella scala di Mohs. Ne consegue che ogni più piccolo particolare, ricavato in bassorilievo o inciso, ha richiesto tempo, fatica e abilità da parte di chi l'ha realizzato, per cui DEVE avere un significato.
Ormai siamo andati o sono andato io abbondantemente OT, per cui ti spiego il significato di alcuni elementi e particolari della statuetta, che rientrano pur sempre nel campo della simbologia, che in fin dei conti è uno degli elementi di questa conversazione.
Forse devo iniziare con il darti una veloce idea di chi fossero gli Olmechi. Si tratta di una popolazione stanziata negli attuali stati messicani di Veracruz, Tabasco e Oaxaca, che espresse la sua cultura tra il 1200 e il 400 a.C.
Inizio dalla testa, che ha una forma che noi europei troviamo strana. Era usuale, tra gli Olmechi di alto rango sociale, in particolare quelli destinati sin dalla nascita alla pratica sacerdotale/shamanica, deformare il cranio dei neonati, per dargli quella particolare forma, che si chiama "deformazione craniale tabulare eretta".
I tratti del viso, in particolare la bocca, richiamano quelli della faccia del giaguaro, l'animale totemico degli Olmechi, dei Maya, degli Aztechi, oltre che di altre popolazioni della Mesoamerica precolombiana.
Il segno a forma di rettangolo con un solco a V, che si vede al centro della cintura, è la rappresentazione di un chicco di mais e nello stesso tempo del solco nel quale lo stesso viene seminato.
La statuetta venne rinvenuta nel 1932, quando della cultura degli Olmechi si conosceva ancora nulla, e purtroppo è decontestualizzata, quindi all'inizio si credette fosse un uomo-farfalla. Solo quasi 50 anni più tardi, studiando una serie di reperti in giadeite e di bassorilievi su roccia, si comprese che quelle che sembrano ali sono in realtà nuvole cariche di pioggia.
Gli Olmechi, come i Maya e tutti i popoli della Mesoamerica, vivevano in una zona dal clima monsonico, caratterizzato da due sole stagioni, quella della pioggia e quella secca. Durante la stagione secca, che dura circa 6 mesi, il terreno si asciuga fino a un punto tale da essere duro quasi come l'argilla cotta e si frantuma in grosse zolle. Quindi non si può coltivare alcunché, l'unica fonte di cibo disponibile è la foresta tropicale secca, oltre al mais immagazzinato. Inoltre, scarseggia ovviamente l'acqua dolce potabile. Per questo motivo la stagione delle piogge veniva attesa con ansia e gli individui che erano educati sin dall'infanzia a scorgere i segni del suo imminente arrivo godevano di altissima considerazione, Dovevano imparare, per esempio, a scorgere nel cielo notturno o crepuscolare il momento della levata eliaca di alcuni astri, in particolare di Venere, a conoscere la direzione di alcuni particolari venti etc. etc. Tutto questo in preparazione dei lavori agricoli necessari a piantare e far crescere il mais, loro principale alimento assieme alle zucche e ai fagioli.
Quindi nella statuetta sono rappresentati gli elementi essenziali che definiscono il soggetto rappresentato come un sacerdote-shamano legato alle pratiche propiziatorie per ottenere in abbondanza l'alimento principale: - la forma della testa dice che è un sacerdote-shamano - la bocca dice che il suo alter-ego è il giaguaro, animale notturno il cui manto maculato era considerato la rappresentazione in terra del cielo stellato - le appendici sul dorso sono nuvole cariche di pioggia - al centro della cintura sta il seme del mais con il segno del solco per la sua semina.
Mi sembra sufficiente, ci sono altri particolari, la posizione di braccia e mani, gli altri segni sulla cintura, ma per essere spiegati richiedono una trattazione ancor più lunga, che non è necessaria per capire l'essenza del messaggio trasmesso da questa figurina.
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