Anche in America latina si produce una birra tipica, chiamata chicha, frutto della fermentazione del mais maltizzato.
Pare sia nata almeno 5000 anni fa in Perù, dove viene chiamata chicha de jora, cioè chicha di malto di mais, per distinguerla dalla chicha morada che è una bevanda analcolica prodotta con buccia d'ananas e chiodi di garofano.
Di una persona che è "insipida", si dice
"Usted no es nada, ni chicha ni limonada!"
Narra la leggenda che un giovane doveva sorvegliare un edificio di assi e canne, nel quale erano immagazzinati molti choclos, le pannocchie di mais.
Il giovane si addormentò profondamente e mentre dormiva si scatenò un temporale, durante il quale un fulmine colpì l'edificio e lo incendiò.
L'incendio si spense sotto l'acquazzone, ma il calore già aveva provocato la maltizzazione di un bel po' di cariossidi di mais, divenute a quel punto joras.
L'acqua fece fermentare le joras, le cariossidi maltizzate, per cui dall'ammasso di choclos semicombusti scese un rivolo di bevanda frizzante e leggermente alcolica.
Il giovane, svegliato dai tuoni, una volta cessata la pioggia, pensò di assaggiare il liquido che vedeva sgorgare dalle joras, gli piacque, ne bevve un bel po' e si prese una solenne sbronza.
Fin qui la leggenda.
Vediamo come viene prodotta ancor oggi la chicha de jora in famiglia.
Si inizia arrostendo le cariossidi di mais appena raccolto, ancora tenero e non essiccato, al fine di trasformarne in malto l'amido che il seme contiene.
A questo punto, le donne della famiglia le masticano e le insalivano per bene, sputando poi il bolo in un contenitore che altro non è che una metà di grande zucca, in precedenza svuotata e ben essiccata.
Una volta terminata l'operazione, si lascia fermentare il tutto per 5 giorni, dopodiché il liquido viene filtrato e una volta bollito, è pronto per il consumo.
Essere invitati dalla famiglia a consumare la chicha de jora così prodotta è un grande onore, al quale non si dovrebbe assolutamente opporre un rifiuto, dato che si tratta di una dichiarazione di amicizia e stima.
Mio padre visse molti anni in Perù e venne più volte invitato a feste familiari nel corso delle quali la chicha autoprodotta veniva servita in quantità, e la trovò gradevole.
Mi raccontò anche che le donne anziane e sdentate erano considerate le produttrici della chicha migliore, perché masticavano il mais con le gengive, quindi più "dolcemente" e più a lungo delle donne giovani, che invece masticavano con i molari...
Nota: non si conosce il perché sia entrato nell'uso chiamare pannocchie i frutti completi della pianta del mais, dato che in realtà, botanicamente parlando, si tratta di spighe
https://www.vitaincampagna.it/orto/domande...le-e-una-spiga/