Ostraka - Forum di archeologia

Mistero antiche culture del Nord America precolombiano, I nativi incontrati dagli invasori europei erano eredi di grandi culture scomparse da poco

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view post Posted on 13/11/2021, 17:30
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Carissimo Usékar,
leggendo questo tuo bellissimo trattato, ed in particolare l‘ultimo capitolo mi vengono da fare due osservazioni: i miti degli indigeni americani presentano, e questo lo avevo notato anche in altri miti, non solo quelli da te esposti, degli elementi che non esiterei a definire umoristici, in cui compare anche l figura del folle, cosa che non mi pare si riscontri, se non molto raramente (Bubo) nei miti europei.
La seconda osservazione riguarda una certa analogia stilistica tra le raffigurazioni che hai citato e quelle Maya. Non voglio dire che ci sia un rapporto diretto, ma vi è un modo comune di rappresentare anche qui assai diverso dai modi europei, che tendono a isolare le figure mentre queste rappresentazioni americane tendono ad inserire le figure in un contesto rappresentativo-decorativo che oltre tutto, quasi per horror vacui, tende ad occupare tutta la superficie disponibile.
Dico sciocchezze?
 
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view post Posted on 13/11/2021, 20:01
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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No, sono osservazioni che a tutti quelli che si avvicinano seriamente alle culture amerinde capita di fare.

Il folle, il diverso, nel senso di colui che nel mio dialetto, traduco in italiano, "non è come un altro", tra gli amerindiani delle grandi pianure del nord America era considerato il toccato dalla divinità, perciò veniva rispettato e se non era proprio totalmente alienato, veniva quasi equiparato a uno shamano.

Per quanto riguarda l'arte/artigianato dei Maya, escludendo poche eccezioni, ad esempio il grande pittore di vasi Aj Maxam, uno dei pochi di cui conosciamo il glifo-firma, effettivamente si parla spesso di horror vacui.

Nelle culture mississippiani si trovano altri collegamenti con il pensiero dei Maya e dei loro predecessori Olmechi.
Ho citato l'esempio del consumo ai fini purificatorii di una bevanda tratta della fermentazione di un erbaggio, nel quale era presente l'Ilex vomitoria, ma non è l'unico.
Un altro esempio si trova a volte è nel dettaglio della testa dell'Uomo Uccello - Falco pellegrino, come in questo caso
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...n_HRoe_2012.jpg

l'uomo indossa una maschera di rapace, attraverso la quale si vede il volto umano.
Si tratta del cosiddetto "effetto maschera ai raggi x" che si ritrova anche nella rappresentazione di sovrani-sacerdoti-shamani Maya e Olmechi, vedi per es. la stele 11 di Kaminaljuyù, Guatemala
https://publishing.cdlib.org/ucpressebooks...nb536_00026.gif
o questo dipinto olmeca, dalla grotta di Oxtotitlan, qui il disegno riproduttivo
www.latinamericanstudies.org/olmec/oxtotitlan-3.jpg
e qui come oggi si presenta l'originale
www.famsi.org/research/grove/images/fig03c.jpg
Come si vede in quest'ultimo esempio, gli Olmechi, ma anche i Maya, avevano ben presente l'idea dell'Uomo-Uccello come essere superiore.

Tuttavia, certamente non ci possono essere stati contatti tra Mississippiani e Olmechi, gli Olmechi cessarono di esister,e come cultura, nel 400 a.C., quindi 1000 anni prima della "nascita" della cultura mississippiana.
Benché la società Maya del Periodo Classico sia terminata nel 900 d.C., la "condivisione" della rappresentazione dell'Uomo-Uccello e del personaggio importante che indossa la "maschera ai raggi X" nonché il consumo di una bevanda con effetti psicotropi tratta dalla stessa pianta, non sono sufficienti a giustificare che ci siano stati contatti tra i Mississippiani e i Maya.


A proposito della "bevanda nera", mi sono scordato di mostrare queste illustrazioni del XVI secolo
Capo dei Saturiwa distribuisce il black drink ai suoi guerrieri, in preparazione della battaglia, incisione di Theodor de Bry da Jacques le Moyne, XVI sec.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...52/Lemoy011.jpg

Cerimonia relativa al consumo del black drink tra i Timucua della Florida, incisione di Jacques le Moyne, XVI sec.
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/com...Black_drink.jpg

Edited by Usékar - 14/11/2021, 06:17
 
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view post Posted on 13/11/2021, 21:40
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Grazie per l'ampia risposta.
Questo link non funziona, pare che il proprietario non permetta l'accesso.
CITAZIONE (Usékar @ 13/11/2021, 20:01) 

Appunto, non suppongo una diretta influenza, ma ho notato quello che esiste quella che ho chiamato analogia stilistica. Forse, ma veramente molto forse, indicatrice di legami culturali forse sopravvissuti nel tempo. Ma tutto con moltissimi punti interrogativi.

Edited by dceg - 13/11/2021, 21:45
 
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view post Posted on 13/11/2021, 21:44
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Mi sono sempre chiesto come l'uomo avesse potuto portare all'estinzione la megafauna. Leggo che ci sarebbero stati dai 30.000 ai 50.000 uomini durante i periodi glaciali. direi quindi che è impossibile...tenendo conto che non cacciavano certo i mammuth solo per la lingua, ma utilizzavano tutto.
 
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view post Posted on 13/11/2021, 21:48
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Le teorie più recenti, ho letto qualcosa ma non ricordo più dove, sostengono che la megafauna scomparve non per l'intervento umano, ma per ragioni climatiche che portatono alla scomparsa della steppa erbosa a favore della diffusione di arbusti e alberi, che non permettevano il sostentamento dei grandi animali.
 
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view post Posted on 14/11/2021, 06:22
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 13/11/2021, 21:40) 
Questo link non funziona, pare che il proprietario non permetta l'accesso.
CITAZIONE (Usékar @ 13/11/2021, 20:01) 

Strano, a me funziona benissimo.
Ho comunque cercato altre versioni e sostituito quell'indirizzo con due indirizzi, per comodità li riporto anche qui sotto, prima il disegno rilevato sull'originale, poi l'originale come è ridotto oggi con affiancato un disegno a colori, che più o meno rispettano l'originale
www.latinamericanstudies.org/olmec/oxtotitlan-3.jpg
https://1.bp.blogspot.com/-wZyNlylgnCI/Vfl...ico_mural_1.png

CITAZIONE (dceg @ 13/11/2021, 21:40) 
Appunto, non suppongo una diretta influenza, ma ho notato quello che esiste quella che ho chiamato analogia stilistica. Forse, ma veramente molto forse, indicatrice di legami culturali forse sopravvissuti nel tempo. Ma tutto con moltissimi punti interrogativi.

Anche in questo caso non mi riferivo a te, ma ai commenti in merito, che ho trovato in rete e che tirano in ballo Olmechi, Maya, Egizi...

La questione dell'estinzione della megafauna in Nord America, alla fine del Pleistocene, è ancor oggi fonte di accesi dibattiti, le due ipotesi sono ancora entrambe in ballo e "ballano" vorticosamente...

L'elenco che riporto, peraltro non esaustivo, mi sembra troppo lungo per affermare che l'estinzione di tutti questi generi si dovette all'essere umano.
Fu veramente qualcosa di incredibile, sparirono 90 generi di animali di taglia medio-grande:
bradipi giganti (es. Mylodontidae, Megatheriidae, Megalonychidae), orsi dal muso corto, varie specie di tapiri (es. Tapirus californicus), pecari (es. Mylohyus e Platygonus) e camelidae (es. il lama, il simil-cammello, il Titanotylopus alto 3 m alla spalla), almeno due distinte specie di bisonte (oggi sopravvive il solo bisonte americano, il mammifero terrestre più grosso dell'America settentrionale), il booterio e l'euceraterio, il cervalce, i mammut e i mastodonti, l'"armadillo splendido" ed il gliptoterio, i castori giganti, numerosi felidae tra cui leoni, simil-ghepardi, smilodonti/omoteri (tigre dai denti a sciabola, per es.) e giaguari giganti, i c.d. "dire wolves (lupi terribili)", l'antilope saiga, la renna (esiste oggi solo il caribù, suo stretto cugino), allora diffusissima ed oggi identificata come la preda d'elezione del leone e 14 specie di Antilocapra americana delle quali solo una oggi sopravvive, i cavalli indigeni.
Tra gli estinti figurano anche testuggini giganti, uccelli giganti quali Aiolornis e vari Teratornithidae, ed il "salmone dai denti a sciabola" di quasi tre metri di lunghezza.
(NB: nei testi si parla sempre di tartarughe giganti, mentre si tratta di testuggini giganti, ormai tartaruga è utilizzato per tutti i cheloni, perché si copia l'onnipresente termine inglese turtle, ma tartaruga è solo quella marina, quella terrestre in italiano si chiama testuggine, dal latino testudo... tra l'altro, anche in inglese esiste il termine equivalente, che è tortoise, ormai pressoché inutilizzato)

Questo elenco mi sembra decisamente troppo lungo per poter affermare che l'estinzione di tutti questi generi, si badi bene non singole specie, si parla di 90 generi, sia stata causata dall'attività di caccia da parte dell'uomo.
Penso che questa attività possa aver inciso sull'estinzione dei grandi proboscidati, mammut e mastodonti, ma non credo sia stata determinante nemmeno per quelle specie.

Dceg: ho corretto la citazione

Edited by dceg - 14/11/2021, 08:55
 
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view post Posted on 14/11/2021, 11:05
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apò ña spitha èni jinumèna aćà khàra

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Viene da chiedersi, perché si estingue la renna e sopravvive il caribù, visto che la renna prospera ancora in Europa/Asia, perché si estinguono due specie di bisonti e ne sopravvive una sola, perché il lama si estingue nell'America del Nord e sopravvive in quella del Sud? Si sono estinte molte specie di predatori, come mai il cavallo, invece di trarne profitto, si è estinto a sua volta?
 
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view post Posted on 14/11/2021, 12:17
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In genere i predatori si estinguono in mancanza, o carenza, di prede; questo è meno difficile da spiegare che la scomparsa degli erbivori. Quanto avevo detto prima a proposito del mutamento climatico e quindi della vegetazione si riferiva, a quanto ricordo, alla Siberia, non all‘America. Considerazioni analoghe, da verificare, ovviamente, potrebbero valere anche per quel continente.
 
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view post Posted on 15/11/2021, 08:26
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Molti sono gli studi pubblicati in merito all'estinzione dei grandi animali in tutti i continenti, Oceania esclusa, alla fine del Pleistocene.

Ne ho letti alcuni, anche molto recenti e decisamente ben documentati, sia riguardo al metodo con cui sono state condotte le analisi sia per quanto riguarda i metodi statistici applicati ai risultati delle stesse.
Tutti questi studi arrivano a una di queste due conclusioni: l'estinzione è stata causata prevalentemente da cambiamenti climatici, che hanno a più riprese modificati gli habitat, in concorrenza con l'accrescersi del numero di cacciatori umani, ovvero il contrario, cioè è stata causata prevalentemente dall'accrescersi del numero di cacciatori umani in concorrenza con cambiamenti climatici che hanno a più riprese modificati gli habitat.
Anche nel primo caso, tuttavia, l'opera del Sapiens, benché non determinante, sarebbe stata comunque molto influente.

Ecco due lavori recenti, consultabili in rete
studio pubblicato su Science nel gennaio del 2016 www.pnas.org/content/113/4/838
studio pubblicato su Nature nel giugno del 2020 www.nature.com/articles/s41467-020-16502-3

Ah, dimenticavo un particolare secondo me importante.
La pressione umana è stata giudicata particolarmente pesante nell'America Settentrionale.
Le indagini sono state condotte a partire dei resti ossei di megafauna e prendendo in considerazione i cambiamenti climatici di fine del Pleistocene - inizio Olocene, che mostrano più d'una repentina inversione di tendenza.
In pratica, in varie zone e non simultaneamente ci furono più passaggi da clima freddo a clima relativamente caldo e viceversa, passaggi così repentini da non aver consentito alla megafauna locale un altrettanto repentino adattamento.

Nei lavori che ho consultato, però, non ho letto dati relativi alla stima di quanti esseri umani fossero presenti nei vari periodi. E questo non mi sembra un particolare trascurabile.
Se alla fine del Pleistocene erano presenti in Nord America tra i 30 e i 50mila esseri umani, come ho già scritto e come ha osservato anche ratapena, sembra difficile che la loro pressione sia stata così alta da risultare determinante... a meno che la megafauna, come osservato in uno dei due articoli di cui ho trascritto l'indirizzo, non fosse già molto ridotta di numero e quindi non sia riuscita a riprendersi.
 
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view post Posted on 15/11/2021, 17:29
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Culture Mississippi: osservazioni, dubbi, interrogativi

Riguardo al Periodo Mississippiano, ci sarebbero ancora una infinità altre informazioni da dare e di raffronti da fare, per esempio in cosa consistono le differenze più evidenti tra la precedente cultura Hopewell e la cultura mississippiana, quali erano le cerimonie religiose e i culti praticati all’arrivo dei nuovi colonizzatori, nel XVI sec., quando Cahokia già era ridotta a un piccolo insediamento da almeno 2 secoli…
La presentazione è stata lunga e non trovo abbia senso esagerare, perché il mio scopo non è quello di presentare una storia degli insediamenti umani preistorici negli attuali USA.

Lo scopo consiste in una serie di interrogativi e di considerazioni, che non possono prescindere da una conoscenza un po’ meno che superficiale di quale fu l’evoluzione di questi insediamenti umani e quale situazione trovarono i nuovi venuti europei.

Inizio con una serie di considerazioni, partendo dalle idee che avevano in testa questi ultimi, al loro arrivo nella valle del Mississippi, che è in realtà il punto focale di tutta la presentazione, dato che le culture delle zone semidesertiche a cavallo tra USA e Messico vennero conosciute dopo, pur avendo avuto origine in tempi precedenti ai mississippiani.

Come ho illustrato in precedenza, la valle del grande fiume venne raggiunta nel 1539 dallo spagnolo Hernando de Soto, che morì sulle rive del fiume nel 1543.
Questi proveniva dall’isola di Cuba, sbarcò in Florida assieme a circa 500 uomini e risalì il corso del grande fiume, perdendo per strada più di metà di suoi compagni. Se ne salvarono in tutto meno di 200, che dopo la sua morte scesero fino alla città di Veracruz, la prima città fondata da Cortés, situata a metà dell’attuale costa messicana del Golfo del Messico, un cammino di circa 3000 km dal punto in cui de Soto morì, percorrendo un territorio totalmente sconosciuto.

L’impresa fu certamente epica, ma quello che interessa la mia discussione è il fatto che de Soto e i suoi accoliti erano una banda di masnadieri, interessati alla raccolta delle ricchezze materiali che poteva offrire un territorio “vergine” da altri conquistatori, in particolare oro.
Non ne trovarono ma quel che più conta si disinteressarono completamente di ciò che incontrarono, de Soto lasciò una narrazione del tratto da lui percorso, nel quale parla poco e malvolentieri delle genti incontrate.
Poco meglio si comportarono al proposito i membri delle successive spedizioni spagnole.
Quando nel XVIII sec. nella valle del Mississippi arrivarono i Francesi, essi scoprirono che era loro grande interesse utilizzare i nativi per fomentare guerre gli uni contro gli altri e contro gli Inglesi che tentavano di occupare l’attuale Quebec e di scendere verso sud, utilizzando i nativi nello stesso modo dei Francesi.
In pratica, ben poco tempo venne dedicato a raccogliere dati e osservazioni su usi, costumi, miti, pratiche religiose e organizzazione sociale dei nativi incontrati e utilizzati per i loro scopi dai nuovi arrivati.

Una volta che gli Inglesi furono padroni di tutto il territorio che va dal Canada settentrionale alle grandi pianure dell’est degli attuali USA, vi trasferirono genti dalla madrepatria, utilizzando le terre occupate sulla costa est del continente come territorio di deportazione di criminali e di appartenenti a minoranze religiose, come i celebri Padri Pellegrini.
Inoltre, dato che non serviva più in loco un esercito numeroso, favorirono lo stanziamento in zona dei loro militari, che a parte gli ufficiali, erano o delinquenti arruolati a forza per evitare la galera o mercenari tedeschi e olandesi.
Si può ben immaginare quale idea dei nativi avessero queste persone, quanto fosse grande la mancanza di interesse nei loro confronti e come peggiorarono i rapporti con loro, rapporti che non erano già idilliaci a causa delle continue guerre tribali alimentate in precedenza.

Tutto questo, quindi, spiega perché da parte degli occupanti ci fu un assoluto disinteresse per i nativi e le loro culture e come li trattarono, cosa che portò a tutto ciò che accadde in seguito, nel corso del XIX secolo.
Al di là delle cosiddette guerre indiane, è verità che in alcune zone degli attuali USA veniva offerta una somma in denaro per ogni scalpo di “indiano” e che era comune l’opinione che “l’unico indiano buono è un indiano morto” e l’assassinio di un nativo non solo non era considerato reato, ma era addirittura motivo di vanto.
Del resto, da gente che era stata deportata dalla madrepatria per motivi legati alla delinquenza e a causa di persecuzioni religiose, e da ex militari di un esercito mercenario, non è che ci si potesse aspettare di meglio, vedi anche il caso praticamente identico dell’Australia.

Ecco perché, fino a tempi relativamente recenti, del passato delle genti native i cui discendenti ancora insistevano nel territorio degli USA praticamente nulla si sapeva né si voleva sapere.
Oggi assistiamo a un fenomeno per così dire contrario, i discendenti dei nativi si oppongono molto spesso alle indagini archeologiche in alcune aree e nelle antiche necropoli, proclamando non a torto la sacralità di quelle zone, molto importanti dal punto di vista mitico-religioso per le culture del passato, e la profanazione delle tombe dei loro antenati.

Alla prossima puntata
 
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view post Posted on 16/11/2021, 16:01
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Da quanto ho scritto in precedenza, è chiaro che i nuovi venuti, che inizialmente erano molto pochi ma comunque militarmente ben organizzati, trovarono una situazione dal punto di vista tribale molto frammentata, con uno stato di agitazione e continua ostilità tra una etnia e l’altra, addirittura tra una tribù e l’altra.
Fu perciò gioco facile per Francesi e Inglesi applicare il divide et impera, mettendo gli uni contro gli altri.
Questo può spiegare il fatto che l’occupazione territoriale da parte dei nuovi arrivati sia stata così veloce e non abbia richiesto grandi mezzi, lo stesso che accadde nel Messico centrale.
Ma non spiega perché trovarono una simile situazione gli invasori a partire dal XVII sec., mentre nel secolo precedente avevano incontrato forti resistenze le due spedizioni spagnole, quella già vista, organizzata da Hernando de Soto, 1539 – 1543, e quella di Francisco Vázquez de Coronado, 1540 – 1542 che partì da Compostela del Nayarit, sulla costa pacifica del Messico, risalendo fino al Kansas.
In particolare, gli uomini di de Soto si scontrarono con i Choctaw, che costruivano abitati fortificati e inflissero loro pesanti perdite. Questo fece sì che in seguito anche altre genti opponessero strenua resistenza ai suoi uomini e alle loro pretese, vista la dimostrazione data dai Choctaw del fatto che gli Spagnoli erano abili e temibili guerrieri, però tutt’altro che invincibili, dato anche il loro esiguo numero.
Una delle conseguenze della spedizione di de Soto fu che i cavalli perduti dagli Spagnoli e catturati dai nativi, avendo trovato un ambiente molto favorevole, costituirono il primo nucleo dei futuri mustang abilmente cavalcati dai cosiddetti “indiani delle pianure”.
Solo nel 1603 gli Inglesi riuscirono a radicarsi, costruendo il primo insediamento veramente stabile di europei negli USA, quella che oggi è la città di Jamestown, in Virginia.

Perché nel giro di meno di un secolo la situazione era così mutata? Perché gli Spagnoli nella prima metà del XVI secolo incontrarono abitati fortificati, con una popolazione relativamente numerosa e poco disposta a lasciarsi sottomettere, mentre all’inizio del XVII Francesi e Inglesi incontrarono una resistenza ben minore, anzi, riuscirono a organizzare e armare tra i nativi grandi gruppi di guerrieri, da utilizzare gli uni contro gli altri?

Non so se esistano studi e letteratura in merito, non sono riuscito a rintracciare alcunché, per cui, senza tanta pretesa, provo a mettere per iscritto l’idea che mi sono fatto, distinguendo la situazione incontrata dalla due spedizioni.
La zona attraversata da Vázquez de Coronado fu in gran parte quella semidesertica a cavallo tra gli attuali Stati Uniti Messicani e Stati Uniti d’America. Benché le locali genti native fossero eredi di grandi culture, sviluppatesi in un periodo in cui quella zona era molto più ricca di acqua e quindi consentiva forme di agricoltura anche molto avanzate, le popolazioni incontrate da questa spedizione erano ormai molto povere, vivevano ai limiti della pura sopravvivenza a causa della siccità e della conseguente scarsità di risorse naturali.
De Soto, invece, si inoltrò in una zona fertilissima, nella quale ancora sopravviveva in parte la cultura mississippiana, che dall’idea che mi sono fatta probabilmente già da 2 secoli viveva in una situazione che credo si possa paragonare al nostro Medioevo.
In pratica, dal XIV secolo in poi la cultura mississippiana era entrata in una fase di regressione, per motivi ancora poco studiati.

Riassumo brevemente la cronologia dalla nascita di Cahokia fino al 1600.

Il primo abitato archeologicamente attestato a Cahokia risale al VII sec. d.C., in una zona che già stava vivendo un periodo per così dire esplosivo, al punto di vista della crescita della popolazione, dovuta allo sviluppo delle tecniche agricole.
Attorno all’800 diversi gruppi di popolazioni locali abbandonano lo stile tribale e si raggruppano in centri più grandi.
La produzione agricola di mais, zucche e fagioli subisce un ulteriore grande sviluppo, in particolare vengono sviluppate varietà di mais più adatte al clima della regione, forse partendo da una varietà proveniente dalla Mesoamerica, detta eastern flint.

Cahokia inizia a svilupparsi velocemente, subito dopo il 1000 mostra di avere un carattere pienamente urbano, occupa 13 kmq circa e arriva a contare fino a 30.000 abitanti, suddivisi in quartieri, ciascuno abitato da genti diverse.
Questo fa supporre che si trattasse di un importante centro di scambi commerciali ma ancor di più un centro di aggregazione spirituale e probabilmente politica, una specie di Vaticano del tempo o meglio, una Teotihuacan della valle del Mississippi e di tutta l’area centrale degli attuali USA.
Tuttavia mentre Teotihuacan ebbe anche un ruolo bellico/militare, dato che arrivò a controllare la grande città Maya di Tikal e tutto il territorio circostante, facendo di essa una potenza militare locale, a Cahokia non si sono rilevate tracce di un simile ruolo, anzi, sembra sia stato un centro del tutto pacifico.

Fino al 1250 circa Cahokia riveste questo ruolo per le genti della grande valle del Mississippi, genti che sono al culmine della fioritura della loro civiltà.
In questo periodo fioriscono sia le attività manifatturiere, artigianali e artistiche, sia i traffici commerciali, effettuati anche su rotte moto lunghe ed estese. Si sviluppa e si diffonde una complessa simbologia iconografica nota come Mississippian Art and Ceremonial Complex (MACC), Complesso Artistico e Cerimoniale Mississippiano, brevemente Culto Mississippiano, del quale Cahokia è il principale centro e l’attrattore-diffusore.

Improvvisamente, almeno per quanto constatato dagli archeologi fino a oggi, attorno al 1250 Cahokia perde importanza e l’insediamento si riduce di molto, gran parte dell’abitato e dei templi vengono abbandonati e gli abitanti diminuiscono fortemente di numero, fino ad arrivare a poche centinaia dopo il 1400.
Contemporaneamente, il MACC perde via via importanza, a favore di culti tipicamente solari e differenziati per ciascuna etnia, mentre viene a instaurarsi uno stato di continua bellicosità tra di esse e a un certo punto addirittura tra tribù della stessa etnia. Nascono così le strutture fortificate, incontrate dalla spedizione di de Soto, che prima non esistevano, mentre il patrimonio culturale cahokiano viene totalmente dimenticato.
Della grande tradizione, durata poco più di due secoli, sopravvivono solo pochi lacerti, il più importante dei quali è il chunkey, ridotto però a semplice gioco, fonte di scommesse e di divisioni interne alle stesse tribù.
Non solo, Francesi e Inglesi non trovano praticamente traccia delle strutture fortificate attorno ai villaggi, incontrate un secolo prima dagli Spagnoli.

Da ciò, l’interrogativo: da cosa fu causato un simile cambiamento? Non sono in grado di dare una risposta, nemmeno ipotetica.
Nemmeno mi risulta che qualcuno ben più addentro di me nella conoscenza di quella cultura l’abbia fatto.
Sarebbe necessario esaminare una grande mole di dati, provenienti da discipline diverse, a cominciare dai dati archeologici di un numero consistente di siti e da quelli meteorologici.

A questo interrogativo ne segue un altro, già sollevato Mario_A: come mai le culture mississippiane non raggiunsero la grandiosità monumentale che si riscontra nel Messico centrale e nell’area Maya?
Costruirono immensi tumuli, ma per quanto noto sino ad oggi non costruirono mai nemmeno un edificio in pietra, non realizzarono nemmeno una statua in pietra degna di questo nome.
Tutti gli edifici vennero realizzati con materiale deperibile, le poche sculture rinvenute non superano i 40 cm di altezza, riuscirono a sviluppare una tecnologia del rame ridotto in foglie tramite martellatura e senza passare dalla fusione del minerale, credo che il materiale utilizzato provenga da rame nativo rinvenuto nella regione dei Grandi Laghi, vedi le pepite presenti in gran numero in questa foto del contenuto di una cache da Thunder Bay , Ontario, Canada
http://peachstatearchaeologicalsociety.org...io%20canada.jpg

Mettiamo pure che non fossero in grado di scolpire la pietra, però produssero eccellente vasellame in terracotta, scavarono e spostarono una grande quantità di terreno argilloso per costruire i mounds/tumuli: perché non realizzarono mai un mattone?

Il mio prossimo impegno sarà quello di cercare risposte a queste domande, scandagliando la rete. Mi ci vorrà un po’ di tempo, spero di riuscirci e spero ancor di più di aver interessato qualche lettore di queste pagine, che ci riesca prima di me.
 
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view post Posted on 16/11/2021, 16:15
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Qualche domanda che a una prima lettura mi frulla in capo:

Nelle zone in questione, ci sono pietre che potrebbero essere usate per costruzioni o si tratta di suoli argillosi privi di formazioni rocciose accessibili?

Erano presenti le condizioni climatiche necessarie a produrre mattoni crudi (forte irraggiamento solare e scarse precipitazioni) e/o erano disponibili le grandi quantità di combustibile necessarie alla cottura di quelli cotti?
 
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view post Posted on 16/11/2021, 17:39
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Si tratta di un territorio vastissimo, in genere viene classificato come una grande pianura alluvionale, ma è una definizione riduttiva, in realtà la conformazione è molto varia.

Qui ci vuole un intervento di Mauriziogeo66, lui ne sa certo più di me.

Quello che posso dire è che il corso del Missouri, prima della confluenza nel Mississippi, è circondato da basse formazioni montuose, quindi nell'Iowa e nella parte bassa dello stato del Missouri ci sono formazioni montuose, anche se non di grande altezza.
L'Ozark Plateau detto anche Ozark Mountains, è costituito da due basse catene montuose che attraversano gli stati Missouri, Arkansas, Oklahoma e l'angolo sud orientale del Kansas.
Ma tutta la regione, fino agli Allegheni - Appalachi, è costellata da rilievi più o meno alti, quindi presumo che pietra a disposizione ce ne fosse e ce ne sia.

Foreste ce n'erano di sicuro allora e ce ne sono ancora oggi, credo prevalgano le querce e le latifoglie, ma non manca(va)no i cedri, dai cui fusti si ricavavano canoe monoxile.

Meteorologicamente parlando, credo che il clima sia abbastanza simile a quello dell'Italia settentrionale, nel senso che c'è una estate sufficientemente lunga, calda e soleggiata da poter eventualmente essiccare al sole mattoni crudi.
Del resto, durante il periodo mississippiano vennero prodotti eccellenti piatti, vasi e statuette in terracotta, che richiedono anch'essi la preventiva essiccazione prima della cottura.
 
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Quindi si potrebbero escludere motivi climatici e geologici.
 
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Parrebbe di sì, ma si dovrebbe conoscere a fondo il territorio e la sua climatologia.

In particolare, la climatologia storica credo sia importante per capire il perché del crollo di Cahokia, nella seconda metà del XIII sec., e il successivo periodo "medievale" durato fino all'arrivo degli europei, che hanno chiaramente peggiorato fortemente la situazione.

Insisto sulla climatologia, perché non ho letto notizie su una serie di migrazioni in zona da parte di altre popolazioni, molto numerose e bellicose, come avvenne per il crollo definitivo dell'Impero Romano.

(NB e OT: non è che con questo voglio dire che quelle migrazioni avvenute dall'Europa nord orientale verso e dentro i territori dell'Impero siano state l'unica causa della sua fine, anzi, la crisi era iniziata almeno due secoli prima per problemi interni, ma la spallata finale fu quella).
 
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48 replies since 23/10/2021, 16:53   1043 views
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