Ho cercato molto in rete, non ho trovato alcuna indicazione che i mississippiani abbiano mai prodotto mattoni, di alcun tipo.
La ragione potrebbe essere questa.
Durante il processo di essiccazione del manufatto in argilla, questa è soggetta a restringimento, a volte con conseguente rottura del manufatto, cosa che può succedere anche durante la cottura in forno.
Per evitare l’inconveniente, si aggiunge all’argilla della polvere di materiali che lo prevengano, polvere ottenuta macinando paglia, ossa, carbone, sabbia, arenaria, calcare…
Quest’ultimo si può ottenere macinando la conchiglia di molluschi, anche fossilizzati, la cui polvere si rivela ottima anche per altri motivi.
L’operazione di aggiunta del materiale viene chiamata “temperamento della ceramica”.
Da David Hurst Thomas, 1993, “Blending Worlds”. In David Hurst Thomas, Jay Miller, Richard White, Peter Nabokov, Philips Joseph Deloria - The Native Americans: An Illustrated History, Turner Publishing, 1993, traduzione mia
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La ceramica temperata con (polvere di, ndt) conchiglia è probabilmente il manufatto più pervasivo della cultura del Mississippi.
Sebbene una piccola quantità di (polvere di, ndt) conchiglie fosse presente nelle ceramiche prodotte da culture precedenti negli Stati Uniti sudorientali, la conchiglia era ampiamente utilizzata, e in molte aree esclusivamente, nel periodo del Mississippi dopo circa il 1000 d.C.
La tempera con (polvere di, ndt) conchiglia potrebbe essere stata ampiamente adottata perché era funzionale. Essa è particolarmente adatta per le argille delle paludi come quelle nella valle del corso inferiore del fiume Mississippi inferiore.
Queste argille sono a grana molto fine e si restringono eccessivamente una volta essiccate. Mentre altri (processi di, ndt) tempera come il grog (il processo tradizionale in Louisiana) e la sabbia migliorano anche la lavorabilità dell'argilla, le sostanze chimiche rilasciate dal(la polvevere di, ndt) gusci durante la cottura riducono la temperatura alla quale i silicati fini nell'argilla vetrificano (cioè diventano vetrosi) e riducono anche il restringimento. Il risultato è un'argilla che consente al vasaio di creare un vaso più sottile e più duro e di creare forme di vaso più elaborate.”
In questa maniera gli artigiani/artisti mississippiani riuscivano a creare vasi dall’aspetto molto simile al bùcchero etrusco, vedi quelli illustrati in questa immagine
https://64parishes.org/entry-image/bottle-...nd-engraved-jarPer quanto ho potuto appurare, le conchiglie utilizzate a questo scopo erano di molluschi molto grandi, dei generi strombus, pecten, spondylus, murex. I molluschi venivano pescati nell’Oceano Atlantico le cui coste distano un migliaio di km dalle zone di lavorazione dell’argilla.
Non avendo a disposizione alcun animale da soma né da tiro, organizzare un traffico commerciale per produrre vasi e suppellettili già deve essere stato un problema non indifferente.
Organizzarlo per realizzare milioni di mattoni, mi sembra proprio impossibile.
Del resto, vista la quantità di mattoni che sarebbero stati necessari per realizzare costruzioni delle dimensioni dei grandi mounds/tumuli, anche la produzione di mattoni cotti può essere stata giudicata troppo onerosa e con tutta probabilità la realizzazione di mattoni di adobe, cioè argilla essiccata al sole, come fecero gli abitanti delle coste del Perù, non parve una soluzione più pratica di quella adottata, anzi.
C’è da considerare, infatti, la situazione climatica: le gigantesche huacas peruviane vennero realizzate in zone semidesertiche, nelle quali la pioggia è un fatto assolutamente occasionale, mentre i mounds/tumuli mississippiani vennero realizzati in zone a clima temperato, nelle quali quindi la stagione secca dura generalmente al massimo 3 mesi, mentre durante 6 degli altri 9 le precipitazioni sono abbondanti.
Credo del tutto probabile che una costruzione in adobe in quel clima non avrebbe avuto vita lunga.
Resta da capire e spiegare perché non abbiano utilizzato la pietra, non sono ancora riuscito a trovare né studi in merito né materiale che, come nel caso dell’argilla, parli di manufatti realizzati in pietra e utilizzati per scopi diversi dall’edilizia, che possa dare lo spunto per derivare considerazioni relative a questa mancata utilizzazione.