| Capisco che è un problema grosso, ma sinceramente non so come poterlo risolvere per quanto riguarda il mio campo, cioè la pietra verde pulita.
Non ho esperienza di attività di scavo, non ho idea di cosa si possa trovare, come si presentino i reperti che hai elencato e in quali condizioni. Quello che posso dire per esperienza diretta, nel campo della caccia ai coleotteri che ho praticato per una trentina di anni, è che il motore principale per la conoscenza è la passione.
Se all'inizio ci si lasciano scappare soggetti anche importanti, ai quali non si dà peso ovvero che nemmeno si capisce che siano coleotteri, data la infinità variabilità di forme, aspetti, ambienti nei quali si possono trovare, dimensioni (quelli che vivono nelle fratture del terreno possono misurare meno di 1 mm e si osservano solo al microscopio binoculare, l'identificazione e la raccolta possono avvenire solo in laboratorio...), avendo passione dopo un po' l'occhio si esercita e poco sfugge all'attenta osservazione. L'importante è avere passione, memoria e costanza nell'esercitare la capacità di osservazione, credo di non scrivere niente di nuovo: l'occhio è collegato al cervello e questo è come un muscolo, lo si deve esercitare e spesso fermarsi un momento a valutare cosa si sta osservando. Sembrerà incredibile, ma credo tu lo sappia bene: davanti all'inaspettato serve anche un po' di fantasia, anzi, più che un po'.
Come si fa a insegnare tutto questo? Le immagini possono catturare l'attenzione nell'immediato, ma se non c'è passione, se non c'è attenzione, non si fissano nella memoria.
E vogliamo parlare della fantasia? Non parlo di quella dei fantacosi, come li ha soprannominati dceg, parlo di quella funzione cerebrale che ti permette di ricostruire un oggetto da un pezzetto dello stesso, da un indizio, dall'intuito, dal "fiuto"...
Per quanto posso capire dell'attività didattica universitaria nel campo archeologico, sarebbe necessario stimolare il coinvolgimento emotivo soprattutto nei confronti appunto dell'inaspettato. Un pezzo di statua che emerge in parte dal fondale marino siamo in grado di valutarlo in molti, una vertebra di pesce emergente dallo scavo all'interno di una villa romana... beh, per identificarla come tale uno deve effettivamente avere una idea di come sono fatte le vertebre dei pesci, ma soprattutto deve scattargli la scintilla che gli suggerisce "cosa fa una vertebra di pesce qui?" o, nel caso non la riconosca come una vertebra, "cosa ci fa qui un disco che non è una pietra né un pezzo di legno?"
Ancora oggi, dopo 20 anni che non pratico più la caccia ai coleotteri (mai praticata l'attività venatoria), difficilmente mi sfugge un insetto in mezzo all'erba o sui fiori, difficilmente mi sfugge un fiore che è raro o non dovrebbe essere lì, addirittura difficilmente mi sfugge una forma non tipica dell'ambiente in cui mi trovo, per esempio una moneta, per quanto piccola, ho una "raccolta" di monete da 1cent di €, deformate o che hanno perso parte della placcatura in rame, lasciando vedere il sottostante disco di acciaio, arrugginito... tutte trovate dove non dovevano essere: tra l'erba di un parco, per esempio.
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