Ostraka - Forum di archeologia

Verze stofegà (cavolo verzotto soffocato)

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view post Posted on 28/12/2022, 14:19
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Nel veronese questa preparazione ha il nome di verze stofegà, in altre parti del veneto si dice verze soffegae, la traduzione in italiano è la stessa: cavolo verzotto soffocato.

Ingredienti

1 cavolo verzotto
alcune stortine: trattasi di salamini a forma di virgola, in precedenza immersi nella sugna all'interno di vasi di vetro, per conservarli
spicchi d'aglio a piacere
olio e.v.o. q.b.
sale marino q.b.

Ancora oggi, queste ultime sono per alcuni sigle "misteriose" che personalmente detesto ma che oggi vengono ripetute da tutti i cuochi come un mantra.
Spero sia noto a tutti i miei 25 lettori che Pellegrino Artusi si esprimeva in buon italiano dato che, pur essendo romagnolo, viveva da molto tempo a Firenze quando scrisse La Scienza in Cucina e l'Arte di Mangiar Bene.
Tra l'altro, lui era di Forlimpopoli, ma la sua cuoca, vera artefice dei piatti da lui illustrati, era toscana...

Un tempo, al posto dell'olio si utilizzava la stessa sugna nella quale erano immerse le stortine, cosa che rende il piatto finale pesante per i deboli stomaci dei giorni nostri.

In buon italiano, dicevo, quelle sigle significano olio extra vergine di oliva quanto basta.
Alcune stortine significa almeno 1 per ogni commensale, in mancanza delle stortine si possono utilizzare normali salsicce o, meglio ancora, delle luganeghe, un insaccato fresco di maiale, il cui nome viene banalizzato in lucaniche.

Preparazione

Dopo averlo mondato del torsolo e delle foglie esterne più dure, si taglia il cavolo verzotto in quarti, poi se ne ricavano delle fette larghe più o meno 3 o 4 cm, si mettono le strisce così realizzate in un grande scolapasta e si lavano sotto acqua corrente.

Si mette l'olio in una capace pentola, più alta che larga e della capacità necessaria a contenere molto comodamente tutte le strisce, si aggiungono gli spicchi d'aglio e si fanno soffriggere dolcemente, devono rimanere bianchicci.

Quando l'olio è ben caldo, si aggiungono le strisce di cavolo, si copre con il coperchio, controllando e rimestando più volte perché non brucino, finché non sono diventate belle morbide.

Si aggiunge acqua fino a coprire tutto, a filo senza esagerare.
Quando l'acqua è arrivata a bollore da 4 o 5 minuti si aggiungono le stortine.

Si lascia cuocere tutto finché l'acqua non si è consumata e le strisce di cavolo iniziano ad attaccarsi al fondo della pentola.
Poco prima che l'acqua si esaurisca si aggiusta di sale.
Attenzione: come sempre diceva mia nonna, è essenziale prestare attenzione al fatto che le strisce devono rosolarsi sul fondo, ma non fino ad essere bruciacchiate. Se le strisce non sono rosolate, il gusto non è completo, se sono bruciacchiate il gusto è sgradevole.

Si impiatta facendo un monticello di strisce di cavolo e ponendo una stortina alla sua sommità e una fetta di polenta al suo fianco.

Se non sapete come si prepara la polenta, scrivetelo come commento, ve lo spiegherò.
 
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view post Posted on 28/12/2022, 14:20
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Ricetta da tramandare ai posteri, quindi c'entra con l'archeologia!
 
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view post Posted on 28/12/2022, 14:30
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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In effetti, si tratta di una ricetta veramente tradizionale.
Mia nonna oggi avrebbe 125 anni e penso l'abbia appresa da sua madre se non da sua nonna, per cui andremmo tra i 150 e i 180 anni circa, abbastanza per parlare di antiquariato, se non di archeologia.
 
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view post Posted on 28/12/2022, 14:41
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Un mio collega anziano: "mangi la peara'?"
Risposta: "si trova da MacDonald?"
Battute a parte, qualche anno fa, la catena MacDonald aveva provato ad inserire prodotti simili nelle possibilità di scelta; risultati?
Lasciamo stare...
 
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view post Posted on 28/12/2022, 18:35
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Notarella sulle verze:
Le verze si dovrebbero mangiare solo dopo che sul campo sono gelate, in quanto il gelare trasforma certe sostanze in zuccheri rendendole migliori. Pare che metterle per un po' nel congelatore porti a risultati soddisfacenti.

Io mi rifiuto categoricamente di impiattare alcunché e l'unico evo che conosco è quello medio, che di puntini non ne ha. La cucina è come la lingua una questione di estetica e mangiare qualcosa di impiattato me lo farebbe andar per traverso (stavo per scrivere per tresso, che rende meglio l'idea). Al q.b. preferirei quod satis, dato il contesto ed anche la mia lunga frequentazione di ambienti medici. Così almeno gli otto anni di latino a scuola, più quelli dell'università, servono a qualcosa.

Oggi, alla faccia dei moderni stomachi (o stomaci, che dir si voglia) delicati, del colesterolo espanso e di chissà quali altri saporitissimi veleni, mi sono comperato una confezione di strutto d'oca, da aggiungere a quelle di strutto maiale che ho in frigorifero e attendono di finire sui crostini caldi o di servir a rosolare le due fette di filetto di manzo che attendono pure il loro destino.
 
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view post Posted on 28/12/2022, 19:48
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Concordo sul fatto che la cucina sia anche una questione di estetica, non per nulla si dice che anche l'occhio vuole la sua parte.
Detesto il verbo impiattare, tuttavia, volere o volare, è l'uso che fa la lingua e programmi televisivi, quotidiani, riviste specializzate di cucina e ricettari lo utilizzano ormai sempre, al posto delle perifrasi "disporre nel piatto" o "mettere nel piatto". :( =_=

Per questo motivo molti dizionari, compreso quello della Treccani e financo l'Accademia della Crusca lo accettano.

La motivazione di quest'ultima, dopo una lunga elencazione di pareri sfavorevoli e favorevoli e di dati statistici sulla frequenza d'utilizzo negli scritti e nelle trasmissioni che parlano di cucina, è stata inserita in un lemma intitolato "la risposta è ... impiattata!" ed è questa:
<< Concludendo, per rispondere a chi si chiede se sia giusto accettare questa parola nella nostra lingua, evitando di entrare nel merito del gusto personale ci limitiamo a constatare che si tratta di una formazione corretta e analoga, come abbiamo detto, a molte altre dell’italiano; la diffusione piuttosto ampia e l’accoglimento nei dizionari più recenti confermano inoltre la sua crescente vitalità. >>

Il lemma è questo https://accademiadellacrusca.it/it/consule...-impiattata/966

Ciò nonostante, continuo a detestare il verbo in questione, l'ho utilizzato perché negli scritti è ormai indispensabile.

Per quanto riguarda i puntini nelle sigle, è vero che ormai sono entrate nell'uso le forme evo e qb, ma ho voluto sottolineare che trattasi di acronimi.
Li ho anche spiegati perché alcuni pazienti di mia moglie, che si dilettano di cucina, le chiedevano di quali ingredienti si trattasse, in particolare qb, che non riuscivano a trovare in alcun negozio... il livello ormai è questo :cry:
Se poi avessi scritto qs per quod satis apriti cielo, mica tutti hanno studiato e/o ricordano il latino, soprattutto dato il livello anche dei licei, almeno da una ventina d'anni a questa parte.
E io ci tengo ai miei 25 lettori... :lol: :lol: :lol:

Che verze, cappucci e cardi vadano colti solo dopo una bella gelata me l'ha insegnato ancora e sempre mia nonna.
Non ho ritenuto opportuno specificarlo perché ormai praticamente tutti fanno acquisti nei negozi della GD (Grande Distribuzione, altro irritante acronimo che compare sempre più spesso) che si riforniscono dai produttori in base a pianificazioni d'acquisto che non tengono certo conto della situazione meteorologica.
Personalmente, coltivo un piccolo orto, dove queste brassicacee sono ben presenti e le colgo quando appunto sono pronte.

Non sono solito spalmare lardo macinato sui crostini o utilizzarlo per rosolare la carne, preferisco in entrambi i casi utilizzare sottili fettine di lardo di colonnata ;)

Bene, ora che i miei 25 lettori hanno l'acquolina in bocca non mi resta che augurar loro buon appetito e lo faccio alzando il calice e cantando, a beneficio di dceg, trink trink brüderlein trink :drinks_wine.gif:

PS: lo so, sono considerazioni da persone d'annata
 
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view post Posted on 28/12/2022, 21:48
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Trovo, caro Usèkar, conferma in quanto scrivi del detto che la farina del diavolo va in crusca, anche accademica. Lì forse il cibo verrà impiattato, ma nella mia cucina e sulla mia tavola no, giammai lo permetterò, piuttosto mangio direttamente dalla pentola o vado al McDonalds, dove piatti non ce ne sono e quindi nulla viene impiattato. Comunque non me ne cale né poco né punto della Crusca, dei tre cani e di qualunque altro quadrupede o bipede: decido io che parole voglio usare: se non mi garbano, offendono il mio buon gusto o i miei nuovi apparecchi acustici, non le uso; come non ho mai, coscientemente almeno, usato il termine ochei (che scritto così sembrerebbe quasi il plurale di un veneto *ocheo o in veneto coloniale, a me più familiare, *ochel) e conto, finché avrò coscienza e senno, di non farlo mai.

Qui in Germania il lardo di Colonnata, che apprezzo moltissimo, non l‘ho mai visto, e non ho mai provato ad usare fettine di lardo, ce n'è d'ottimo, al posto dello strutto. In genere però uso per soffriggere burro chiarificato o olio.

Stasera ho nutrito mio figlio con spaghetti trafilati al bronzo conditi saltandoli (però io preferisco farli saltare) in padella con olio di oliva extra vergine, per esteso :B): , un pochino d‘aglio, prezzemolo, qualche goccia di tabasco, una spruzzatina di pepe, un’ombra di scorza di limone, colatura d’alici di Cetara e bottarga di muggine. Poi, su pane un po' tosto, una crema di tonno e mascarpone con qualche acciuga sott‘olio come il tonno, anche qui qualche goccia di tabasco e guarnita con capperi. Da bere acqua (quando il giorno seguente mio figlio lavora non beve alcool, anche se a casa ha abbastanza vino, e di qualità - attualmente dovrebbero essere attorno alle 900 bottiglie ;), mentre io ne ho solo poche dozzine). All‘inizio era perplesso per il condimento della pasta - un mio nuovo esperimento - che poi gli è piaciuta.

Be‘, quanto ad annata la mia, non dico sia migliore, ma è ben precedente alla tua.

Edited by dceg - 28/12/2022, 23:55
 
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view post Posted on 29/12/2022, 07:57
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Quando alla fine dell'autunno del 1944 le truppe alleate entrarono in Romagna gli ochei vennero accolti con grande calore, molto grande: si sa, lo so per esperienza, le romagnole hanno le mani fredde e il cuore caldo, oltre che tenero.
Di conseguenza, quando gli ochei tornarono a casa si disse "se ne sono andati gli ochei, sono rimaste le oche, aspettiamo gli ochini".

A me, ochei non ricorda la mia madrelingua: il veronese è decisamente differente dalla lingua parlata nel resto del Veneto, tanto che i veneziani ci apostrofano spregiativamente chiamandoci "voi lombardi", dimostrando così la loro ignoranza perché il dialetto veronese non contiene termini lombardi, mentre ne contiene molti di origine germanica, croata e financo ungherese.
I termini di origine germanica sono quasi tutti antichi, arrivarono a Verona ai tempi in cui i signori della città, i Della Scala, erano vicari imperiali (1268 - 1388), ma ancora prima furono vicari del Sacro Romano Impero i podestà, che per statuto comunale dovevano essere stranieri e furono sempre tedeschi. E tedesco di nomina imperiale fu dal IX fino al XVIII sec. l'abate di San Zeno, la maggiore autorità ecclesiastica della città, ben più importante del vescovo.
Quelli di origine croata e ungherese vennero assorbiti più tardi, dopo il 1814, quando Verona divenne città strategica dell'Impero Austro-Ungarico e vi fu alloggiata una guarnigione di più di 10.000 soldati, la cui truppa era quasi tutta di etnia croata mentre gli ufficiali erano ungheresi.

Ochini invece me la ricorda, perché per i veronesi sono i figli degli ochi, plurale di oco, che indica tutti gli anatidi in generale e gli stupidi in particolare.

Leggo che ti dedichi con passione all'arte culinaria, come me, anche se la tua sembra soffrire un po' di francesismi, vedi l'utilizzo di salse un po' complicate, che io non apprezzo.
Mi farebbe piacere visitare le cantine tua e di tuo figlio e magari godere un po' di quanto ospitano.
In cambio, potrei offrivi la degustazione di alcuni vini presenti nella mia, meno ricca quantitativamente, ma comunque valida, a detta di chi l'ha "sperimentata".

Sono convinto che la tua annata sia migliore della mia, già quella di mio fratello, di otto anni maggiore, lo è: al tempo, l'insegnamento impartito nei licei non aveva ancora iniziato a scadere, io già lo sperimentai quando iniziavano le prime crepe...
 
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view post Posted on 29/12/2022, 08:55
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Faccio qualche esperimento in cucina sia perché, come ben sai, sono di natura curiosa, sia perché essendo purtroppo da oramai due anni solo rischio sennò di intristire ed abbruttirmi e quando, purtroppo non spesso, come nei giorni passati, viene a cena mio figlio - moglie e figlia erano dalla famiglia di lei, ma lui doveva lavorare - cerco di fare qualcosa di buono o che ricorda il passato (la crema di tonno e mascarpone la facevamo non di rado mia moglie ed io e me ne ero ricordato parlando con mio figlio di quando era bambino e giovinetto).
Francesismi? Se fosse così sarebbero inconsci: ho assai poca dimestichezza con la cucina francese, pur essendo stato in passato abbastanza spesso in Francia, ma non andavamo mai o quasi mai a mangiare in ristorante (abbiamo sempre viaggiato con una roulotte, comperando cibi locali, m cucinandoli noi). Mi piace però mescolare un po‘ di ingredienti diversi ed amo i cibi piccanti.

La mi cantina non merita attenzione alcuna, contiene solo vini correnti e di nessun pregio; quella di mio figlio sì: oltre tutto possiede diversi frigoriferi speciali per conservare i vini alla temperatura giusta, ha vini tedeschi, in genere bianchi, ma anche italiani, spagnoli, sudafricani ecc. Se capiti da queste parti te ne fa di certo gustare!
 
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view post Posted on 29/12/2022, 12:34
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Non intendevo francesismi in senso stretto, le salse da te preparate non mi pare facciano parte della cucina francese, sono prodotti tipici del "lessico familiare culinario", per così dire.

Il mio pensiero andava al fatto che la cucina francese utilizza molto spesso salse complicate, un po' come lo sono quelle che hai illustrato e preparato in occasione di quella cena.

Nella mia cantina sono presenti massicciamente 3 soli vini, anche se le annate sono parecchie: merlot, cabernet e pinot bianco.
Tutti sono prodotti da una sola cantina, un'azienda agricola che ha sede nel comune di Cimadolmo, sulle Grave del Piave.
Mi vengono consegnati a casa mia, in damigiana e provvedo a imbottigliarli in fase di luna calante, secondo il detto "luna crescente vino scadente, luna calante vino spumante", per cui rifermentano tutti naturalmente, in bottiglia.

Sono quindi vini vivi e mossi e reggono bene l'invecchiamento, anche il pinot bianco nei limiti di 3 o 4 anni a seconda delle annate.
Il merlot l'ho sperimentato fino agli 8 anni, ancora ottimo, di cabernet ho ancora bottiglie di 16 anni, poche ma perfette.

Ho anche pochi esemplari di altri vini, ma il vero appassionato di famiglia è mio fratello, è lui che mi ha procurato il contatto con l'azienda di cui sopra.
 
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view post Posted on 30/12/2022, 00:57
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Un esperimento:
Io:
Ho del mascarpone e del tonno sott‘olio; che ne posso fare?
Lui (o forse lei?):
È possibile preparare una deliziosa pasta al tonno e mascarpone utilizzando il tonno sott'olio e il mascarpone. Ecco la ricetta:

Ingredienti:

400 g di pasta (ad esempio, spaghetti o fusilli)
1 scatola di tonno sott'olio (da circa 120 g)
250 g di mascarpone
1 spicchio d'aglio
1 cipolla
1 cucchiaino di estratto di pomodoro
Olio extravergine d'oliva
Prezzemolo fresco tritato (facoltativo)
Preparazione:

Mettere a bollire l'acqua per cuocere la pasta in una pentola capiente. Aggiungere il sale quando l'acqua inizia a bollire e poi tuffare la pasta. Cuocere la pasta al dente secondo il tempo indicato sulla confezione.
Nel frattempo, tritare finemente l'aglio e la cipolla e metterli in una padella con un po' d'olio extravergine d'oliva. Far soffriggere l'aglio e la cipolla per qualche minuto a fuoco medio, finché non diventano dorati.
Aggiungere il tonno sgocciolato dall'olio e l'estratto di pomodoro alla padella e mescolare bene. Far cuocere per qualche minuto, mescolando di tanto in tanto, finché il tonno non si è sciolto e ha formato una salsa.
Unire il mascarpone alla salsa di tonno e mescolare finché non si è sciolto completamente.
Scolare la pasta e versarla nella padella con la salsa di tonno e mascarpone. Mescolare la pasta con la salsa, facendo attenzione a non romperla.
Servire la pasta calda, spolverata con il prezzemolo tritato fresco (facoltativo). Buon appetito!
Se vuoi, puoi aggiungere altri ingredienti a questa ricetta, come pomodori a cubetti o peperoni tagliati a dadini, per dare un po' di colore e sapore in più alla pasta. Buon divertimento in cucina!



Io:
Grazie! Ti piacerebbe provarla?
Lui/lei
Grazie per avermi chiesto! Come AI, non ho la possibilità di mangiare o assaggiare cibo, quindi purtroppo non posso provare la ricetta che ti ho proposto. Tuttavia, spero che tu l'abbia trovata utile e che tu abbia successo nella preparazione della pasta al tonno e mascarpone. Buon appetito! Se hai altre domande o se hai bisogno di altre ricette, non esitare a chiedere!
 
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view post Posted on 30/12/2022, 06:52
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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:lol: :lol: :lol: Interessante, ma si tratta di un sistema esperto, quindi Esso, né lui né lei. E gli algoritmi sottostanti mi sa che li hai scritti tu ;)

In ogni caso, tutti quegli ingredienti non sono tipici del mio modo di condire, in particolare il mascarpone e qualsiasi formaggio cremoso in generale.

La mia preparazione della pasta col tonno sott'olio è molto più semplice.

Ingredienti
80 gr di spaghetti a testa, io uso i n.ro 5
una scatoletta di tonno, sott'olio d'oliva evo (raro da trovare, ma esiste), da 80 gr ogni 2 persone
oli extravergine di oliva qb, qs per te
uno spicchio d'aglio ogni 2 persone, ma a essere Gualtiero Marchesi ci vorrebbe l'indicazione del peso e del tipo dell'aglio, perché c'è spicchio e spicchio e aglio e aglio, in genere utilizzo quello rosso
sale marino grosso qb, a gusto mio poco, perché il tonno è già salato di suo.

Preparazione
Mettere sul fuoco una pentola più alta che larga e in grado di ospitare acqua e spaghetti, con acqua nella misura di 80 cl per ogni persona.
Quando l'acqua bolle, aggiustare di sale e buttare gli spaghetti, devono cuocere per circa 9-10 minuti.
Nel frattempo, mettere in una terrina il tonno e sminuzzarlo, tritare l'aglio e aggiungerlo al tonno assieme all'olio evo.
Quando gli spaghetti sono cotti al dente, scolarli e aggiungerli nella terrina, mescolare bene e servirli nei piatti.

Personalmente, scaldo la terrina e i piatti, prima di utilizzarli.
Mia nonna aggiungeva anche una bella spolverata di grana nella terrina, io no, la salsa rischia di diventare troppo asciutta, quindi si deve aggiungere altro olio, così si rischia che sia troppo liquida e avanti col Cristo che poi il condimento diventa bello unto
 
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view post Posted on 30/12/2022, 08:36
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Anch‘io li faccio cosÌ gli spaghetti al tonno, di solito senz‘aglio ma con pepe. Inoltre per me la dose giusta è di 83 grammi a persona, questo perché 500:83=6 senza resto (ossia, alla fine, quando ci sono solo due dosi, peso il tutto e ne uso una metà alla volta). E l‘evo per me continua ad essere quello medio, che in cucina c‘entra poco.
L‘idea di utilizzare il mascarpone e il tonno come condimento per la pasta è di esso; la mia richiesta era appunto solo di che farne avendo mascarpone e tonno.
Quel che mi affascina è la capacità del programma di interpretare un linguaggio comune, più o meno quello parlato, e di fornire risposte adeguate. Dall‘IA non mi attendo creatività, fantasia, ma appunto risposte basate sull‘esperienza.
 
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view post Posted on 30/12/2022, 11:32
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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CITAZIONE (dceg @ 30/12/2022, 08:36) 
Dall‘IA non mi attendo creatività, fantasia, ma appunto risposte basate sull‘esperienza.

Per questo non si dovrebbe parlare di Intelligenza artificiale, bensì di Sistemi Esperti, le espressioni Machine Learning e Apprendimento Automatico mi piacciono poco
 
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view post Posted on 30/12/2022, 11:59
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Hai ragione, il principale motivo per cui utilizzo il termine intelligenza artificiale è che ritengo naturale la stupidità.
 
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