Il fenomeno della vita non ha più nulla di misterioso. Grazie ai notevoli progressi della biologia moderna, i meccanismi che permettono agli organismi viventi di vivere, riprodursi ed evolvere sono (nei loro aspetti fondamentali) completamente compresi. Gli organismi viventi obbediscono alle stesse leggi della fisica e della chimica che regolano il mondo non vivente.
Restano da scoprire i dettagli fini dei meccanismi biologici, ma le grandi linee sono ormai tracciate.
Anche le neuroscienze hanno fatto enormi progressi, ed i principi del funzionamento dei sistemi nervosi animali, dei quali il cervello umano rappresenta la più complessa realizzazione, sono stati ormai compresi. Certamente, la piena comprensione del funzionamento del cervello umano richiederà ancora moltissimo tempo, ma non esistono più ostacoli teorici, solo tecnici, e la comparsa di nuove tecnologie sta accelerando questo progresso.
Eppure c'è un fenomeno importantissimo, che noi tutti sperimentiamo continuamente (per lo meno io, ma spero anche tutti voi
), che rimane misterioso e sfugge all'indagine scientifica: è la coscienza.
Per coscienza intendo quella sensazione di accorgersi di esistere. E' fondamentale, perchè se non ci fosse, non ci sarebbe nessuna differenza tra vivere e non vivere. Senza, non saremmo diversi da un'automobile o un televisore. In fondo, per noi, è l'essenza della vita.
Nelle neuroscienze, il concetto di coscienza non è esattamente quello che ho descritto sopra: per coscienza si intende lo stato vigile, il cui opposto è il sonno non REM (REM = Rapid Eye Movement, è la fase del sonno caratterizzata da rapidi movimenti dei bulbi oculari sotto le palpebre chiuse. In questa fase si sperimentano i sogni, e quindi è presente la coscienza), oppure il coma.
Gli studi scientifici sulla coscienza sono in realtà degli studi sui
correlati neuronali della coscienza, cioè lo studio di quali aree del cervello sono attive o meno in presenza o assenza della coscienza. Ma la coscienza (stato vigile) è determinata solo dallo stato del volontario o paziente o dai suoi resoconti.
La coscienza come capacità di accorgersi di esistere non è mai stata considerata, in quanto, probabilmente, veniva percepita come un dato di fatto, una funzione del cervello. Ma lo è veramente?
Indubbiamente, la coscienza è collegata all'attività del cervello. Scompare momentaneamente durante il sonno non REM, oppure quando sveniamo. Eppure, se seguiamo un filo logico razionale, il nostro cervello potrebbe eseguire tutte le sue funzioni senza aver bisogno della coscienza.
Qui arriva il punto più affascinante dell'argomento: in teoria, noi potremmo immaginare un essere umano, che pur agendo, parlando, ragionando esattamente come noi,sia del tutto privo di coscienza, cioè sarebbe come il nostro PC, l'aspirapolvere o un' automobile. Esistono tali persone?
Non è possibile saperlo, perchè la coscienza, pur essendo un fenomeno che noi tutti sperimentiamo ogni giorno, come la forza di gravità, non è dimostrabile. Non esiste nessuna prova oggettiva che un mio simile abbia la coscienza. Io, ovviamente sono sicuro di essere cosciente perchè la sperimento, ma non posso provarlo a nessun altro. Ovviamente, credo che tutti gli altri siano egualmente coscienti come me, ma non ne ho la prova.
Quindi, se io formulassi l'ipotesi di essere l'unico essere umano cosciente (per qualche strano motivo), non avrei nessuna prova scientifica per determinare la veridicità dell'ipotesi.
In alcuni testi di psicologia si legge spesso che il riconoscimento allo specchio (tipico del bambino intorno al primo anno d'età, e riscontrato anche nelle scimmie ed alcuni altri mammiferi) sarebbe un test di autocoscienza, ma è falso. Al massimo è un test d'intelligenza, ma non mi dimostra che quell'essere sente di esistere come me.
Quindi, paradossalmente, la coscienza, così presente e così importante, non può essere oggetto d'indagine scientifica, ma è (al momento), oggetto di discussione in alcuni ambiti specialistici della filosofia della scienza.
Gli autori più rilevanti sono David J. Chalmers [1] (che ho scoperto che la pensa come più o meno come me
), e che ritiene che la coscienza non possa essere spiegata con la fisica (secondo le attuali conoscenze), ed il suo antagonista Daniel C. Dennett [2], che invece sostiene che la coscienza sarebbe
un'illusione, cioè deriverebbe da come noi percepiamo l'attività neuronale del cervello
Ritenere che la coscienza sia una funzione del cervello implica che la materia incosciente diventa cosciente in virtù di una particolare organizzazione della materia.
Altri (compresi alcuni fisici teorici, fra cui Roger Penrose, che ha vinto il Premio Nobel per la fisica di quest'anno), hanno ipotizzato un legame tra la coscienza e la fisica quantistica. La coscienza sarebbe un fenomeno quantistico e che quindi la materia sarebbe intrinsecamente
coscienteDue belle letture divulgative sull'argomento (in inglese!):
www.theguardian.com/science/2015/j...y-consciousnesswww.bbc.com/earth/story/20170215-th...quantum-physics[1] David J. Chalmers :The Conscious Mind: In Search of a Fundamental Theory (1997)
[2] Daniel C. Dennett: Consciousness Explained (1991)
Edited by Mario_A - 27/10/2020, 00:47