CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 10/7/2016, 10:15)
Mettere mentalmente a confronto se stessi con i propri Docenti non è affatto irrilevante: un laureato triennale evidentemente solo embrionalmente, ma uno magistrale o meglio ancora all'inizio di un terzo livello universitario dovrebbe cominciare a percepire bene il raggiungimento di una parità di metodo scientifico e di autonomia nel praticarlo rispetto a chi gli sta insegnando.
Non sto parlando di esperienza o di genio originale: i tuoi Professori rimarranno per te sempre i tuoi Professori anche quando tu avessi settant'anni e fossi stato a tua volta docente universitario una vita.
Sto parlando di autonomia personale nella pratica metodologica anche di fronte a progetti (o progettini) nuovi.
Se alla fine della Triennale questa percezione manca proprio del tutto, brutto segno.
Questo mi pare fondamentale. Anche perché, tu magari no, come molti altri, ma altrettanti studenti della triennale e dei nuovi ordinamenti in genere, arrivano anche alla laurea magistrale, perdonami il termine, come dei "bimbi", scientificamente parlando. Ancora bisognosi di chissà quale supporto, di imparare chissà che cosa. Beninteso, non si smette mai di imparare, e teoricamente e soprattutto praticamente, ma le basi... quelle dovrebbero già essere acquisite da un po', così come una certa autonomia scientifica, critica, ecc. Se scegli un settore (relativamente limitato ovviamente), tu sei (e devi essere) l'esperto. Non il tuo professore, non il tuo tutor, nemmeno il tuo datore di lavoro, tu e solo tu. Comporta una certa responsabilità, di cui ci si deve far carico (c'è di peggio). E poi umiltà ma fermezza nel confrontarsi con la (e nella) comunità scientifica.
Al di là di questo, che attiene ancora (ma non solo) alla formazione/carriera accademica soprattutto (comunque preclusa più che mai, tanto quanto gli altri sbocchi e di più), personalmente appoggio l'idea di andarsene. Prima o poi è probabile che dovrai farlo, se non per sempre almeno temporaneamente. Se decidi di continuare, se non sarà ora sarà dopo la magistrale, o dopo la scuola di specializzazione se deciderai di continuare oltre la laurea. Inoltre, inutile nascondersi dietro un dito, la situazione economica di base tua o familiare conta, c'è poco da fare. Per continuare ad accumulare probabili inutili titoli, tuttavia spesso necessari; per partecipare a scavi non pagati ma ai quali non potresti partecipare altrimenti (in genere scavi universitari all'estero, soprattutto se non ti occupi di archeologia italiana. Magari poco utili, inutili, o dannosi a seconda, rispetto all'archeologia urbana e di cantiere e al mondo lavorativo, ma indispensabili se invece tenti la strada accademica - altra scelta che prima o poi ti toccherà fare), e via discorrendo.
La situazione non è rosea, lo sai da te mi pare. Era così anche quando ti sei iscritto all'università. Non era troppo diversa nemmeno quando mi sono iscritto io. Il futuro in realtà faceva meglio sperare, qualche spiraglio ancora si intravedeva, ma mentre procedevano gli studi la situazione è andata peggiorando, e al conseguimento della laurea era del tutto identica a quella attuale. La decisione non può che essere tua, e non so quanto possa realmente contare in questo quel che ognuno di noi può dire. Si tratta d'altro canto né più né meno che di esperienze personali. Se ci fosse qui qualcuno che dalla laurea è passato attraverso tutta la trafila alla cattedra, o anche solo al posto di ricercatore o di prof. associato, ti direbbe probabilmente che sì, è dura (lo dicono tutti indipendentemente dal fatto che lo sia stato di più o di meno, con o senza raccomandazioni), ma se ti impegni... Chi invece è finito a fare tutt'altro magari ti dirà che non ne vale la pena a meno che tu non lo faccia per pura cultura personale. E così via. Alla fine rimarrai sempre solo tu con i tuoi dubbi di fronte alla scelta.
Per quanto riguarda il volontariato, bisogna sempre intendersi su che tipo di volontariato. Ci sono i volontari della croce rossa, però non svolgono il lavoro degli infermieri specializzati come hai giustamente sottolineato, e tanto meno operano in chirurgia.