Sull'ananas rispondo io, visto che ho avuto modo di leggere sia gli articoli di Ciferri che di Casella.
1) le rappresentazioni romane di pitture sono molto realistiche, almeno fino ad una certa epoca; i soggetti principali (quelli che in genere si trovavano al centro della raffigurazione) dovevano essere ben riconoscibili ed identificabili perché assumevano precisi significati a livello iconologico. Nella decorazione di contorno invece si era un po' più liberi. Però le raffigurazioni di ananas citate da Casella, così come quella del mosaico, si trovano tutte nella parte centrale.
2) Ciferri scrive un articolo in risposta a Casella, confutando la sua teoria, ma Casella controbatte con un altro articolo, confutando il Ciferri, a cui poi quest'ultimo non fa seguire altra risposta.
3) Casella fa una comparazione a livello di caratteri carpologici, mettendo là dove esistono i corrispettivi frutti moderni. Alcune delle specie da lui identificate oggi sono accertate (es. mele cotogne). Casella identificò anche il limone negli affreschi, frutto che non è sempre stato dato per assodato che i Romani coltivassero. Su alcuni siti internet si legge infatti che la coltivazione del limone è avvenuta in epoca post-classica e ci sono studiosi che sostengono che i limoni raffigurati siano stati visti nel loro paese d'origine dagli artisti o importati. Ma uno studio sui caratteri dei limoni rappresentati ha dimostrato che essi somigliano moltissimo alla varietà che viene chiamata sorrentina, il che fa pensare che invece i Romani li coltivassero. Tanto è vero che la Soprintendenza di Napoli e Pompei ha ricreato un giardino dell'epoca in cui sono presenti anche i limoni, tutto ciò dopo un attento studio archeobotanico (
http://www.beniculturali.it/mibac/export/M...1201645513.html)
4) soltanto le raffigurazioni di Pompei e quella del mosaico presentano il ciuffo tipico dell'ananas. Tutte le altre raffigurazioni si capisce chiaramente che siono pigne. Addirittura nella casa del larario una raffigurazione ha il ciuffo e l'altra invece (che poi è quella con la quale Ciferri si confonde) no. Gli artisti romani sapevano dunque benissimo che le pigne non hanno ciuffo.
5) l'ananas del mosaico delle Grotte Celoni è piccolo, ma nell'antichità i frutti erano in genere più piccoli ed a tutt'oggi esiste una varietà di ananas detto "baby ananas" o "ananas mignon" proprio in virtù della sua taglia decisamente più piccola.
6) per finire sulla veridicità delle rappresentazioni di frutti e vegetali presso i Romani: nel fregio vegetale dell'Ara Pacis, una biologa dell'università di Roma Tre è riuscita a riconoscere ben 50 specie di piante, e stiamo parlando di un bassorilievo, dove è più difficile rispetto ad una pittura rappresentare nei dettagli un fiore o un frutto.
In sintesi, non posso mettere la mano sul fuoco che quelli citati siano ananas, ma sarei cauta a dare per scontato che si tratti di pigne.