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Forse, lo zibaldone, ci sta pian piano riportando al topic... ...forse.
Massi non voglio risultare insistente, ma non sono d'accordo.... CITAZIONE Sono, è vero, in embrione ma non sono ancora "sardi, piceni, sanniti" ecc. E' con l'età del ferro che questo avviene. Intanto non mettiamo troppe genti nello stesso alderone. L'etnimo di Piceni e Sanni, che io sappia, è probabilmente derivante da un ver sacrum. Tali ver Sacrum si sarebbero verificati dall'VIII sec a.C. in poi. Giocoforza questi popoli nuovissimi, i loro etnimi, le loro culture materiali s'inquadrano esclusivamente nell'età del ferro. Per i sardi il discorso è, secondo me, lievemente diverso. Ne abbiamo discusso di recente anche qui: https://ostraka.forumfree.it/?t=60561506 per cui proprio su di essi non mi pare sia il caso di riprendere l'intera solfa sull'origine del termine srdn; ma ritornano utili, credo, per ribadire quel che intendevo per l'italia. Almeno a leggere il record archeologico i sardi dell'età del ferro, più che creare nuove identità sembran voler celebrare e voler rafforzare l'antica identità etnica che ha il suo perno nell'icona del nuraghe, e dunque nel ricordo e nel mito dei loro avi dell'età del bronzo. Rendeli parla di una "rifondazione della memoria", da parte dei nuragici dell'età del ferro. Questo avviene quando l'etnimo srdn è già presente e registrato nella stele di nora, quando ancora i nuragici dominavano l'isola e l'unica colonizzazione finora realmente accertata, quela cartaginese, era lungi dal venire. Questo, ripeto quale che sia l'origine del termine della stele su cui sarebbe veramente troppo tedioso ritornare. Però, dicevo, se i sardi eran capaci di elaborare una loro identità culturale in linea di continuità con l'età del bronzo, mi chiedo perchè mai questo non sarebbe possibile in Italia, dove pure ci sono state culture di rilievo. Se ad esempio, la cultura espressa nelle Terramare non fosse collassata (?) ex abrupto (mi par di capire) nel bronzo finale ma fosse riuscita a perpetuarsi sino all'età del ferro come accadde alla cultura nuragica, forse, ti riuscirebbe più difficoltoso dire (e all'archeologia tutta) come in Italia le identità etiniche "forti" (passami questo termine, solo per intenderci) maturino esclusivamente nell'età del ferro e non anche prima. Più semplicemete mi pare che nello Stivale, le culture dominanti durante l'età del bronzo non riescano ad avere la continuità nella discontinuità della cultura nuragica, magari preservatasi sin dentro all'età del ferro, per il fatto di allignare in un isola. Ma malgrado questo, io quasi non riesco ad immaginarmi un Italia dell'età del bronzo nella quale non sussistevano identità etniche elaborate o che esse fossero assai più labili di quelle creatisi nell'età del ferro: semplicemente tali culture non riuscirono a fare il salto dall'età del bronzo all'età del ferro. O perchè furono spazzate via dalla storia, o perchè si trasformarono radicalmente in qualcos'altro. Spero d'essermi spiegato... ma per tentare di spiegare e soprattutto spiegarmi ancor meglio, quanto appena detto sopra, mi conviene citare Lama, così da rientrare anche nel topic: CITAZIONE Le "identità" etniche infatti si formano nel momento in cui una società diventa tanto complessa da necessitare una strutturazione che vada oltre i limiti della famiglia, tribù, clan, o comunità locale, e si trova quindi ad aver bisogno di un fattore ideologico per poter rimanere unita (o per unificarsi). Ecco, dovremmo definire cos'è l'identità etnica. Perchè se il principio è che "l'identità etnica la fa -soltanto- lo Stato" non mi trovo d'accordo. Semmai si può dire che "l'etnia fa lo stato e lo stato fa l'etnia": ethnicity made states, and states made ethnicity. Non è mia ovviamente... Ma la lezione consiste in questo: quando lo Stato si espande ha l'effetto di far dimunire gradualmente le differenze etniche locali, fondendole in un unico ethnos, o riassumendole, quando lo Stato si fa Impero, in una super identità etnica, come quella "egiziana", ittita, romana, che si sovrappone alle precedenti identità etniche che man mano sbiadiscono fino a scomparire. Ma a monte della "super etnia statuale" vi sono cmq altre identità etniche preesistenti che costruiscono e fondano la super etnia statuale quando entano in conflitto. CITAZIONE Allo stesso tempo, e questo è interessante, in palestina si nota che è proprio in quei periodi in cui la presenza egizia si fa più marcata, e quindi le interazioni con le popolazioni locali più intense che si nota l'emergenza di "identità" locali. Questi ethnos o come li vogliam chiamare, rafforzano il principio identitario su cui di volta in volta si basano a prescindere dal fatto che affrontino in guerra uno stato, un impero piuttosto che un altro clan, un altra tribù soverchiante. Questo perchè in definitiva, al di là dell'entità politica presa in considerazione secondo me è preferibile dire che "war made ethnicity and ethnicity made war". Conoscevo l'esempio di tribù africane che pur strettamente limitrofe, non scambiavano tra loro alcun oggetto, producevano ceramiche diversissime per distinguersi l'un dall'altra. Questo a causa della perenne conflittualità che caratterizzava i rapporti tra tali tribù. Questo io credo risponda, almeno in parte, al dubbio di Lama: CITAZIONE Ora, personalmente mi domando se tali dinamiche erano già presenti nell'europa precedente l'età del ferro. Io ritengo decisamente di sì. l'Euorpa occidentale, soprattutto quella del bronzo recente, si caratterizza per una notevole intensificazione dei conflitti, rispetto al bronzo medio. Oltre al'Italia, in Spagna qualcuno ha osservato come la produzione metallurgica del bronzo medio ebbe un tracollo (apparente eo meno). Sono rarissime le spade iberiche attribuite a tale periodo. mentre la produzione riprende veemente nel bronzo recente (come del resto accade in Italia e altrove). Se accettiamo tali segnali, credo proprio che si debba vedere nell'età del bronzo recente anche un acuirsi delle identità etniche. Ed in regime di guerra, penso che la "xenofobia" da un lato e il rafforzamento della propria identità etnica dall'altro, siano mali dai quali clan, tribù, chiefdom non possano dirsi esenti. Semplicemente hanno un portato minore rispetto a quando tali mali sono incarnati da potenze come quella egiziana. |