Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by Usékar

view post Posted: 6/10/2010, 15:46 Uso e funzione degli oggetti in giada e pietra verde - America Centrale
A cosa servivano i pendenti e gli oggetti in giadeite e pietra verde

Innumerevoli sono i grani e le conterie da collana in giadeite, serpentino e diaspro verde rinvenuti in situ nelle tombe Maya.
Molti personaggi di alto rango sono stati sepolti letteralmente ricoperti di collane, pettorali, maschere a mosaico e altri piccoli oggetti realizzati con questi materiali.
Viste le prove archeologiche e le testimonianze forniteci dalle rappresentazioni di se stessi che i membri dell'elite Maya ci hanno lasciato nella pittura murale e vascolare, nella statuaria delle stele e nei bassorilievi all'interno degli edifici più importanti, è chiaro che essi usavano letteralmente coprirsi di pietra verde, almeno in particolari occasioni.

Per quanto riguarda i Nicoyani, abbiamo pochissime testimonianze di defunti deposti nella tomba con addosso collane e altri oggetti in pietra verde.
Più speso oggetti di tali materiali venivano deposti a lato di un personaggio di alto rango, assieme a terracottte di grande pregio e a pietre da macina (metates) in pietra lavica, decorate con bassorilievi realizzati con grande perizia.
Numerose sono, comunque, le pitture vascolari e le statue in terracotta o pietra lavica che ce li ritraggono con collane al collo e pendenti sul petto: questi oggetti ci sembrano del tutto analoghi a quelli in pietra verde deposti al fianco dei defunti.

L'elite Olmeca usava rappresentarsi in grandi bassorilievi, scolpiti su massi di roccia lavica, mentre indossa collane dai grandi grani alle quali sono sospese maschere e pettorali, anche questi analoghi a quelli realizzati in giadeite e serpentino e ritrovati nei cache sepolti nelle 'piazze' o all'interno degli edifici sacri dei loro siti.

Pochè gli oggetti in giadeite e in pietra verde e verde-azzurra ritrovati nei siti occupati da queste culture presentano quasi sempre dei fori passanti che li rendono adatti ad essere sospesi, a giudicare dalle rappresentazioni citate dobbiamo dedurre che siano stati realizzati per esserre in qualche modo appesi ad una collana o a una cintura o alle vesti.

Questo risulta difficile da accettare nel caso di alcuni oggetti, soprattutto di produzione Olmeca ma anche Nicoyana, che hanno peso e dimensioni molto rilevanti.
E' il caso, per esempio, della cd 'ascia Kunz' http://en.wikipedia.org/wiki/File:Kunz_Axe.jpg [American Museum of Natural History, New York, 27.9 x 15.5 cm, peso 7 kg] e della giada a forma di valva di conchiglia rinvenuta a Talamanca di Tibàs, Costarica, lunga 33 cm, spessa circa 6 e alta altrettanto, che pesa un paio di kg ( http://books.google.it/books?id=3WrnPJ8d8-...20tibas&f=false ).
E' possibile che si trattasse di 'insegne' sacre da ostendere durante particolari cerimonie, oggetti così 'potenti' che dal retro della Kunz sono state segate sottilissime lamine che si è ipotizzato venissero 'seminate' nel terreno durante cerimonie atte a propiziare la fertilità dei suoli e l'abbondanza del raccolto.

Alcuni oggetti Olmeca in giadeite presentano tracce di combustione, a volte anche notevoli dato che il riscaldamento ha causato la rottura con distacco e perdita di alcune parti.
E' difficile spiegare il motivo per cui questo è avvenuto. Una ipotesi è che questi oggetti siano stati 'bruciati' per annullarne il potere, ovvero, al contrario, per aumentarlo, visto che sono stati rinvenuti in depositi assieme ad altre giade, forse a scopo votivo o consacratorio.

Testimonianze archeologiche ci dicono anche che oggetti in pietra verde venivano sepolti nella muratura di templi ed edifici sacri, sia in area Olmeca che in area Maya, pratica seguita anche dalle culture Teotihuacana e Azteca.

Tutto questo ci porta a pensare che le pietre verdi in generale e la giadeite in particolare fossero considerate pietre dotate di potere magico-religioso, soprattutto il potere di fertilizzare la terra, potere che veniva trasferito a tutto ciò con cui venivano a contatto.
Quando gli oggetti realizzati con queste pietre venivano portati sulla persona, sotto forma di maschera, orecchini, collana, pettorale, cintura, bracciale, cavigliera o anche 'corona' (questo sembra il caso raffigurato in alcune statuette Nicoyane in terracotta) probabilmente si verificava tra personaggio 'sacro' e pietra verde una specie di sinergia o di catalisi: l'uomo sacro indossa una pietra sacra, rafforzando il potere di entrambi, rendendo il tutto più potente della somma delle parti.

E' da notare, inoltre, che l'abbigliamento in pietra verde qualificava in modo assoluto la persona che lo indossava.
Dalle rappresentazioni di se stessi che i membri dell'elite di queste culture ci hanno lasciato, è chiaro che certi oggetti potevano essere indossati solo dai 're', altri solo dai sacerdoti, altri solo dai capi miltiari, tenendo presente che il 're' era anche il capo dei militari e il 'pontifex maximus'.
Inoltre, particolari tipi di abbigliamento comprendenti 'giade' altrettanto caratteristiche venivano indossati solo in occasione di specifici atti cerimoniali.
Questi usi sono del resto molto simili a quelli che tutt'ora nella nostra società vengono adottati da particolari categorie di persone, come per esempio i diversi tipi di paramenti sacerdotali durante le celebrazioni eucaristiche nei differenti periodi dell'anno, l'abbigliamento di magistrati e militari in occasione di particolari e solenni cerimonie etc.

Edited by Usékar - 2/2/2013, 19:21
view post Posted: 5/10/2010, 10:21 Un banner nostro? - Idee e Suggerimenti
Si, certo, la mia è una deformazione professionale, dovuta direi alla 'vecchiaia', sono abituato a mettere in guardia tutti i miei clienti, che non sono smaliziati come voi archeologi... :D

Sono iscritto a questi fora (prima AI, ora Ostraka) solo da un mese e mezzo, vi conosco poco, ho peccato di presunzione :rolleyes: , me ne scuso
view post Posted: 5/10/2010, 09:31 Egitto inedito a Forlì - Segnalazione Mostre
Fino al 9 gennaio 2011 a Forlì va 'in onda' presso i Musei San Domenico la mostra 'Egitto mai visto', che presenta 400 reperti scoperti dalla Missione Archeologica Italiana in Egitto, guidata da Ernesto Schiaparelli, durante gli scavi effettuati nelle necropoli di Gebelein e Assiut tra il 1908 e il 1920.

Questi reperti sono rimasti custoditi nei depositi del Museo Egizio di Torino per quasi un secolo.
Recentemente restaurati, vengono esposti per la prima volta al pubblico.

La visita è a pagamento, tutte le informazioni si trovano sul sito
http://www.ticketeria.it/mostra_egitto-mai...o_mai_visto.asp
view post Posted: 5/10/2010, 08:51 Un banner nostro? - Idee e Suggerimenti
CITAZIONE (ShemsuHor @ 2/10/2010, 19:18)
Dai, siamo archeologi, non possiamo perderci sugli ostraka !!! :lol:

Ed evviva l'open-source !!!

Beh, tutti archeologi mica tanto, è vero che vengo dagli studi classici, è vero che ricordo cosa sia un ostrakon, ma sono un matematico/informatico hobbista di archeologia... :D

Evviva l'open-source, viva la libertà... però non dimenticate che l'open-source può dare problemi di fronte ai quali non si sa con chi prendersela, appunto perchè è un open-source e quindi, almeno in teoria, si sarebbe chiamati a contribuire a risolverlo... così, per dire... :rolleyes:
view post Posted: 29/9/2010, 16:09 Direttamente da AI - Presentazioni
Migrato anch'io, stesso nickname.

Interessante dceq, andrò a vedere.

Complimenti a Lama su per la velocità e a Ivan, anche lui migrato qui
view post Posted: 29/9/2010, 14:44 Cosa si intende per Giada nel Mesoamerica - America Centrale
Per capire esattamente di cosa si parla quando si tratta l'argomento 'giada precolombiana nel Mesoamerica' occorre innanzitutto fare chiarezza sulla materia prima di cui si tratta, quel minerale genericamente identificato con il vocabolo 'giada'.


Cosa si intende per Giada

Nel parlare corrente ma anche in gemmolologia, sotto il generico nome di Giada, passano due diverse varietà di silicati, una appartenente alla famiglia degli anfìboli, l'altra a quella dei piròsseni.
La genesi di entrambe è dovuta alla deposizione di cristalli in acque termali sovrassature di sali di silicati.
La differenza sta nella pressione e temperatura alla quale sono sottoposte le acque durante il processo di deposizione: nel caso dell'anfìbolo, queste sono sensibilmente inferiori che nel caso del piròsseno.

Le pietre di entrambe le varietà, quando sono prive di impurità, sono assolutamente bianche.

A causa della presenza di impurità di vario tipo, in genere ossidi metallici, assumono un ampio spettro di colorazioni, la più apprezzata delle quali, in entrambe le varietà, è sempre stata quella verde smeraldo: da ciò è probabilmente nata l'ambiguità nella denominazione.
Poichè, in realtà, le due giade differiscono notevolmente per composizione, struttura dei cristalli, aspetto e distribuzione sulla superficie terrestre, in tempi recenti al fine di distinguerle è invalso l'uso di chiamare l'anfìbolo Giada Nefrite ed il piròsseno Giada Giadeite.

La Giada Nefrite o semplicemente nefrite è un silicato di calcio e magnesio o ferro.
Ha struttura feltrata a doppia catena di cristalli, quando viene ben lucidata assume aspetto untuoso e ceroso, è molto comune e distribuita pressochè ubiquitariamente sulle terre emerse.
Di media durezza, tra 6 e 6.5 nella scala di Mohs, è la pietra naturale più tenace che si conosca (la caratteristica tecnica si chiama resilienza e misura la resistenza agli urti), tanto da essere stata utilizzata sin dal neoltico per costruire parti di strumenti da offesa quali punte di freccia, teste d'ascia e di accetta.
Molto apprezzata in Cina, vi costituì oggetto di accurata lavorazione a partire ameno dal III millennio a.C.
In Oceania fu lavorata dai Maori, che produssero piccoli idoli chiamati Hei Tiki nonchè grandi mazze ed asce di uso cerimoniale e piccoli amuleti di grande suggestione, i cui motivi vengono tutt'ora riprodotti dai moderni artigiani locali.
Fu molto apprezzata anche dai Mongoli che ne introdussero la lavorazione in India, durante il così detto periodo dell'Impero Moghul.
In Europa, invece, al di là degli oggetti neolitici e di quelli importati dalla Cina dopo il 1500, si conoscono pochissimi oggetti antichi di nefrite, tutti lavorati in epoca alessandrina, forse in dipendenza del fatto che i latini consideravano la giada pietra negativa, sfortunata, tanto da non avere nemmeno una specifica parola per denominarla.
Sono noti, inoltre, un solo oggetto di arte assira sicuramente in nefrite, così come un solo oggetto appartenente alla glittica egizia, quest'ultimo ritrovato nel corredo di Tut-ankh-Amon.
Non sono noti esempi nella glittica delle altre antiche civiltà mediterranee o africane.

La Giada Giadeite o semplicemente giadeite è un silicato di sodio ed alluminio o ferro, con aspetto e struttura cristallina granulosi, è molto più rara della nefrite e distribuita sulle terre emerse "ad isole".
La sua presenza è accertata solamente in alcune ben precise zone montuose: nel Moguong (attuale Myammar), in Omi Kotaki (distretto del nord del Giappone), negli Urali Polari (Russia), lungo il fiume Ussuri (confine siberiano tra Russia e Cina), nella valle di Sacramento (California USA), in Liguria (Italia), forse sulle Alpi Svizzere e Liguri e nella valle del Rio Motagua (Guatemala).

Di durezza veramente notevole (forse anche oltre 7.5 gradi nella scala di Mohs), è quasi altrettanto tenace che la nefrite ed è stata usata in Europa, analogamente a questa, sin dal neolitico per realizzare teste di ascia e scalpelli di uso solo rituale.
In pratica, le popolazioni europee del neolitico che utilizzarono questa pietra costruirono con la giadeite teste di ascia non funzionali in quanto tali ma destinate esclusivamente ad un uso cerimoniale, probabilmente a causa della grande difficoltà di lavorazione e dell'aspetto lucente e traslucido che assumeva il materiale correttamente lavorato.
Per quanto riguarda la Cina, la giadeite cominciò ad esservi importata dal Moguong nella I metà del XVIII secolo, divenendovi molto apprezzata sino quasi a sostituire completamente la nefrite nella locale lavorazione.
Nel Mesoamerica fu protagonista, pare, di intensi, estesi e complessi traffici commerciali, in quanto venne fatta oggetto di letterale adorazione da parte delle culture Olmeca, Maya e della Gran Nicoya, con la produzione di oggetti di grandissima bellezza e suggestione, molti dei quali vennero importati in Europa dopo la conquista spagnola.




Cosa si intende per giada nel Mesoamerica

Determinare l'esatta composizione minerale di molti lavori in pietra dura è alle volte estremamente difficile.
Nel caso della giadeite, questo dipende dal fatto che molto raramente essa si presenta nella forma di un minerale 'puro'.
In genere, viene rinvenuta in associazione con serpentiniti e quarziti: in effetti, gli affioramenti di giadeite sono sempre mescolati a serpentiniti.
E' da notare che sia la nefrite che la giadeite rarissimamente vengono rinvenute sotto la forma di cristalli di dimensioni apprezzabili ad occhio nudo.
In genere, esse vengono rinvenute in ammassi costituiti da cristalli di dimensioni micrometriche, mescolati a cristalli di quarzo e di serpentino della stessa misura.
In particolare, si parla di giadeite quando il minerale contiene cristalli di giadeite per più del 75%, di giadeitite se ne contiene più del 50% e di serpentinite o quarzite giadeitica se la giadeite è comunque presente ma in piccola percentuale.

Per quanto riguarda il Mesoamerica, la questione viene ancor più complicata dall'uso di chiamare 'jade' il materiale dal quale è stato ricavato qualunque oggetto di piccole dimensioni realizzato in pietra che presenti colorazione verde, verde-azzurro e insomma non sia evidentemente in pietra lavica.
L'indagine condotta dall'equipe di F.W.Lange nel 1992-1993 e pubblicata in Precolumbian Jade, University of Utah Press, 1993 su circa 3000 oggetti presenti in varie collezioni, museali e non, ha portato a concludere che meno della metà degli oggetti classificati come 'jade' erano di vera giadeite.
Del resto, gli Olmechi, i Maya e i Nicoyani hanno effettivamente lavorato con le stesse tecniche e le stesse iconografie pietre 'verdi' molto diverse tra loro per durezza, qualità e composizione.
Questo è accaduto molto probabilmente perchè il colore verde aveva per loro un significato importantissimo e la giadeite era relativamente scarsa, mentre le serpentiniti e le quarziti erano ovunque facilmente disponibili.
In effetti, la pietra verde aveva una grande connotazione magico-religiosa e molto probabilmente definiva la posizione, all'interno della sua comunità, dell'individuo che la portava.
Questo fatto ha portato alcuni archeologi, tra cui lo stesso Lange, a coniare il termine di 'giada sociale' per definire l'industria litica in pietra verde del Mesoamerica.



view post Posted: 29/9/2010, 12:38 Archeologia del Mesoamerica: le culture della giada - America Centrale
Nell'intervento precedente non sono riuscito ad inserire i link che volevo indicare.

Per quanto riguarda il concetto di Mesoamerica, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Mesoamerica
Per quanto riguarda il Costa Rica ed il resto dell'America Centrale, è utile quest'altro: http://luckyjor.org/intersito/costarica/pagcostarica.htm



Culture precolombiane del Mesoamerica

Da quanto visto in precedenza, la zona identificata archeologicamente con il nome di Mesoamerica è molto vasta e comprende territori morfologicamente molto diversi tra loro.
Elencare e illustrare le popolazioni che nel corso del tempo abitarono questa zona è cosa improba, anche perchè della maggior parte di esse conosciamo solo i pochi reperti rintracciati sino ad oggi.
Essendo state per lo più società e culture che non arrivarono ad esprimersi attraverso quella che noi chiamiamo scrittura (e qui ci sarebbe da aprire un grosso capitolo sulle eventuali forme di comunicazione che si possono definire meta-scritture, magari lo farò più avanti illustrando alcune ipotesi formulate circa l'uso degli oggetti in giadeite) ed essendo gran parte di queste culture già da molti secoli scomparse quando iniziò la 'conquista', poche sono le notizie 'certe' che ne abbiamo, per cui mi sento di accennare solo alle più importanti di esse, o meglio a quelle che conosco meglio per essere state utilizzatrici in forma massiccia della giadeite: gli Olmechi, i Maya e i Nicoyani.
Non sono le uniche che realizzarono lavori in giadeite, ma sono quelle che per gli oggetti realizzati con questo minerale espressero una forma di letterale adorazione.

Voglio far notare che in tutti e tre i casi si può parlare solo di 'cultura' e non di popolo perchè in realtà si trattò di tre insiemi di popolazioni anche molto diverse tra loro che condivisero una comune base culturale.
A volte si accenna a questi 'insiemi' paragonandoli alla cultura greca classica con il suo insieme di pòleis, ma il paragone non è completamente calzante, perchè nel caso delle culture Maya e Nicoyana sappiamo per certo che le popolazioni che le condivisero non solo non costituirono mai uno stato unitario, non solo si combattevano tra loro, ma non avevano nemmeno un linguaggio comune, come la koinè diàlektos dei greci.
Per quanto riguarda gli Olmechi, possiamo solo fare delle ipotesi più o meno supportate da prove, ma sembra che la situazione sia stata analoga a quella dei Maya e dei Nicoyani.

Secondo Piña-Chan, la colonizzazione dell'area mesoamericana iniziò attorno al 4000 a.C. ad opera di popolazioni provenienti dall'attuale Ecuadòr.
Queste popolazioni si stanziarono nell'area attualmente occupata dagli stati di Oaxaca, Tabasco e Veracruz, in Messico, dando origine alla cultura Olmeca (v.
CITAZIONE
Piña-Chan, Gli Olmechi: la cultura madre, Jaca Book, 1989

).
Essendo attestate nell'area, perlomeno in Costa Rica, punte di freccia di tipo Clovis e coda di pesce, risalenti più o meno a 6000 anni prima, è chiaro che passaggi precedenti ce ne furono e forse anche stanziamenti ma la grande sismicità della zona e l'ambiente tropicale probabilmente non hanno permesso la conservazione di tracce e testimonianze rilevanti.
La cultura Olmeca si espresse 'compiutamente' tra il 1500 ed il 300 a.C., quando le sue testimonianze si perdono nella zona indicata, per apparire come tracce, anche molto consistenti, in culture successive occupanti zone anche molto lontane.
Una trattazione abbastanza esauriente dell'argomento Olmechi si trova in http://it.wikipedia.org/wiki/Olmechi

Le prime tracce della cultura Maya, nel Petèn e nello Yucatàn, risalgono al 2000 a.C. (v.
CITAZIONE
N.Hammond, L'emergere della civiltà Maya in Le scienze, ott 1986).

L'età 'classica' si colloca tra il 200 a.C. e il 700 d.C.
Una trattazione abbastanza esauriente dell'argomento Maya si trova in http://it.wikipedia.org/wiki/Maya




Avevo inserito qui di seguito una presentazione della cultura Nicoyana modificando quanto scritto in precedenza nel forum di AI.
L'ho tolta obbedendo all'interpretazione restrittiva data alle parole di Ivan dai più autorevoli membri del vecchio forum trasferitisi qui.
Chiedo scusa, cercherò di presentare qualcosa di completamente rivisto e riscritto, anche se non mi sarà facile.
Credo di poter continuare come segue, fatemi tutti i rilievi del caso.

Che cos'è la Gran Nicoya

La Gran Nicoya è una regione culturale attualmente considerata la più meridionale tra quelle inserite nella Mesoamerica.

Abbraccia una fascia di territorio della profondità di un centinaio di kilometri che si estende lungo la costa del Pacifico, partendo dal confine settentrionale del Nicaragua per arrivare fino alla foce del rio Tàrcoles in Costarica, includendo l'Istmo di Rivas e la penisola di Nicoya.



L'attività degli archeologi in quest'area iniziò nei primi anni del '900 quando, nella località di Las Huacas (penisola di Nicoya, Costarica), condusse scavi l'archeologo svedese Carl V. Hartman, ma in realtà fino alla seconda metà degli anni '70 del XX secolo era pochissimo studiata dal punto di vista archeologico e non veniva inclusa nella Mesoamerica (per quanto riguarda il Nicaragua, esso resta tutt'ora abbondantemente inesplorato dal punto di vista archeologico).
Intorno al 1950 M.J.Snarskis, un archeologo statunitense, cominciò ad avviare una scuola locale di archeologia grazie alla quale si formò una generazione di archeologi costaricensi, ad opera dei quali vennero evidenziati nelle culture precolombiane della zona caratteri collegati a quella piattaforma culturale che compare in tutta l'area definita Mesoamerica.

In particolare, divenne chiara l'affinità tra i motivi scolpiti nelle giade della Gran Nicoya e quelli scolpiti dagli Olmeca.

Come spesso succede in quasi tutti i campi scientifici, i nuovi ritrovamenti dovuti agli scavi promossi suscitarono più interrogativi che risposte, per esempio:
- quali contatti ci furono tra gli Olmechi e i Nicoyani, separati da almeno 1000 km di territorio impervio? (in linea d'aria, ci sono più di 1500 km tra l'attuale città di Veracruz in Messico, al centro dell'area Olmeca, e Nicoya in Costarica);
- perchè i caratteri e le tecniche con cui venne lavorata la giadeite nella Gran Nicoya sono molto simili a quelli Olmeca mentre i Maya non presentano questa affinità, pur essendo territorialmente stabiliti in mezzo alle due aree culturali?
- perchè, stando alle poche datazioni certe, la lavorazione della giadeite compare in Costarica e tra i Maya contemporaneamente al declinare della cultura Olmeca (tra il 500 e il 200 a.C.)?
- perchè i Nicoyani utilizzarono una qualità di giadeite molto simile a quella preferita dagli Olmechi mentre i Maya ne preferirono una nettamente diversa?
- come si approvvigionarono della giadeite gli Olmechi e i Nicoyani, molto lontani dall'unica fonte accertata in America Centrale di giadeite? (Veracruz dista dalla valle del rio Motagua circa 700 km, Nicoya ne dista 950, in linea d'aria s'intende, per i Maya era più facile, Copàn è molto vicina)
- perchè la lavorazione della giadeite nella regione Nicoyana si interruppe all'incirca attorno al 700/800 d.C., in corrispondenza del crollo della società Maya classica?

Edited by Usèkar - 28/2/2011, 11:48
view post Posted: 28/9/2010, 17:14 Un banner nostro? - Idee e Suggerimenti
Perchè quello che ci hanno cacciato in testa fin da piccoli è duro da cancellare o sostituire.
Ricordo di aver visto nelle bacheche dei musei anche ostraka con testi ben diversi dai puri e semplici nomi, ciò non ostante la prima immagine che mi si è presentata alla mente leggendo il titolo del forum è stata quella dell'ostracismo.

L'idea di un ostrakon come moderno notebook o vecchio notes proprio non mi ho sfiorato.
La trovo elegantissima
view post Posted: 28/9/2010, 15:45 Archeologia del Mesoamerica: le culture della giada - America Centrale
A proposito,
ho cercato di inserire nel testo di cui sopra gli indirizzi di tre siti secondo me interessanti.
Non mi è stato consentito di farlo. Dato che il primo è un indirizzo di Wikipedia non capisco il perchè.
Vedo che tu sei riuscito ad inserire quelli della mostra di Berlino: c'è qualche motivo a te noto perchè io non riesco ad inserire i miei? Leggendo gli aiuti credo di aver capito che è perchè mi sono aggregato da troppo poco, non ho ancora superato i 5 interventi: è così?
Grazie
view post Posted: 28/9/2010, 15:06 Archeologia del Mesoamerica: le culture della giada - America Centrale
Ah, bene, la mia compagna è psicologa...

Vado al massacro, comincio da qui.

Il concetto di Mesoamerica

Fino al 1940 circa l'archeologia dell'America Centrale fu portata avanti solo da archeologi statunitensi o europei.
La loro attenzione era concentrata quasi esclusivamente sulle culture localizzate soprattutto in Messico e Belize, mentre il resto della regione rimase quasi totalmente inesplorato dal punto di vista archeologico, a parte la zona del Guatemala contigua allo Yucatàn e parte del Costa Rica (la svedese C.V.Hartman agli inizi del '900 nella penisola di Nicoya e lo statunitense M.Stirling negli anni '20 al confine con Panamà).

Poi cominciò a fiorire una nuova generazione di archeologi messicani che iniziò una serie di investigazioni sulla costa occidentale del Messico, nei territori attualmente pertinenti agli stati messicani di Jalisco, Colima e Nayarit, e sulla costa del Golfo, nella zona dello stato di Veracruz in quella che oggi è nota come area della cultura Olmeca, riconosciuta come tale appunto solo in quell'epoca.
Tra l'altro, fu solo intorno al 1940 circa che si inziò a considerare alcune figure in terracotta e giadeite come appartenenti ad una cultura a sè stante, fino a che intorno al 1946/47, ad opera degli archeologi messicani Miguel Covarrubias e Alfonso Caso si pervenne al riconoscimento che questi oggetti appartenevano ad una cultura fino ad allora non riconosciuta, la cultura Olmeca, molto antica e costituente quella che essi e Romàn Piña-Chan chiamarono 'la cultura madre' di tutte le culture del Mesoamerica.

Dal Messico questa ondata di rinnovamento culturale si estese attraverso tutta l'America Centrale, fino al Costa Rica, dove la presa di coscienza dell'importanza delle radici culturali del passato precolombiano iniziò intorno al 1950, dando origine alla prima generazione di archeologi costaricensi.

Le ricerche portate avanti da Paul Kirchoff e da questa generazione di archeologi centro-americani evidenziarono il fatto che in tempi anteriori alla conquista spagnola, tra le popolazione residenti nell'area che va dalla Valle Centrale del Messico fino al Costa Rica nord occidentale ci fu una sorta di comune base culturale e religiosa.

In poche parole, gli abitanti precolombiani del'area in questione, benchè divisi in un grande numero di nazioni e tribù con differenti lingue e culture, condivisero una comune lingua franca chiamata nahuatl, un comune calendario, alcune credenze religiose e molti segni iconografici.
Nel 1943 Kirchoff propose di chiamare questa area Mesoamerica: questo termine non è usato per indicare un'area geograficamente ben delimitata, bensì un territorio culturalmente "omogeneo" che partendo dalla valle di Oaxaca e dallo stato di Veracruz in Messico si estende attraverso l'istmo di Tehuantepec, abbracciando lo Yucatàn, il Belize, il Guatemala, l'Honduras, il Salvadòr e la costa occidentale del Nicaragua e del Costa Rica.

Volendo porre dei precisi limiti geografici, comunque solo indicativi, il Mesoamerica viene identificato nei territori che vanno dai fiumi Sinaloa, Lerma e Panuco in Messico sino al rio Tàrcoles che attraversa la provincia di Puntarenas in Costa Rica, sfociando nel Pacifico.

Nei primi anni in cui il termine Mesoamerica entrò in uso, il Nicaragua e il Costa Rica non erano inclusi nell'area indicata.
Quando però gli archeologi esaminarono attentamente gli oggetti provenienti dall'Istmo di Rivas (costa pacifica del Nicaragua) e dal Guanacaste (Costa Rica nord occidentale), ossia i due terrritori che attualmente vanno complessivamente sotto la denominazione archeologica di Gran Nicoya, dovettero includere nell'area mesoamericana anche queste due zone.


Nel prossimo intervento cercherò di inquadrare le principali culture precolombiane dell'area.

Edited by Usèkar - 7/10/2010, 16:10
view post Posted: 28/9/2010, 13:56 Archeologia del Mesoamerica: le culture della giada - America Centrale
Si è così, ciò che interessa in Italia è soprattutto l'oro, per cui spesso vengono presentate esposizioni di oreficeria precolombiana del Perù, più raramente della Colombia.
E' già più difficile, invece, vedere oggetti in terracotta, quasi impossibile vedere oggetti in pietra lavica e in pietre dure.

A mia memoria, in Italia solo durante le esposizioni colombiane del 1992 a Genova (Due Mondi a Confronto) e Bologna (Prima dell'America), poi quella a Palazzo Grassi a Venezia nel 1998 (i Maya) sono stati esposti oggetti in giadeite e statue e bassorilievi in pietra lavica.

In effetti, in Belgio, Francia, Germania, Inghilterra e Olanda l'interesse è maggiore, anche se non mancano esempi di collezioni museali anche in Italia.
Penso, per esempio, agli oggetti del Museo Pigorini di Roma, a quelli della collezione Dinz-Rialto ospitati nel Museo degli Sguardi a Rimini, a quelli delle collezioni medicee ospitati nel Museo degli Argenti e nel Museo delle Pietre Dure a Firenze (mi riferisco sempre a oggetti in giadeite, turchese, serpentiniti e altre pietre più o meno dure).
Magari altri potranno aggiungere a questo elenco, che sicuramente non è esaustivo, qualche altra collezione a me non nota.

Bene, io non sono un archeologo, bensì un matematico-informatico che si interessa di questa materia per hobby.
Se nessun altro si propone per introdurla, lo farò io, ben cosciente dei miei limiti e delle mie conoscenze solo parziali della materia: posso parlare con sufficiente cognizione di causa della cultura della Gran Nicoya, ma l'argomento Mesoamerica posso affrontarlo solo 'a spanne', nelle sue linee generali.

A presto
view post Posted: 28/9/2010, 10:04 Archeologia del Mesoamerica: le culture della giada - America Centrale
Ho già scritto in un altro forum, sezione Mesoamerica.
Avevo iniziato su quel forum l'argomento 'Culture della giada' ed in particolare 'La cultura della Gran Nicoya'.

E' un argomento poco conosciuto in Italia, ho visto che i contatti ci sono stati ma ho avuto pochissime repliche.
Mi piacerebbe riprendere la 'discussione' su questo forum, qualcuno è interessato?

Edited by lama su - 28/9/2010, 21:13
view post Posted: 28/9/2010, 09:12 eccoci qua! - Presentazioni
Mi sono trasferito anch'io, il mio nick name è così mirato ad un argomento pressochè sconosciuto in Italia che non ha avuto bisogno di aggiunte o cambiamenti di sorta.
Ben ritrovati a tutti :D
3733 replies since 28/9/2010