Ostraka - Forum di archeologia

Posts written by Perseo87

view post Posted: 29/1/2021, 11:58 Timna (Israele): sulle tracce della porpora reale - Archeologia del Vicino e Medio Oriente
Una notizia molto interessante è stata recentemente data da Naama Sukenik, esperta di materiali organici della Israel Antiquities Authority, in relazione agli scavi condotti nel sito di Timna (sede di un importante distretto minerario, non lontano dalla città di Eilat): www.meteoweb.eu/2021/01/archeologia...g17NgOftMJ22PpQ.

Dagli scavi di un laboratorio per la lavorazione dei tessuti sono infatti emerse alcune fibre di lana, e addirittura una nappa, ancora colorate con la porpora reale. Reso celebre dall'intensa produzione attribuita ai Fenici di Tiro, questo pigmento, estratto in piccole dosi dal murice comune (e per questo estremamente costoso), ha avuto nel corso dei secoli un ruolo molto importante di rappresentanza della regalità e della sacralità, tanto fra le differenti culture "pagane" del Mediterraneo antico, quanto in quelle ebraica e cristiana. Esami archeometrici hanno indicato una datazione delle fibre intorno al 1000 a.C., collocandole così all'epoca dei più importanti sovrani biblici. Si tratta della prima volta in cui elementi di questo genere vengono scoperti nel territorio di Israele (e in generale nel sud del Levante).
view post Posted: 29/1/2021, 11:25 Peania (Atene): scoperte due statue funerarie - Archeologia della Grecia Classica
Segnalo la scoperta di due statue funerarie femminili durante i lavori per la costruzione del nuovo municipio di Peania, a est di Atene: https://mediterraneoantico.it/articoli/new...0Zy66msaXrRCshk.

Rinvenute in frammenti ed entrambe acefale, le due sculture in marmo rappresentano verosimilmente due donne della classe agiata dell'Attica del IV secolo a.C., come denuncia anche la lavorazione delle figure ad altorilievo. Una delle due appare seduta su uno sgabello, avvolta in una tunica leggera, che ne lascia immaginare le forme del corpo; l'altra, in posizione eretta, è ancora più lacunosa, ma, a giudicare dalla parte superstite, doveva forse appoggiarsi al fondo di una edicola (naiskos), eventualmente insieme alla prima scultura, e portare la mano sinistra al volto, in un gesto di dolore tipico dell'arte funeraria di questo particolare contesto geografico e storico.

Un possibile confronto potrebbe forse essere suggerito con questo rilievo funerario attico, datato verso la metà del IV secolo a.C. e appartenuto a Thraseas ed Euandria, oggi conservato al Pergamonumuseum di Berlino: https://en.wikipedia.org/wiki/Grave_relief...as_and_Euandria.

Edited by Perseo87 - 29/1/2021, 12:01
view post Posted: 29/1/2021, 10:58 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Righel @ 28/1/2021, 18:31) 
Si è sentita la mancanza di Perseo87. Occhio, Perseo! perché quando parlerò di Urano ci devi essere: siamo nel tuo campo... più o meno.

Cercherò di non mancare, ma tu ricordamelo per tempo. :)
Al momento sono anch'io dietro alla preparazione di una conferenza per un convegno ormai imminente sui Greci d'Occidente, per cui c'è sempre qualche pezzo o bibliografia qua e là che continua a sfuggirmi... Nel frattempo ho già spedito altri due abstract e ancora uno (o se ce la faccio due) è in corso di elaborazione... quindi ti lascio immaginare!

Fra l'altro considera che mi salvo di volta in volta una serie di notizie interessanti su nuove scoperte da pubblicare sul forum, che puntualmente però mi si accumulano sul pc senza che io riesca a smaltirle... Stamani cerco di pubblicarne una o due, giusto per ravvivare un po' l'atmosfera e senza ricamarci troppo sopra.
view post Posted: 22/1/2021, 20:12 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Righel @ 22/1/2021, 19:16) 
Per questo esistono gli specialisti come te! :rolleyes:

Ti ringrazio, anche se il complimento è immeritato (dipende che accezione si dà al termine "specialista")... e poi la ceramica non è neppure il mio principale campo di indagine, me ne sono occupato meno di quanto tu pensi (tanto che mi ci è voluta la seconda foto per ricollegare che anche le due donne ai lati del trono di Zeus nel tripode del Pittore C potevano essere le Ilizie...).

CITAZIONE (Righel @ 22/1/2021, 19:16) 
Grazie anche a te, naturalmente, per aver segnalato per primo l'esistenza di questo vaso... anfora?

Sì, chiedo scusa, da un punto di vista della forma vascolare il vaso è un'anfora: io ho scritto neck-amphora perché avevo in mente la dicitura inglese della scheda dell'Archivio Beazley. In italiano sarebbe "anfora a collo distinto", per indicare una tipologia di anfora che si distingue da quella detta "a profilo continuo". Però se uno vuol fare una ricerca su quel database deve usare come filtri i termini inglesi effettivi.
view post Posted: 22/1/2021, 17:31 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (dceg @ 22/1/2021, 16:39) 

A me funziona. Ma non capisco perché ti chieda il login, Righel: il Beazley Archive non prevede la registrazione dell'utente (o almeno, non per la "basic search", che è poi quella a cui ricorro sempre io).

Approfitto del link (ri)postato da Dceg per una piccola precisazione: le due figure femminili ai lati di Zeus, che erano anche sull'altro vaso, devono forse essere identificate, per la loro posizione entro la scena, come due Ilizie, ossia le dee che personificavano per i Greci le doglie del parto. Anche in questo caso abbiamo ancora un elemento astratto della vita quotidiana personificato in due figure femminili (poi nella cultura greca di età successiva Ilizia diventerà una sola), che si possono pensare di riconoscere più per il tipo di impiego e la posizione in certi contesti iconografici, che non per i tratti con cui vengono rappresentate.
view post Posted: 22/1/2021, 16:10 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Usékar @ 22/1/2021, 16:00) 
@Perseo, la cosa si fa misteriosa: se clicko direttamente sul tuo link, mi dà lo stesso errore segnalato da Righel, se clicko su quello trascritto da Righel mi risponde "Page not found"... di bene in meglio!

Bene, tagliamo la testa al toro allora:

Numero di scheda sul Beazley Archive: 350214
Numero di inventario del museo: E861

Con queste credenziali, dovrebbe essere molto facile recuperare il vaso dal Pottery Database. A semplificare il tutto, aggiungo che si tratta di una neck-amphora a figure nere, conservata al Musée du Louvre, di fabbrica ateniese, attribuita al Pittore di Omaha, trovata nella necropoli di Cerveteri e datata al 600-550 a.C.

In questo modo avete tutti i dati per rintracciarla, qualora foste interessati a esaminarla direttamente.
view post Posted: 22/1/2021, 15:33 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Righel @ 22/1/2021, 13:07) 
Sì, avevo trovato ambedue le prime immagini ma non mi avevano convinto molto.
La terza, l'anfora del Louvre, invece mi è completamente sconosciuta e tale resta ancora perché cliccando sul llink che citi (...) ottengo solo una pagina bianca con la scritta: Open Keyset Error.

Ho ricontrollato il link, che mi sembra sia identico a quello da me inserito, non so perché non funzioni. La cosa ancor più strana è che se clicco sul link nel mio commento mi apre correttamente la pagina del Beazley Archive; se invece clicco sul link che tu hai copiato, allora si apre la pagina di errore che mi dicevi...

Aggiungo comunque che sono passato dal dipartimento e ho controllato il LIMC. Anche qui, la voce Metis non risulta compilata (!), mentre in quella di Ouranos si fa notare che questo dio primordiale sembra esser stato alquanto estraneo al panorama figurativo degli artisti greci: oltre all'immagine realizzata in occasione delle celebrazioni per Antioco IV, ricordata anche nell'Enciclopedia dell'Arte Antica, qui si segnala la descrizione di una sorta di arazzo (o comunque di una decorazione parietale) presente nel santuario di Delfi, tramandata da Euripide nel suo Ione (1147), in cui sarebbe stata effigiata una delle (pochissime) immagini del dio del cielo. Per quanto riguarda l'Ara di Pergamo, invece, anche sul LIMC l'identificazione del personaggio di cui discutevamo è data come incerta, altalenando fra Urano e Iperione.
view post Posted: 22/1/2021, 10:12 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
Sì, l'avevo vista ieri sera, è questa: https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor..._Louvre_F32.jpg.

Credo che l'identificazione con Metis sia stata proposta solo per il fatto che la piccola divinità alata è situata sotto al trono di Zeus, in occasione della nascita di Atena (di cui Metis era la madre, ingoiata da Zeus sotto forma di goccia d'acqua, secondo alcune versioni del mito); ma la posizione, legata al trono di Zeus, potrebbe non essere sufficientemente indicativa della sua identità: potrebbe trattarsi, per esempio, anche di una Nike o una Iris, molto semplificata per mere ragioni di spazio e per questo senza particolari attributi qualificativi.

Esempio: https://commons.wikimedia.org/wiki/Categor...ed_black_bg.png. Su questo tripode del Pittore C, conservato sempre al Musée du Louvre, si vede ancora la rappresentazione della nascita di Atena dalla testa di Zeus, accolta da due anonime dee (difficilmente identificabili a loro volta con Metis, per ovvie ragioni) e da Efesto e Poseidone, mentre sotto al trono di Zeus si vede un bambino accovacciato, anch'esso anonimo e di difficile interpretazione per la solita mancanza di attributi specifici. Neppure l'Archivio Beazley fornisce una interpretazione più precisa del soggetto.

Qui c'è poi ancora un'anfora del solito Musée du Louvre, stavolta con una seconda figura maschile, che sembra reggere il trono con le braccia, come una sorta di "piccolo Atlante": www.beazley.ox.ac.uk/xdb/ASP/recor...t=153&start=100. Quindi anche io sono concorde nel mettere un bel punto interrogativo sulla presunta identificazione di Metis sotto al trono di Zeus nell'anfora di cui si trova il dettaglio online.
view post Posted: 21/1/2021, 20:06 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Righel @ 21/1/2021, 18:26) 
Facciamo un passo indietro e torniamo ad Urano ed alla difficoltà di trovarne una rappresentazione scultorea o fittile.
Mi sono trovato in situazioni quasi analoghe con Gaia (Ge, Gea) e alla fine l'ho trovata sul solito altare di Pergamo.
Ora mi trovo nella medesima situazione con Metis, la prima moglie di Zeus: ogni ricerca che faccio mi porta prima o poi alla scena della nascita di Atena.
Poi, da Atena in poi, tutto sarà più facile. Ma a me ora non interessa il poi, piuttosto il prima.
Mi date ancora una mano?

Guarda, giusto per darti un'idea: se cerchi sempre sulla solita Enciclopedia dell'Arte Antica, la voce "Meti" non sembra neppure esser stata compilata...! Idem sul Pottery Database del Beazley Archive, dove, come per Urano, anche Meti non è presente neppure nella Advanced list of all subjects. Oggi ero in ateneo, ma - chiedo venia - mi sono dimenticato di questa discussione e ho fatto altro... Domani pomeriggio comunque ci tornerò, vedo di segnarmi di controllare il LIMC alle voci Urano e Meti.

Temo comunque che molte di queste divinità di cui ti stai interessando siano estremamente rare nell'arte scultorea greca.
Così, su due piedi, fra le rappresentazioni di elementi naturali e concetti astratti mi vengono al momento in mente (limitatamente alla scultura in marmo e in pietra) solo Iris, la messaggera degli dèi e personificazione dell'arcobaleno (che è stata riconosciuta in un torso acefalo proveniente da uno dei frontoni del Partenone di Atene, e in seguito integrata grazie a una geniale intuizione di Luigi Beschi con la cd. "testa Laborde" del Musée du Louvre); Nemesis, personificazione della Giustizia divina nel suo aspetto vendicativo/riparatore (celebre era quella di Ramnunte, opera di Agoracrito, allievo di Fidia, che tuttavia conosciamo solo attraverso la descrizione di Pausania, nonché grazie a una bella copia d'età imperiale); Eirene, la Pace, in coppia con il piccolo Ploutos, la Ricchezza (anche questa nota tramite una famosissima copia dell'originale classico di Cefisodoto il Vecchio, oggi conservata alla Glyptothek di Monaco); Tyche, personificazione della Fortuna, o meglio, della Sorte (di cui conosciamo una copia in marmo dal colosso bronzeo di Eutichide, legato alla città di Antiochia sull'Oronte); infine, penso anche a Nike, la Vittoria (di cui non sto a ricordare l'esemplare iperinflazionato di Samotracia, esposto sempre al Louvre, in luogo di esempi più antichi e raffinati, come il bel rilievo detto della "Nike del sandalo", proveniente dal tempietto ateniese di Atena-Nike).

Altri casi non mi vengono in mente adesso, ma forse a rifletterci si trovano :)

P.s. Mi stavo quasi per dimenticare di Hygieia, personificazione della Salute fisica, spesso raffigurata con un serpente sacro e una patera fra le mani (e di cui una bella replica d'epoca romana è esposta anche nella Galleria degli Uffizi a Firenze).
In questi tempi di pandemia meglio non saltarla...! :P
view post Posted: 16/1/2021, 15:57 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Righel @ 16/1/2021, 15:40) 
Che me ne faccio della posta elettronica? non accetta allegati così pesanti e ingombranti!
Ho chiaramente parlato di indirizzo postale.

Chiedo venia, anch'io avevo capito postale nel senso di posta elettronica! A questo punto sono ancora più curioso di capire di che si tratta...
😂😂😂
view post Posted: 16/1/2021, 09:03 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
CITAZIONE (Usékar @ 16/1/2021, 06:46) 
@Perseo Visti tutti durante la mia ricerca ieri sera. Ho visto anche 3/4 altri mosaici, tutti molto belli e pertinenti al mondo romano, ma l'appello di Righel riguarda "una raffigurazione del dio Urano, una scultura che risalga al mondo greco" e quella dell'altare di Pergamo, a Berlino, è l'unica che sono riuscito a trovare.
Ho ripetuto la ricerca poco fa, come ieri ho tentato varie combinazioni di parole, anche in inglese, tedesco e greco, ma le immagini che riesco a rintracciare in rete sono sempre e solo quelle. Tra l'altro, i più lo confondono con Oceano e Poseidone.

Sì, ho letto la richiesta di Righel, infatti facevo presente che sull'Enciclopedia dell'Arte Antica sono nominate solo due sculture attribuibili al mondo greco, di cui una nota credo solo dalle fonti, per cui al momento si va poco oltre i rilievi dell'Altare di Pergamo da te citati. Sarebbe utile controllare sul LIMC, ma prima della prossima settimana non avrò personalmente modo di farlo (e comunque dubito di trovarci molto di più, quantomeno in ambito scultoreo greco). Gli esempi tratti dai repertori dell'arte romana possono essere a mio avviso utili da valutare comunque per una riflessione generale sull'iconografia del soggetto, che spesso (anche se non di norma) gli artisti romani potevano aver mutuato da quella definita dai maestri greci.

Detto questo, il problema della rarefazione della figura di Urano e della difficoltà di riconoscerlo con sicurezza nell'arte credo sia dovuto a due questioni: la prima è che questo antichissimo dio non ha un ruolo di spicco nella mitologia greca. Urano infatti, a ben vedere, è "banalmente" lo sposo di Gaia, padre dei Titani, e protagonista della celebre castrazione da parte del figlio Crono; ma qui poi ci si ferma. Gaia, invece, per fare un esempio più vicino a questo contesto narrativo, si ritrova in molti altri miti, sia panellenici, sia localizzati: è lei che, per esempio, scatena i Giganti contro gli dèi dell'Olimpo, come si vede anche sui rilievi dell'Ara di Pergamo, mentre in Attica è ancora lei che avrebbe accolto, secondo una tradizione locale, il seme di Efesto che tentava di violentare Atena, dando poi alla luce Erittonio. A Gaia sono inoltre tributati culti particolari (un suo tempio esisteva almeno ad Atene, laddove si trovava una fenditura nella roccia che si diceva avesse risucchiato le acque del Diluvio di Deucalione, e in cui gli Ateniesi gettavano le loro offerte) e da un punto di vista iconografico è già più diffusa e agevole da inquadrare (pur non avendo particolari attribuiti, si riconosce infatti perché emerge di norma a mezzo busto dal terreno).

Urano poi potrebbe aver patito inoltre quello che è un problema di caratterizzazione iconografica comune a molte altre figure del mito greco che costituiscono incarnazioni di elementi naturali o concetti astratti, che spesso, come tali, possono non essere agevoli da riconoscere. Al netto di pochi casi fortunati, come quelli di Helios o Selene (di solito effigiati a bordo di quadrighe celesti e dotati di corone o diademi specifici), molte altre personificazioni nell'arte greca restano ambigue, e talvolta assai difficili da distinguere. Io ho personalmente appurato questo problema quando mi sono occupato dell'iconografia di Iride, la messaggera degli dei e personificazione dell'arcobaleno, che condivide tratti comuni a molte altre figure minori del mito greco, in particolare con Nike, la Vittoria (da cui talvolta si distingue solo in forza del contesto in cui è rappresentata o ancora grazie all'indicazione epigrafica). Per questo, non mi sorprende che tu abbia trovato che spesso anche Urano è confuso nell'arte con altre divinità più o meno caratterizzate a livello di attributi iconografici.
view post Posted: 15/1/2021, 22:54 Οὐρανός - Archeoastronomia e Astronomia Culturale
Quello di Urano deve esser stato un tipo iconografico estremamente raro nel campo dell'arte greca (basti pensare che perfino sul Beazley Archive il nome di Urano non è neppure presente nella lista avanzata di tutti i soggetti riscontrati nel vasto panorama figurativo della ceramica attica a figure rosse e nere...).

In questo momento non ho accesso al LIMC, ma, a livello storico, anche nell'Enciclopedia dell'Arte Antica si ricordano solo due raffigurazioni scultoree di questa divinità, di matrice greca: una (credo perduta) sarebbe stata esposta in occasione del trionfo di Antioco IV nel 167 a.C., l'altra è invece quella che anche Usékar ha citato (o almeno, questa è l'interpretazione che se ne da di solito, perché a livello epigrafico il nome del personaggio non credo si sia conservato). Singolare, quindi, che nei repertori dell'arte greca non siano note sculture di Urano anteriori al II secolo a.C.

Nel mondo romano, invece, l'iconografia del dio che incarna il cielo non è parimenti molto comune, ma qualcosa si trova anche in questo caso: sul sito di Theoi.com sono segnalate alcune raffigurazioni musive di Urano, di II-III secolo d.C., la cui iconografia - ammesso che non si tratti di un errore interpretativo - mi sembra tuttavia già abbondantemente contaminata da quella di Aion (il genio che rappresenta il Tempo Eterno). Un'immagine di Caelus - omologo latino di Οὐρανός - dovrebbe invece essere presente sulla lorica dell'Augusto di Prima Porta, dove ancora, proprio come nell'altare di Pergamo, è immaginato come una figura maschile barbata, d'età matura, qui nell'atto di reggere con le mani un mantello che sembrerebbe alludere alla volta celeste.


Enciclopedia dell'Arte Antica, s.v. "Urano": https://www.treccani.it/enciclopedia/urano...Arte-Antica%29/.

Theoi.com, s.v. "Uranus":
www.theoi.com/Protogenos/Ouranos.html.

Augusto di Prima Porta, dettaglio della lorica:
https://it.wikipedia.org/wiki/Augusto_di_P...v._2290,_03.jpg.
view post Posted: 13/1/2021, 15:09 "In onore di Demetrio" - Archeologia Romana
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 13/1/2021, 14:11) 
Magari si tratta semplicemente di un banale errore.
E' un attimo mandare fuori un comunicato stampa pensando di annunciare la vendita di un manufatto ritenuto (fosse anche un po' generosamente) di II sec. a.C., ma di fatto lasciandosi sfuggire un generico "secondo secolo" e i giornalisti capiscono d.C.

Ah beh, anche un errore come questo potrebbe starci tranquillamente. Poi le testate si riprendono l'una con l'altra e il gioco è fatto.

Ora come ora anche secondo me tutto potrebbe essere... solo non mi dispiacerebbe approfondire un po' la questione delle corone e delle dediche onorarie, con relativi formulari, nell'Oriente romano. Ma ora sono dietro ad altre faccende.

Vedremo cosa si potrà fare :)
view post Posted: 13/1/2021, 12:56 "In onore di Demetrio" - Archeologia Romana
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 13/1/2021, 11:06) 
Francamente non vedo in questo momento perché non potrebbe essere uno stile del I sec. a.C. o addirittura ancora un po' prima.

(...)

Le corone?

A cavarsi un po' gli occhi sulle immagini circolate sul web direi proprio che la disposizione regolare delle foglie e anche la loro forma parli di corone di ulivo.

In merito al primo punto, è esattamente quello che ho pensato anch'io - ossia, perché non pensare a una datazione all'età ellenistica (anche tarda, non volendo azzardare), oppure alla primissima età imperiale? Perché collocarla proprio nel II secolo d.C.? Epigrafi tanto scarne, da un punto di vista testuale e iconografico, a volte sono cronologicamente situate anche a cavallo di più secoli... ma forse ci sono confronti più puntuali o informazioni tipiche di quel contesto storico-geografico e culturale che mi sfuggono, non essendo neppure io un esperto.

Ora sono in facoltà: ho provato a dare un'occhiata all'opera della Guarducci da pc, ma non mi pare di ravvisare nulla di particolare sulla questione delle corone con all'interno inscritti i nomi dei dedicanti, né sulla presentazione di una genealogia del soggetto che risalga oltre la semplice indicazione del patronimico. Va precisato che l'opera della Guarducci, per quanto utile, meritoria e ben fatta, risale comunque agli anni Novanta del secolo scorso e ha un carattere generale, poiché abbraccia tutta l'epigrafia greca (come dice il titolo) "dalle origini al tardo impero", ragion per cui è possibile che alcune specificità degli ambienti provinciali romani non siano state considerate nella sua selezione.

Detto questo, è comunque verosimile che quelle sulla stele siano effettivamente corone d'olivo. A quanto sembra, questa sarebbe stata la tipologia di corona onoraria più diffusa nel mondo greco: ad Atene, in particolare, dovrebbe esser stata quella canonica (credo per il riferimento al mito di Atena e dell'olivo sacro sull'Acropoli), ma si dice anche che questa poteva comunque variare da regione a regione, a causa di specificità locali (es. nei santuari di Delo e Delfi l'olivo è sostituito dall'alloro, in forza del contesto cultuale apollineo). Queste corone potevano inoltre essere tributate tanto su monumenti eretti quando il personaggio onorato era ancora in vita, quanto sulla sua stele funeraria.

Sulla questione delle apicature, la Guarducci dice sostanzialmente quel (poco) che anch'io ricordavo: questo fenomeno rientra, così come quello delle lettere lunate e rimpiccolite, fra quelli che si vanno sviluppando durante il IV secolo a.C. come ricerca di preziosismo, ma mentre il secondo non varca i limiti dell'età ellenistica, quello delle lettere apicate gode di un più lungo successo, a partire dalla metà del III secolo a.C., fino ad approdare in età imperiale.

Ho tentato anche una rapida ricerca sul sito del Packhard Humanities Institute, che tuttavia non aiuta con la ricerca per parole associate: l'unica cosa che si può rilevare è che i nomi Demetrios, Metrodoros e Leukios sembrano essere diffusi soprattutto in Asia Minore, anche se con importanti attestazioni in Attica e nelle isole dell'Egeo:

Di seguito riporto le consistenze segnalate dal database:

Demetrios:
Attica: 1235
Isole dell'Egeo: 920
Asia Minore: 1526

Metrodoros:
Attica: 177
Isole dell'Egeo: 148
Asia Minore: 659

Leukios:
Attica: 271
Isole dell'Egeo: 508
Asia Minore: 459

Più di questo al momento non so dirvi.
view post Posted: 13/1/2021, 09:54 "In onore di Demetrio" - Archeologia Romana
CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 13/1/2021, 07:35) 
. . . ma non avete anche voi (...) l'impressione che possa forse riflettere un orizzonte culturale un tantino più antico di quello che si dice?

A questa possibilità, confesso, avevo pensato inizialmente anch'io; la mia è stata una sensazione "a pelle", dovuta più che altro alla paleografia, che tuttavia non può essere considerata dirimente ai fini di una datazione, ma solo orientativa. Quello che mi sentirei di escludere, ovviamente, è la possibilità di un prodotto locale, dal momento che il greco caratterizza appunto le iscrizioni delle province orientali dell'Impero.

Vado a memoria, ma credo che le apicature in sé si trovino sia in età ellenistica sia in età romana, quindi non è detto che aiutino più di quel tanto. Magari anche qualche considerazione generale sulla forma delle lettere potrebbe contribuire a restringere il cerchio (l'omicron, ad esempio, in età ellenistica me lo ricordavo in genere più piccolo delle altre lettere, ma anche in questo caso non credo si tratti di una regola ferrea...). La presenza dello iota finale nel dativo credo invece che si mantenga anche in periodo romano (in età ellenistica c'è di sicuro): non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra di ricordare che lo iota sottoscritto nel caso dativo singolare (che ancora oggi troviamo sui testi a stampa) sia stato introdotto come convenzione grafica in età bizantina.

Sono più interessato alla tipologia dell'iscrizione e delle corone, su cui non ho mai avuto occasione di lavorare. Meriterebbe ricontrollare i volumi della Guarducci, per vedere cosa dica lei sulle iscrizioni onorarie (e questo potrei provare a farlo anche io, con un po' di tempo). Credo comunque che la pratica di onorare pubblicamente un privato cittadino da parte del Demos sia, ancora una volta, un fenomeno che inizia in età ellenistica e va intensificandosi in età imperiale, soprattutto nei confronti dei benefattori delle singole città (ho studiato qualcosa proprio sull'evergetismo in Asia Minore e Grecia in età imperiale nell'ambito del corso di Archeologia delle Province romane). Non so se esistano, invece, differenti tipi di corone, cui vadano associati diversi significati.

Inoltre c'è la formula onomastica che è molto particolare, e scarna direi. In Attica, in età classica, nome proprio, patronimico e demotico costituiscono la tipica formula presente sulla gran parte dei monumenti funerari. Qui c'è una leggera differenza, in quanto non si indica il luogo di origine del soggetto, ma si ricostruisce la sua genealogia fino al padre del padre (cioè il nonno di Demetrio). Senza sapere di dove fosse, una ricerca prosopografica non è certo semplice, ma forse, se uno avesse tempo e voglia, potrebbe "divertirsi" a fare qualche ricerca nel sito del Packhard Institute, per verificare se magari esista una qualche corrispondenza (o se siano attestate altre iscrizioni di questo tipo per la provincia d'Asia).

Infine, sulla questione della proprietaria che la riutilizza nella stalla senza accorgersi delle iscrizioni e delle decorazioni... beh, un po' strano è, ma tutto può essere. Non dico tanto le foglie delle corone (che infatti sono state l'elemento che ha fatto scattare il dubbio), ma i solchi dell'epigrafe, più leggeri, una volta riempiti di terra potrebbero esser stati effettivamente invisibili. Fra l'altro, si vede bene un alone più chiaro in corrispondenza della corona di sinistra, che mi fa pensare a una possibile pulizia locale della superficie per appurare la natura della decorazione. Insomma, non voglio dubitare della buona fede di questa persona, e quindi non escludo che davvero il reperto possa essere giunto in passato in Inghilterra da una ignota regione del Mediterraneo orientale, dove forse poteva essere già stato tagliato e reimpiegato come materiale da costruzione.
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