| Vediamo di rispondere uno alla volta ai quesiti posti da leda77, che ringrazio per le domande, in quanto mi dà anche l’occasione di chiarire alcuni punti ambigui della nostra organizzazione di lavoro.
Quando noi, gruppo di ricercatori di estrazione universitaria, abbiamo deciso di iniziare uno studio sulle piramidi bosniache, abbiamo anche capito che l’unico ente ad aver ricevuto l’autorizzazione a scavare sulle piramidi dal Governo Bosniaco era la Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole presieduta da Semir Osmanagic, praticamente in regime di monopolio.
Con lui abbiamo pertanto stipulato una convenzione-progetto scritta che dopo aver ricevuto il placet dai nostri rispettivi Dipartimenti e ricevuto il patrocinio dell’Università di Trieste, che ha anche concesso l’uso del suo simbolo, è diventata operativa.
Questa convenzione recita così (tolte le parti non essenziali): “This letter is to confirm that “Archaeological Park: Bosnian Pyramid of the Sun” Foundation is giving its permission to “SB Research Group” … .., to study the architecture, form and geometry of the structures in the Bosnian Valley of the Pyramids and the anthropological and historical development aspects of the discoveries. SB Research Group will work with Foundation’s experts and will establish scientific protocols before and during the research. There will be no limits imposed by the Foundation except for two conditions: research methods will be non-destructive and results are to be shared with the Foundation and general public.”
Che tradotte in poche parole ci davano l’autorizzazione all’accesso ai siti, per studiare l’architettura, le forme e la geometria delle strutture presenti nella Valle delle Piramidi, ma anche ci obbligava, almeno in prima fase, a collaborare con i loro esperti per sviluppare i protocolli operativi.
Quindi è per questo che siamo partiti dalle loro opinioni e dal loro archivio, ricchissimo di dati che abbiamo cominciato a verificare un po’ alla volta, a volte accettandoli, a volte scartandoli, ma vagliando le ipotesi e le prove una per una.
E questa è la risposta alla domanda perché non siamo partiti invece dalle opinioni contrarie che erano più numerose.
In particolare l’analisi del megalite K2 era stata portata a termine da una ditta croata esperta di rilievi geologici anche con il georadar (evidentemente non tanto esperta).
Ci siamo resi conto che molto spesso la Fondazione, in buona fede, aveva richiesto perizie a diversi cosiddetti “esperti”, ma che avevano sempre agito in maniera del tutto estemporanea e forse per questo in maniera non troppo affidabile.
Per quanto riguarda le datazioni precedenti del C14 all’interno dei tunnel di Ravne vale un altro problema: la contestualizzazione. Su tre Università diverse si sono ottenuti tre risultati diversi, ma la contestualizzazione è sempre risultata critica. Non parliamo del campione di 32.000 anni che noi non abbiamo preso neppure in considerazione in quanto considerato un fenomeno di “legno vecchio” come descritto da Campbell, ma che paradossalmente è stato l’unico campione raccolto in modo corretto.
Per questo abbiamo raccolto anche noi dei campioni che sono in attesa di essere esaminati e ci piacerebbe che rimanessero in Italia, ma ad un costo ragionevole.
Per quanto riguarda, invece, il campione della Piramide della Luna, abbiamo già detto che è stato raccolto in modo corretto. Ma è ovviamente un unico campione, e purtroppo la Piramide della Luna in questa stagione è stata parecchio trascurata dalle scelte della Fondazione, mentre noi eravamo tutti concentrati sui tunnel di Ravne che dal punto di vista archeologico paiono molto più interessanti, e lo hanno dimostrato.
Per quanto riguarda la figura di Sara Acconci, che è l’archeologa del nostro gruppo interdisciplinare, non bisogna dimenticare che è stata anche assunta dalla Fondazione di Osmanagic come direttore dei lavori di scavo nei diversi siti per i quali la Fondazione è responsabile.
Quindi, se noi in realtà siamo un gruppo indipendente di lavoro, parallelo agli altri elementi della Fondazione, lei non sempre può esserlo in quanto dipende direttamente dal suo datore di lavoro.
Sicuramente questa sua doppia posizione di archeologo capo nella Fondazione (leading archaeologist) e nostra componente ci ha molto favorito nelle scelte operative del nostro gruppo di ricerca, ma d’altra parte, sicuramente, l’ha anche esposta alle scelte operative decise dal suo capo, ossia Semir Osmanagic, anche contro la nostra opinione.
Quindi se io, la prof. Krasovec Lucas, la dott.ssa Croce, e tutti gli altri che collaborano con noi, non dipendiamo minimamente dalla Fondazione, anche se abbiamo l’obbligo morale (e non solo) di condividere i risultati, lo stesso discorso non vale per lei.
Per ultimo, la domanda era che fine ha fatto la struttura che abbiamo ritrovato sotto il piano di calpestio dei tunnel di Ravne. In realtà lo scavo vero e proprio non è ancora cominciato. La delicatezza della struttura, seppure robusta, poteva essere fortemente compromessa se l’area non fosse stata prima sanificata da tutte le infiltrazioni d’acqua esistenti in loco.
Per ora si è proceduto solamente alla sanificazione del territorio, posizionando due sbarramenti un po’ oltre i lati dello scavo originale in cemento e con la creazione di due pozzetti per le acque raccolte a monte ed a valle; il tutto comunque al di sopra della pavimentazione originale. Si è aperto anche una migliore via di accesso all’interno dei tunnel per poter iniziare lo scavo di lato e questa ha creato una piccola frizione con le scelte della Fondazione che ha preferito aprire un’altra apertura nei tunnel rispetto quella proposta.
Ora si attende un momento per vedere se ha funzionato. La fretta in questo caso, o meglio, l’ansia di scoprire, potrebbe essere una cattiva consigliera.
In questo momento la dott.ssa Acconci sta stendendo una relazione sui lavori preparatori che facciano il punto sulla situazione e che pubblicheremo a breve sul nostro sito.
Ma presto, con molta prudenza, si dovrebbe incominciare.
Credo a questo punto di aver soddisfatto tutte le domande, ma sono a totale disposizione per ulteriori chiarimenti.
Quanto a Irna, pensavo che fosse stato superato un certo modo di discutere, ti pregherei pertanto di mantenere quel livello, perché in quel caso avresti un attento interlocutore a disposizione. Molte delle tue idee ed osservazioni sono decisamente corrette, ma le presenti in un modo così aggressivo che risulta difficile risponderti. Proviamo a ricominciare?
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