Direi che, a questo punto, possiamo spostarci (per il momento) a Hellinikon.
CITAZIONE (DedaloNur @ 8/1/2011, 00:28)
Magli, magari sarà noto, polemizza anche con chi addita, i vari siti in opera ciclopica d'Italia, come "fortezze di epoca romana". pertanto la polemica sulla piramide è in linea con la sua visione delle cose.
Infatti, il problema è proprio quello dell'interpretazione dell'edificio.
Il sito a cui ho sempre fatto principalmente riferimento è una pagina (tutto sommato ben curata) di Wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/Pyramid_of_Hellinikon. Di datazioni ne sono state avanzate quasi tante quante sono le varietà di ceramica rinvenute all'interno della struttura. Inizialmente, confesso che anche io avevo parteggiato per l'ipotesi di una fortificazione (magari non romana); poi, però, alcune riflessioni sull'argomento mi hanno indotto a rivedere le mie posizioni.
Prima di tutto, secondo me, sarebbe d'obbligo tener conto delle parole di Pausania (II, 25, 7). Purtroppo, non ho il suo libro sull'Argolide (con un buon commento critico all'edizione, intendo); per quanto riguarda la semplice pagina in greco antico, posso segnalarvi questo sito:
www.perseus.tufts.edu/hopper/text?d...5%3Asection%3D7. Dalla lettura del passo di Pausania, si può evincere che:
1) L'edificio aveva una forma "simile" a una piramide (οἰκοδόμημα πυραμίδι μάλιστα εἰκασμένον - "un edificio
che assomiglia moltissimo a una piramide"), ma non che si trattava di una vera e propria piramide. Pausania viene generalmente considerato dagli studiosi come una fonte abbastanza attendibile, in quanto descrive solitamente ciò che vede con i suoi stessi occhi. Ci si potrebbe chiedere, allora, perché il nostro periegeta si limiti a dire "πυραμίδι μάλιστα εἰκασμένον". I casi potrebbero essere due:
1a) al tempo di Pausania, l'edificio era ancora intatto e aveva realmente una forma "piramidale" - ma non di una piramide (magari tronco-piramidale);
1b) al tempo di Pausania, l'edificio era già parzialmente rovinato, e l'autore ha creduto di ravvisarvi la forma di una piramide, solo sulla base dell'angolazione della struttura.
Riuscire a comprendere la vera forma di questo edificio potrebbe già indurci, per confronto tipologico, a preferire (se non a escludere) alcune interpretazioni.
2) Per quanto riguarda la sua funzione, l'edificio è definito "μνῆμα ἐν κοινῷ". Quando si trova la parola μνῆμα, la si traduce generalmente come "tomba" (dunque, una "tomba in comune"); ma, secondo me, in questo particolare passo, questo termine dovrebbe essere inteso più come "monumento alla memoria" che come tomba (che in greco sarebbe
tàphos). Questo spiegherebbe l'assenza di sepolture all'interno dell'edificio. Ovviamente, considerate le molteplici fasi di vita della costruzione, si possono ipotizzare diverse soluzioni:
2a) l'edificio era davvero una tomba, che in età successive è stata svuotata dei resti umani che conteneva, per essere riadibita a funzioni differenti;
2b) l'edificio era forse (come ha ipotizzato anche qualche archeologo, e come pure a me parrebbe di intendere, a partire da quello "μνῆμα") una sorta di cenotafio, dedicato alla memoria dei caduti nella battaglia fra "Proteo e Acrisio" (o chi per loro), che nel tempo è stato riadibito a funzioni differenti;
2c) l'edificio non era una tomba (fortino militare, torre di avvistamento o che altro, questo non saprei dirlo con certezza), e Pausania ha creduto di ravvisarvi una sepoltura molto antica solo in base alla sua monumentalità (o magari si è affidato a voci locali, formatesi con i secoli, secondo cui si trattava di una tomba).
Passando, poi, dall'analisi letteraria (del suddetto monumento) a quella archeologica, sono da tenere in conto anche i dati emergenti dalle analisi ceramiche e strutturali.
3) Le ceramiche rinvenute all'interno sono, in generale, molto frammentarie, e coprono un arco temporale assai vasto:
- frammenti ceramici del periodo Proto-Elladico II (2'800-2'500 a.C. circa);
- frammenti ceramici di età classica (lampade e vasellame domestico);
- frammenti ceramici grossolani, di età e attribuzione incerte;
- frammenti ceramici di età romana (lampade);
Questa poca chiarezza nelle stratigrafie non aiuta a delineare con sicurezza la successione della varie fasi di utilizzo dell'edificio. La cosa più singolare (a mio avviso) sono i frammenti ceramici del Proto-Elladico (di cui, comunque, non conosco la percentuale, né l'esatta collocazione all'interno della struttura); la loro presenza, infatti, potrebbe essere indicativa di:
3a) una costruzione dell'edificio già nell'età Proto-Elladica;
3b) una costruzione dell'edificio in età arcaica/classica, in un luogo dove si trovavano già questi frammenti più antichi (forse il risultato della monumentalizzazione di un'area che poteva essere sentita importante - per varie ragioni - dagli Argivi?);
3c) una
ricostruzione (o restauro) di un edificio precedente, che poteva avere o meno una forma piramidale, e in cui queste ceramiche si erano "conservate" (anche in forma frammentaria, magari in seguito a un crollo o a una distruzione dolosa).
In tutti e tre i casi, si tratterebbe comunque di interventi edilizi così "antichi" (quantomeno, rispetto all'epoca in cui visse Pausania), tali da giustificare la formazione di una "leggenda popolare" fra gli abitanti della zona.
4) Infine, una cosa che mi lascia decisamente perplesso è la conformazione della porta d'ingresso dell'edificio (qui la vedete abbastanza bene:
www.megalithic.co.uk/modules.php?op...owpic&pid=39145). La forma dell'
arco (se così lo si può definire) mi ricorda effettivamente quella di alcune porte presenti nelle costruzioni d'età micenea (come nel caso delle cd. "gallerie" di Tirinto:
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Tiryns_galerie.png). Mi sembra che, in generale, la tecnica adottata in questo edificio sia molto simile a quella presente nelle costruzioni in opera poligonale (di IV tipo), che il professore di Topografia antica ci mostrò a lezione qualche anno fa; ma confesso che sulle tecniche costruttive (e, specialmente, su quelle megalitiche dell'età del Bronzo) non sono comunque molto ferrato...
Chi ha sostenuto l'ipotesi di un "fortino" (o torre d'avvistamento), comunque, è partito dall'evidenza che gli stipiti della porta d'ingresso sembrerebbero esser stati realizzati in modo che la porta si potesse aprire solo dall'interno: questo potrebbe spingere effettivamente verso l'ipotesi di un monumento di carattere militare, piuttosto che funerario (a meno che l'edificio non abbia subito una modifica, in questo senso, magari in età successive a Pausania... Ma credo che, a questo punto, gli archeologi se ne sarebbero accorti).
Per concludere:
come potete ben vedere, sono ritornato più volte sulla questione dell'edificio di Hellinikon, cercando di analizzare e combinare tutti i dati a mia disposizione. In fondo alla pagina di Wikipedia c'è una fornita bibliografia su questi monumenti dell'Argolide, studiati dalla Scuola Archeologica Americana di Atene. Confesso che, fino a oggi, non ho mai pensato a dare un'occhiata all'articolo di Lord su AJA; forse, finiti gli esami, potrebbe essere interessante andare a cercarlo, per vedere cosa dice. Intanto, mi piacerebbe conoscere qualche vostro parere, e, in particolare, mi piacerebbe anche che Gibo ci raccontasse qualcosa sulla piramide di Ligourio (di cui non so molto).