CITAZIONE (balocchi @ 21/9/2011, 18:14)
Io non mi intendo di indagini ultrasoniche... non credo che le sole indagini condotte lungo il tunnel o nelle prossimità di esso possano definire la natura delle piramidi.
Invece, le indagini ultrasoniche sono molto importanti, perché avendo usato un protocollo ripetibile, è possibile per chiunque verificare la presenza di emissioni anomale. Si tratta di un settore a torto trascurato dai geologi.
Infatti solo una piccola quota di geologi si sta interessando a questi fenomeni solamente come precursori dei terremoti.
Ma in questi ultimi studi il tipo di emissione è dovuta a compressione dei quarzi dovuti a movimenti tettonici, e gli ultrasuoni e infrasuoni prodotti hanno una classico aspetto discontinuo.
Durante le nostre registrazioni abbiamo colto più volte i rumori a queste frequenze provenienti dalla faglia vicina, ma le caratteristiche erano completamente diverse e ribadisco discontinue.
Questi rumori non erano quasi mai accompagnati da sensazioni vibratorie, ma erano chiaramente percettibili ed analizzabili in studio.
Diversa cosa gli ultrasuoni riscontrati nei tunnel di Ravne, dove che ci sia il fenomeno della “risonanza” è pacifico.
Manca il nesso di causalità tra emissione sonora e meccanismo di generazione che non conosciamo, ma che il suono sia artificiale e sempre presente è indubbio: il periodo è costante e la frequenza a 38 KHz si eleva e si abbassa con una precisione da orologio come in un ciclo rotatorio.
A questo scopo è interessante seguire la seconda parte della relazione presentata alla conferenza di Visoko (ma bisogna conoscere l’inglese) della quale ho messo il link poco sopra, dove esponiamo la forma dell’onda a 38KHz come esce dall’oscilloscopio. È una sinusoide perfetta, mentre le frequenze a 28 e 48 KHz rimangono costanti e senza variazioni.
Quello che taglia la testa al toro è che nelle colline vicine (all’esterno ovviamente) non sono reperibili frequenze simili, al contrario dell’apice della Piramide del Sole bosniaca e del cosiddetto Tumulo di Vratnica.
Noi continuiamo a chiamarle piramidi, ma vorrei ricordare che si tratta di colline naturali, forse modellate superficialmente a forma di piramide, ma sicuramente traforate in tutti i modi da quella che noi chiamiamo la Civiltà di Visoko, termine molto ampio ad ombrello e che non abbiamo ancora definito perfettamente come estensione temporale.
CITAZIONE
Io proverei a fare diverse analisi di geofisica, come qualche sismica, il georadar, sondaggi elettrici... per poi individuare le strutture sepolte che possono dare idee reali su cosa c'è al di sotto del suolo... Infine una sondaggio per avere dei campioni di quello che c'è sotto. Da un campione si può capire tanto.
In riferimento alle foto di Visoko mi sembrano litologie naturali, stratificate con banchi più competenti e livelli argillosi.
Il tunnel invece mi da l'impressione di un qualcosa di origine naturale (si vedano i meandri e le ampie curve) che probabilmente l'uomo ha riutilizzato (alcune pietre sistemate come "muri") e che solo sucessivamente la natura ha rimodellato (solco di battente alla base) con acqua sul pavimento.
Io non mi intendo di archeologia, le mie supposizioni sono dovute ad un analisi del paesaggio e delle forme.
Per quanto riguarda l’analisi geofisica e la raccolta di campioni nei tunnel di Ravne, la nostra geologa ha provveduto ad analisi ripetute ed il risultato è che su una base argillosa c’è la deposizione del conglomerato in termini perfettamente naturali. Lo scavo, invece, non lo è per niente e qui subentra anche il nostro architetto che ha mappato i tunnel liberati dalla sigillatura. La conformazione della sagoma della galleria perfettamente a catenaria sempre con le stesse misure, là dove presente, al tempo attuale dovrebbe essere costruita con delle macchine apposite e non a mano. Quindi è da escludere l’origine naturale.
Purtroppo la squadra dei lavoratori della Fondazione ha distrutto in gran parte questa sagoma, allargando, alzando e ampliando i tunnel per facilitare il passaggio dei turisti.
Questo non solo ha richiesto l’apposizione di puntelli, nelle zone originali non necessari, ma ha alterato la conformazione originale dei tunnel e questa la definirei oltre che una sciocchezza ripetuta, anche pericolosa. Alterando la dimensione originale il conglomerato tende a staccarsi dalla volta ed a precipitare, con un’estrema possibilità di crolli. La conformazione a catenaria ha invece il pregio di sostenere perfettamente il peso degli strati sovrastanti senza creare zone di sforzo eccessivo sulla sagoma, ma distribuendola uniformemente.
Io credo che continuare in questo senso, oltre che a distruggere un patrimonio storico importantissimo, prima o poi provocherà un grave crollo.
Per quanto riguarda l’uso del georadar, abbiamo già provveduto ed il risultato è stato questo:
http://www.sbresearchgroup.eu/index.php?op...mid=109&lang=itIo le consiglierei anche di guardare la nostra produzione scientifica a questo indirizzo:
www.sbresearchgroup.eu/index.php?lang=itTrascurando i lavori iniziali, influenzati parecchio dalle precedenti ricerche della Fondazione, suggerirei di seguire lo sviluppo delle ricerche da noi effettuate nel tempo anche attraverso i video. Abbiamo, infatti, cercato di essere i più divulgativi possibili.