CITAZIONE (Pablito50 @ 3/6/2011, 14:52)
Ancora una novità: abbiamo terminato l'esame sul manufatto ritrovato per ultimo nei tunnel di Ravne. Bisogna ricordare che sono stati trovati molti pochi manufatti in quel labirinto. Spesso si trattava di oggetti naturali molto originali, ma per questo non c'è dubbio.
Trovate tutto qui:
www.sbresearchgroup.eu/index.php?op...mid=124〈=itNon abbiamo voluto, prudentemente, pronunciarsi sul suo scopo, ma può essere interessante valutare l'iconografia da parte di tutti. Perchè qualche sorpresa c'è stata.
Qualcuno di voi ha mai trovato qualcosa del genere?
in base a cosa quali caratteristiche siete sicuri che si tratta di segni naturali? È il risultato dell'analisi al microscopio, o ci sono altri spetti che vi fanno giungere a questa conclusione?
E decisamente un oggetto interessante, e se confermato che si tratta di un manufatto (in effetti ne ha tutta l'aria, soprattutto visto il contesto del ritrovamento con quel bel muretto a secco che sembra apparire dallo scavo, il mio condizionale è semplicemente dovuta al fatto che personalmente non ritengo opportuno prendere una posizione sulla base di una foto, senza un'analisi dal vivo, o senza una publicazione specifica su cui basarmi, quindi sia chiaro: non è diffidenza nei vostri confronti, ma semplice "cautela professionale" diciamo) sarebbe decisamente un elemento decisivo a sostegno della vostra ipotesi.
Tuttavia, mi trovo ad avere qualche dubbio sulla vostra interpretazione, ed in particolare, da un lato esito davanti alla vostra certezza che i tratti siano stati realizzati con "strumenti metallici", dall'altro ho qualche dubbio sulla "simbolicità" dell'oggetto stesso.
prima di tutto, perchè parlate di strumenti metallici? è stata svolta una qualche analisi delle microtracce, ed è stata trovata qualche evidenza di lavorazione con metallo/residui di metallo nei solchi? Se no, se il contesto come dite è neolitico/eneolitico (dai vari riferimenti a villagi neolitici che fate) di per sé non c'è motivo, mi sembra, di pensare a degli strumenti metallici: nel neolitico erano più che capaci di realizzare incisioni di questo tipo anche in rocce molto dure, senza bisogno di strumenti metallici. Qui per esempio un esempio africano di ascia neolitica con delle evidenti incisioni:
www.worldmuseumofman.org/display.php?item=396ma se ne trovano anche da noi in europa (solo non ho trovato foto in internet) ed in generale il taglio nella pietra tramite incisioni di questo tipo era una delle prime fasi di lavorazione nella produzione di asce levigate. Nei siti lacustri Svizzeri (p.es Neuchâtel), per esempio, si sono trovati vari esempi che attestno le varie fasi di lavorazione, dalla pietra con l'incisione appena abbozzata (come nel vostro caso), fino a pietre incise in profondità e poi spezzate, passando per tutti i gradi intermedi.
Per quanto riguarda le tecniche di lavorazione, non credo di essere la persona più adatta per darvi delle informazioni. Le mie conoscenze sono decisamente "scolastiche" e piuttosto superficiali, di certo so che vi sono vari metodi per ottenere senza bisogno di strumenti di metallo (primo fra tutti l'uso di ossa/pietre/corde associazione con polveri abrasive di varia natura, prima fra tutte della semplice sabbia). Tuttavia, m sembra che nella sezione di archeologia amerinda di questo forum si era già parlato di questo problema rispetto alla lavorazione della giada in mesoamerica (non ricordo la discussione precisa) e comunque di sicuro il nostro Usekar potrà dirci qualcosa di più preciso al riguardo.
Per quanto riguarda il simbolismo (e con "simbolismo" intendo in generale "la presenza di una rogione precisa per la posizione/forma/disposizione dei segni", sia essa un simbolo religioso, un problema matematico o qualunque altro "segno voluto") i dubbi mi vengono soprattutto dal fatto che il lato B non sembra presentare alcun tipo di ordine o organizzazione, anzi. In effetti, il lato B mi sembrano decisamente dei segni casuali, magari dovuti ad un qualche tipo di utilizzo, o meglio di usura. Di conseguenza mi viene da domandarmi se più che un oggetto con qualche valore "simbolico" non sia piuttosto un oggetto che semplicemente porta i segni (non necessariamente voluti) di qualche tipo di utilizzo. Insomma, mi domando se quei segni (soprattutto quelli casuali del lato B, e di conseguenza quelli apparentemente più chiari del lato A, che in realtà potrebbero essere più "organizzati" semplicemente perchè il lato A non è stato utilizzato quanto il lato B), piuttosto che voluti non siano piuttosto conseguenza dell'utilizzo dell'oggetto stesso. Funzione su cui, in effetti, si può speculare abbastanza a piacere: le prime cose che mi vengono in mente sono che il ciottolo in questione potrebbe essere semplicemente uno scarto di lavorazione di un blocco più grosso (come detto, nel neolitico le pietre erano tagliate tramite incisioni simili per ottenere utensili come scuri, asce, martelli,..), oppure una pietra di prova (appunto per fare delle prove di taglio prima di tagliare le pietre vere e proprie), o ancora uno strumento per ritoccare altri attrezzi (magari per rifare il filo o roba simile). Di sicuro, tuttavia, mi sembra che l'ipotesi "simbolica" non sia affatto l'unica possibile, e personalmente, vedendo quel garbuglio di linee sul lato B, esiterei anche a considerarla fra le più probabili.
In effetti, idea che mi viene or ora pensando a queste ultime considerazioni: a me sembra di aver capito che voi attribuite a questi tunnel un qualche tipo di funzione rituale, devo dire però che l'assenza di qualsiasi manufatto evidente (ceramica,..) mi lascia un po' perplesso. Ora però, pensandoci, per caso avete considerato la possibilità che questi tunnel venissero in realtà usati per qualche scopo pratico, ed in particolare che fossero un qualche tipo di miniera? In particolare, avete detto (e la cosa è stata sottolineata anche dal sito d'Irna) che la collina in questione è ricca di noduli rocciosi, pietre ovali, e "oggetti naturali molto originali" (immagino vi riferiate a pietre dalla forma strana): avete preso in considerazione la possibilità che, magari, erano proprio queste pietre ad attirare l'attenzione dei nostri amici preistorici? È vero che ai nostri occhi un sasso strano o un nodulo ovale non ha alcun valore, ma dal punto di vista di un neolitico, un nodulo di pietra di buona qualità, o dalla forma particolare (magari con già delle incisioni naturali che ne facilitassero la lavorazione) avrebbe potuto apparire come un oggetto di pregio e di valore (come detto, appunto, prima di tutto per la produzione di strumenti come asce o martelli; per esempio si sa che i noduli di giadeiti dei fiumi alpini erano apprezzati, esportati ed utilizazti per produrre asce un po' in tutta l'europa nord-occidentale), tanto prezioso da giustificare una attività estrattiva su scala relativamente ampia.
Ovviamente si tratta solo di un'idea che vi butto lì così, però penso che potrebbe essere interessante da tenere in considerazione, e magari da provare a verificare (per esempio, verificando se negli insediamenti neolitici della regione si trovano degli oggetti litici prodotti con le pietre della collina, o più in generale verificando quali sono le caratteristiche della strumentazione litica della zona per il periodo in questione).
CITAZIONE
Per questo, seguendo le orme del britannico “Dragon Project” e studiando gli errori del progetto stesso, con apparecchiature molto più sofisticate da studio di registrazione professionale, abbiamo deciso di andare a vedere se esistono anche lì delle radiazioni sonore come in altri siti neolitici.
ecco, invece, su tutto questo discorso mi trovo a dover ammettere di essere decisamente più scettico.
Prima di tutto, da quello che so io (però non sono medico, e quindi anche qui le mie conoscenze sono a dir poco superficiali, perciò se ci fossero delle fonti di riferimento precise che mi smentiscono sarei decisamente interessante) non è affatto dimostrato che le onde sonore abbiano alcun effetto positivo evidente sulla salute, ma piuttosto sembrano non avere effetti rilevanti (vedi questo articolo dall'ufficio della salute inglese:
www.nhs.uk/news/2011/03March/Pages/...leg-ulcers.aspx ) se non addirittura negativi, nel caso dello sviluppo fetale (per esempio qui:
http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/doman...Ucau080506d001/ ). L'unico informazione che ho trovato su un eventuale effetto positivo è stato sulla riparazione ossea, tuttavia mi sembra si tratti di ultrasuoni particolarmente concentrati (qui:
www.canadianmedicaljournal.ca/cgi/content/abstract/166/4/437 però questo articolo non l'ho letto). Quindi secondo me prima di dare per scontato che la zona possa essere stata conosciuta per le sue virtù benefiche, bisognerebbe prima di tutto dimostrare che tali virtù esistono veramente (il che comunque non implica automaticamente che i neolitici tali virtù le conoscessero o le sfruttassero, del resto probabilmente è da quando l'uomo ha iniziato a cuocere il pane che si conosce la muffa del pane, ma ciò non significa che i neolitici o qualsiasi altra cultura del passato, conoscesse od usasse la penicillina in essa contenuta).
In secondo luogo, anche ammettendo che tali onde siano abbiano veramente degli effetti benefici, il fatto che esse siano presenti in particolari luoghi, non mi sembra che ciò significhi automaticamente che esse erano presenti negli stessi identici luoghi 4000/5000 anni fa. Di per se bisognerebbe prima di tutto dimostrare che la presenza di queste onde è costante nel tempo, e solo allora si potrebbe eventualmente pensare di fare un discorso che le proietta in dietro nel tempo.
Insomma, in generale, se mi è permessa un'opinione personale, io mi concentrerei piuttosto su altri tipi di evidenze e altri tipi di prove e lascerei questo genere di ricerche (e argomentazioni) diciamo così un po' "di confine" per una seconda (se non terza o quarta) fase (è vero, come dite per essere "scientifici" bisogna essere aperti a tutte le strade, però allo stesso tempo per essere scientifici bisogna fare le cose con ordine e con metodo, e procedere un passo alla volta prima dimostrando le cose basilari, ed eventualmente solo in un secondo tempo avventurandosi in speculazioni più audaci), cioè una volta che la realtà del sito e della sue caratteristiche siano state dimostrate e soprattutto accettate sulla base di evidenze più solide.
Ma ovviamente, come detto, questa è solo un'opinione personale, dovuta forse anche ad una mia piuttosto generale e generalizzata "prudenza di fondo"..
P.S. nota che aggiungo dopo aver letto l'ultimo messaggio: la presenza di stampi di fusione, secondo me, non rende automatico l'utilizzo di strumenti metallici (cito di nuovo l'esempio di neuchâtel, dove anche sono attestate matrici di fusione -anche se ora come ora ho qualche dubbio sulla cronologia relativa fra matrici di e pietre tagliate-).
Edited by lama su - 4/6/2011, 00:54