Ostraka - Forum di archeologia

Piramidi in Europa

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view post Posted on 2/6/2011, 14:48
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Davvero interessante!
Esiste una spiegazione per l'origine suono registrato?
Che cosa significa il termine "radiazione sonora"?, si tratta di un suono, o il termine viene usato riferendosi più agli effetti che esso potrebbe avere, per analogia a altre forme di radiazione?
Tempo fa qui in Germania meridionale si sentiva parlare di un "boato" o suono a frequenza molto bassa (al limite degli infrasuoni) che taluni avrebbero percepito. Non ho seguito molto la cosa, ma mi pare che tutti i tentativi di provarlo strumentalmente siano falliti.
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Hum
http://de.wikipedia.org/wiki/Brummton-Ph%C3%A4nomen
http://it.wikipedia.org/wiki/Brusio_di_Taos

Edited by dceg - 2/6/2011, 17:02
 
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Pablito50
view post Posted on 2/6/2011, 22:56




Non credo che si tratti di questo tipo di ronzio come nel caso del “Brusio di Taos” molto misterioso, ma che comunque potrebbe testimoniare quanto le vibrazioni sonore possono compromettere la capacità di concentrazione od il tono dell’umore, se sono quelle sbagliate.

In quel caso si trattava di suoni a bassissima frequenza che nella normale fisiologia umana più che dall’orecchio sono colti dai recettori neurosensoriali presenti nell’organismo (gli stessi che ci segnalano un terremoto!), solitamente i corpuscoli del Pacini e che in una serata in discoteca o ad un concerto rock ci fanno sentire i bassi profondi più con il petto che con l’orecchio.

È vero, abbiamo rilevato anche suoni di frequenza molto bassa, ma di chiara provenienza tettonica, ben identificabili e discontinui (per dire la verità quando li abbiamo sentiti la prima volta, mentre eravamo chiusi nei tunnel a fianco della piramide a 20 metri sotto terra, non eravamo proprio tranquilli…).

Parliamo solo di vibrazioni sonore, le onde radio naturali a bassisima frequenza, le VLF, le stiamo ancora valutando.

Nella nostra ricerca si tratta, invece, di ultrasuoni ad emissione continua, con qualche piccola modulazione nel loro contesto (rilevabile però solo dopo un trattamento in studio), quindi vibrazioni delle molecole d'aria e non onde radio.

Le ultime registrazioni sono ancora in lavoro, ma un esempio del tipo di registrazione ottenuta è questa registrata a febbraio di questo anno (e non trattata) sull’apice della piramide (www.sbresearchgroup.eu/prova/Sun_max700Hz.mp3).

Non dimentichiamo che gli ultrasuoni non sono udibili, e per forza, dopo averli registrati, bisogna abbassarli di varie ottave per renderli udibili all’orecchio umano. Il compander, invece, fa questo lavoro istantaneamente e poi si registra. Per cui abbiamo usato due metodiche, giungendo sempre allo stesso risultato.

Invece sull’analizzatore di frequenza è chiaramente presente una specie di piccola curva gaussiana che si eleva mediamente intorno ai 32KHz.

Il suono diventa potentissimo sul vertice della Piramide del Sole o collina di Visoćica (a seconda che si creda o no alle piramidi bosniache).

Quando negli anni ’70 è iniziato il “Dragon Project” non avevano le nostre attrezzature e i risultati sono stati modesti proprio per i limiti degli strumenti.

In Germania che è piena di siti neolitici hanno mai fatto queste ricerche? Perché, secondo noi, quei popoli sceglievano i propri insediamenti sacri anche per una migliore conoscenza di questi fenomeni naturali.
 
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view post Posted on 2/6/2011, 23:15
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CITAZIONE (Pablito50 @ 2/6/2011, 23:56) 
In Germania che è piena di siti neolitici hanno mai fatto queste ricerche? Perché, secondo noi, quei popoli sceglievano i propri insediamenti sacri anche per una migliore conoscenza di questi fenomeni naturali.

Quanto meno io non ne sono a conoscenza, ma non sono archeologo.
Ho comunque contattato in proposito una mailing-list di archeologia in Germania.

Edited by dceg - 3/6/2011, 00:35
 
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Pablito50
view post Posted on 3/6/2011, 13:52





Ancora una novità: abbiamo terminato l'esame sul manufatto ritrovato per ultimo nei tunnel di Ravne. Bisogna ricordare che sono stati trovati molti pochi manufatti in quel labirinto. Spesso si trattava di oggetti naturali molto originali, ma per questo non c'è dubbio.

Trovate tutto qui: http://www.sbresearchgroup.eu/index.php?op...mid=124&lang=it

Non abbiamo voluto, prudentemente, pronunciarsi sul suo scopo, ma può essere interessante valutare l'iconografia da parte di tutti. Perchè qualche sorpresa c'è stata.

Qualcuno di voi ha mai trovato qualcosa del genere?

 
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§Karl§
view post Posted on 3/6/2011, 16:47




Perché l'incisione con strumenti metallici?
 
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view post Posted on 3/6/2011, 17:00
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CITAZIONE (§Karl§ @ 3/6/2011, 17:47) 
Perché l'incisione con strumenti metallici?

Lo pensavo anch'io. Incisioni anche assai fini sono possibili con strumenti di pietra!
 
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Pablito50
view post Posted on 3/6/2011, 17:15




Perchè all'inizio dei tunnel, circa 120 metri prima, abbiamo trovato nella terra degli stampi di fusione, probabilmente per bronzo. Poi se guardate l'immagine al microscopio in particolare sulla faccia B la distanza tra i margini del solco più ampio è sempre uguale. Si potrebbe ammettere che sono stati usati attrezzi in metallo ed in pietra, ma che senso avrebbe?
 
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lama su
view post Posted on 3/6/2011, 17:31




CITAZIONE (Pablito50 @ 3/6/2011, 14:52) 
Ancora una novità: abbiamo terminato l'esame sul manufatto ritrovato per ultimo nei tunnel di Ravne. Bisogna ricordare che sono stati trovati molti pochi manufatti in quel labirinto. Spesso si trattava di oggetti naturali molto originali, ma per questo non c'è dubbio.

Trovate tutto qui: www.sbresearchgroup.eu/index.php?op...mid=124〈=it

Non abbiamo voluto, prudentemente, pronunciarsi sul suo scopo, ma può essere interessante valutare l'iconografia da parte di tutti. Perchè qualche sorpresa c'è stata.

Qualcuno di voi ha mai trovato qualcosa del genere?

in base a cosa quali caratteristiche siete sicuri che si tratta di segni naturali? È il risultato dell'analisi al microscopio, o ci sono altri spetti che vi fanno giungere a questa conclusione?

E decisamente un oggetto interessante, e se confermato che si tratta di un manufatto (in effetti ne ha tutta l'aria, soprattutto visto il contesto del ritrovamento con quel bel muretto a secco che sembra apparire dallo scavo, il mio condizionale è semplicemente dovuta al fatto che personalmente non ritengo opportuno prendere una posizione sulla base di una foto, senza un'analisi dal vivo, o senza una publicazione specifica su cui basarmi, quindi sia chiaro: non è diffidenza nei vostri confronti, ma semplice "cautela professionale" diciamo) sarebbe decisamente un elemento decisivo a sostegno della vostra ipotesi.

Tuttavia, mi trovo ad avere qualche dubbio sulla vostra interpretazione, ed in particolare, da un lato esito davanti alla vostra certezza che i tratti siano stati realizzati con "strumenti metallici", dall'altro ho qualche dubbio sulla "simbolicità" dell'oggetto stesso.

prima di tutto, perchè parlate di strumenti metallici? è stata svolta una qualche analisi delle microtracce, ed è stata trovata qualche evidenza di lavorazione con metallo/residui di metallo nei solchi? Se no, se il contesto come dite è neolitico/eneolitico (dai vari riferimenti a villagi neolitici che fate) di per sé non c'è motivo, mi sembra, di pensare a degli strumenti metallici: nel neolitico erano più che capaci di realizzare incisioni di questo tipo anche in rocce molto dure, senza bisogno di strumenti metallici. Qui per esempio un esempio africano di ascia neolitica con delle evidenti incisioni:
www.worldmuseumofman.org/display.php?item=396

ma se ne trovano anche da noi in europa (solo non ho trovato foto in internet) ed in generale il taglio nella pietra tramite incisioni di questo tipo era una delle prime fasi di lavorazione nella produzione di asce levigate. Nei siti lacustri Svizzeri (p.es Neuchâtel), per esempio, si sono trovati vari esempi che attestno le varie fasi di lavorazione, dalla pietra con l'incisione appena abbozzata (come nel vostro caso), fino a pietre incise in profondità e poi spezzate, passando per tutti i gradi intermedi.

Per quanto riguarda le tecniche di lavorazione, non credo di essere la persona più adatta per darvi delle informazioni. Le mie conoscenze sono decisamente "scolastiche" e piuttosto superficiali, di certo so che vi sono vari metodi per ottenere senza bisogno di strumenti di metallo (primo fra tutti l'uso di ossa/pietre/corde associazione con polveri abrasive di varia natura, prima fra tutte della semplice sabbia). Tuttavia, m sembra che nella sezione di archeologia amerinda di questo forum si era già parlato di questo problema rispetto alla lavorazione della giada in mesoamerica (non ricordo la discussione precisa) e comunque di sicuro il nostro Usekar potrà dirci qualcosa di più preciso al riguardo.

Per quanto riguarda il simbolismo (e con "simbolismo" intendo in generale "la presenza di una rogione precisa per la posizione/forma/disposizione dei segni", sia essa un simbolo religioso, un problema matematico o qualunque altro "segno voluto") i dubbi mi vengono soprattutto dal fatto che il lato B non sembra presentare alcun tipo di ordine o organizzazione, anzi. In effetti, il lato B mi sembrano decisamente dei segni casuali, magari dovuti ad un qualche tipo di utilizzo, o meglio di usura. Di conseguenza mi viene da domandarmi se più che un oggetto con qualche valore "simbolico" non sia piuttosto un oggetto che semplicemente porta i segni (non necessariamente voluti) di qualche tipo di utilizzo. Insomma, mi domando se quei segni (soprattutto quelli casuali del lato B, e di conseguenza quelli apparentemente più chiari del lato A, che in realtà potrebbero essere più "organizzati" semplicemente perchè il lato A non è stato utilizzato quanto il lato B), piuttosto che voluti non siano piuttosto conseguenza dell'utilizzo dell'oggetto stesso. Funzione su cui, in effetti, si può speculare abbastanza a piacere: le prime cose che mi vengono in mente sono che il ciottolo in questione potrebbe essere semplicemente uno scarto di lavorazione di un blocco più grosso (come detto, nel neolitico le pietre erano tagliate tramite incisioni simili per ottenere utensili come scuri, asce, martelli,..), oppure una pietra di prova (appunto per fare delle prove di taglio prima di tagliare le pietre vere e proprie), o ancora uno strumento per ritoccare altri attrezzi (magari per rifare il filo o roba simile). Di sicuro, tuttavia, mi sembra che l'ipotesi "simbolica" non sia affatto l'unica possibile, e personalmente, vedendo quel garbuglio di linee sul lato B, esiterei anche a considerarla fra le più probabili.

In effetti, idea che mi viene or ora pensando a queste ultime considerazioni: a me sembra di aver capito che voi attribuite a questi tunnel un qualche tipo di funzione rituale, devo dire però che l'assenza di qualsiasi manufatto evidente (ceramica,..) mi lascia un po' perplesso. Ora però, pensandoci, per caso avete considerato la possibilità che questi tunnel venissero in realtà usati per qualche scopo pratico, ed in particolare che fossero un qualche tipo di miniera? In particolare, avete detto (e la cosa è stata sottolineata anche dal sito d'Irna) che la collina in questione è ricca di noduli rocciosi, pietre ovali, e "oggetti naturali molto originali" (immagino vi riferiate a pietre dalla forma strana): avete preso in considerazione la possibilità che, magari, erano proprio queste pietre ad attirare l'attenzione dei nostri amici preistorici? È vero che ai nostri occhi un sasso strano o un nodulo ovale non ha alcun valore, ma dal punto di vista di un neolitico, un nodulo di pietra di buona qualità, o dalla forma particolare (magari con già delle incisioni naturali che ne facilitassero la lavorazione) avrebbe potuto apparire come un oggetto di pregio e di valore (come detto, appunto, prima di tutto per la produzione di strumenti come asce o martelli; per esempio si sa che i noduli di giadeiti dei fiumi alpini erano apprezzati, esportati ed utilizazti per produrre asce un po' in tutta l'europa nord-occidentale), tanto prezioso da giustificare una attività estrattiva su scala relativamente ampia.

Ovviamente si tratta solo di un'idea che vi butto lì così, però penso che potrebbe essere interessante da tenere in considerazione, e magari da provare a verificare (per esempio, verificando se negli insediamenti neolitici della regione si trovano degli oggetti litici prodotti con le pietre della collina, o più in generale verificando quali sono le caratteristiche della strumentazione litica della zona per il periodo in questione).



CITAZIONE
Per questo, seguendo le orme del britannico “Dragon Project” e studiando gli errori del progetto stesso, con apparecchiature molto più sofisticate da studio di registrazione professionale, abbiamo deciso di andare a vedere se esistono anche lì delle radiazioni sonore come in altri siti neolitici.

ecco, invece, su tutto questo discorso mi trovo a dover ammettere di essere decisamente più scettico.

Prima di tutto, da quello che so io (però non sono medico, e quindi anche qui le mie conoscenze sono a dir poco superficiali, perciò se ci fossero delle fonti di riferimento precise che mi smentiscono sarei decisamente interessante) non è affatto dimostrato che le onde sonore abbiano alcun effetto positivo evidente sulla salute, ma piuttosto sembrano non avere effetti rilevanti (vedi questo articolo dall'ufficio della salute inglese: www.nhs.uk/news/2011/03March/Pages/...leg-ulcers.aspx ) se non addirittura negativi, nel caso dello sviluppo fetale (per esempio qui: http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/doman...Ucau080506d001/ ). L'unico informazione che ho trovato su un eventuale effetto positivo è stato sulla riparazione ossea, tuttavia mi sembra si tratti di ultrasuoni particolarmente concentrati (qui: www.canadianmedicaljournal.ca/cgi/content/abstract/166/4/437 però questo articolo non l'ho letto). Quindi secondo me prima di dare per scontato che la zona possa essere stata conosciuta per le sue virtù benefiche, bisognerebbe prima di tutto dimostrare che tali virtù esistono veramente (il che comunque non implica automaticamente che i neolitici tali virtù le conoscessero o le sfruttassero, del resto probabilmente è da quando l'uomo ha iniziato a cuocere il pane che si conosce la muffa del pane, ma ciò non significa che i neolitici o qualsiasi altra cultura del passato, conoscesse od usasse la penicillina in essa contenuta).
In secondo luogo, anche ammettendo che tali onde siano abbiano veramente degli effetti benefici, il fatto che esse siano presenti in particolari luoghi, non mi sembra che ciò significhi automaticamente che esse erano presenti negli stessi identici luoghi 4000/5000 anni fa. Di per se bisognerebbe prima di tutto dimostrare che la presenza di queste onde è costante nel tempo, e solo allora si potrebbe eventualmente pensare di fare un discorso che le proietta in dietro nel tempo.

Insomma, in generale, se mi è permessa un'opinione personale, io mi concentrerei piuttosto su altri tipi di evidenze e altri tipi di prove e lascerei questo genere di ricerche (e argomentazioni) diciamo così un po' "di confine" per una seconda (se non terza o quarta) fase (è vero, come dite per essere "scientifici" bisogna essere aperti a tutte le strade, però allo stesso tempo per essere scientifici bisogna fare le cose con ordine e con metodo, e procedere un passo alla volta prima dimostrando le cose basilari, ed eventualmente solo in un secondo tempo avventurandosi in speculazioni più audaci), cioè una volta che la realtà del sito e della sue caratteristiche siano state dimostrate e soprattutto accettate sulla base di evidenze più solide.

Ma ovviamente, come detto, questa è solo un'opinione personale, dovuta forse anche ad una mia piuttosto generale e generalizzata "prudenza di fondo".. ^_^


P.S. nota che aggiungo dopo aver letto l'ultimo messaggio: la presenza di stampi di fusione, secondo me, non rende automatico l'utilizzo di strumenti metallici (cito di nuovo l'esempio di neuchâtel, dove anche sono attestate matrici di fusione -anche se ora come ora ho qualche dubbio sulla cronologia relativa fra matrici di e pietre tagliate-).

Edited by lama su - 4/6/2011, 00:54
 
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view post Posted on 3/6/2011, 18:12
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Usékar - Usékol: lo shamano Talamanca

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Visto che mi si chiama direttamente in causa :lol: , la discussione su come venisse lavorata la giadeite nel Mesoamerica si trova qui https://ostraka.forumfree.it/?t=51617983

Attraverso quanto caricato tramite imageshack si possone vedere disegni su tecniche e strumenti che si ipotizza venissero utilizzati allo scopo.
Come spiego bene nella discussione, l'argomento è tutt'altro che chiarito, anzi, le domande sono tutt'oggi più delle risposte.
Di certo, comunque, gli amerindi non utilizzarono mai strumenti metallici per la semplice ragione che la tecnologia dei metalli da essi conosciuta si fermava a oro, rame e bronzo di cattiva qualità, quest'ultimo solo in Perù.
Non solo, il massimo splendore della tecnica di lavorazione della giadeite fu raggiunto quando ancora nemmeno la tecnologia oro/rame, e quindi tumbaga, nemmeno era conosciuta nella zona (lo era già solo in Ecuadòr e Perù).
 
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§Karl§
view post Posted on 3/6/2011, 20:58




La mia domanda sugli strumenti metallici, era appunto perché mi pareva stessimo parlando di contesto neolitico. Contesto al quale in realtà non sono sconosciuti i metalli, tuttavia... Il dubbio aumenta se si parla di stampi di fusione per bronzo. Ma allora il contesto esattamente qual è? E si tratta di reperti contemporanei?

Per incidere, l'uso di bulini litici è attestato praticamente dappertutto in contesto neolitico, anche in Italia (le stele di arenaria ad esempio delle culture liguri, mi pare fossero incise proprio in questo modo). Sulla funzione dell'oggetto in questione invece boh, davvero credo sia possibile (possibile, poi il grado di probabilità andrà stabilito strada facendo) tutto, dalla pietra di prova di cui parla Lama (avevo pensato anch'io ad una possibilità del genere), fino all'interpretazione dei segni - volando con la fantasia (perché sembrano anche a me piuttosto casuali, ma potrebbe essere solo un'impressione) - come una forma di "scrittura simbolica" o qualcosa del genere.
 
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irna
view post Posted on 3/6/2011, 22:20




QUOTE (Pablito50 @ 3/6/2011, 18:15) 
Perchè all'inizio dei tunnel, circa 120 metri prima, abbiamo trovato nella terra degli stampi di fusione, probabilmente per bronzo.

Do you mean this one?

Here and there it is presented among other 'artifacts'...

I must admit that I'm not totally convinced of the 'stone mould' explanation.

Irna
 
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Pablito50
view post Posted on 4/6/2011, 01:41





Devo dire che sono estremamente soddisfatto per questa discussione. Solo attraverso il confronto di idee si può giungere a risultati veramente tangibili.

In effetti la nostra è una delle tante interpretazioni possibili, ma mi piace molto quella della pietra di prova per il lato B del manufatto proposta da lama su. Ciò potrebbe anche giustificare il diverso tipo di profondità dei solchi e l’apparente illogicità della disposizione.

Sulla simbolicità del lato A non avrei dubbi. È evidente il triangolo. Non credo che si possa disegnare un triangolo con lati non uguali e poi perdersi a disegnare un altezza che forma un angolo retto perfettamente contenuta dallo stesso triangolo senza uno scopo.

Comunque abbiamo esaminato al microscopio i solchi e non ci sono sbavature in molti punti. Questo non toglie che non possano essere stati usati anche utensili di altro materiale dal metallo, ma forse ci sarebbe qualche residuo, qualche scheggiatura che non abbiamo trovato all’esame microscopico.

In ambito forense è qualcosa che ho fatto spesso e non ho trovato residui interessanti sul manufatto.

Però prudentemente nel nostro articolo abbiamo scritto “L’incisione sembra essere stata fatta con un oggetto metallico molto appuntito e affilato, ma con diversa pressione per distinguere le due figure geometriche, il triangolo equilatero e l’angolo con la sua bisettrice. Ma potrebbero anche essere stati usati due strumenti differenti.”

Dove per strumenti differenti intendiamo proprio la possibilità di strumenti di due tipi diversi. Forse è quel “due” che può creare confusione.

In realtà tra i due autori sono io che sostengo maggiormente l’origine metallica del graffio e me ne attribuisco la paternità. Per quanto riguarda la mia esperienza forense potrebbe trattarsi proprio di metallo. Il graffio soprattutto in figura 9 e 10 è troppo netto e senza sbavature. Si tratta di una pietra di durezza notevole, l’attrezzo per inciderlo non presenta esitazioni, non si spunta. Prosegue oltre il vertice e si interrompe di colpo. Questo indica una punta e non una lama di pietra affilata.

È chiaro che ammettere l’uso di strumenti metallici ha implicazioni non da poco e per questo vorrei chiedere a Usèkar se ha mai visto cose del genere al microscopio nei centroamericani.

Direi a questo punto, con le dovute autorizzazioni, che la pietra dovrebbe essere portata in Italia per un supplemento di indagini per un esame al SEM. Vedremo se riusciamo ad ottenerle.

Comunque volevo anche dire che per ora non attribuiamo ai tunnel una funzione rituale, ma piuttosto di canali con una funzione di trasporto delle acque e queste immagini sembrano confermarlo: http://www.sbresearchgroup.eu/index.php?op...mid=109&lang=it

Anche se la loro disposizione a “frattali regolari” appare inspiegabile

Siamo portati a credere che non si tratta di una miniera in quanto le pareti sono tutte in conglomerato; e che genere di filone si può trovare nel conglomerato?
Anche se si è alla ricerca di pietre inconsuete ci si ferma dopo poche centinaia di metri, mentre per ora stiamo arrivando al chilometro e non si vede la fine.

Inoltre, siamo giunti da troppo poco tempo e gran parte dei manufatti non sono stati sufficientemente documentati durante il ritrovamento e quindi li prendiamo per come vanno presi.

In particolare Irna, giustamente, non manca di sottolineare quanto molti di loro sono molto discutibili, anche se inseriti nel sito web della Fondazione Bosniaca della Piramide del Sole. Per questo abbiamo preso in considerazione solo quelli sicuri come questo qui sotto, fotografato e inserito nel catalogo dei ritrovamenti dalla dott.ssa Acconci. La foto è tratta dal catalogo.

image

In esso lo stampo di un oggetto molto appuntito che è compatibile con l'incisione.
In definitiva c'è ancora molto, troppo, da scavare. Speriamo che la forza lavoro di 650 volontari previsti questa estate diano un bel colpo di reni agli scavi.

In appendice, per quanto riguarda gli studi sulle emissioni che escono da queste strutture vorrei sottolineare che questo è proprio il mio campo come medico (e antropologo).
Forse le mie parole sono state male interpretate. Non sappiamo se queste vibrazioni sonore sono taumaturgiche o no. Non lo sappiamo.
Per questa estate è prevista la presenza di due miei ex studenti che valuteranno le condizioni psicofisiche del gruppo dei volontari che lavoreranno nei tunnel, saggiando i loro parametri vitali prima e dopo il lavoro nei tunnel.

Sappiamo che questi ultrasuoni permeano i tunnel in modo cospicuo, ma non sappiamo quale può essere l'effetto reale sull'organismo umano. Non tutte le frequenze sono terapeutiche, ma anzi, quelle utili sono proprio poche.

Sul suggerimento di procedere per gradi lo ritengo un ottimo consiglio. Ma, noi siamo un gruppo interdisciplinare ed la nostra archeologa cura gli scavi per conto della Fondazione, il nostro (la nostra) architetto studia le strutture, la nostra geologa ha un approccio geologico su tutto il bacino della Valle di Visoko, il nostro ingegnere risolve i problemi pratici di scavo e di sondaggio ed io come antropologo medico studio l'uomo e ciò che può avere effetto sull'uomo (a parte i resti umani ritrovati).

Per chi è interessato all’argomento sulla ricerca delle emissioni un piccolo video (in inglese) di come lavoriamo, montato dal nostro tecnico del suono finlandese: https://www.youtube.com/watch?v=xyoL7MCPLP4...yer_profilepage

 
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view post Posted on 4/6/2011, 09:46
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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Perdonate la curiosità, ma, in campo medico, io sono abbastanza ignorante (e, in questo caso, pure decisamente scettico). Ho due domande da porvi:

1) Leggo di "vibrazioni sonore terapeutiche"... Ma è vero? O meglio, è un fatto provato dalla scienza? Non mi riferisco in particolare alle piramidi di Visoko, ma in generale: è un fatto scientificamente acquisito che si possano produrre onde sonore, le cui frequenze producono effetti terapeutici? E, se sì, in che misura possono essere definite come tali?

2) A Pablito50: se non ho capito male, lei ritiene possibile (anche se, come diceva, dovrete accertavene questa estate) che attraverso i suddetti tunnel si possano produrre frequenze di tipo terapeutico. Ma, se questo fosse vero, le chiedo, come potevano popolazioni tanto antiche avere le conoscenze necessarie (non dico neanche i mezzi, ma solo le nozioni teoriche), per produrre costruzioni che avessero tali effetti? Lo chiedo perché l'idea della piramide come fonte di "energie curative" l'avevo già sentita per molti altri monumenti (dalla piramide di Cheope a quelle dell'Alcantara), e, sinceramente, mi ha sempre lasciato alquanto dubbioso.
 
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Pablito50
view post Posted on 4/6/2011, 14:10





Grazie Perseo delle tue domande che mi permettono di sgombrare alcuni equivoci. Diamoci del tu perché siamo entrambi uomini di scienza.

Partiamo dalla prima domanda: se esistono onde sonore terapeutiche.
La risposta è sì.

Ma con diverse applicazioni: conosciamo ad esempio l'uso di ultrasuoni con effetto antidolorifico e antinfiammatorio in ortopedia nel post-traumatismo oppure è ben conosciuta l’azione di onde sonore impulsive in grado di frantumare i calcoli in urologia o, sempre in ortopedia, per frantumare le calcificazioni dolorose.

In questo caso, anche senza sia chiaro ancora il meccanismo, si assiste anche un’azione terapeutica che stimola la riparazione dei vasi.
Ma non si tratta di una panacea, occorre una determinata frequenza ed impulsività.

Spesso le onde sonore creano al contrario disturbi ed anche piuttosto seri, a cominciare dall’inquinamento acustico per finire con le malattie professionali determinate dalla vicinanza del lavoratore alla strumentazione rumorosa. Esistono numerose leggi europee che tendono a limitare questi danni attraverso il contenimento del numero di decibel.

Quindi togliamoci dalla testa che le vibrazioni sonore fanno sempre bene.

Ma a particolari frequenze possono essere utili stimolando gli organelli cellulari ad un funzionamento più efficiente, oppure semplicemente diverso. Vi sono delle ricerche in corso molto approfondite all’Università di Bologna su questo aspetto di risposta cellulare a determinate frequenze (prof. Carlo Ventura, Direttore del laboratorio di Biologia Molecolare e Bioingegneria – Istituto di Cardiologia).

L’impalcatura della cellula è fatta da tubuli e filamenti e oscilla meccanicamente costantemente producendo rumore che quando cade in una frequenza non udibile si parla di ultrasuoni o infrasuoni. Ricordo che la frequenza udibile va dai 20 ai 20.000 Hz, ma che cala con l’età fino a meno di 8.000Hz.

La cellula è anche soggetta al fenomeno di “risonanza”. Ossia alla vibrazione, che è un’onda meccanica, che passa da una cellula all’altra mettendo in equilibrio un intero sistema cellulare. La vibrazione corre molto più velocemente di un mediatore chimico!

Infatti, la cellula viva vibra di vita,e non in senso metaforico, ma reale.

Attualmente la ricerca medica si sta orientando nel campo delle cellule staminali ad imporre loro una diversa differenziazione (cuore, polmone, fegato ecc.) a seconda della vibrazione (suoni) imposte ad esse dall’esterno.

Questa è una spiegazione a soldoni, che potrebbe nauseare un ingegnere genetico, ma credo di aver reso l’idea su quanto l’effetto delle onde sonore possono influenzare l’organismo umano per chi è digiuno di queste nozioni


Passiamo alla seconda domanda cercando di specificarla meglio.
È possibile che nei tunnel di Ravne le onde sonore presenti, e che abbiamo accertato, possano agire positivamente nei confronti dell’organismo?

La risposta è: non lo sappiamo. Ma abbiamo osservato che chi lavora all’interno dei tunnel ha meno sonno ed un certo senso di euforia.

Allora abbiamo ipotizzato che questa “risonanza” possa agire provocando un aumento della produzione di endorfine endogene, visto che i sintomi sono sovrapponibili, ma è tutto da dimostrare; uno studio serio che abbia la dignità di accertare se sì o no, deve avere necessariamente un campione molto vasto e prendere almeno un paio d’anni.

Se quel popolo era a conoscenza di questo fenomeno, senza conoscere perfettamente il meccanismo fisiologico? È possibile. Non è necessario conoscere bene come funziona un motore ad iniezione, ma si può ugualmente guidare bene un’automobile.

Intanto non abbiamo ancora capito se si tratta di un fenomeno naturale o, in un certo senso, indotto.

Di certo sappiamo che di questo si è occupato anche il progetto PEAR (Princeton Engineering Anomalies Research) emanazione dell’Università di Princeton, diretto dal fisico R. Jahn, che ha indagato sui siti megalitici come Newgrange e Wayland’s Smithy negli anni ‘90.
Nel loro lavoro hanno accertato che negli ambienti di quei siti esistevano frequenze di risonanza comprese tra i 95 e i 120 Hz, che comprendono bene le note basse della voce maschile. Le persone che soggiornavano in questi ambienti, pregando a voce alta o cantando, a queste frequenze di risonanza avevano sicuramente una mente stimolata meccanicamente ad un elevazione spirituale o di trance.

Effetto voluto e cercato, oppure no? Non lo sappiamo, ma lo ritengo uno stimolante progetto di ricerca.

Se io ritengo che nei tunnel di Ravne ci sia un effetto analogo? Per ora non lo sappiamo ancora, ma abbiamo tutte le intenzioni di indagare su questo. Magari possiamo anche concludere che non vi è alcun effetto di questo genere e che gli operai euforici avevano bevuto solo qualche bicchiere di troppo. Ma prima di dirlo bisogna studiarlo seriamente. Per cui bisogna immediatamente eliminare dal campione chi abusa con l’alcool o fa uso di droghe o psicofarmaci.

Ma gli ultrasuoni ci sono, sì, quelli sì e abbiamo accertato la loro continuità, mentre gli infrasuoni derivano solo da movimenti tettonici e sono assolutamente estemporanei.



 
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§Karl§
view post Posted on 4/6/2011, 15:44




Nel caso la cosa fosse voluta, sarebbero potute bastare l'esperienza e la conoscenza empirica, o ci sarebbe stato bisogno di una conoscenza teorica più complessa? Voglio dire, la prima volta che mi sono fatto un piatto di pasta, avevo intorno ai 12-13 anni, e me ne fregava assai del punto di ebollizione o del tempo e della quantità di energia necessari per arrivarci. Ho fatto quel che avevo sempre visto fare e stop. Ma questo non so se possa valere in questo caso.
 
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