QUOTE (dceg @ 5/7/2011, 20:30)
In fondo hai ragione, se pensi che anche il ricostruire è un fatto storico .
ah.. allora non sono l'unico..
era esattamente questo che intendevo..
QUOTE (dceg @ 5/7/2011, 20:30)
Però come ho detto prima secondo me l'intento delle ricostruzioni in Germania era appunto quello di "cancellare" la storia, il terzo reich, la guerra, la divisione della Germania, la DDR e via dicendo.
appunto, "l'intento" era quello, ma la gente ha tanti "intenti" che non necessariamente sono reali o possibili.
La gente ci crede, ma non per questo dobbiamo crederci noi che la storia la studiamo.
secondo me non si puo' "cancellare la storia", solo l'aggiunta di nuova Storia cancella vecchia Storia (e in base a quale principio la "vecchia" storia e' piu' preziosa della "nuova"?).
Ricostruire la cattedrale di Dresda, o distruggere il palazzo della DDR non cancella la storia della seconda guerra mondiale (per quello bisognerebbe eliminare ogni singolo frrammendo di evidenza che ricordi quel periodo) al massimo cancella, anzi no, neanche, solo "nasconde" o "cerca di far dimenticare" un "simbolo". Non cancella di fatto la storia perche' di fatto anche ammettendo anche che tutte le tracce della distruzione della cattedrale di dresda (foto, libri, documenti d'archivio, rapporti militari, contratti degli operai che hanno pulito il terreno, delle imprese che hanno partecipato alla ricostruzione,..), ammettendo che tutto scompaia e fra 500 anni dovesse rimanere solo l'attuale cattedrale ricostruita, quando gli archeologi del futuro si metteranno a studiarla se faranno il loro lavoro come si deve si troveranno con una cattedrale stilisticamente del 1700 tenuta assieme da del cemento del 20-21 secolo, e quindi si accorgeranno che c'e' qualcosa che non torna, e il piccolo "inganno" tentato dalla gente di dresda verra' se non svelato, per lo meno identificato.
Comunque, secondo me, l'esempio di Dresda, del palazzo della DDR (altro esempio interessante e' il castello di Osaka in Giappone, in parte distrutto nel 1800 durante la riforma Meiji, ricostruito negli anni '20, ridistrutto durante la seconda guerra mondiale, e ricostruito oggi alla fine degli anni '90 -in cemento armato, e trasformato in moderno museo-), presentano una profonda differenza (che dal mio punto di vista li rende in un certo senso piu' giustificabili) rispetto ad un'eventuale ricostruzione dei fori romani o del colosseo.
Una differenza che in effetti sei stato proprio tu, dceg, a mettere in evidenza nel tuo primo post.
nell'ultimo post hai giustamente notato la mia specificazione sul contesto culturale, pero' ho anche specificato "monumenti antichi" pensando a questo tuo commento:
QUOTE
Ricostruire il Colosseo avrebbe davvero senso se poi lo si usasse come originariamente previsto, se si facessero i giuochi dei gladiatori, si facessero mangiare i leoni dai cristiani ed il tutto gratuito, finanziato dall'imperatore (o chi per esso).
la differenza secondo me sta qui: la cultura che ha creato e che ha usato il colosseo e' ormai morta e defunta da millenni. Il colosseo stesso e' un edificio "morto".
Al contrario, al momento del bombardamento, la cattedrale di Dresda era un edificio "vivo", che aveva un ruolo e una funzione attiva nella vita sociale della comunita' cittadina in cui era inserita. I lavori di ricostruzione poi sono stati relativamente veloci (se non sbaglio lo sgombero e' iniziato subito dopo la fine della guerra), e quindi questo legame e' stato mantenuto (probabilmente ancora oggi vi sono persone che hanno visto coi loro occhi la cattedrale originale prima dei bombardamenti) e duqnue il monumento nuovo ha potuto recuperare la "vitalita' ", all'interno della comunita', di quello originale.
Stesso discorso per il palazzo di berlino, o per il castello di Osaka.
E appunto, questo e' anche al situazione che spesso si osserva in Asia, dove secondo me spesso la ricostruzione e' comprensibile in quanto i monumenti non sono "morti", ma hanno un ruolo "vivo" nelle culture e societa' attuali.
Persino siti come Angkor Wat, che ai nostri occhi occidentali appare come una citta' "persa" e "ritrovata" in realta' non e' mai stata persa e mai stata ritrovata dalle genti locali, in quanto c'e' stata una frequentazione monastica ininterrotta delle zone sacre dall'epoca della fine dell'impero khmer fino ad oggi. Quindi, dal mio punto di vista, se quegli stessi monaci dovessero decisere di ridipingere la cupola di uno stupa che hanno frequentato negli ultimi 500 anni, io come archeologo ovviamente rabbrividirei (per una ragione che spieghero' dopo) pero' non mi sentirei giustificato a dire che e' sbagliato, e a fermarli facendo prevalere l'interesse storico sull'uso quotidiano, perche' cio' significherebbe "uccidere" un monumento che di fatto e' ancora vitale nel tessuto sociale locale.
Il caso del colosseo, o dei monumenti romani, ovviamente, come detto, e' profondamente diverso.
Questi sono monumenti chiaramente "morti" che non hanno piu' nessun ruolo "vitale" nella societa' attuale (o che se ce l'hanno, come l'arena di verona, lo hanno recuperato in maniera "artificiale").
Ovviamente, considerando quanto ho appena detto, si potrebbe argomentare che, pero' se la societa' italiana di oggi si e' sviluppata in un modo tale da richiedere una ricostruzione (per scopi turistici, per scopi propagandistici,.. vedi le mura di babilonia: quando saddam hussein le ha ricostruite, e' stato con motivazioni ideologiche non indifferenti), allora tale ricostruzione diviene giustificata.
in effetti, potrebbe anche essere cosi', in quanto di fatto, secondo me non siamo noi archeologi, ma e' la "societa' " che deve decidere (consciamente o piu' spesso inconsciamente) se aggiungere o meno un nuovo capitolo alla storia del monumento in questione (anche se tale capitolo significa la sua distruzione, o la sua ricostruzione). A noi, in quanto studiosi del passato, spetta leggerli i capitoli, non scriverli. Altrimenti non avrebbe neppure senso.
Quindi secondo me, non spetta a noi archeologi dire se una ricostruzione e' "giusta" o "sbagliata" perche' "storica" o "astorica".
Questo e' un argomento che secondo me noi non possiamo usare.
Pero' c'e' un altro argomento secondo me molto piu' fondamentale, che possiamo e dobbiamo usare per dire "no" a delle ricostruzioni di monumenti antichi come quella qui proposta per il colosseo:
noi, come archeologi, come studiosi del passato, siamo "scienziati", e come "scienziati" abbiamo bisogno di "dati". I nostri dati li possiamo ricavare solo dalle rovine cosi' come sono.
ora, quello che noi possiamo fare, come archeologi, e' chiedere alla Societa':
preferite, a) avere un colosseo integro, nuovo e in cemento armato, che nasconde le rovine antiche diventando di fatto sterili di dati per l'archeologo, o preferite b) avere delle rovine che pero' sono miniera di dati per gli archeologi, che studiando questi dati cosi' come sono possono ricostruire il passato?
a noi archeologi sta dimostrare che sono piu' importanti i dati che ancora si possono raccogliere da un monumento in rovina, piuttosto che avere un monumento ricostruito ma che non puo' piu' dire nulla.
Ovviamente, si potrebbe controbattere che monumenti come il colosseo sono stati studiati cosi' a lungo, e cosi' a fondo, che di fatto non hanno piu' nulla da dirci, quindi non sono piu' "fonte di dati" per gli archeologi, e quindi potrebbero tranquillamente venire ricostruiti.
In effetti, e' possibile che il colosseo non abbia piu' nulla da dirci, ma come facciamo ad averne la certezza? come facciamo a sapere che proprio sotto l'ultimo sasso che non abbiamo girato, non c'e' un frammento di informazione storica fondamentale, e come facciamo a sapere che magari fra 50 anni delle nuove tecnologie ci permetteranno di estrarre nuovi, inaspettati dati da quelle stesse rovine?
Non possiamo esserne certi, a meno di non smontare pietra per pietra tutto il colosseo fino alle fondamenta catalogando ogni suo singolo atomo, quindi nel dubbio, e considerando appunto che questi monumenti sono "morti" e non c'e' alcuna vera "pressione socioculturale" viva che giustifichi la ricostruzione, considerando cio' allora meglio lasciare le cose cosi' come sono.
Appunto non tanto perche' "ricostruire" cancella la storia, ma perche' "ricostruire" significerebbe rischiare di cancellare dei dati che potrebbero parlarci della storia.
E visto che i dati a nostra disposizione sono gia' cosi' pochi, e' un rischio che secondo me non possiamo permetterci di correre.
E dopo questo lenzuolo, vado finamente a fare cena..