Ostraka - Forum di archeologia

L'archeoacustica come nuova scienza, Un nuovo modo di indagare gli antichi templi

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Pablito50
view post Posted on 30/7/2013, 06:33 by: Pablito50




CITAZIONE (dceg @ 21/7/2013, 21:12) 
In un articolo comparso sul numero appena pubblicato di Antike Welt, una rivista di divulgazione e informazione archeologica ad alto livello, dedicato alla magia in epoca preistorica (Andrea Zeeb-Lanz, Von «Schamanen» und «Ahnengöttern» - Magie in prähistorischer Zeit, in Antike Welt, 4/2013, pp. 9-14) si parla di tamburi in terracotta della cultura di Salzmünd (Sachsen-Anhalt, 3400-3100a.C.) ed in proposito vengono citati esperimenti condotti in epoca attuale in camere megalitiche in cui si è provato l'influsso psichico dei suoni prodotti dai tamburi suonati con un ritmo particolare sui presenti in concomitanza con correnti d'aria, vibrazioni indotte dai tamburi e l'ambiente angusto . In bibliografia viene citato:
A. WATSON / D. KEATING, Architecture and sound. An acoustic analysis of megalithic monuments in prehistoric Britain, Antiquity 73 (1999) 325-336
Se non erro è la prima volta che in un articolo trovo citati studi di archeoacustica.

Molto interessante l’articolo di Watson e Keating che mi hai segnalato, dceg. Grazie sinceramente.
Non lo conoscevo e devo dire che ha finalmente confermato un sospetto che avevo da tempo sull’uso di strumenti a percussione nei riti all’interno di questi antichi templi.
Con questo si dimostra l’importanza dell’uso dei forum, ed in particolare di questo forum, per uno scambio di informazioni che altrimenti risulterebbe molto più difficile.
D’altra parte l’archeoacustica è ancora in fase embrionale, come a suo tempo fu per l’archeoastronomia prima di essere riconosciuta come scienza complementare alla comprensione di alcuni problemi archeologici.

Ma torniamo all’articolo in questione segnalato in bibliografia da dceg.
La sede originale della pubblicazione è qui: http://antiquity.ac.uk/ant/073/Ant0730325.htm
Però può essere trovato in forma parziale qui: www.questia.com/library/1G1-5517471...#articleDetails
Ma ovviamente non si può caricare completamente per motivi di copyright anche se ora ne dispongo di una copia completa.

In esso Watson e Keating dicono testualmente nell’introduzione (per chi non conosce l’inglese e con qualche libera interpretazione personale): ”Sembra improbabile che il mondo della preistoria fosse silenzioso. Il suono era presente in tutti gli aspetti della vita delle persone – a partire dal linguaggio alla fabbricazione di strumenti di pietra. Manufatti provenienti da tutta Europa sono stati interpretati come strumenti musicali e molti di questi, come i flauti ricavati da osso intagliato, potrebbero anche risalire addirittura al Paleolitico (Megaw 1960, 1968). In Gran Bretagna simili evidenze sono rare e problematiche (ad es Megaw 1984), probabilmente a causa della difficoltà a conservarsi della materia organica. La parola stessa “strumento musicale” è di per sé insoddisfacente, ed è forse più appropriato considerare ciò che dice Lund (1981: 246) che definisce gli strumenti musicali come “dispositivi che producono suoni”. Questi includono qualsiasi cosa che può emettere suoni, dall'uso di materie prime come legno, osso o pietra, al corpo umano stesso. È possibile produrre suoni inaspettatamente sofisticati da manufatti molto semplici, e da materie prime anche non lavorate (Purser 1997). Ma prove frammentarie potrebbero anche essere male interpretate. Ad esempio, Lund (1981) ha suggerito che i resti di tamburi ceramici in Scandinavia possono essere stati dispersi nella massa di cocci nella documentazione archeologica. Inoltre, è anche possibile che i recipienti utilizzati per lo stoccaggio, o per altri scopi, possono funzionare come strumenti da percussione con solo piccole modifiche. La ricostruzione sperimentale ha anche dimostrato che contenitori di ceramica preistorica avrebbero potuto essere adatti all’uso come efficaci tamburi (Purser 1997)”.

Quindi il suono come parte importante della vita di ogni giorno, ma anche a sottolineare momenti decisivi durante i riti.

Per questo gli autori analizzano il rapporto tra strutture architettoniche preistoriche e soprattutto l’effetto di riverbero sonoro presente all’interno dei cerchi in pietra ed in particolare a Easter Aquorthies nello Aberdeenshire in Scozia (alcune immagini del sito si possono trovare qui: www.megalithics.com/scotland/easter/eastmain.htm ) dove le sue pietre volutamente reclinate appaiono peculiari per questo uso sonoro.

Senza entrare nel dettaglio, attraverso la somma e la sottrazione delle onde sonore che si riflettono sulla pietra era possibile ottenere degli effetti acustici straordinari e suggestivi che paradossalmente non erano udibili al di fuori del cerchio di pietre. Inoltre il suono del tamburo appariva simulare un’esplosione proveniente dal suolo.

Ma tornerò ancora su questo articolo che appare una ricerca molto complessa e interessante.
Volevo però sottolineare che ho cominciato a studiare, anche se da poco, le frequenze emesse da questi strumenti di percussione ed in particolare il tamburo sciamanico che appare essere uno tra i più antichi strumenti utilizzati nei riti di ogni dove. Una semplice cornice di legno che sottende una pelle di capra (www.youtube.com/watch?v=9T_o6h63_8c ).

Con mio grande stupore nell’analisi grafica ho scoperto che le frequenze emesse da questo strumento rientrano nella gamma delle frequenze di risonanza emesse da strutture neolitiche (90-120Hz) del Sud Inghilterra e Irlanda, ma anche ad Hal Saflieni a Malta e nell’Ipogeo di Cividale che stiamo studiando. E' possibile che al posto della voce maschile, come proposto da Robert Jahn, siano stati usati dei tamburi per ottenere lo stesso effetto acustico? Ciò non avrebbe limitato al sesso maschile la prerogativa di condurre il rito (la voce bassa maschile ha un timbro che è compreso tra i 90-120Hz, timbro non compreso dalla voce femminile)

Ecco la grafica delle frequenze dominanti del tamburo sciamanico. in questo grafico in particolore sono presenti tre tamburi con due diverse intonazioni per cui sono presenti due picchi: www.sbresearchgroup.eu/Immagini/Tamburo_sciamanico.jpg

Proviamo ora ad immaginare quale poteva essere l’effetto psichico di questi suoni su una civiltà che non era sommersa dall’inquinamento acustico e dagli “effetti speciali” ai quali siamo sottoposti giornalmente nella nostra vita.

Ora, da tempo stiamo studiando qual è l’effetto psichico di queste frequenze presso la mia Università in una ricerca, nella quale ho coinvolto anche i neurofisiologi, per una analisi elettroencefalografica che studi l’effetto sulla mente umana di queste frequenze, si badi bene di queste frequenze specifiche, ossia 90-120Hz che sono quelle che noi ritroviamo nei templi neolitici.

www.sbresearchgroup.eu/index.php/it...dio-preliminare

www.sbresearchgroup.eu/index.php/it...ebrale-connessa

In questo caso sottoponiamo dei volontari a dei toni prodotti elettronicamente nella camera fonoassorbente della Clinica Otorinolaringoiatrica. Ebbene dai primi risultati sembrerebbe che intorno ai 110Hz si chiudano alcune aree deputate al linguaggio a livello del lobo destro e si aprono al contrario dei centri emozionali e percettivi a carico dell’altro lobo cerebrale. Lo studio è ancora in corso e dal laboratorio l’esame EEG (elettroencefalografia) sarà in futuro riportato nell’ipogeo di Cividale per una valutazione comparativa.

Ciò confermerebbe i risultati ottenuti nell’Università della California (UCLA) da Ian Cook i cui riferimenti bibliografici si possono trovare nel mio post precedente.

Ora, proviamo ad immaginare questo doppio effetto su i soggetti che si trovavano al centro di questi circoli megalitici nei quali, oltre all’effetto scenico, si ritrovavano a ricevere delle frequenze in grado di sollecitare i loro centri emozionali direttamente senza passare attraverso la coscienza o la consapevolezza del momento.

Se i volontari che sono stati sottoposti al nostro esperimento hanno giudicato “emozionante” l’esperienza di essere esposti a queste frequenze in una disadorna camera fonoassorbente, proviamo a pensare all’effetto di questi tamburi all’interno di questi cerchi megalitici con un’ampia iconografia visuale.
 
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