Finalmente sono di nuovo a casa e posso riprendere il dibattito che avevo lasciato cadere per mancanza di tempo (o meglio per problemi di spazio/tempo…).
Grazie dei tuoi “pensieri liberi” Lama su, direi che affrontano di petto la questione e forniscono delle indicazioni che possono interessare molti lettori. Finalmente ho il tempo per risponderti con cura e purtroppo necessariamente con un post parecchio lungo, vista la mole dei problemi sollevati. Metto in evidenza le tue osservazioni più paradigmatiche.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Questa è la prima cosa che trovo sarebbe interessante capire: quanto comune è trovare onde anomale in siti sacri? Che percentuale di siti ha onde anomale, e che percentuale non ne ha?
Questo è un pensiero che abbiamo avuto non appena il campione ha cominciato ad essere più cospicuo.
Abbiamo deciso di affrontarlo in questo modo:
- In primo luogo
il campione deve essere abbastanza numeroso per essere significativo. Per questo abbiamo già riempito tutto il prossimo anno con un discreto programma di missioni. Più o meno ogni due mesi di media dovremmo recarci in una regione storica importante con un’ampia base cronologica per effettuare dei rilievi. È ovvio che occorreranno almeno altri due anni prima di avere un campione sufficientemente numeroso e produrre qualcosa di statisticamente significativo. Ma il vantaggio dell’archeoacustica è che trattandosi di una tecnica non invasiva le autorizzazioni sono facili da ottenere, se necessarie.
- Secondariamente è molto importante
la connotazione cronologica del sito. L’assenza di qualsiasi particolarità vibratoria l’abbiamo riscontrata solo nei siti sacri più recenti. Parlo comunque di siti sacri da almeno un migliaio di anni. Questo lo abbiamo osservato soprattutto in Toscana e Serbia. In Bosnia è stato più difficile muoversi, vista l’ostilità delle istituzioni, e nel Sud dell’Inghilterra lo studio non è completo solo per mancanza di tempo (ma ci ritorneremo forse a primavera con una dozzina di siti da esaminare). Per i templi di Malta stiamo ancora trattando. Stiamo comunque preparando una mappa di missioni valida anche per l’Italia. Bisogna però dire che nel caso di siti più antichi, in specie con una tradizione neolitica, anche se poi vi è stata piazzata sopra una chiesa, abbiamo osservato maggiori peculiarità connesse. Come se i popoli di quell’epoca avessero maggiore sensibilità verso questi aspetti.
- L’
estensione del fenomeno nelle zone circostanti. Che ovviamente non è un dettaglio da poco e che richiede molto tempo e missioni successive, ma che in base al nostro protocollo, che abbiamo pubblicato di recente ad un conferenza a Bratislava, è una procedura che appare molto più rapida oggi. Giustamente andrebbero analizzate tutte le zone circostanti, come fai notare, ad esempio dalle cantine alle stalle come fenomeno naturale casuale. Ma non bisogna dimenticare che nelle zone urbanizzate questo appare impossibile in quanto invase da un inquinamento elettroacustico disastroso (quanto questo inquinamento ha un effetto negativo sulla nostra salute?). Quindi bisogna limitarsi a quelle zone libere da inquinamento circostanti il sito sacro (parlo anche di colline distanti chilometri).
Facciamo un esempio interessante: la chiesa di S.Stefano a Bologna. È abbastanza noto che la chiesa si trova sopra il tempio di Iside dell’epoca romana che si trova a sua volta sopra un tempio della Grande Madre (secondo alcuni). La zona presenta delle vibrazioni sottostanti con caratteristiche simili a quelle reperibili in altri siti sacri (provare per credere). Esiste perfino una tradizione che vuole che chi si trova nel piazzale antistante e compia vari giri intorno ad esso abbia un effetto positivo sulla salute (in particolare le donne per la fertilità). Il che non è da escludersi come frutto di pura superstizione.
Come si fa a delimitare il terreno circostante invaso da telefonini e wi-fi? E come si può essere sicuri delle misurazioni in piena zona urbanizzata?
Per questo questa tecnica può dirsi sicura solo al di fuori di un certo perimetro di inquinamento elettroacustico che scarta (per ora) le zone urbanizzate.
Con i nostri sensori quando ci siamo piazzati in una regione della Croazia totalmente libera da onde radio e vibrazioni per cercare la “baseline” dell’archeoacustica (Piljenice, nella regione di Sisačko-Moslavačka, posta a circa 100 chilometri da Zagabria) siamo stati capaci di intercettare le onde provenienti da un telefonino di un pescatore che si trovava 100 metri più in là di noi. Infatti disponiamo anche di sensori elettromagnetici (Demiurg) che sono collegati costantemente ai registratori per non farci sfuggire nulla che possa inficiare i dati raccolti.
In conclusione questa analisi è possibile solo per zone naturali (foreste, laghi, colline), ma per ora non fornisce sicurezze in zone urbanizzate.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Cioè: per capire la causa di un fenomeno non è solo importante studiare quando tale fenomeno è presente, ma è anche importante studiare quando tale fenomeno *non* si presenta.
Per esempio che caratteristiche hanno i siti in cui il fenomeno si presenta, e che caratteristiche hanno quelli in cui non si presenta?
In effetti lo stiamo facendo in base anche alla mappa geologica del posto. Più andiamo avanti e più perfezioniamo il metodo. Ma come dicevamo poco sopra, è solo da questo anno che abbiamo cominciato ad applicare un metodo standard applicabile da tutti, secondo il metodo scientifico classico. E seguendo i consigli di Leda77, abbiamo anche deciso di pubblicare per gli altri ricercatori e che abbiamo riassunto in un lavoro peer-review presentato ad una conferenza via Internet a Bratislava e che presto metterò in rete. Una di quelle conferenze tanto deprecate oltralpe da qualcuno che è intervenuto anche qui (le chiama “conferenze inesistenti”), ma che però danno una diffusività massiva ai lavori scientifici pubblicati e sono sponsorizzati da varie università europee (provate a fare una ricerca su Google con le parole chiave “Archaeoacoustics” e “ancient sites” e vedete cosa viene fuori).
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Tu hai menzionato l'antichità dei siti in cui si presenta, e questo è un esempio, anche se onestamente trovo che questo sia un fattore da considerare quanto meno con cautela (ricordati che conosciamo l'antichità di un luogo di culto solo dove sono state trovate tracce archeologiche di culti precedenti, ma attento che assenza di tracce archeologiche precedenti non necessariamente significa assenza di culti precedenti: può essere che tali tracce non siano ancora state trovate, siano state totalmente distrutte dalle fasi successive -questo è una possibilità da tenere in considerazione con strutture romane o post romane, che spesso hanno fondamenta profonde che sconvolgono tutto quello che sta sotto, parlo per esperienza-, o magari semplicemente non esistano perché le attività cultuali precedenti non lasciavano tracce archeologiche).
Questo è sicuramente un limite della metodica. Per ogni sito “sacro” esaminato ci siamo sempre basati sulla presenza di tracce archeologiche di culti precedenti o comunque di una storia accertata e connessa a quel sito (magari solo per trasmissione orale o sotto forma di mito).
Ossia se un sito sacro presenta delle peculiarità, non è detto che le stesse peculiarità le troviamo anche in altri siti. Finora non è successo.
Ancora. Finora abbiamo trovato certe peculiarità solo in siti sacri e mai altrove. Ma ovviamente non si può escludere ciò. Anche a me sembra impossibile non trovare le stesse cose anche da altre parti, però possiamo dire (per ora) che se ciò accadrà è da considerarsi una cosa infrequente.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Però quello che a me viene da domandarmi è in termini molto generali: che cosa hanno in comune i siti con onde anomale, e che cosa hanno in comune i siti senza onde anomale?
E penso in particolare a caratteristiche naturali: che tipo di terreno, che tipo di roccia, che tipo di idrologia, che tipo di esposizione al sole (per considerare eventuali sbalzi termici e relativi movimenti del terreno) che altitudine, che tipo di flora (alberi con radici profonde possono influenzare la solidità del terreno), ecc ecc
E questo andrebbe considerato non solo in funzione della situazione attuale, ma anche (e forse soprattutto, visto che la vostra teoria è archeologica) in funzione della conformazione del luogo nel passato (del tipo: oggi non c'è acqua, ma in passato c'era una qualche sorgente? ecc).
È una giusta osservazione. Ma per ora si può dire e trovare tutto o il contrario del tutto.
È la solita barzelletta del ricercatore che studia gli incendi. Nel suo campione in ogni incendio o in quasi tutti gli incendi erano presenti i pompieri. Dunque c’era una correlazione tra incendio e pompieri. Per questa correlazione decise che i pompieri erano la causa degli incendi (si potrebbe dire con un certo senso del humor che ciò accade anche per i medici e le malattie).
A scanso di battute in tutti i siti esaminati era presente dell’acqua, che ovviamente potrebbe essere stata utile per abbeverare i fedeli che si recavano in quel luogo ed in realtà l’abbiamo trovata anche in siti sacri che non avevano nessuna peculiarità vibratoria.
Ma, evidentemente il movimento dell’acqua deve avere delle caratteristiche particolari per creare particolari vibrazioni in alcuni siti sacri. Il movimento deve generare vibrazioni che non si generano spontaneamente per il solo movimento.
Posso citare una caso concreto che mi è capitato di recente ad Urbania e del quale sono a conoscenza diretta.
Ad Urbania (Marche) in località Breccino delle piccole modifiche al flusso del fiume ha provocato “la nascita di vibrazioni anomale dei vetri delle finestre, degli infissi, dei cassonetti delle tapparelle, di vetrine, nonché di vibrazioni percepibili da alcuni come una sorta di pulsazione del timpano, simile al rumore provocato da un elicottero, risulta ormai chiaro che si tratta di un disturbo che si propaga per via aerea sotto forma di variazioni della pressione dell’aria, ma di frequenza inferiore ai suoni udibili, quindi nel campo degli infrasuoni. Risulta inoltre accertato che la causa è da imputarsi al ripristino della traversa sul fiume Metauro, nella chiusa del Molino dei Signori, in seguito ai lavori per la realizzazione di una centrale idroelettrica” (citazione dalla perizia eseguita di recente).
Le persone che vivono nelle vicinanze continuano a denunciare, incapacità a concentrarsi, ansia, insonnia, turbe del comportamento. Tutto ciò per un semplice lavoro di modifica della chiusa che ha generato un infrasuono molto potente a 15-16 Hz.
Ora proviamo ad immaginare il percorso tortuoso delle acque sotterranee in alcune zone dei Balcani o del Sud Inghilterra, le vibrazioni che inducono e che si trasmettono più facilmente attraverso il suolo che nell’aria ed anche il loro effetto sul campo magnetico locale considerato l’alto numero di soluti presenti nel flusso.
Può essere il movimento sotterraneo delle acque la causa delle vibrazioni “positive” presenti in certi luoghi sacri? Non è solo la nostra ipotesi. Ma come si può notare sopra, il movimento delle acque può essere responsabile anche di certe geopatie. E la flussometria è una scienza nel campo dell’ingegneria che studia gli aspetti tecnici del movimento di fluidi.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
E poi ovviamente, se dovesse emergere che le conformazioni dei siti con onde anomale hanno delle caratteristiche in comune, magari assenti o rare nei siti senza onde anomale, questo porterebbe ovviamente alla domanda: è più probabile che gli antichi abbiano costruito un sito sacro in quel luogo perchè consci delle onde anomale, o perchè consci della caratteristica naturale (fonte, particolare tipo di suolo,...) che sembra esservi correlata?
E questo mi porta alla mia ultima considerazione per questo post: dici che le onde anomale sono causate da campi elettromagnetici anomali.
Questo però non risponde alla mia domanda, semplicemente la sposta: che cosa causa queste anomalie nei campi elettromagnetici?
Menzioni "sfregamenti" tellurici, acque sotterranee, emissioni di gas.
Non lo dico io, lo dice la fisica. Lo sfregamento e soprattutto la compressione dei quarzi comporta un effetto piezoelettrico. Vengono prodotte sia onde elettromagnetiche che onde vibratorie. Portiamo a titolo di esempio le cuffiette ultimo modello che sicuramente anche tu usi connesse al tuo telefonino. Queste funzionano con lo stesso meccanismo, ma all’incontrario: fornendo dell’energia elettrica al cristallo di quarzo questo inizia a vibrare producendo il suono ed anche con una certa fedeltà (questo ha portato a diminuire le dimensioni degli auricolari).
Nel caso di strati sotterranei sono i movimenti tettonici delle placche terrestri, sempre inquiete, che generano la compressione e quindi l’effetto piezoelettrico.
Per quanto riguarda il fenomeno generato dalle acque sotterranee è la fisica dei fluidi che lo dice e credo che l’esempio pratico che ho portato poco sopra ne è un esempio lampante: una piccola modifica nel travetto al vertice della cascata è in grado di creare danni ad una quantità innumerevole di cittadini che vivono nelle vicinanze. Potenza dell’acqua!
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Considerando che è inverosimile (e su questo immagino sarai d'accordo con me) che gli antichi fossero in grado di "rilevare" specificatamente queste onde anomale, tanto più considerando che anche la tecnologia moderna "di tutti i giorni" non è sufficiente (dici che per sentire qualcosa di vogliono microfoni e cuffie ad alta fedeltà, cose quindi da specialisti), e assumendo che gli antichi non fossero neppure in grado di rilevare anomalie nei campi elettromagnetici che dici causano queste onde (anche se, paradossalmente, un tale rilevamento era almeno teoreticamente tecnologicamente alla portata almeno di greci e romani, e poi praticamente di tutte le genti del medioevo, in quanto in fondo per rilevare un'anomalia nel campo elettromagnetico è sufficiente una bussola.. strumento diffuso nel medioevo, e che anche se non attestato, era teoricamente realizzabile dai greci - in fondo basta mettere un ago magnetizzato in una ciotola d'acqua, e i greci consocevano il fenomeno del magnetismo.. - ma lasciamo via quest'ipotesi, almeno per i siti pre-medievali, per lo meno finché non ci saranno prove storico-archeologiche dell'uso effettivo di bussole magnetiche da greci e romani), dicevo, escludendo che gli antichi fossero in grado di "rilevare" le onde anomale, e escludendo che fossero in grado di rilevare anomalie nel campo elettromagnetico, mi viene da domandarmi: erano gli antichi in grado di "rilevare" questi fenomeni naturali (sfregamenti tellurigi, emissioni di gas ecc) presenti in questi luoghi e che stando a quello che dici sono all'origine delle onde stesse?
Ecco, su questo non sono d’accordo con te. Non in base alla mia opinione personale, ma alla mia preparazione medica ed alle mie conoscenze di fisiologia umana, oltre che storiche.
Da più fonti sappiamo che c’era una categoria degli aruspici, gli àuguri, che erano deputati allo studio del territorio prima di fondare un città o un palazzo per cercare l’acqua, necessaria per la popolazione, ma anche per evitare di piazzare un insediamento su una zona geopatica.
E come facevano gli àuguri a fare questo studio dal punto di vista pratico? Anche qui da varie fonti sappiamo che essi usavano un “lituum” o un pendolino. ‘Tutta superstizione’ potrebbe dire qualcuno di oltralpe.
Ma in realtà gli àuguri erano dei sensitivi che evidentemente avevano ben sviluppati i recettori che tutti noi abbiamo, i cosiddetti “corpuscoli del Meissner” atti a cogliere le basse frequenze (quelli che ci fanno percepire i terremoti prima di sentire il suo brontolio!) e i “corpuscoli del Pacini” tarati per una frequenza leggermente più alta. Entrambi sono presenti nella cute e che ci fanno sentire i bassi presenti in una discoteca più con il petto che con le orecchie.
In realtà gli strumenti degli àuguri erano loro stessi e il movimento del lituum o del pendolino erano solo l’estrinsecazione della loro stessa sensazione. È in fondo la stessa metodica che usano tuttora i radioestesisti. Gli àuguri con la loro (iper-) sensibilità erano in grado di cogliere perfettamente le vibrazioni provenienti dal sottosuolo e decidere se costruire qui invece che lì. Anche per la costruzione del Pantheon a Roma si sa storicamente che sono stati usati ed infatti anche sotto il Panthen c’è qualche cosa di molto potente (ora soffocato da traffico) e che potrebbe spiegare perché si è aperta la cupola sull’apice. Una vibrazione troppo potente avrebbe nociuto alle presone raccolte in quello che doveva essere il tempio principe dedicato agli dei tradizionali. Ma questa è solo un’ipotesi che va presa con le pinze. Rimane invece il dato di fatto che delle potenti vibrazioni provengono dal sotto il Pantheon.
Bisogna finire di considerare gli aruspici come “quelli che interrogavano le ventra degli animali”, ma qualcosa di più che veniva preso in seria considerazione da quella civiltà, non c’è dubbio tecnologicamente avanzata, che fu la civiltà romana. Non era tutto superstizione.
Le conoscenze degli aruspici erano frutto solo di una conoscenza recente? No, e lo sappiamo bene che nella tradizione si sa che anche Romolo si fece aiutare da uno di loro nel scegliere dove costruire Roma. Solo un mito frutto della superstizione? Un mito sicuro, sulla superstizione invece avrei parecchio da discutere.
La “tecnologia” degli auguri era un fatto recente? Direi di no, visto che erano di tradizione etrusca. Ed allora, ne ho già discusso con Harmonia, quanto questa tecnologia si può perdere nel tempo?
Allora, per fare un altro esempio pratico, abbiamo cercato di ricreare la stessa situazione anche nei nostri studi sulla Felix Romuliana. Abbiamo portato con noi una radioestesista e usato un lituo ed un pendolino andando poi a verificare con gli strumenti quello che lei “sentiva”.
Di fatto lei ha sentito che in corrispondenza del tempio di Cibele passava una vena d’acqua con direzione a 10% rispetto l’asse est-ovest.
Siamo andati a verificare con gli strumenti ed abbiamo scoperto che il massimo della potenza era nella “fossa sanguinis” che finiva con l’orientare tutto il tempio diversamente da tutto il resto del palazzo ovviamente orientato perfettamente secondo l’asse est-ovest come tipico nella civiltà romana.
Un caso? Quel giorno Romula si è svegliata da un sogno che l’ha invitata a costruire il suo tempio in direzione diversa per dispetto? Francamente non lo credo possibile. Molto più credibile che il tempio sia stato orientato in quel modo per cogliere nel miglior modo possibile la vibrazione del sottosuolo che avrebbe fatto sentire chi si trovava nella fossa sanguinis come avvolto dal ventre della Grande Madre.
So che molti storceranno il naso per questo tipo di sperimentazioni tendenti a riprodurre la situazione del tempo, ma se non si cerca di mettersi nei panni e nei ragionamenti di chi ha costruito quel tempio non si riuscirà mai ad analizzare in modo corretto un antico sito.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
La cosa secondo me merita attenzione, perchè in effetti è estremamente ben attestato archeologicamente in varie epoche e in varie culture che fonti d'acqua (soprattutto se sotterranee o "nascoste") o emissioni di gas attiravano le attenzioni cultuali degli antichi (non mi viene in mente nessun caso specifico per i movimenti tellurici, ma mi sembra anche verosimile).
Quindi di nuovo, mi sorge la domanda: i luoghi sacri sono costruiti lì perchè ci sono le onde, oppure fra onde e luoghi sacri non c'è nessuna correlazione diretta, ma sono entrambi "riflessi" di una stessa "causa"?
È vero. Non solo confermo quanto è conosciuto per quanto riguarda l’acqua, ma anche per gli sfiati di gas.
Infatti per quest’ultimi abbiamo un’esperienza diretta per quanto riguarda S.Maria dell’Ermeta posta sul monte Amiata, sito sacro fin dal tempo degli etruschi e ora sede di una antica cappella medievale.
Nei tracciati audio ci siamo accorti di una sonorità non chiaramente percepibile all’orecchio non allenato (il nostro lo è) che creava un suggestivo brusio nella foresta come di persone che parlano sottovoce. La cappella è isolata sul crinale e lontano da altri insediamenti umani quindi non pareva possibile che derivasse da qualche condizionatore e neppure dagli animali presenti nella foresta (grilli o cicale) in quanto presente giorno e notte, estate ed inverno.
Dopo una battuta lì intorno abbiamo scoperto uno sfiato naturale di gas molto potente (il monte Amiata è un vulcano non attivo) che giacendo in una concavità della piccola valle, questa agiva come un riflettore che proiettava il suono direttamente nella zona della cappella dell’Ermeta.
Un caso che gli etruschi considerassero quella zona “sacra”? Io non credo, perché il rumore nel silenzio ricorda la voce di un Dio che ti sussurra nell’orecchio, ma anche in grado di provocare la tua morte se ti avvicini troppo a lui (i miasmi sono fortemente tossici ed in grado di provocare in alcuni casi la morte in pochi minuti senza che la vittima potesse accorgersi della trappola).
Ne sanno qualcosa alcune pecore di un contadino che si sono perse in quella zona e non sono più tornate.
CITAZIONE (lama su @ 20/11/2013, 17:06)
Di nuovo, ci tengo a precisare che non sto mettendo in dubbio i vostri risultati o il vostro approccio. E chairo che c'è "qualcosa". Semplicemente, "pensieri liberi" su come questo "qualcosa" possa andare interpretato..
Assolutamente no, non l’ho mai pensato, anzi ti ringrazio per avermi dato l’occasione di discutere di tali aspetti in questa, purtroppo, lunga trattazione. Questa è la bellezza di un vero dibattito scientifico nel quale ci si confronta nelle teorie ed ognuno impara qualcosa dall’altro.
In realtà noi abbiamo bisogno della collaborazione di più archeologi che superino le conoscenze degli stessi archeologi del mio gruppo di ricerca, perché attraverso la condivisione e la multidisciplinarietà si ottengono i migliori risultati. Io sono un medico fisico e il mio punto di vista è comunque limitato.
È uno dei motivi per cui ritengo questo forum molto importante. La fonte di idee e le collaborazioni che ho ricevuto in questi ultimi tre anni (periodo in cui ho messo su il gruppo di ricerca sull’archeoacustica) devo ammettere sono state molto utili nel mio lavoro e spero anch’io di aver contribuito per questo argomento alla conoscenza degli altri.