Ostraka - Forum di archeologia

Quanto costa un museo?

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*Gibo*
view post Posted on 11/10/2010, 08:43




Apro questa discussione per una curiosità che ho sempre avuto da totale ignorante del "mondo" della musealizzazione, sperando di aver scelto la sezione adeguata.

La domanda è semplice: quanto costa l'apertura e la gestione di un museo?
Di preciso non mi riferisco a musei con collezioni sterminate ma alla miriade di "museini" e "museetti" che si trovano, ad esempio, nei meravigliosi borghi storici dell'Italia.

La mia curiosità non vuole essere in alcun modo polemica, solo vorrei capire quali possono essere gli aspetti economici di queste realtà; se in qualche modo esse possano essere autogestibili, ecc...
 
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view post Posted on 11/10/2010, 09:47
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Un museo, per qaunto piccolo, sarà sempre in perdita, se non ci sono soldi statali a finanziarlo. L'unico museo che si autofinanzia, almeno in Italia, con gli incassi è il Colosseo. Poi ci sono anche i Musei Vaticani. Per il resto un museo non ce la fanno davvero ad autofinanziarsi. Il problema in Italia è anche che si fa poco merchandising, perché gli archeologi e gli storici dell'arte vedono la vendita di oggetti con oggetti d'arte sopra come una mercificazione. In America invece non si fanno tutti questi problemi, quindi mettono i loro beni su tutto (a volte anche troppo). Inoltre in America c'è molto associazionismo, quindi anche nei piccoli centri molti hanno la tessera di amico del museo X. Per non parlare delle donazioni che fanno, aiutati anche da un regime di sgravi fiscali favorevole.
Per quanto riguarda i costi di un museo medio, al primo posto c'è ovviamente il personale, ma al secondo c'è quello per la manutenzione dei reperti (ordinaria e straordinaria) e del locale che ospita il museo. Basti pensare al costo dell'impianto di climatizzazione per capire che questa non è certo un spesa minore. Poi c'è tutto il resto: dalle bollette alla promozione, dalla didattica alla pubblicazione di ricerche scientifiche, all'aggiornamento e incremento delle raccolte (nel caso di musei archeologici in genere il sottosuolo italiano rifornisce gratuitamente, ma per i musei artistici le cose sono ovviamente diverse).
Il costo non è certo poco, se un museo vuole davvero adeguarsi alla sua missione.
 
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*Gibo*
view post Posted on 11/10/2010, 11:39




Grazie della risposta.
Sapresti farmi qualche esempio reale di bilancio di un museo, così per rendersi conto di quali sono le cifre di cui parliamo?

Per quel che riguarda le forme di associazionismo sono attuabili in Italia? Di solito sono i musei stessi a promuoverle o sono i privati a organizzarsi con un sistema di donazioni?
Tra i costi degli immobili che ospitano il locale credo che sia importante distinguere tra edifici nuovi costruiti ad hoc e edifici storici riadattati. Effettivamente nel secondo caso c'è anche da dire che, pur se non è sempre percepito dal visitatore, il museo stesso diventa un'opera esposta.

Neanche le pubblicazioni permettono di ripagare almeno l'aspetto di ricerca e didattica?

Se andare in pari nelle spese è così difficile, le fondazioni private dove traggono vantaggio? Possono godere di finanziamenti pubblici anch'essi?
 
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IunoMoneta
view post Posted on 11/10/2010, 12:26




Guarda per il personale di un piccolo museo italiano, sulla base degli importi desumibili dai contratti collettivi nazionali il costo per il solo personale è già elevato. Prendendo una retribuzione media di 19.000 euro all'anno (più tredicesima e oneri a carico dello Stato) e ipotizzando 6 custodi si arriva a quasi 200.000 euro l'anno. La cifra dovrebbe comprendere anche eventuali indennità di turnazione, straordinari, festivi, premi per frequenza di corsi, FUA (lo Stato paga un minimo a tutti i suoi dipendenti per il solo fatto che sono presenti, oltre allo stipendio), missioni etc. che sono difficilmente quantificabili.
Ai costi citati da leda vanno aggiunti poi quelli relativi alle assicurazioni, ai costi di eventuali contratti di vigilanza esterna (ad esempio per orari notturni e festivi non coperti dal personale interno), all'impianto di allarme (contratti di manutenzione ordinaria, assistenza 24 ore su 24, etc.), alla pulizia (normalmente i musei italiani si affidano a imprese esterne).
Su due piedi, per un museo piccolo (4-5 sale al massimo) si arriva a spendere circa 500.000 euro l'anno. Ed è una stima prudenziale...

Il vantaggio per la fondazioni private è di tipo fiscale, in caso finanzino solo. Se, invece, nel loro statuto c'è proprio l'indicazione che nascono per gestire attività culturali la situazione è molto diversa. E di solito i soldi li hanno in proprio e derivano da lasciti (testamentari per lo più) o da redditi provenienti da lasciti (terreni, società, accantonamenti fissi sull'utile di una certa attività [in questo caso si può trattare anche di decisioni prese al momento della stesura dello statuto ad esempio di una banca], ...).
 
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p.virgulto
view post Posted on 11/10/2010, 16:29




Salve a tutti.Per quanto riguarda i piccoli musei gestiti dai comuni, come funziona? Vi sono dei finanziamenti speciali da parte delle regioni o da parte delle rispettive provincie o dai comuni stessi?
 
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*Gibo*
view post Posted on 11/10/2010, 17:53




CITAZIONE (IunoMoneta @ 11/10/2010, 13:26)
Il vantaggio per la fondazioni private è di tipo fiscale, in caso finanzino solo. Se, invece, nel loro statuto c'è proprio l'indicazione che nascono per gestire attività culturali la situazione è molto diversa. E di solito i soldi li hanno in proprio e derivano da lasciti (testamentari per lo più) o da redditi provenienti da lasciti (terreni, società, accantonamenti fissi sull'utile di una certa attività [in questo caso si può trattare anche di decisioni prese al momento della stesura dello statuto ad esempio di una banca], ...).

Detto così, però, mi pare di capire che anche per i privati sia un'attività in perdita di per sè, sostenibile solo con il sistema di finanziamento su donazione o al limite un modo "filantropico" di investire utili di altre attività. Dove sta il vantaggio?
 
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view post Posted on 11/10/2010, 17:53
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Sì, regioni e comuni finanziano i musei cosiddetti civici. Le province anche possono erogare finanziamenti ai musei civici del loro territorio. Per le Regioni è la normativa regionale a stabilire modalità e consistenza del finanziamento. Ad esempio nel Lazio la regione finanzia i sistemi museali di musei civici, ma il personale rimane a carico del comune nel cui territorio ha sede il museo. Inoltre la regione pretende un direttore a contratto e pubblicazioni scientifiche, nonché un determinato orario di apertura di almeno un tot di ore, collocate principalmente nel fine settimana. Non so come funzioni nelle altre regioni.
 
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*Gibo*
view post Posted on 11/10/2010, 18:01




Effettivamente ripagare 500.000 euro o più con i soli ingressi non è un'impresa alla portata di un piccolo museo. Esistono delle stime del numero di visitatori annui registrati in siti di questo tipo?

Un'altra cosa che mi sono sempre chiesto è in che modo si stabilisce il prezzo di ingresso in un museo. Ovviamente cosa si offre influisce ma esistono anche dei limiti di legge?
 
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IunoMoneta
view post Posted on 11/10/2010, 18:17




Per sapere quanti visitatori entrano nei musei statali basta guardare qui: www.statistica.beniculturali.it/
Ci sono anche i dati relativi agli incassi annui e al numero di visitatori paganti (oltre i 18 anni, sotto i 65 e non appartenenti a categorie aventi diritto all'ingresso gratuito).

Quanto al biglietto di ingresso: per quel che riguarda i musei statali è fissato dal MiBAC. L'ingresso è gratuito laddove il numero dei visitatori che si presumono paganti non è sufficiente a pagare i costi di riscossione del biglietto (questo a termini di legge: guarda nel Codice di Beni culturali).
Nel caso di musei provinciali o comunali credo che sia l'ente locale a stabilire l'importo. Per i musei privati sono gli organi direttivi del museo stesso.
 
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p.virgulto
view post Posted on 11/10/2010, 19:02




Grazie mille Leda per la chiarezza della tua risposta. :)
 
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view post Posted on 11/10/2010, 19:16
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Per i musei comunali e provinciali le tariffe le stabilisce l'ente territoriale, come ha detto Moneta. Che a volte può anche non applicare le riduzioni e gratuità statali. Un museo che ho visitato non dava ad esempio la gratuità per le scolaresche, come invece avviene nei musei statali.
La tariffa poi non dipende soltanto da quello che il museo offre, ma anche dalla grandezza e dal numero di visitatori. Un museo più grande avrà costi maggiori di biglietto rispetto ad uno più grande, ma se il numero di visitatori è molto esiguo il rapporto potrebbe invertirsi. Ad esempio la Galleria Spada a Roma ha solo 4 stanze, ma si paga ben 5 euro. Invece la Galleria Corsini che di stanze ne ha nove costa 4 euro. Come mai? Non certo per la differenza di opere, in entrambe si trovano capolavori di artisti di primo piano (Guercino e Reni nella prima, Caravaggio e Beato Angelico nella seconda per citarne solo alcuni), ma la Spada si trova a due passi dall'ambasciata francese e nei pressi di una famosa piazza del centro di Roma. Inoltre l'architettura ha una celebre fuga prospettica firmata Borromini. La seconda invece, pur trovandosi in un quartiere frequentato è leggermente defilata. Il numero di visitatori è dunque per forza di cose minore e ciò influisce sul costo del biglietto.
 
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*Gibo*
view post Posted on 14/10/2010, 08:25




Vorrei porvi un'altra domanda riguardo all'applicabilità del merchandising all'Italia: il proprietario ultimo del bene è lo stato, ma nel caso che un museo gestito a livello comunale o comunque non statale creasse un logo o altro con un bene che sta gestendo, i soldi ricavati dalla vendita a quale livello si fermerebbero?
Mi spiego meglio. Io vado in un museo comunale e compro un oggetto prodotto per quel museo con un reperto di quel museo. I soldi a questo punto vanno nelle casse del comune o dello stato? Indipendentemente dalla loro destinazione restano "confinati" nell'ambito dei beni culturali o sono spendibili a piacimento dall'ente che li ha incassati?
 
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IunoMoneta
view post Posted on 14/10/2010, 16:20




Domande un po' difficili....
A lume di naso: il venditore ha una percentuale sul venduto che costituisce il suo ricavo e resta a lui (quindi al museo comunale dell'ipotesi) e può farne quello che vuole. All'origine, però, deve pagare (una tantum) una certa cifra allo Stato per lo sfruttamento dell'immagine del bene culturale e ovviamente coprire i costi di produzione degli oggetti del merchandising. So che ci sono delle tabelle per la determinazione di questo diritto di riproduzione perchè recentemente sono state rimodulate quelle per le copie ad uso privato. Non credo che lo stato nell'ipotesi da te formulata prenda una percentuale sui singoli pezzi venduti, ma è un argomento che dovrei approfondire.
 
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*Gibo*
view post Posted on 14/10/2010, 18:07




CITAZIONE (IunoMoneta @ 14/10/2010, 17:20)
ma è un argomento che dovrei approfondire.

Era solo una curiosità non prenderla così a cuore :P
 
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view post Posted on 14/10/2010, 20:53
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Credo (da quel che mi ricordo di un corso di economia dei beni culturali) che funzioni così: il venditore si prende la cifra che ricava dal bene venduto, ma il comune stabilisce generalmente un forfait per i diritti sull'immagine. Se i reperti si trovano in un museo comunale, è il comune che si prende i soldi, non lo Stato. Questo perché il museo comunale ha di fatto la gestione dei reperti che conserva. Allo Stato rimane solo la tutela, in questi casi. E la gestione comporta anche tutti gli introiti relativi (o almeno dovrebbe essere così).
 
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19 replies since 11/10/2010, 08:43   4084 views
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