Ostraka - Forum di archeologia

Il mistero dei Cimmeri omerici

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view post Posted on 12/10/2010, 15:19
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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"Spento il giorno, e d’ombra
Ricoperte le vie, dell’Oceano
Toccò la nave i gelidi confini,
Là ’ve la gente de’ Cimmerî alberga,
Cui nebbia e buio sempiterno involve.
Monti pel cielo stelleggiato, o scenda
Lo sfavillante d’ôr sole non guarda
Quegl’infelici popoli, che trista
Circonda ognor pernizïosa notte
".

(Odissea, XI, vv. 15-23)
Da http://it.wikisource.org/wiki/Odissea/Libro_XI

Questa è la menzione che Omero fa dell'oscuro popolo del Cimmeri.

Nella storia della Grecia antica, con il nome "Cimmeri" si indica generalmente un insieme di tribù, forse di stirpe iranica, che abitavano le terre a Nord del Mar Nero, e che, fra l'VIII e il VII secolo a.C., migrarono (a causa degli Sciti) verso le regioni meridionali, devastando fra l'altro alcune poleis greche (fra cui Efeso). L'invasione cimmeria della Asia Minore è stata presa per lungo tempo come il terminus post quem per la datazione dell'XI Libro dell'Odissea. Ma, secondo alcuni studiosi (fra cui anche Manfredi), l'etnico dei Cimmeri citato nell'Odissea potrebbe riferirsi a tutt'altro popolo, collocato forse lungo rotte molto lontane da quelle normalmente battute dai Micenei (e dai primi Greci).

Prima di condividere (e magari approfondire) con voi l'interessante tesi espressa da Manfredi, vorrei sapere che cosa pensate a riguardo. Dalle indicazioni onomastiche e geografiche (molto vaghe) offerte dall'Odissea, è già possibile individuare una probabile sede di questo popolo? Si può realmente ipotizzare che i Cimmeri omerici non corrispondano a quelli dell'età del Ferro?
 
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view post Posted on 12/10/2010, 15:37
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Ciao Perseo!
leggendo semplicemente le parole di Omero sembrerebbe che queste genti siano molto più a nord del Mar Nero. Ad esempio il verso "...dell’Oceano/Toccò la nave i gelidi confini..." sembrerebbe indicare un luogo freddo al dì là del freddo che naturalmente sopraggiunge dopo il calare del sole. "Là ’ve la gente de’ Cimmerî alberga,/Cui nebbia e buio sempiterno involve." anche questo verso sembra rimandare a luoghi remoti dove è freddo e per gran parte del tempo è buio e anche "Monti pel cielo stelleggiato, o scenda/Lo sfavillante d’ôr sole non guarda/Quegl’infelici popoli, che trista/Circonda ognor pernizïosa notte" sembra far riferimento ad un luogo dove il buio duri molto di più lungo del sole che splende.
Così su due piedi, anche se potrei facilmente scivolare nella fanta-storia ^_^ , sembra che questi Cimmeri abitino in luoghi limitrofi al Circolo Polare Artico o poco sotto.
^_^
 
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view post Posted on 12/10/2010, 16:35
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- Γνῶθι σεαυτόν -

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CITAZIONE (Cerebia @ 12/10/2010, 16:37)
leggendo semplicemente le parole di Omero sembrerebbe che queste genti siano molto più a nord del Mar Nero. [...] Così su due piedi, anche se potrei facilmente scivolare nella fanta-storia, sembra che questi Cimmeri abitino in luoghi limitrofi al Circolo Polare Artico o poco sotto.

Ciao Cerebia,

effettivamente è la prima cosa che salta all'occhio del lettore. Ora, il Circolo Polare Artico è un'ipotesi un po' estrema (forse più da Vinci che da Manfredi!), però il punto diciamo che l'hai già centrato: regioni estremamente lontane, dove il Sole non arriva mai con i suoi raggi, e costantemente avvolte nelle tenebre e nelle nebbie.

Una descrizione come questa mal si adatta alla zona dove erano stanziati i Cimmeri dell'età del Ferro (circa quella dell'attuale Crimea). Faccio notare che Odisseo giunge fino "sulle rive del fiume Oceano".

Rimando a questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Colonne_d'Ercole.

In questa pagina (purtroppo priva di note) si dice che, ai tempi di Omero, il Mar Nero era immaginato come un secondo Oceano. Nel pensiero greco antico, Oceano era il grande fiume che circonda tutte le terre emerse. A questo punto, però, mi chiedo: se i Greci conoscevano la terra d'origine dei Cimmeri, come potevano aver scambiato il Ponto Eusino (che è un mare chiuso) per un Oceano? Potrebbe anche essere questa la banale spiegazione, ma io non ne sono molto convinto. C'è poi anche il fattore climatico: Omero sembra riferirsi a terre molto più a Nord del Mar Nero... Ma che rotta potrebbe aver seguito allora Odisseo, nel suo viaggio verso il regno dei Cimmeri e l'ingresso dell'Ade?

Edited by Perseo87 - 12/10/2010, 18:05
 
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grancan
view post Posted on 12/10/2010, 17:23




Ecco una teoria sicuramente singolare che almeno avrebbe il pregio di rispondere alle vostre osservazioni:

http://it.wikipedia.org/wiki/Omero_nel_Baltico
 
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view post Posted on 12/10/2010, 18:05
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Effettivamente l'identificazione di questi Cimmeri con l'attuale Crimea è un po' difficoltosa, anche perché il clima (a meno di mutazioni climatiche) non è davvero così cupo, oscuro e nebbioso.
Oltretutto non credo, come dici giustamente tu Perseo, che i Greci possano aver scambiato il Ponto Eusino per un oceano, nonostante la sua immensità. Il fatto che fosse scambiato per un oceano sta nel significato della parola stessa, che appunto identificava qualcosa di molto grande, quindi una grande massa d'acqua. Un significato differente dal Fiume Oceano, che era invece il fiume che circondava tutte le terre emerse fino ad allora conosciute.
Si potrebbe pensare che Ulisse abbia attraversato le Colonne d'Ercole e sia andato navigando a piccolo cabotaggio verso nord, con l'Oceano Atlantico sempre sulla sinistra, forse raggiungendo la Britannia o qualche terra a quelle latitudini, luoghi notoriamente freddi, nebbiosi e molto spesso cupi.

E se Omero descrivesse la terra dei Cimmeri come buia e nebbiosa proprio per il fatto di trovarsi vicino all'Ade, quindi senza un reale collegamento con il mondo contingente? Questo spiegherebbe perché è un luogo buoi e tetro, in cui non sorge mai il sole, perché essendo vicino al regno dei morti ne acquisisce la caratteristiche.

Grazie Grancan, sulla teoria di Omero nel Baltico sono stati spesi fiumi di parole nel forum AI... la mia opinione è che la teoria, seppure affascinate, non si riesce a trovare a testimonianze archeologiche, le sole assonanze toponomastiche non possono essere sufficienti.
^_^

Ho trovato questo libro su Google Books, riguardo la Britannia e la Cimmeria omerica, metto il link
Dice che la Cimmeria pteva essere la Cambria o addirittura il Galles... non so quanto possa essere affidabile, però è interessante. Sfortunatamente si legge solo una pagina.
http://books.google.it/books?id=7BxJnWrBgV...immeria&f=false
 
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view post Posted on 12/10/2010, 18:48
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Brava Cerebia, 30 e lode! ;)

Scherzi a parte, hai azzeccato quella che è l'alternativa proposta da Manfredi. Il testo a cui faccio riferimento l'avevo già citato in altre discussioni, sempre in materia di navigazione antica: Le Isole Fortunate. Topografia di un mito. Lui ipotizza che questi Cimmeri omerici non fossero gli iranici del Mar Nero, ma una popolazione celtica stanziata nella zona della Bretagna, se non addirittura lungo le coste della Cornovaglia o nelle isole antistanti (le Isole Scilly, già identificate da altri studiosi con le mitiche Cassiteridi). L'ipotesi (che io trovo plausibile) è che i Greci conoscessero l'esistenza di queste isole tramite i racconti favolosi dei mercanti fenici, che già dal IX-VIII secolo a.C. battevano le rotte atlantiche, in cerca di stagno (verso Nord) e altri prodotti pregiati (verso Sud).

L'idea, ovviamente, non viene accettata dall'intero mondo accademico: per esempio, M. Sommer ritiene totalmente infondate le notizie di traffici fenici in Cornovaglia, e le Isole Scilly non sembrano essere poi così ricche di stagno, al punto di spingere naviganti del Libano ad attraversare tutto il Mediterraneo in barca... Ma ripeto, l'idea di Manfredi non è del tutto scartabile. L'autore riporta anche confronti filologici con le lingue celtiche (in cui è attestato Kymru/Kymre) e passi di autori latini che, seppur più tardi, raccontano di apparizioni notturne di fantasmi, paragonabili a quelle narrate in Omero.
 
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view post Posted on 12/10/2010, 19:39
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CITAZIONE (Perseo87 @ 12/10/2010, 19:48)
Brava Cerebia, 30 e lode! ;)

Ecco il libretto prof! :lol:
Per quel che riguarda la navigazione antica, io sono sempre dell'avviso che gli antichi non fossero così arretrati come noi pensiamo, ma che il commercio fosse così diffuso da permettere contatti tra genti anche distanti migliaia di chilometri, un esempio è l'ambra proveniente dal Baltico trovata in Italia. Se non abbiamo concrete prove di scambi, niente vieta che vi siano stati, sopratutto se le fonti storiche parlano dei popoli con cui si avevano rapporti.
Su Wiki alla pagina della Britannia c'è proprio un riferimento allo stagno: si dice che fin dal Neolitico i contatti con l'Europa erano molto intensi proprio per il commercio di questo metallo. E poi c'è l'origine del nome dato da un greco del VI sec. a.C., tal Pitea da Marsiglia. Nulla vieta che la Britannia in epoca omerica venisse chiamata in altro modo e identificata con una delle porte degli Inferi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Britannia
 
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view post Posted on 12/10/2010, 20:17
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CITAZIONE (Cerebia @ 12/10/2010, 20:39)
Per quel che riguarda la navigazione antica, io sono sempre dell'avviso che gli antichi non fossero così arretrati come noi pensiamo, ma che il commercio fosse così diffuso da permettere contatti tra genti anche distanti migliaia di chilometri, un esempio è l'ambra proveniente dal Baltico trovata in Italia. Se non abbiamo concrete prove di scambi, niente vieta che vi siano stati, sopratutto se le fonti storiche parlano dei popoli con cui si avevano rapporti.

Concordo con la tua idea. E' pur vero che il problema dell'ambra baltica non è proprio analogo a quello dello stagno: l'ambra infatti giungeva dal Baltico fino nel Mediterraneo, ma via terra. Inoltre l'ambra non poteva essere fusa o riciclata, ragion per cui può ancora essere studiata agevolmente, per determinare la sua regione di provenienza; l'origine dello stagno, invece, credo che difficilmente possa essere individuata (vuoi per la carenza di oggetti in stagno, vuoi per il suo utilizzo nella creazione del bronzo o di altre leghe). Forse un tentativo di studio in questo senso sarebbe (anche se non impossibile) molto difficile... Resta comunque il fatto che le notizie di questi viaggi, circolanti già in età classica, facevano riferimento a rotte battute in epoche più antiche, quindi non è escludibile che i Fenici vi siano approdati già agli inizi dell'età del Ferro.

CITAZIONE (Cerebia @ 12/10/2010, 20:39)
E poi c'è l'origine del nome dato da un greco del VI sec. a.C., tal Pitea da Marsiglia.

IV secolo a.C. ;)
 
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view post Posted on 12/10/2010, 20:38
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CITAZIONE (Perseo87 @ 12/10/2010, 21:17)
IV secolo a.C. ;)

Ops, non mi ero accorta dell'errore! :D
CITAZIONE (Perseo87 @ 12/10/2010, 21:17)
Resta comunque il fatto che le notizie di questi viaggi, circolanti già in età classica, facevano riferimento a rotte battute in epoche più antiche, quindi non è escludibile che i Fenici vi siano approdati già agli inizi dell'età del Ferro.

Il punto è proprio questo, si pensa che gli antichi non abbiamo memoria delle epoche precedenti alla loro come se dovessero reinventarsi tutto di nuovo. Immagino che in età classica ci fosse una memoria della c.d. protostoria molto più forte di quello che noi pensiamo, quindi anche le rotte commerciali sicuramente saranno state le stesse, finchè il canale commerciale era fiorente e utilizzabile.

Ma Manfredi su quali fonti si basa?
 
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view post Posted on 12/10/2010, 21:07
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CITAZIONE (Cerebia @ 12/10/2010, 21:38)
Ma Manfredi su quali fonti si basa?

Come ho detto, Manfredi si basa su fonti molto più tarde di Omero: gli autori che cita sono Claudiano (un poeta vissuto verso la fine del IV secolo d.C.) e Procopio di Cesarea (storico bizantino della prima metà del VI secolo). Il primo, in una sua opera, identifica una località dell'Armorica con il luogo in cui Odisseo aveva evocato le ombre dei morti, asserendo che, ancora nella sua epoca, al calare della notte, le campagne di quella regione si riempivano di fantasmi erranti; Procopio, invece, nel suo Bellum Gothicum, descrive alcuni villaggi situati di fronte all'isola di Brittia (forse la Britannia), i cui abitanti, ogni notte, erano obbligati a traghettare le anime dei morti fino sulla riva opposta del mare. Le testimonianze dei due autori sono comunque state analizzate anche da un altro studioso, C. Ginzburg, che le identifica come i residui di antichi culti celtici, sopravvissuti alla cristianizzazione dell'Impero.

Una precisazione: Manfredi non ritiene che la Nekya di Odisseo si sia realmente svolta in Cornovaglia (o comunque oltre Gibilterra). Il luogo fisico più probabile da cui Omero può aver tratto spunto è il Necromandio di Efira (un antico santuario in Epiro, sede di un famoso oracolo dei morti - di cui avevo già parlato nel vecchio forum). Il sito, scavato da S. Dakaris fra gli anni '60 e '70, non solo mostra tracce di frequentazione già dall'età micenea, ma si trova addirittura in una regione attraversata da fiumi che mantengono ancora oggi i nomi di Acheronte e Cocito. Il compositore dei poemi omerici potrebbe dunque aver tratto spunto dall'oracolo di Efira, proiettandolo però in una regione molto lontana dalla Grecia: un luogo oscuro e gelido, a metà fra la realtà e la leggenda, che ben si adattava a ospitare l'ingresso dell'Ade.
 
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view post Posted on 12/10/2010, 21:57
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Una piccola aggiunta: è interessante analizzare anche una serie di indicazioni cardinali che il poeta dell'Odissea offre in maniera "velata".

Il punto di partenza di Odisseo, nel suo viaggio verso la terra dei morti, è Eéa, l'isola di Circe, che si trova nella parte orientale del Mediterraneo ("dove l'Aurora ha la casa"). La nave di Odisseo viene spinta in poppa dal vento di Borea (Odissea, X, 629). Borea è il nome del vento del Nord, dunque la nave di Odisseo dovrebbe far rotta verso Sud; ma Manfredi nota che, almeno fin dalla fine del V secolo a.C., proprio in area colchica era in uso chiamare Borea il vento caucasico dell'Est, ed esisteva perfino un proverbio, secondo il quale, quando quel vento soffiava, il tempo era buono per viaggiare verso la Grecia (cioè verso Occidente). Dunque, se si suppone che anche in età più antiche fosse in uso questo nome per indicare il vento dell'Est, ne consegue che il viaggio che Odisseo compie è da Est a Ovest, lungo tutto il Mediterraneo (che Omero chiama semplicemente "mare"), fino a raggiungere la corrente di Oceano.

P.S.

Mi scuso Grancan, se non ho risposto subito al tuo suggerimento. Anche Cerebia aveva immediatamente pensato all'estremo Nord del mondo, e l'idea di Vinci, come hai detto, sembrava rispondere alla nostra esigenza. Il problema è però nelle difficoltà che la tesi di Vinci ha incontrato presso gli esponenti del mondo accademico (con cui io non concordo sempre per partito preso, ma che stavolta si sono giustamente espressi in senso negativo sulla sua idea). La voce "Critica" del tuo link a Wikipedia, comunque, riassume abbastanza bene i problemi legati all'identificazione dei popoli baltici con quelli del mondo miceneo.
 
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view post Posted on 12/10/2010, 23:01
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CITAZIONE (Cerebia @ 12/10/2010, 21:38)
si pensa che gli antichi non abbiamo memoria delle epoche precedenti alla loro come se dovessero reinventarsi tutto di nuovo. Immagino che in età classica ci fosse una memoria della c.d. protostoria molto più forte di quello che noi pensiamo, quindi anche le rotte commerciali sicuramente saranno state le stesse, finchè il canale commerciale era fiorente e utilizzabile.

Ultima precisazione: su questo non sento di concordare a pieno con te. Se prendi i Greci, per esempio, il più delle volte non ricordavano quasi niente della loro storia più antica, e finivano per reinventarsi molti avvenimenti e personaggi.

Ti faccio un esempio che mi ha sempre colpito: nella Periegesi della Grecia, Pausania affermò di aver visto la tomba colossale del mio omonimo eroe (Perseo) lungo la strada che univa le città di Micene e Argo. Ora, come facevano i Greci a sapere che in quel tumulo c'era sepolto Perseo (che, molto probabilmente, non era neppure mai stato un personaggio reale)? E' probabile che la monumentalità di una tholos (in un'epoca in cui non si costruivano più tombe di quel tipo) gli abbia fatto supporre che si trattasse della sepoltura di un personaggio importante, e il fatto che il tumulo si trovava fra Argo (città natale di Perseo) e Micene (città fondata, nel mito, da Perseo) abbia portato all'assegnazione definitiva della tomba all'eroe greco. Un discorso simile, se vuoi rimanere in un amibito italico, è accaduto per l'heroon di Lavinium, che fu identificato dai Romani con la tomba di Enea.

Stesso dicasi, poi, per la storiografia: che dire dei Cecropidi, che regnarono sull'acropoli di Atene? Cecrope, Cranao, Erittonio... Questi non sono certo dinasti realmente esistiti. Eppure compaiono anche nelle cronache del Marmor Parium. E ancora, pensa ai capostipiti eponimi dei vari popoli: Tirreno, Iapigio, Enotro etc. Eccome se gli antichi inventavano! Dove le cronache degli annali non arrivavano, arrivava la loro fantasia. Certo, può darsi che, in alcuni casi, i miti conservino tracce confuse di una storia molto più antica. Ma spesso è difficile, per noi moderni, riuscire oggi a scindere il mito dalla realtà storica (quando già per loro quel limite non era ben chiaro).

Sulle rotte commerciali, invece, il discorso era probabilmente diverso. Anche nel saggio di Manfredi, per esempio, si faceva notare come le medesime rotte fenicie oltre Gibilterra, verso Sud e verso Nord, furono forse riprese prima dai Cartaginesi, nel VI-V secolo a.C. (con gli ammiragli Annone e Imilcone), e poi ancora dai Greci, dal IV secolo a.C. in poi (a cominciare da Eutimene e Pitea di Marsiglia).
 
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FGC
view post Posted on 13/10/2010, 00:53




Ehi, brutta sorpresa - mi pare - quella della chiusura di AI! Pazienza, come sempre!
Interessante questa piccola "questione omerica", più poetica che geografica.
Riprendo i precedenti interventi per orizzontarmi in questo... mare di problematiche.
Non è una novità notare che il testo del Vate cieco presenta talvolta particolari descrittivi che poco hanno a che fare colla logica della vicenda da lui narrata ma molto invece con l'estro letterario; in sostanza i Cimmeri sembrano riecheggiati proprio per descrivere metaforicamente un viaggio verso quella terra sconosciuta e remota e buia che è l'Oltretomba.
Dei Cimmeri, poi Cimbri, c'è molto da dire, ma sinteticamente (elimino ogni citazione...): sono indicati da Erodoto appunto come prima del suo tempo occupanti le regioni a nord del Ponto Eusino tra Boristene e Tanai scacciativi poi dagli Sciti e
costretti ad invadere appunto l'Asia Minore.
Le varie ben più tarde interpretazioni da Claudiano e Procopio in poi si basano su "idee" geografiche spesso bizzarre od appunto sulla superstizione causata dai Riti tardo-pagani della zona tra il Delta del Reno e le Isole Britanniche (già famose tra i Romani e particolarmente per i loro antichi e misteriosi monumenti); dove sia poi l'Oltretomba... è meglio non fermarsi troppo a contare quanti Acheronti e Cociti vengono elencati dai vari Autori antichi un po' ovunque (in particolare, ovviamente, in Grecia e Magna Grecia e tra i vari appunto il Nekromànteion sulla Collina di Agios Ioannis, presso Mesopotamos ed a Sud Ovest della Confluenza tra Kokkytos ed Acheron, in Preveza).
Il Borea è più precisamente il vento che proviene da NNE e quindi, ad esempio, spinge dal Chersoneso Taurico o Scitico col Bosporo Cimmerico verso Bisanzio ed il Bosforo Tracico col Chersoneso omonimo oppure anche, tanto per fare un altro esempio, dal Criumetopo di Creta a Cirene.
Delle rotte verso mari sconosciuti abbiamo già scritto qualcosa e Plinio mi è testimone (...); ugualmente ci conforta nell'attestare quale sia la memoria di cose molto antiche negli Autori dell'epoca classica e pre-classica (descrivono appunto, tra le varie catastrofi del passato un po' più lontano: sui 20.000 anni, la frattura di Gibilterra con l'ingresso dell'Atlantico nel Mediterraneo oppure il distacco della Sicilia dalla Penisola Italiana...).
Riguardo la locazione originaria dei Cimmeri c'è invece molto da congetturare; è comunque abbastanza chiaro che gli Antichi qualcosa sapessero delle regioni sopra il Rha ed il Carambuci, ossia attorno al Circolo Polare Artico e più a Settentrione
ancora: la zona, abitata dagli Iperborei, dove Borea non soffia (vedasi Ecateo, ma anche il racconto di Teopompo sui loro contatti coi Meropidi dell'altro Continente...).
 
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view post Posted on 13/10/2010, 09:41
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CITAZIONE (FGC @ 13/10/2010, 01:53)
Ehi, brutta sorpresa - mi pare - quella della chiusura di AI!

Già... Però, che bella sorpresa averti ritrovato qui, Fgc! ;)

Sono davvero felice di poter leggere di nuovo i tuoi commenti (e, a proposito, noto che ho avuto l'onore del tuo primo commento da iscritto!). I tuoi interventi sono sempre molto interessanti, ma, come ben sai, mi spingono a riempirti di domande (perché sono molto curioso!).

CITAZIONE (FGC @ 13/10/2010, 01:53)
dove sia poi l'Oltretomba... è meglio non fermarsi troppo a contare quanti Acheronti e Cociti vengono elencati dai vari Autori antichi un po' ovunque (in particolare, ovviamente, in Grecia e Magna Grecia e tra i vari appunto il Nekromànteion sulla Collina di Agios Ioannis, presso Mesopotamos ed a Sud Ovest della Confluenza tra Kokkytos ed Acheron, in Preveza).

Qui una precisazione: non volevo dire che Manfredi localizza l'accesso dell'Ade di Omero a Efira (neppure io la trovo una soluzione plausibile). Si tratta, come ho detto, dell'unione di più elementi diversi, atta alla creazione di un luogo che in realtà è utopico. Omero può essersi "ispirato" a Efira, perché c'è un santuario dei morti che presenta frequentazioni molto antiche (e toponomastiche ricorrenti anche nel mito), ma è certo lungi da essere quello l'unico e vero accesso all'Oltretomba (in Italia, per esempio, si riteneva che ci fosse un ingresso anche nella zona dei Campi Flegrei).

CITAZIONE (FGC @ 13/10/2010, 01:53)
Il Borea è più precisamente il vento che proviene da NNE e quindi, ad esempio, spinge dal Chersoneso Taurico o Scitico col Bosporo Cimmerico verso Bisanzio ed il Bosforo Tracico col Chersoneso omonimo oppure anche, tanto per fare un altro esempio, dal Criumetopo di Creta a Cirene.

Quindi questo Borea non avrebbe spinto proprio a O, ma piuttosto a S/SO... Potrebbe comunque essere un'ipotesi plausibile (quella di Manfredi), o per questo la ritieni meno probabile?

CITAZIONE (FGC @ 13/10/2010, 01:53)
ugualmente ci conforta nell'attestare quale sia la memoria di cose molto antiche negli Autori dell'epoca classica e pre-classica (descrivono appunto, tra le varie catastrofi del passato un po' più lontano: sui 20.000 anni, la frattura di Gibilterra con l'ingresso dell'Atlantico nel Mediterraneo oppure il distacco della Sicilia dalla Penisola Italiana...).

Scusa, ma qui non ti seguo (forse perché ho frainteso io)... Plinio descriverebbe catastrofi avvenute circa 20'000 anni fa? :blink:
 
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FGC
view post Posted on 13/10/2010, 12:09




Infatti, infatti, vale anche per me e comunque mi sembra che meriti specialmente tu (per quanto ci siamo scritti su AI) un commento, pur se... approssimativo.
Certamente le varie ipotesi sulla localizzazione delle vicende di Ulisse sono interessanti e contribuiscono a far luce su alcuni aspetti dello scritto omerico; mi sembra però che diano tutte quasi per scontato che nel IX sec. a.C. circa si
abbiano informazioni accurate sull'estremo settentrione d'Europa.
Ciò non si armonizza con quanto ne dicono vari Autori - tra i quali l'onnipresente Plinio il Vecchio, naturalmente - che immaginano quelle terre come isolate (appunto isole) nel Mare Cronio, un'idea che persiste nella cartografia occidentale fino all'incirca al termine del Medioevo (si può notare che solo verso il 1300 la Scandinavia viene sommariamente rappresentata come un Chersoneso: unita cioè da una stretta lingua di terra al resto dell'Europa).
Appare altrettanto ovvio che per molti l'ingresso all'Ade corrisponda a fratture nella superficie terrestre, quindi dato il loro enorme numero è consequenziale l'imbarazzo della scelta.
Riguardo il Borea potrei precisare invece che si confonde con (ossia: viene inteso spesso come) l'Aparzia: il Settentrione, quindi si potrebbe fare un ragionamento diverso su quegli spostamenti nel Mediterraneo.
Ti stupisci dei 20.000 anni?
Avevo scritto qualche tempo fa in un'altra mail (chiedo scusa per l'auto-citazione): "Dei Fatti vale spesso molto di più la Memoria: sai quante volte mi sono chiesto da chi avessero preso gli Antichi quelle notizie su... eventi, che noi ora
riconosciamo, vecchi di circa 20.000 anni ? Quanto dura, poi, il Ricordo? Pensa a quella Caverna australiana, presso Darwin (la "Caverna [del Tempo] del Sogno" [?]), frequentata per più di 20.000 anni! E forse sarà perché noi vediamo la nostra breve Civiltà come la somma espressione di tutta la Storia, senza pensare che 80-100 secoli non sono che un centesimo delle vicende umane; bisognerebbe essere molto più tranquilli su certi argomenti e dire, come mi capita spesso..., specie quando si attraversa un periodo difficile: è passato l'Impero Romano, passerà anche questo."
Mi rifaccio poi a quanto espresso in un racconto di Ecateo (il 276 per il Klausen; chiedo ancora scusa, ma ho solo testi vecchiotti...) riportato da Erodoto riguardo le 345 generazioni (sui 10.000 anni) dei Piromi: un atteggiamento che mi sembra
pertinente e migliore del nostro così... "moderno".
Non mi sembra tu abbia reagito invece alla Meropide: in effetti è proprio quella la via per il nuovo continente, o almeno sembra la più breve e forse anche la più agevole (guarda ad esempio la rappresentazione dell'Artide fatta dall'Ortelius
[1579]), in particolare durante la cosiddetta piccola età glaciale arcaica (circa 550-350 a.C.: grossomodo l'epoca di Pitea).
 
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