Approfitto di questa giornata libera per raccontarvi dello scavo a cui ho partecipato alla fine di settembre. Qui segnalo, per cominciare, l'articolo comparso sul Tirreno, che preannunciava l'arrivo degli studenti fiorentini sul sito (in realtà si menzionano solo quelli di Pisa e Roma Tre, che però lavoravano sull'acropoli):
http://iltirreno.gelocal.it/piombino/crona...-molino-2304379Come avete potuto leggere, lo scavo è stato (in parte) autofinanziato, per i soliti problemi dell'ateneo... Un inconveniente di poca importanza, comunque, se penso, nel complesso, a quella che è stata l'esperienza (più che positiva) che abbiamo vissuto, e a quanto ci è rimasto di questo luogo, tornando a casa.
A coordinare le operazioni c'erano i membri di Archeodig, un gruppo di giovani archeologi (diretti dalla dott.ssa Carolina Megale), che, forti della supervisione della Soprintendenza e dell'appoggio di Earthwatch, hanno guidato noi e un gruppo di volontari stranieri nello scavo del meraviglioso sito di Poggio del Molino. Si tratta di un'antica villa romana, sepolta all'interno di una pineta, a picco sul mare (dove, peraltro, una parte dell'edificio era già franata in passato). La villa (che potrebbe forse non essere propriamente una "villa") si articola in una serie di ambienti circondati da un possente muro perimetrale, e contiene al suo interno un giardino, alcune cisterne, una fontana (?), un ambiente termale e uno artigianale (forse adibito alla lavorazione del ferro), nonché alcune stanze riccamente mosaicate (in cui è stata rinvenuta anche una sepoltura tarda, ma sulla cui interpretazione, per adesso, non c'è ancora un giudizio definitivo). Il sito mostra comunque una frequentazione già dall'età del Bronzo (anche durante il nostro scavo sono emersi frammenti di ceramica di questo periodo), su cui poi è stato impiantato, nel tempo, questo centro di produzione (che ha continuato a essere frequentato anche dopo l'abbandono, in epoca tarda).
Il settore di cui ci siamo occupati è stato quello dedicato alle attività artigianali. Trattandosi di uno scavo didattico (e non essendo noi particolarmente esperti), i ritmi non erano chiaramente quelli di uno scavo normale. Per quanto mi riguarda, ho partecipato alla rimozione dei vari strati di crollo, all'elaborazione delle schede US, alla stesura del diario di scavo e a un interessante laboratorio sulla ceramica romana (sono anche stato "iniziato" ai misteri della stazione totale!). Lo scavo era aperto dal lunedì al venerdì, mentre nel weekend eravamo liberi; per gli appassionati, c'è stata la possibilità di visitare vari luoghi di interesse archeologico, come il Museo Archeologico di Piombino, la necropoli di San Cerbone e l'acropoli di Populonia (tutti ben curati e molto interessanti). E' stato organizzato anche un laboratorio di archeologia sperimentale (in cui abbiamo realizzato un ago e un filo da cucito con le tecniche utilizzate dai popoli primitivi).
Nel complesso, come ho detto, si è trattato di un'esperienza più che positiva (perfino io, che non sono mai stato molto attratto dall'archeologia "da campo", ho dovuto ricredermi, ammettendo che questo scavo mi ha davvero sorpreso); sono rimasto molto contento, prima di tutto delle persone che ho conosciuto, del rapporto che si è instaurato fra noi e i membri di Archeodig (nonché con i volontari inglesi e americani che ci accompagnavano sul campo) e di quanto sono riuscito a imparare in queste due settimane di lavoro. Un'esperienza da rivivere? Diciamo che non mi precludo questa possibilità (e chi mi conosce sa bene cosa significa questo, detto da me!).