Allora, il tema proposto si intreccia con quello del riuso dei materiali di età romana in età medievale. Un riuso che ha molti aspetti: recupero di materiale da costruzione (conci lapidei e mattoni, tegole e blocchi di cementizio) e degli elementi di decorazione architettonica (San Lorenzo fuori le mura, Roma:
www.google.it/imgres?imgurl=http://...26tbs%3Disch:1 ;S. Eufemia, Grado:
www.settemuse.it/viaggi_italia_friu...o/grado_002.JPGhttp://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...rado_chiesa.jpgSanta Maria, Grado:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...799px-Grado.jpg); recupero di interi edifici (templi trasformati in chiese per esempio); recupero di oggetti di oreficeria o di monete per realizzare gioielli (in un reliquario conservato a Vercelli parte della decorazione è realizzata utilizzando delle monete di IV secolo come punzoni); recupero di cammei.
A questo proposito vi segnalo la croce di Desiderio conservata a Brescia (
www.museiarte.brescia.it/html/OPCroceDesiderio_f.htm) in cui sono reimpiegati cammei romani:
http://librisenzacarta.it/wp-content/uploa...i-desiderio.JPG, nonchè un tondo con ritratti:
http://rsb.provincia.brescia.it/bstovini/Croce_Desiderio.jpg.
Attraverso tutti questi recuperi, la tradizione iconografica romana si trasmette attraverso il tempo.
Come dicevo è anche da valutare l'uso politico di questi recuperi. Un caso esemplare è quello della Corona Ferrea conservata nel Duomo di Monza:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/t...ea%2C_monza.jpg. Indagini recenti hanno permesso di datare la parte più antica del manufatto all'età gota e di riconoscere vari interventi di restauro, fra cui quello più consistente ascrivibile all'età carolingia (a cui hanno fatto seguito più danneggiamenti che hanno portato alla perdita di alcune piastre del diadema). La cosa interessante è che questo simbolo di potere mantiene il suo valore non solo presso longobardi e carolingi ma fino al XIX secolo (Napoleone si fa incoronare re d'Italia proprio con questo oggetto pronunciano la famosa frase " Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca; i Savoia, re d'Italia la fanno effigiare sopra le loro tombe...) ma replica insegne di potere di più antica tradizione di cui le raffigurazioni monetali ci indicano il momento di introduzione in età costantiniana.
Per confermare il significato di oggetto legittimante il potere, poi, nella Milano viscontea si fa nascere la leggenda che il diadema sia quello di Costantino in cui S. Elena aveva inserito uno dei chiodi della Vera Croce (solo che l'anello metallico all'interno del diadema è in argento... ed è molto recente). E' evidente che i Visconti legittimano il loro potere non solo con il possesso di una reliquia importante (Milano "vanta" anche un altro chiodo, quello inserito nel morso del cavallo di Costantino che è conservato in Duomo) ma anche richiamandosi a Costantino, primo imperatore cristiano.
Edited by IunoMoneta - 1/11/2010, 08:48