Dyskephalòs |
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| CITAZIONE (dceg @ 2/11/2010, 19:18) Beh, il bello dell'archeologia è saper leggere quelle informazioni e riferirsi a persone vere, come noi; e devo dire che vedendo quei poveri resti sepolti così ho anche provato una certa commozione, pensando al destino loro e delle loro famiglie. Davvero! Esattamente come la necropoli di Himera che da qualche anno stanno scavando ci comunica quanto tenacemente i Greci si fossero insediati in una terra che avvertivano a tutti gli effetti come propria (ben sapendo che era solo da qualche generazione che si trovavano lì, e che la metropoli era altrove) e quanto fieramente lottassero per essa...Diecimila tombe, anche di chi morì in un'epica battaglia in nome di una terra ormai sentita come propria, nonostante il termine con cui era indicata la colonia fosse velato da una malinconica nostalgia (apoikia letteralemente significa "(lontani) da casa"). Pensare a questo, come in tanti altri casi, quasi porta le lacrime agli occhi, soprattutto quando, dato il carattere quasi sempre inviolato di tali sepolture, siamo istantaneamente catapultati in un passato lontano da noi, ma a noi così familiare. Allo stesso modo, nel caso delle sepolture insolite di cui sopra, siamo catturati dalla concretizzazione immediata di scaramanzie e credenze che si perdono nel tempo, ma non dalla nostra sensibilità: abbiamo sempre avuto mostri contro cui combattere e sui quali possibilmente vincere. Come i vampiri vengono neutralizzati dal sole e dal frassino, i licantropi dall'argento, le streghe dall'aglio, così in antico, per impedire il ritorno di uno spirito defunto malvagio, chiodi e disarticolazioni ossee dovevano ben provvedere alla bisogna... E possiamo toccare quasi con mano il timore, la riverenza, l'orrore e la speranza che dovette provare chi si occupò di tali neutralizzazioni, uomini, come noi, con le proprie paure e la propria fiducia nel rimedio palliativo del momento.
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