IunoMoneta |
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| Concordo con Leda. Il disegno non è mera raffigurazione grafica, è anche interpretazione. E certe indicazioni che con la matita sono facilissime da inserire (ad esempio la caratterizzazione degli strati in cui sia necessario segnalare alcune concentrazioni, che so, di ciottoli o di laterizi che è sempre meglio fare davanti allo strato), con la stazione totale non sono altrettanto agevoli (non perchè ci siano problemi tecnici, ma perchè si fanno in un secondo momento e non a diretto contatto con le evidenze archeologiche).
Fra l'altro a me è capitato di pormi nuove domande disegnando e di trovare delle soluzioni nuove all'interpretazione di alcune situazioni stratigrafiche (parla soprattutto di sezioni esposte).
E poi, il fascino di una matita ben fatta, dove con una semplice pressione diversa del tratto, si riescono a illustrare molte più cose che con una linea fatta a computer....
Per i reperti, invece, le soluzioni informatiche non mi soddisfano. Le trovo troppo fredde e rigide, se riesco a spiegarmi. La buona vecchia china, più lenta ma più suggestiva, è decisamente meglio.
Con tutto ciò, anche a me è capitato di usare la stazione totale e di apprezzarne la velocità e precisione. Su uno scavo, ad esempio, avevamo usato un sistema misto: battitura totale con sistemi informatici e disegni per situazioni particolari (tombe, strati con inclusi materiali architettonici, rilievo di dettaglio delle strutture murarie dopo aver preso gli ingombri con la stazione totale). Alla fine la documentazione è risultata molto accurata e anche esaustiva.
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