CITAZIONE (Pretoriano- @ 20/1/2011, 19:32)
Fermo restando che per me i sacrifici umani venivano fatti nei momenti di maggiore "pericolo" o "bisogno", non mi stupirebbe molto la conseguente "consumazione" della vittima. Come già stato detto spessissimo le vittime (animali) venivano mangiati. [...] vorrei ricordare anche Tantalo che fa cucinare il proprio figlio per gli dei, indubbiamente non è un pasto rituale, però già il fatto che un elemento del genere, un figlio ucciso e cucinato, venisse usato nella mitologia ci potrebbe far pensare come questa pratica non fosse poi cosi rara.
Il fatto stesso che gli dei dell'Olimpo, e quindi della sfera celeste, "critichino" quell'atto, legato invece a pratiche di culti ctoni, ci fanno pensare a culture diverse che si incontrano/scontrano.
Personalmente, non è la prima volta che sento parlare di vittime umane offerte in sacrificio agli dèi; ma, al momento, è l'unico caso in cui le vittime sarebbero state anche divorate insieme ad altri cibi.
Anche io credo che i sacrifici umani fossero collegati a momenti particolari, ma non sono altrettanto convinto del paragone con il mito di Tantalo. Conosco questo mito, e, se vuoi, fra tutti gli dèi, fu proprio Demetra (troppo distrutta per la perdita della figlia, per accorgersi di che cosa le era stato servito) l'unica a consumare parte delle carni di Pelope. Per il giovane principe (in seguito resuscitato) Efesto realizzò una sorta di protesi in avorio, per rimpiazzare la spalla mangiata dall'ignara dea.
Questo tipo di confronti, però, si presta anche a diverse problematiche. Se uno volesse fare il puntiglioso, per esempio, potrebbe obiettare che Tantalo fu un mitico sovrano della Lidia - quindi l'attestazione (qualora conservi una memoria storica) sarebbe da riferirsi a un'usanza diffusa più in Asia Minore (o in Arcadia, se prendiamo il mito, analogo, di Licaone) che non a Creta.
CITAZIONE (Pretoriano- @ 20/1/2011, 19:32)
Un bel po di tempo lessi un articolo secondo cui gli dei della sfera del cielo sarebbero arrivati in occidente con gli Indoeuropei e che le popolazioni locali, quindi anche quelle greche, erano legate ai culti della terra e fertilità. Basti ricordare la Sicilia, non a caso proprio in Sicilia i culti di Demetra e kore avevano un seguito come mai ne avevano avuto in madrepatria, proprio perchè le popolazioni indigene erano legati ai culti della terra, fertilità, ciclicità ecc...
Anche questa teoria non è scevra da una certa quantità di critiche.
Lasciando da parte il problema dei culti patriarcali e matriarcali, la diffusione dei culti di Demetra e Kore in Magna Grecia potrebbe anche essere legata, prima di tutto, alla natura del suolo italico: infatti, l'Italia Meridionale aveva terreni fertili molto più estesi rispetto a quelli presenti in Grecia; quindi, il maggior successo di culti legati alla fertilità e al raccolto potrebbe anche essere legato a una maggior estensione di terre coltivabili (questo non esclude, ovviamente, fenomeni di
interpretatio fra culti greci e culti indigeni, affini e preesistenti).
Credo che si debba sì considerare l'aspetto antropologico in questi contesti; ma, per tentare un'integrazione fra dato archeologico e mitologico, si dovrebbero considerare, prima di tutto, i miti relativi alla regione in cui è avvenuto il ritrovamento (e qui abbiamo il ben noto mito del Minotauro, che, volendo, già basterebbe a giustificare questo ritrovamento proprio nel sito di Knosso). Il problema principale è però prima di tutto archeologico: dobbiamo capire se effettivamente si tratta di resti di un pasto cannibalico, e non di un caso di riseppellimento rituale, con commistione successiva di resti di un banchetto, altrimenti si rischia di formulare ipotesi sulla base di altre ipotesi (a loro volta non comprovate).